Creato da Urbe_immortale il 11/09/2006
Blog dedicato all'A.S. Roma, la squadra della Capitale!

Lettera della squadra al Presidente Sensi

Ciao Presidente,
ci affidiamo a queste poche righe per dirti tutto quello che a volte magari non siamo riusciti a trasmetterti a voce o attraverso i gesti e i comportamenti.
Qualcuno di noi Ti ha conosciuto dal giorno in cui sei diventato “Il Presidente”, qualcuno ti ha incontrato durante i  Tuoi 15 anni di presidenza e qualcuno Ti ha conosciuto da poco, ma in ognuno di noi è rimasto impresso il tuo sguardo profondo, carico di umanità, pur se determinato e a volte, forse per chi Ti conosceva troppo poco, anche un po’ duro, ma nessuno di noi può dimenticare la passione con cui ci hai sempre seguito, anche quando non eri presente fisicamente. Sei sempre stato vicino a noi, a volte come Presidente, altre come un secondo padre.
In questi anni hai saputo coniugare sport e solidarietà umana e sociale, senza mai perdere i valori morali che sono propri dello sport. Hai fatto tanto per la Roma e per Roma, le tue passioni dopo l’amore per la tua famiglia, e i romani e i romanisti – e non solo loro – ti hanno accompagnato con dignità e riservatezza, così come Tu hai affrontato la Tua ultima battaglia, una delle tante ma sicuramente la più dura.
Noi non Ti lasceremo solo e non lasceremo sola la Tua famiglia e la famiglia romanista; la nostra forza sarà l’unione e faremo il possibile per farti sorridere da dove sarai, uno di quei tuoi sorrisi che ci regalavi quando venivi in spogliatoio per darci la carica.

Ciao Presidente, Tu sei sempre con noi.

 

Il gol di De Rossi alla Fiorentina commentato dal grandissimo e compianto Alberto D'Aguanno

 

Coppia di Campioni!

 

Il Capitano e Capitan Futuro

 

Serie A: 18^ Giornata:

Chievo-Inter

Atalanta-Napoli

Bari-Udinese

Cagliari-Roma

Catania-Bologna

Lazio-Livorno

Parma-Juventus

Sampdoria-Palermo

Siena-Fiorentina

Milan-Genoa

 

Classifica:

  1. Inter   39
  2. Milan*   31
  3. Juventus   30
  4. Roma 28
  5. Parma   28
  6. Napoli   27
  7. Palermo   26
  8. Sampdoria   25
  9. Bari*   24
  10. Chievo   24
  11. Fiorentina*   24
  12. Genoa*   24
  13. Cagliari*   23
  14. Udinese*   18
  15. Livorno   18
  16. Bologna*   16
  17.    16
  18. Atalanta*   13
  19. Catania   12
  20. Siena   12

* una partita in meno

 

Marcatori Giallorossi in Campionato

9 reti: Totti.

4 reti: De Rossi.

3 reti: Vucinic.

2 reti: Perrotta, Brighi, Burdisso.

1 rete: Taddei, Mexes, Riise, Menez, Cassetti.

 

Giudice Sportivo

Multe all'A.S. Roma nel corso della stagione:

€ 77.000,00

Squalificati per la prossima gara di campionato:

 

Espulsi nell'ultima partita:

 

5 ammonizioni.

De Rossi.

4 ammonizioni:

Cassetti, Pizarro, Menez, Perrotta.

3 ammonizioni (in diffida):

Totti. 

2 ammonizioni:

Vucinic, Andreolli, Mexes, Burdisso.

1 ammonizione:

Taddei, Okaka, Cerci, Vucinic, Doni, Riise, Motta, Guberti, Brighi.

 

Prossime gare AS Roma

6 gennaio, 18^ giornata:

 -

9 gennaio, 19^ giornata:

 -

12 gennaio, Coppa Italia, Ottavi di Finale:

 -

 

Europa League

Sedicesimi di Finale:

Panathinaikos-Roma (18 e 25 febbraio)

Marcatori giallorossi in Europa League:

11 reti: Totti.

3 reti: Menez, Okaka, Cerci.

2 reti: De Rossi, Riise, Vucinic.

1 rete: Guberti, Perrotta, Andreolli, Scardina.

 

« La Roma non ha mai pianto

e mai non piangerà:

perché piange il debole,

i forti non piangono mai. »

Dino Viola

 

Immenso Capitano

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Rabona di Aquilani e gol del Capitano al Milan

Il fantastico gol del Capitano a Marassi

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CAPITAN FUTURO! D.D.R.!

 

    

 

 

 

 Francesco, Daniele e Simone

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    CAMPIONI DEL MONDO!

  

Vivi come se tu dovessi morire subito,

 pensa come se tu non dovessi morire mai.

 

Messaggi del 26/05/2008

Titolo AS Roma chiude in Borsa a +17,1%

Post n°1745 pubblicato il 26 Maggio 2008 da Urbe_immortale

Alla grande il titolo AS Roma a Piazza Affari in scia alle indiscrezioni, ripetutamente smentite dalla famiglia Sensi, che indicano il magnate ungaro-americano George Soros vicino all'acquisto del club giallorosso. Le azioni giallorosse più volte sospese per eccesso di rialzo, hanno chiuso con un rialzo del 17,1% a 1,54 euro, riportandosi su livelli del settembre 2002. Forti gli scambi che hanno riguardato il 5,8% del capitale, ovvero 7,8 milioni di azioni.

 
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Borriello: "Io alla Roma? Magari!"

Post n°1744 pubblicato il 26 Maggio 2008 da Urbe_immortale

Marco Borriello tra Genoa, Milan e Roma. Le prime due sono le società che hanno l'attaccante in comproprietà, la squadra giallorossa invece sarebbe interessata al giocatore. Che potrebbe rientrare in un affare con il Milan riguardante Mancini. «Come si potrebbe rifiutare una squadra come la Roma- ha detto Borriello dal ritiro della Nazionale a Coverciano- È una società che sta facendo benissimo, lottando per lo scudetto e vincendo Supercoppa e Coppe Italia». Intanto, però, bisogna sistemare la questione della comproprietà tra il Genoa e i rossoneri, che sembrano partire decisamente avvantaggiati. Ma al Milan Borriello ha mandato un messaggio preciso. «Se il Milan mi vuole- ha detto- non vado però a fare la quarta o quinta punta. Ancelotti? Con lui ci sono state delle incomprensioni in passato, abbiamo sbagliato tutti e due, ora comunque ci siamo chiariti». Sfumata, invece, la pista Napoli. «Forse hanno visto il prezzo e si sono tirati indietro», ha concluso con un sorriso l'attaccante.

