Creato da Urbe_immortale il 11/09/2006
Blog dedicato all'A.S. Roma, la squadra della Capitale!

Lettera della squadra al Presidente Sensi

Ciao Presidente,
ci affidiamo a queste poche righe per dirti tutto quello che a volte magari non siamo riusciti a trasmetterti a voce o attraverso i gesti e i comportamenti.
Qualcuno di noi Ti ha conosciuto dal giorno in cui sei diventato “Il Presidente”, qualcuno ti ha incontrato durante i  Tuoi 15 anni di presidenza e qualcuno Ti ha conosciuto da poco, ma in ognuno di noi è rimasto impresso il tuo sguardo profondo, carico di umanità, pur se determinato e a volte, forse per chi Ti conosceva troppo poco, anche un po’ duro, ma nessuno di noi può dimenticare la passione con cui ci hai sempre seguito, anche quando non eri presente fisicamente. Sei sempre stato vicino a noi, a volte come Presidente, altre come un secondo padre.
In questi anni hai saputo coniugare sport e solidarietà umana e sociale, senza mai perdere i valori morali che sono propri dello sport. Hai fatto tanto per la Roma e per Roma, le tue passioni dopo l’amore per la tua famiglia, e i romani e i romanisti – e non solo loro – ti hanno accompagnato con dignità e riservatezza, così come Tu hai affrontato la Tua ultima battaglia, una delle tante ma sicuramente la più dura.
Noi non Ti lasceremo solo e non lasceremo sola la Tua famiglia e la famiglia romanista; la nostra forza sarà l’unione e faremo il possibile per farti sorridere da dove sarai, uno di quei tuoi sorrisi che ci regalavi quando venivi in spogliatoio per darci la carica.

Ciao Presidente, Tu sei sempre con noi.

 

Il gol di De Rossi alla Fiorentina commentato dal grandissimo e compianto Alberto D'Aguanno

 

Coppia di Campioni!

 

Il Capitano e Capitan Futuro

 

Serie A: 18^ Giornata:

Chievo-Inter

Atalanta-Napoli

Bari-Udinese

Cagliari-Roma

Catania-Bologna

Lazio-Livorno

Parma-Juventus

Sampdoria-Palermo

Siena-Fiorentina

Milan-Genoa

 

Classifica:

  1. Inter   39
  2. Milan*   31
  3. Juventus   30
  4. Roma 28
  5. Parma   28
  6. Napoli   27
  7. Palermo   26
  8. Sampdoria   25
  9. Bari*   24
  10. Chievo   24
  11. Fiorentina*   24
  12. Genoa*   24
  13. Cagliari*   23
  14. Udinese*   18
  15. Livorno   18
  16. Bologna*   16
  17.    16
  18. Atalanta*   13
  19. Catania   12
  20. Siena   12

* una partita in meno

 

Marcatori Giallorossi in Campionato

9 reti: Totti.

4 reti: De Rossi.

3 reti: Vucinic.

2 reti: Perrotta, Brighi, Burdisso.

1 rete: Taddei, Mexes, Riise, Menez, Cassetti.

 

Giudice Sportivo

Multe all'A.S. Roma nel corso della stagione:

€ 77.000,00

Squalificati per la prossima gara di campionato:

 

Espulsi nell'ultima partita:

 

5 ammonizioni.

De Rossi.

4 ammonizioni:

Cassetti, Pizarro, Menez, Perrotta.

3 ammonizioni (in diffida):

Totti. 

2 ammonizioni:

Vucinic, Andreolli, Mexes, Burdisso.

1 ammonizione:

Taddei, Okaka, Cerci, Vucinic, Doni, Riise, Motta, Guberti, Brighi.

 

Prossime gare AS Roma

6 gennaio, 18^ giornata:

 -

9 gennaio, 19^ giornata:

 -

12 gennaio, Coppa Italia, Ottavi di Finale:

 -

 

Europa League

Sedicesimi di Finale:

Panathinaikos-Roma (18 e 25 febbraio)

Marcatori giallorossi in Europa League:

11 reti: Totti.

3 reti: Menez, Okaka, Cerci.

2 reti: De Rossi, Riise, Vucinic.

1 rete: Guberti, Perrotta, Andreolli, Scardina.

 

« La Roma non ha mai pianto

e mai non piangerà:

perché piange il debole,

i forti non piangono mai. »

Dino Viola

 

Immenso Capitano

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Rabona di Aquilani e gol del Capitano al Milan

Il fantastico gol del Capitano a Marassi

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CAPITAN FUTURO! D.D.R.!

 

    

 

 

 

 Francesco, Daniele e Simone

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    CAMPIONI DEL MONDO!

  

Vivi come se tu dovessi morire subito,

 pensa come se tu non dovessi morire mai.

 

Messaggi del 11/06/2008

Spalletti a Roma Channel: "Dobbiamo scegliere bene"

Post n°1861 pubblicato il 11 Giugno 2008 da Urbe_immortale

Il tecnico intervistato in esclusiva da Roma Channel non commenta le voci di un interessamento del Chelsea, affrontando i temi del calciomercato e degli Europei: "Il grosso del lavoro sul mercato lo deve sviluppare Pradè, sono tranquillo, abbiamo la nostra linea. Ci stiamo guardando intorno, ma senza andare in competizione con società che finanziariamente possono mettere qualcosa di più. Ma noi possiamo sopperire a queste differenze, anche se c'è da lavorare. E' fondamentale avere un gruppo che acquisisce una mentalità giusta, corretta, fatta di amicizia e professionalità".
In giro si sentono e si fanno tanti nomi.
"Si può prendere anche spunto da quello che viene detto. Bisogna essere bravi a non far venire in squadra chi può stravolgere il nostro lavoro, portando un po' di qualità in più".
Un calciatore come Riise può piacerle?
"Elementi di quello spessore lì possono dare una prontezza diversa. Considerando i confronti che ci attendono nella prossima stagione, giocatori così fanno comodo. Riise ha i requisiti che cercavamo, ma ne abbiamo guardato anche altri giocatori. Dobbiamo stare attenti a non sbagliare niente nel formare la nuova rosa, sennò si possono andare ad intaccare degli equilibri".
L'Italia ha debutatto nella maniera peggiore agli Europei.
"Il risultato con l'Olanda è bruttino. Dice che abbiamo sbagliato, però teniamo presente le parole di Buffon a fine partita, che non ha cercato la scusante dell'arbitro. C'è da migliorare, sicuramente. L'Olanda è sembrata più una squadra di club che una nazionale, non ha mai lasciato giocare la palla alla nostra linea difensiva. Siamo stati troppo attendisti, troppo monotema, mai aggressivi se non dentro la nostra metacampo. Ci costringevano sempre a scalare un centrocampista. L'Olanda è stata molto brava soprattutto nel primo tempo. Nel secondo, se riavessimo riaperto la partita con i giocatori che erano subentrati, avremmo potuto fare di più".
A Donadoni vengono mossi questi rimproveri: De Rossi escluso, due centrali di difesa troppo uguali e Del Piero