 
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Perrotta: "Mi sento bene"

Post n°1743 pubblicato il 26 Maggio 2008 da Urbe_immortale

Nessun accertamento oggi per Simone Perrotta. Gli esami previsti dallo staff medico della Nazionale si faranno domani pomeriggio, una volta passate almeno 48 ore dal problema al polpaccio destro accusato dal centrocampista della Roma durante la finale di Coppa Italia. «Ma sto bene», ha rassicurato con un sorriso lo stesso giocatore.

 
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Alemanno incontrerà la Roma

Post n°1742 pubblicato il 26 Maggio 2008 da Urbe_immortale

Dopo il successo in Coppa Italia e l'ottimo cammino in campionato, mercoledì 28 maggio alle ore 13.00, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, riceverà in Campidoglio una delegazione della A.s. Roma. È quanto rende noto il portavoce del Sindaco di Roma, Simone Turbolente. Parteciperanno all'incontro l'amministratore delegato della Società, Rosella Sensi; Daniele Pradè, direttore sportivo; il direttore tecnico, Bruno Conti; l'allenatore, Luciano Spalletti; e il capitano, Francesco Totti.

 
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Maria Sensi: "Sono stati anni meravigliosi"

Post n°1741 pubblicato il 26 Maggio 2008 da Urbe_immortale

«Sono stati anni meravigliosi». Sa di addio questa frase di Maria Sensi. La moglie del presidente della Roma è all'Università di Tor Vergata dove ha ritirato il premio «Etica nello Sport» assegnato a suo marito, assente per motivi di salute, gli stessi che da qualche anno lo hanno allontanato dalla vita attiva nelle sue aziende e nella Roma in particolare. Adesso sul ponte di comando c'è la figlia primogenita, Rosella, nel ruolo di amministratore delegato. «Sono stati anni meravigliosi - ha detto Maria Sensi - e nostra figlia è al livello del papà». E proprio a lei sembra toccare l'arduo compito di cedere la società, il gioiello di famiglia, al magnate americano George Soros. «Da 40 anni sono nel calcio con mio marito - ha proseguito una commossa signora Sensi, che per due volte ha dovuto interrompere il discorso per l'emozione -. Sono sempre stata al suo fianco nelle sue battaglie, quando voleva acquistare il Foggia e poi prese il Palermo perchè voleva riportare il calcio nel sud e farlo con la giusta etica. Non tutti hanno compreso le battaglie di mio marito, adesso c'è mia figlia che è altrettanto forte. Continuerà in questo club? Non vedo perché non dovrebbe...».

 
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Titolo AS Roma sospeso in Borsa per eccesso di rialzo

Post n°1740 pubblicato il 26 Maggio 2008 da Urbe_immortale

Roma sospesa per eccesso di rialzo a Piazza Affari. A far volare il titolo sin dall'apertura le nuove indiscrezioni di stampa secondo cui sarebbe ormai alla stretta finale il passaggio della società dai Sensi a George Soros. Al momento della sospensione le azioni giallorosse segnavano un progresso dell'11,79% a 1,47 euro.

 
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ItalPetroli: "Nessuna offerta ricevuta per l'AS Roma"

Post n°1739 pubblicato il 26 Maggio 2008 da Urbe_immortale

Italpetroli, la società della famiglia Sensi che controlla al As Roma, afferma di non aver ricevuto manifestazioni d'interesse per la squadra di calcio, per la quale non è in corso alcuna procedura di vendita, e smentisce le notizie stampa secondo cui sono in programma incontri con i rappresentanti del magnate George Soros per la cessione del controllo della società. "Compagnia Italpetroli nella sua qualità di controllante indiretta, anche su richiesta della Consob" in una nota "precisa ancora una volta di non aver ricevuto, né direttamente né indirettamente alcuna manifestazione di interesse o offerta relativa all'acquisizione della propria partecipazione di controllo in AS Roma, né è in corso alcun processo volto alla dismissione della stessa". Perciò "non è previsto alcun incontro tra i propri rappresentanti e quelli di Inner Circle Sports finalizzato alla sottoscrizione di un accordo per la cessione del pacchetto azionario AS Roma, le notizie diffuse devono ritenersi quindi non corrette e prive di ogni fondamento".

 
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Brozzi: "Perrotta sta meglio"

Post n°1738 pubblicato il 26 Maggio 2008 da Urbe_immortale

«Sono fiducioso, Simone già domenica aveva risposto bene al primo trattamento e stava molto meglio». Simone è Perrotta, mentre le parole sono quelle di Mario Brozzi, il medico sociale della Roma. Che ai microfoni di Radio Anch'io Sport ha in qualche modo rassicurato il ct Donadoni e lo staff medico azzurro sulle condizioni del centrocampista, che ieri sera si è unito alla Nazionale in ritiro a Coverciano. «Sono stato con Simone fino a tardi - ha raccontato Brozzi - e si sentiva già decisamente meglio rispetto a sabato». Rispetto a quando, durante la finale di Coppa Italia contro l'Inter, ha chiesto il cambio «per una sensazione a un polpaccio, alla parte interna alta vicina al ginocchio. Abbiamo deciso di farlo uscire, anche precauzionalmente, perchè quello è un punto ostico. Poteva essere una sensazione per crampi molto forti, ma anche altro». Meglio non rischiare. E intervenire subito. «E lui ha risposto bene al trattamento immediato, come ho detto sono molto fiducioso». Donadoni può stare più tranquillo.

 
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Scambio Mancini-Jankulovski?

Post n°1737 pubblicato il 26 Maggio 2008 da Urbe_immortale

Galliani, nel frattempo, ha scelto l'alternativa di prestigio nel caso in cui l'affare Ronaldinho salti. Si tratta di Amantino Mancini. L'esterno brasi­liano non è più gradito a Spalletti. Inol­tre la Roma ha la necessità di vender­lo già in questo mercato perchè il con­tratto di Mancini è in scadenza il 30 giugno 2009. Il Milan potrebbe seriamente pensare al cursore brasi­liano soprattutto nel caso in cui l'affa­re- Ronaldinho si complicasse in ma­niera definitiva. L'arrivo di Mancini a Milano potrebbe essere ancora più semplice se nella trattativa venisse inserito anche Jankulovski, giocatore che Spal­letti aveva richiesto anche la scorsa estate.

 
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Soros, oggi è il giorno?

Post n°1736 pubblicato il 26 Maggio 2008 da Urbe_immortale

Se il magnate darà l'ok, i suoi uomini sono pronti a partire e a chiudere tutto domani.
Nel progetto c'è anche il nuovo stadio, che potrebbe essere intitolato a Franco Sensi!

Ci siamo. Oggi si saprà con certezza se George Soros sarà il nuovo proprietario dell'As Roma. Il magnate americano ha visto le carte e conosce perfettamente tutti i termini dell'accordo che è stato trovato tra i suoi advisor (Banca Rotschild e Studio Tonucci in Italia, Inner Circle Sports in America) e Banca Unicredit, che ha preso in mano la situazione una volta ricevuto dai Sensi il segnale della disponibilità a cedere. Deve solo dire se l'affare gli interessa ancora. Il finanziere di origine ungherese dovrebbe pagare 210 milioni ai Sensi (compresa buonuscita) per rilevare il 66% delle azioni del club e poi lanciare l'Opa. Spesa totale, 283 milioni. Obiettivo, togliere la società dalla borsa. E naturalmente farla diventare grande, secondo un piano che fu definito da chi lo vide serio, ambizioso e rispettoso del ruolo fin qui svolto dai Sensi (per Rosella sarebbe pronto un ruolo nel prossimo CdA). Del progetto fanno parte anche lo sviluppo del merchandising, punti vendita e campus per bambini sparsi in tutto il mondo, sponsor tecnico di livello mondiale (la Nike, pronto un contratto da 5 a 10 anni) e naturalmente uno stadio di proprietà. Che potrebbe essere intitolato proprio a Franco Sensi. Soros naturalmente, oltre a tutto questo, conosce anche le prospettive di guadagno dell'operazione. Per questo, nonostante la sua irritazione per quanto accadde lo scorso 17 aprile, quando l'inesistente offerta araba bloccò tutto, e per l'ultimo comunicato di ItalPetroli in cui si ribadisce la volontà di non dismettere asset, i suoi uomini sono ottimisti. Steven Horowitz è pronto, una volta ricevuto l'ok, a prendere il primo aereo per Roma. Come lui, l'avvocato Joe Tacopina, che convinse Soros ad interessarsi all'affare. Tutto si è accelerato dopo la riunione che si è svolta nello studio Lovells di Milano, dove l'avvocato Gian Roberto De Giovanni ha comunicato anche alla Inner Circle la volontà di cedere.

I Sensi le hanno provate tutte per rimanere al timone. Alla fine, è stata decisiva l'assenza di un compratore in grado di garantire 130 milioni per rilevare i terreni di Torrevecchia e la rigidità dei revisori dei conti di Pricewaterhouse, non più disposti a certificare il bilancio con riserva, come accaduto per l'ultimo esercizio. Senza queste due condizioni, il piano di rientro del debito (377 milioni) non poteva andare avanti. La strategia era stata concordata a novembre con il CdA di Banca di Roma, inserita nel gruppo Capitalia prima e in Unicredit dopo la fusione tra i due istituti. Anche questo passaggio è stato decisivo, perché la banca guidata da Alessandro Profumo non solo ha fatto subito capire di non vedere di buon occhio quel piano (che è sempre stato in vigore e tale va considerato finché non si verifica uno degli event of default ), ma ha anche deciso di non avere più partecipazioni in società sportive. E allora, con la vendita dell'As Roma Unicredit coglierebbe due piccioni con una fava: rientrare di buona parte del debito dei Sensi e avere un pensiero "sportivo" in meno.
I pensieri in casa Roma ora sono tutti su quella che sarà la decisione di George Soros. Che arriverà oggi (il titolo in borsa potrebbe addirittura essere sospeso in partenza), per chiudere domani. Se si convincesse definitivamente, il magnate troverebbe una realtà tecnica di primo livello e non a caso è intenzionato a confermare gran parte dello staff. D'altronde, si parte da una Coppa Italia vinta. «Dico grazie a tutti quelli che ci sono stati vicini in questi anni» ha detto Rosella Sensi alla fine. Un congedo? Oggi la risposta.

 
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La Kappa: "Arriva la Nike? Se vogliono, se la prendono!"

Post n°1735 pubblicato il 26 Maggio 2008 da Urbe_immortale

IL PRESIDENTE DELL'AZIENDA CHE CI VESTE, MARCO BOGLIONE, "APRE" AGLI AMERICANI: «Spero che chi comprerà la società sia uno forte, ricco e appassionato ma che si allei con la famiglia Sensi: il loro progetto industriale è giusto. Soros dovrebbe dargli continuità»

«La Roma è una bella società, molto bene rappresentata. Ma se uno dei maggiori azionisti non avesse intenzione a mantenere una posizione finanziaria rilevante, converrebbe a tutti non proseguire il rapporto, conservando però il precedente management ». Marco Boglione è spettatore interessato della vicenda Soros. Il presidente di Basic Net, il proprietario dei marchi Kappa, Robe di Kappa, Jesus Jeans, K-Way, Superga e Lanzera, è l'uomo che da un anno veste l'As Roma. Lo farà fino al 2010, dopo avere versato nelle casse giallorosse 4.5 milioni per la prima stagione, 4,9 e 5 per le successive. Lo farà, salvo imprevisti. Se dovessero arrivare gli americani, il rapporto potrebbe cambiare: «È più che logico. Nel business, ci sta».
Per l'As Roma è stato un anno straordinario.
«Lo sarebbe stato se avesse avuto più fortuna. Questa società lavora con passione e cuore. Comunque sì, è stato un anno magnifico».
A Roma c'è grande entusiasmo.
«È giustificato. Non è che abbiamo investito in questo progetto tirando i bussolotti. Crediamo negli azionisti di riferimento e nell'attuale management».
Quando sarà presentata la nuova collezione?
«Entro i primi di giugno».
La divisa celebrativa indossata dalla Roma dopo la vittoria in Coppa sarà la seconda maglia della prossima stagione?
«No comment (ma Boglione ride)».
Che si può anticipare?
«Non ci sarà una rivoluzione, ma una rivisitazione della prima maglia. Sempre nel rispetto della tradizione giallorossa».
Quanti pezzi sono stati venduti finora?
«Siamo quotati in Borsa, non posso svelarlo. Ma le posso dire che la nostra scommessa è stata vinta».
In che senso?
«Quello romanista non è un mercato di nicchia. Abbiamo un rete di vendita mondiale che opera in 124 Paesi. Quando abbiamo concluso l'accordo con l'As Roma, abbiamo ritenuto che saremmo riusciti a distribuire i prodotti giallorossi con la stessa capillarità con cui si trovano quelli del Brasile, del Manchester o dell'Italia. I fatti ci hanno dato ragione. Per visibilità e importanza, l'As Roma è tra le prime quindici società del mondo».
Avete concluso un contratto con l'As Roma che non prevede alcuna opzione. Come pensate di muovervi dopo il 2010?
«La nostra intenzione è quella di prolungare l'accordo per altri tre anni. Diciamo che nel 2010 ci rivedremo per una verifica».
In questi mesi non si parla che di Soros.
«Credo che l'As Roma sia una bella società, molto bene rappresentata. Ma se uno dei due maggiori azionisti di Italpetroli non ha interesse a detenere una posizione rilevante nell'As Roma, è meglio non proseguire insieme».
Unicredit Group.
«Sì. Mi pare evidente che l'istituto di credito non abbia interesse a mantenere una partecipazione nel capitale di una società sportiva. Comprensibilmente, Unicredit non vuole avere interessi strategici. Il calcio non è un suo business».
Quindi?
«La mia speranza è che chi compra sia forte, ricco, appassionato. E che si allei con la famiglia Sensi mantenendone il management. Non si può prescindere dall'attuale dirigenza, che ha fatto così bene. Quello di As Roma è un progetto industriale che funziona, mi auguro che questa transazione lo rafforzi. Soros è uno dei più grandi finanzieri del mondo: se dovesse venire lui o un altro, sarebbe importante dare continuità».
Si dice che gli americani siano legati a un colosso dell'abbigliamento. Come la Nike, per esempio.
«Non so. Se alla Nike interessa qualcosa, se la prende. Quanto dice lei potrebbe anche starci. Anzi, è più che logico. Nel business, ci sta. Naturalmente, non è una possibilità che mi auguro. Se dovesse succedere, ne prenderemmo atto».

 
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Ecco l'eredità dei Sensi

Post n°1734 pubblicato il 26 Maggio 2008 da Urbe_immortale

L'accordo con Wind e le operazioni sul marchio e su Trigoria. Ma anche 5 successi e tanti campioni
Ecco cosa lascerebbero i Sensi. E la moglie del presidente: «Inter aiutata, meritavamo lo scudetto»

Trofei, campioni, accordi già fatti e altri da fare. La Roma, oggi, è tutto questo. E questo è quello che a breve potrebbe ereditare George Soros, il magnate interessato all'acquisto della società. Si parte dai conti del club, tutt'altro che in rosso: 27,8 milioni l'attivo al 30 giugno 2007, oltre il doppio rispetto all'esercizio precedente. Un risultato frutto di una gestione oculata e, soprattutto, di azzeccatissime operazioni commerciali. Su tutte la creazione della "Soccer di Brand Management" (o "Soccer SAS"), società che si occupa dello sfruttamento commerciale del marchio e delle attività di merchandising, marketing e sponsorizzazione. Un vero e proprio colpo vincente, che il club ha ufficializzato a novembre del 2006 e che ha portato nella casse giallorosse ben 135 milioni di euro. Come? Attraverso la nascita di una nuova società ad accomandita semplice (la "Soccer Sas"), in cui la Roma ha fatto confluire il ramo di azienda che si occupa di marketing, merchandising e sponsor, con l'ulteriore obiettivo di triplicare il fatturato legato a tali attività. Al vertice della Sas, attualmente, c'è Cristina Sensi, una delle due sorelle di Rosella. L'eventuale arrivo di Soros, tuttavia, potrebbe cambiare le cose. Il nuovo assetto societario, infatti, è tuttora materia di discussione. Peraltro, non è da escludere che il magnate americano decida di mandare in liquidazione la Sas e di ricondurre le attività di sfruttamento del marchio direttamente all'AS Roma.

Altra operazione commerciale in essere è quella relativa alla cessione in lease back del complesso sportivo di Trigoria, annunciata dal club il 28 dicembre 2005. Il club, in pratica, ha venduto il "Fulvio Bernardini" a Banca Italease, ricavando 30 milioni di euro. Allo stesso tempo, ha sottoscritto un contratto di leasing della durata di 15 anni attraverso la controllata AS Roma Real Estate, con la possibilità di esercitare un'opzione per il riscatto del centro sportivo. Una normale operazione di ingegneria finanziaria, che ha permesso alla proprietà di mettere qualche soldo in cassa. Recentemente, poi, è nata una fondazione per la realizzazione di un museo giallorosso. E la scorsa estate sono stati firmati nuovi contratti con Basic Italia Spa (licenziataria del marchio Kappa) e Wind. Dal 16 luglio 2007 Kappa è lo sponsor tecnico giallorosso, in virtù di un contratto triennale che garantisce alla Roma un guadagno a salire (da 4,5 a 5 milioni di euro). Il primo agosto dello stesso anno, invece, è stato ufficializzato l'accordo sino al 30 giugno 2009 con Wind, il main sponsor: sei milioni per le prime due stagioni e opzione per un terzo anno a 7 milioni. Soros potrebbe decidere di rispettare i contratti in essere. Ma potrebbe anche cambiare rotta, magari scegliendo come sponsor tecnico un'importante azienda americana.

Quelli attuali, comunque, sono guadagni preziosi. Entrate che, unite alla oculatissima gestione degli ultimi quattro anni, hanno ribaltato la situazione economica della Roma e permesso la nascita di un progetto ambizioso. Un progetto fatto di campioni, ma anche di successi. Solo nelle ultime due stagioni, con Luciano Spalletti in panchina, sono arrivate due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana, tutte contro l'Inter. Mai, peraltro, la Roma aveva vinto due trofei nello stesso anno calcistico, cosa avvenuta adesso. E solo durante l'era Viola era riuscita nell'impresa di aggiudicarsi due coccarde consecutive: 1980 e 1981 ieri, 2007 e 2008 oggi. Non finisce qui, però. Perché con Sensi presidente i giallorossi hanno sfiorato il record di trofei che detiene la famiglia Viola: cinque quelli dell'attuale proprietà (uno scudetto nel 2000/01, due Supercoppe Italiane nel 2001 e nel 2007 e due Coppe Italia), sei quelli conquistati da Dino e Flora Viola (uno scudetto nel 1982/83 e cinque Coppe Italia). La bacheca, insomma, si è riempita. E un nuovo proprietario si troverebbe già tre scudetti, nove coccarde, due Supercoppe Italiane e una Coppa delle Fiere. Per non parlare dell'allenatore, secondo solo a Liedholm per successi a Roma, e del parco giocatori, Totti in testa. A proposito di giocatori, vanno ricordate le questioni contrattuali da risolvere a breve: De Rossi, Aquilani, Panucci e, nel caso restassero, Ferrari e Mancini. Poi c'è il riscatto di Vucinic, attualmente in comproprietà con il Lecce. Nulla, comunque, che possa scoraggiare un eventuale compratore, che non potrà prescindere dal passato e dal presente neanche per i rapporti con il Palazzo. Franco Sensi si è sempre opposto alle logiche dei potenti del pallone. Sua figlia Rosella ha cercato una via più conciliante. Le proteste, però, non sono mai mancate. Ultima quella di Maria Sensi, moglie del presidente, che alla trasmissione tv "La Signora in Giallorosso", si è schierata al fianco di De Rossi: «La Roma meritava lo scudetto e senza certe sviste arbitrali lo avrebbe conquistato. Del resto, quest'anno, è il centenario dell'Inter». Soros o non Soros, l'eredità giallorossa è anche questa.

 
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E Rosella porta la Coppa a casa da papà Franco!

Post n°1733 pubblicato il 26 Maggio 2008 da Urbe_immortale

Dopo la festa in campo, l'abbraccio a papà Franco. Il marito in radio: «Siamo più forti dell'Inter»

Una notte meravigliosa trascorsa in famiglia, perché la Roma questa nona Coppa Italia l'ha vinta così, in famiglia. Rosella Sensi porta a casa il trofeo, poco dopo mezzanotte. E a Villa Pacelli la Coppa resta per tutta la notte, la prima notte giallorossa. Prima la festa in mezzo al campo, la Sensi che esulta con i suoi ragazzi, che abbraccia amici e collaboratori, che viene portata in trionfo sotto la Sud. Poi, prima del ritorno a casa, una breve sosta in una sala dell'Olimpico, tra i familiari e stretta tra le braccia del marito Marco Staffoli, che con lei ha condiviso gioie e dolori di questa stagione. C'è anche la zia, Angela Fioravanti, che custodisce la Coppa che presto prenderà la via di casa. Lei, Rosella, sorride. Ha gli occhi raggianti e tanta voglia di abbracciare papà Franco, perché, lo ripete sempre e a ragione, «lui è l'artefice dei successi giallorossi». Lui, Marco, si ritrova improvvisamente protagonista, grazie a un inviato di Centro Suono Sport che gli chiede un'intervista. Perché, dice il giornalista, c'è una promessa fatta a inizio stagione da rispettare: «Se la Roma vince io parlo». Il successo arriva, ancora una volta in Coppa Italia. E Marco Staffoli si presenta davanti ai microfoni dell'emittente radiofonica. «Abbiamo conquistato due trofei su tre in Italia e quindi possiamo dire che è stata una stagione entusiasmante. La Roma ha dimostrato di essere più forte dell'Inter. Certo, se avessimo vinto anche lo scudetto... Però possiamo accontentarci così». Inevitabile che a lui, marito dell'ad giallorosso, chiedano un commento sul futuro della società e sulle voci relative al possibile arrivo di Soros: «Sarebbe stato meglio se queste cose non ci fossero state, ma vi assicuro che non hanno intaccato per niente il lavoro svolto. Speriamo solo che il prossimo anno non si ricominci con altre voci, diverse». Marco parla, ma Rosella non è più al suo fianco. È in auto e da lì ascolta le parole del marito dalla radio. È seduta sul sedile accanto al posto dell'autista, con il trofeo tra le gambe e l'accendino in mano, perché dopo tanta tensione sugli spalti serve una sigaretta. Il volto, finalmente, è disteso. La paura è lontana. Resta il sorriso. E la voglia di abbracciare Franco Sensi, papà Franco.

 
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De Rossi, sfida Nazionale!

Post n°1732 pubblicato il 26 Maggio 2008 da Urbe_immortale

Già in ritiro con l'Italia, dovrà superare Ambrosini nelle discutibili gerarchie di Donadoni
Con lui Aquilani, Panucci e Perrotta
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Non l'ha alzata per primo, ma ha vinto la Coppa Italia con la fascia da capitano al braccio per poi condividere la gioia con Francesco Totti. All'Olimpico, insieme alla sua gente. Roba da brividi. Eppure, da ieri De Rossi ha già dovuto voltare pagina e iniziare un nuovo capitolo della sua straordinaria carriera. Quello dal titolo Euro 2008. Una mezza giornata libera, come per gli altri romanisti (Perrotta, Aquilani e Panucci) che formeranno i "Magnifici 4" in Austria e Svizzera. A loro e a Fabio Grosso (anche lui impegnato sabato sera nella finale della Coppa nazionale, quella di Francia vinta con il suo Lione) è stato concesso di unirsi alla comitiva a Coverciano un po' più tardi. Qualche ora in famiglia prima della lunga avventura che potrebbe durare, lo sperano tutti i tifosi della Nazionale, fino al 29 giugno.
Un mese lontano da casa, affrontato però con la forza data da quel successo contro l'Inter, tanto voluto quanto meritato. Proprio lui, Capitan Futuro, che più di tutti si era scagliato contro i nerazzurri subito dopo la conclusione del campionato ricordando gli "aiutini" da loro ricevuti. La rivincita se l'è presa sul campo con una partita di straordinaria intelligenza. Il vero collante tra difesa e attacco. Roba alla quale a Roma sono tutti abituati, cose che sanno fare solo in quattro o cinque al mondo. Eppure non abbastanza per avere assicurata una maglia da titolare all'Europeo. Danielino dovrà convincere Donadoni (come se ce ne fosse ancora bisogno) e superare Ambrosini nelle gerarchie del ct. Discorso simile per Perrotta, l'uomo della Coppa Italia. All'Inter in finale ha segnato lo scorso anno all'andata e al ritorno e sabato ha dato il colpo del ko. Ha ritrovato la forma Simone e potrebbe fare lo stesso con la maglia da titolare in azzurro, sempre che il dolore al polpaccio accusato nel finale di gara all'Olimpico non complichi i suoi piani. «Sembra un crampo - si è limitato a dire Donadoni - ma dovremo valutare, spero davvero non si tratti di niente di grave».

Tutto da scoprire, invece il ruolo che avranno nel gruppo gli altri due romanisti, Aquilani e Panucci. Qualcosa lo si comincerà a capire a partire da oggi, il primo vero allenamento, quello col gruppo al completo. Ieri è stata soprattutto la giornata della curiosità per il ritorno in Casa Italia di Antonio Cassano, che ha svolto quasi tutta la sgambata al fianco di Materazzi e Cannavaro e sembra essere stato bene accolto dai compagni (Zambrotta e Buffon hanno speso belle parole nei suoi confronti. «Speriamo che ci faccia vincere le partite, ma non mettetegli pressione» ha detto il portiere) e dal ct («Ci siamo sentiti e lui mi ha detto più o meno così: "Mister si fida? E io non la deludero"»). Per il resto la prima seduta azzurra ha visto la partitella in famiglia vinta 5-4 dalla squadra di Del Piero e Borriello (per entrambi doppietta). Sul bianconero Donadoni ha spiegato: «Chi è venuto qui ha dato la massima disponibilità, anche al sacrificio». Poi sull'esclusione di Inzaghi: «Io rispetto lui e lui deve rispettare me». Da oggi si farà sul serio, da oggi ci sono anche i romanisti.

 
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L'Europa di Mexes siamo noi!

Post n°1731 pubblicato il 26 Maggio 2008 da Urbe_immortale

Phil è tra i 30 convocati da Domenech, che ne deve scegliere 23. «Non so se lo porto»
Ma lui già pensa alla prossima stagione!

Che fosse forte lo sapevamo, che avesse lo spirito testaccino, pure. Quello che ci mancava di sapere era che fosse in grado di realizzare gol da attaccante di razza (tanto belli da riportare alla mente del Presidente Napolitano una rete di Maradona). Philppe Mexes ha chiuso in maniera sontuosa il suo quarto anno romanista («ho segnato il primo e l'ultimo gol della stagione» ha detto a fine gara riferendosi anche al tap-in della prima giornata di campionato a Palermo, anche se a voler essere pignoli la prima la realizzò De Rossi a San Siro in Supercoppa e l'ultima è stata quella di sabato di Perrotta). Ha promesso che «ne alzeremo altri» di trofei. Intanto, però, si è preso una bella rivincita nei confronti di quell'Inter contro la quale fu incolpevole protagonista dell'episodio che ha cambiato le sorti del campionato. Un'ammonizione per aver tagliato due metri di campo per accelerare il suo rientro in partita dopo un infortunio e un'altra per un fallo che non c'è mai stato. Rosso e pareggio di Zanetti proprio nella zona dove mancava lui.

Sabato quelli dell'Inter in difficoltà, con i disperati tentativi di pareggio che si scontravano contro il muro biondo, gli hanno pure rifilato un paio di colpi durissimi (magari nella speranza che il copione di San Siro si potesse ripetere). Uno dei quali, al ginocchio, lo ha costretto ad uscire per qualche istante. Stavolta Phil non ha perso la calma, ha aspettato a bordocampo (un'eternità, perché mentre i nerazzurri attaccavano, Morganti non lo vedeva mentre si sbracciava per rientrare) e poi si è rimesso lì nel mezzo a ribattere con imbarazzante facilità le incursioni dei vari Suazo e Balotelli, per alzare poi la coppa davanti ai loro volti tristi. Peccato che la serata gli sia stata rovinata dalla notizia dell'aggressione che la sua famiglia aveva subito prima del calcio d'inizio nei pressi dell'Olimpico per un problema di parcheggio.

Un brutto epilogo, ma oggi si ricomincia. Inizia una nuova sfida, se possibile ancora più complicata di quella con l'Inter: convincere l'antipatico Domenech a inserirlo nella lista dei 23 che andranno all'Europeo. Mexes è entrato nel pre-elenco dei 30, ma è anche uno dei maggiori indiziati (a causa dei rapporti non idilliaci con il ct) al "taglio" di mercoledì, quando il selezionatore transalpino, che non potrà far finta di niente dopo la prestazione in finale di Coppa Italia, annuncerà i sette che rimarranno a casa. In giornata Phil raggiungerà i compagni nel ritiro di Tignes dove i "bleus" stanno preparando la rassegna continentale. Un bel salto di temperatura: dai 30 gradi abbondanti di ieri nella Capitale ai 2150 metri e alla neve che circonda il campo d'allenamento francese. Poco male, al fresco potrà recuperare più in fretta dalla fatiche di una stagione massacrante nella quale non sono mancati i periodi di scarsa forma.

Ma ora è un'altra cosa. Ora Phil scoppia di energie e i giornalisti hanno già chiesto a Domenech un commento a proposito dell'arrivo in ritiro del romanista. Lui ci è andato cauto: «A dieci minuti dalla fine è uscito dal campo per un colpo al ginocchio, quando arriverà vedremo come sta». Poi ha aggiunto: «Ci sono sette giocatori che dovrò tenere fuori, in questo momento ci penso più che a ogni altra cosa. Non sarà una scelta di cuore». Ci pensa Domenech, ci pensa Mexes che però non si fa illusioni: «Io mi presento all'appuntamento, poi se mi diranno di andare in vacanza, ci andrò». Una bella vacanza, con una coccarda sul petto.

 
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E i Formellesi rosicano sempre di più...

Post n°1730 pubblicato il 26 Maggio 2008 da Urbe_immortale

Tutti giù dal trespolo! «E se mo' Soros se li compra, ce diventano come il Chelsea»

Rosicare gli fa male. Eppure, i laziali non perdono mica il vizio. Anzi. Mentre noi esultavamo al gol di Mexes e alla triangolazione Perrotta-Vucinic-Perrotta, loro stavano lassù. Appollaiati sul trespolo. Loro. Ovvero quelli che la Coppa Italia l'hanno vinta quattro volte e che adesso «è 'n portaombrelli, nun vale niente, macché scudettino, ma che ce fanno». Loro, quelli più tristi degli intertristi , ancora una volta sono cascati dal trespolo. Presi a pallate dall'Angelo Biondo. Sul web, è un piagnisteo. Per loro. Perché per noi è una goduria.

Su Lazionet, apre il "topic" un tale texmex : «In una cornice da Champions League, partono i fischi della Sud a coprire l'Inno di Mameli (contro l'Inter)... Qualcuno lo farà notare? P.s.: io 'na finale della portaombrelli così glamour non l'avevo mai vista... mah?». LelaRM gufa nonostante il fidanzato sia della Roma: «C'ho il boy riomico ("riomico", no comment)». C'è chi come Deadario ce l'ha con Morganti di Ascoli Piceno: «Dovevano essere ammoniti 2-3 giocatori della AsFusion (ci chiamano pure così...) per aver allontanato il pallone ad azione ferma». Trilussa accusa: «Mesciès mena come un fabbro». Purtroppo per i laziali, è proprio l'odiatissimo Philippe a portarci in vantaggio. Borges non la prende benissimo: «Mexes come Maradona... me suicido mo' o aspetto?».
Su Avantilazio.com sanno contare. Scrive badboy :«Portaombrelli in casa... 9». E Eagleinthesky : «La Roma è campione d'Italia e io me sto a fa' fa la pedicure da Bill Gates! Che ridicoliiiii». In un altro sito biancazzurro, Laziocity.it, un certo Jonathan Livingston rigira il coltello nella (sua) piaga: «SOROSiconi». Mentre the3giron ci insulta così e ci domanda: «Ma vi rendete conto di quanto siete ridicoli?». Noi, eh? Comunque, se la Roma ha vinto la Coppa Italia è anche perché i laziali avevano dissipato troppe energie: il campionato, la Champions, la Coppa. E Soros: «Che ne pensate - domanda C.M.L.74 su curvanord.it riguardo al magnante americano Soros che sembra davvero interessato a comprasse 'sti riommers (come per "riomico")? Io cio' (testuale) paura che questi ce diventano come il Chelsea di Abramovich. Nooooo, se la compra questo, la rioma diventa fortissima!». Già. Poi, altro che portaombrelli.

 
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Totti, altro record da Capitano!

Post n°1729 pubblicato il 26 Maggio 2008 da Urbe_immortale

Sabato ha alzato il suo quinto trofeo. Come lui nella nostra storia solo Conti, Ancelotti, Pruzzo e Tancredi.

Straordinario Totti. Sempre e ovunque, anche quando non gioca. Già detentore di tutti i record possibili e immaginabili della storia romanista, sabato sera ha messo un ulteriore tassello per entrare ancora di più nella leggenda. Alzando la Coppa Italia, lo ha fatto da capitano non giocatore (caso più unico che raro visto che la fascia al braccio la portava Daniele De Rossi), ha sollevato il suo quinto trofeo con la maglia romanista. E anche questo è un record, quello del capitano più vincente negli oltre ottanta anni di storia della società giallorossa. Il primo, e più importante, è lo scudetto del 2001. Pochi mesi dopo, la prima Supercoppa, vinta all'Olimpico il 19 agosto dello stesso anno contro la Fiorentina allenata da Roberto Mancini. Dopo sei anni di buio e un tre finali perse (due contro l'Inter e una contro il Milan), lo scorso anno è arrivato il terzo trofeo per Francesco, un'altra Coppa Italia. Il 17 maggio a San Siro ad alzare la coppa ci ha pensato ancora Totti, così come pochi mesi dopo, il 19 agosto, ancora nello stadio milanese quando ha sollevato il quarto trofeo, la seconda Supercoppa. Sabato ha fatto cinque: uno scudetto, due Supercoppe e due Coppe Italia. Non solo, perché con cinque trofei Francesco raggiunge quattro mostri sacri come Ancelotti, Pruzzo, Conti e Tancredi, che tra il 1980 e 1986 hanno vinto quattro coppe italia e uno scudetto, in vetta alla classifica dei romanisti più vincenti della storia. In realtà Bruno Conti faceva parte della rosa che nel 1991 vinse la coppa Italia (sarebbe stato il suo sesto trofeo) ma l'attuale direttore tecnico non giocò neppure un minuto in quella coppa.
Alle spalle di Totti, nella classifica dei capitani più vincenti, c'è Agostino Di Bartolomei, che di trofei ne ha sollevati tre. Ago ha vinto da capitano lo scudetto del 1983 e le due coppe Italia nel 1981 e nel 1984. In realtà era in campo anche nella coppa Italia vinta nel 1980 (sbagliò un calcio di rigore) ma in quell'occasione la fascia al braccio la portava Sergio Santarini, che alzò la coppa. Alle spalle di Di Bartolomei un'altra leggenda, Giacomo Losi. Core de Roma era il capitano quando la Roma si aggiudicò il suo primo trofeo internazionale, la Coppa delle Fiere del 1961, e la Coppa Italia del 1964. Fermi ad un solo trofeo ci sono altri nomi importantissimi della storia romanista: da Masetti (capitano dello scudetto del 1942) a Peirò (coppa Italia del 1969), fino a Pruzzo (coppa Italia nel 1986) e Giannini (coppa Italia del 1981). Nessuno però si è avvicinato a Francesco Totti, che ha ancora parecchi anni di carriera davanti. E ancora tanti trofei da sollevare...

 
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Siamo noi i più forti e li abbiamo presi a pallonate!

Post n°1728 pubblicato il 26 Maggio 2008 da Urbe_immortale

In 1 ora 16 tiri in porta e 2 gol, mentre l'Inter ci mette il doppio del tempo ad arrivare in porta
La rete di Mexes annunciata dallo schema provato poco prima, poi con Philippe non si passa!

La sostanziale parità tra Roma e Inter nel riassunto statistico sulla sfida dell'Olimpico di sabato sera che leggete nella tabella pubblicata al fianco è stata determinata dal diverso atteggiamento delle squadra a seconda del risultato che andava via via maturando. Fino al 2-0, per essere più chiari, il canovaccio della sfida è stato lo stesso: Roma attenta ma sempre propositiva, Inter molto passiva e poco coraggiosa. La prova sta tutta nell'analisi delle conclusioni a rete: la squadra giallorossa ha tirato verso la porta di Toldo diciotto volte in totale, costruendo quattro occasioni da gol oltre alle due reti. Ebbene, i due gol, le quattro occasioni e sedici delle diciotto conclusioni sono avvenuti tutti nella prima ora di gioco. La rete sorprendente e bellissima di Pelè, un destro da 25 metri dopo respinta fuori area di un corner, ha all'improvviso ribaltato il vantaggio psicologico tra le squadre in campo. Così la Roma ha abbassato il proprio baricentro a tutto favore degli avversari che a quel punto hanno potuto sostanzialmente disinteressarsi della fase difensiva concentrando tutta la propria attenzione sulle azioni di possesso palla. Così a poco a poco tutti gli indicatori si sono riequilibrati: nell'ultima mezz'ora di gioco, l'Inter ha gestito in larga parte il pallone, ha tirato molto più della Roma (sette volte contro due) e ha persino creato le condizioni per un pareggio (in particolare, con il palo di Burdisso a Doni battuto) che sarebbe stato oggettivamente ingiusto visto il gioco mostrato dalle squadre. Un dato appare significativo: per arrivare al tiro l'Inter ha impiegato mediamente il doppio del tempo della Roma.
Una sottolineatura la merita poi il gol di Mexes, tipico esempio di schema studiato in allenamento per colpire l'unico aspetto debole di una riconosciuta forza dell'Inter: la solidità dei difensori sui calci piazzati. Qualsiasi osservatore attento, avrà notato che anche in occasione del precedente corner calciato da Pizarro alla sinistra di Toldo (minuto 27), il difensore francese al momento del tiro del cileno avesse tagliato diagonalmente l'area verso il primo palo provenendo dalla propria metà campo. Ma nella prima occasione la traiettoria l'aveva scavalcato. Nove minuti dopo, invece, l'appuntamento è stato rispettato: nonostante tutti e undici gli interisti presidiassero l'area, Mexes è stato abilissimo a passare alle spalle di Stankovic (che girato verso il vertice sinistro dei propri sedici metri controllava con lo sguardo il piazzamento dei romanisti fuori area) e davanti a Balotelli, che l'ha sostanziamente ignorato, andandosi a piazzare nell'unico spazio vuoto, quello da cui ha scoccato un tiro peraltro difficilissimo eppure precisissimo, con la forza necessaria a prendere di sorpresa Toldo e ad evitare qualsiasi possibilità d'intervento degli altri giocatori. Chiaro il tentativo di Spalletti: loro sono alti, forti e rinculano numerosi, inutile andare a cercare la spizzata nel mezzo, meglio tenere piazzati gli attaccanti e tentare un inserimento a sorpresa nell'unico punto debole, sperando magari nella disattenzione di chi doveva presidiare la zona.
Ad ulteriore riconoscimento della straordinaria partita di Mexes, aggiungiamo alcuni riferimenti statistici: il francese ha sommato 17 recuperi effettivi, 5 intercettazioni, 2 recuperi in elevazione, 9 anticipi, ha vinto 2 contrasti e commesso appena 3 falli, rendendosi utile anche in fase di possesso palla (2 assist, 4 passaggi lunghi e 1 filtrante). Se Domenech ritiene davvero di poter rinunciare a un difensore così significa che in Francia ce ne sono sette più bravi di lui. Segnare ai bleus ai prossimi Europei sarà impossibile.

 
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Spalletti, mister vincente!

Post n°1727 pubblicato il 26 Maggio 2008 da Urbe_immortale

Solo Liedholm ha più successi e solo Capello e il Barone sono stati per più stagioni consecutive sulla nostra panchina. E ora la quarta stagione!

«Si può arrivare secondi ed essere vincenti, come è successo a noi perché i numeri delle nostre vittorie in campionato parlano chiaro. Bisogna imparare a dare valore ai risultati e al tipo di gioco espresso dalla squadra. Siamo cresciuti molto in tante cose, sappiamo quale è la strada da seguire. Occorre avere sempre stimoli per migliorarsi. E noi ci proveremo». C'è tutto Luciano Spalletti nelle parole pronunciate alla fine della gara con l'Inter, sabato sera. La Roma ha appena conquistato la Coppa Italia, la nona della sua storia, il secondo trofeo stagionale dopo la Supercoppa e Spalletti pensa già al prossimo anno e a come migliorare. Impresa che sembra quantomeno complicata, almeno a vedere i numeri della stagione che si è appena conclusa: 34 vittorie in 56 partite stagionali, appena 8 sconfitte, 99 gol fatti (una media di 1,7 a partita), 54 subiti (poco meno di uno a gara), 82 punti in campionato (nuovo record, il precedente era di 75) frutto di 24 successi (altro record), i quarti di finale della Champions League, unica italiana ad arrivare così lontano quest'anno nell'Europa che conta. Quelli della Roma 2007/08 sono numeri da prima della classe, e se guardiamo indietro, a quando Spalletti prese una squadra allo sbando che pochi mesi prima era stata ad un passo dalla serie B, si può tranquillamente parlare di miracolo sportivo. La Roma di oggi è una realtà assoluta in Italia e anche in Europa, e il merito (gran parte) è del tecnico che ha saputo ricostruire sopra le macerie. Con la sua normalità è riuscito a fare cose straordinarie. E a vincere. Dopo Liedholm (uno scudetto e tre Coppe Italia), Spalletti è il tecnico che ha vinto di più con la Roma: tre trofei, due Coppe Italia e una Supercoppa. Ha fatto meglio di Capello, che con un budget infinitamente superiore al suo ha vinto uno Scudetto ed un Supercoppa. Ha fatto meglio di tutti. Nessuno prima di lui è riuscito a vincere due trofei nella stessa stagione, lui ce l'ha fatta. Ha cominciato la stagione con una vittoria, il 19 agosto, nella Supercoppa e l'ha chiusa il 24 maggio con la Coppa Italia. In mezzo, uno scudetto sfuggito per un soffio e grazie a qualche aiutino di troppo ricevuto dall'Inter. Altrimenti sarebbe stato Grande Slam, roba mai vista a queste latitudini. Ci riproverà il prossimo anno, il suo quarto alla guida della squadra giallorossa. Anche in questo caso si avvicina un record, quello della longevità, detenuto da Capello e Liedholm che in epoche diverse (dal 1979 al 1984 il Barone, dal 1999 al 2004 Don Fabio) hanno resistito cinque anni consecutivi. In realtà ci sarebbe anche Herrera (dal 1968 al 1973) ma il Mago è stato sostituito due volte (da Tessari e da Trebiciani). Come Spalletti ha fatto Barbesino tra il 1933 e il 1937, ma quello era un altro calcio. Questo invece è il tempo di Luciano Spalletti da Montespertoli. La cosa migliore capitata alla Roma negli ultimi anni.

 
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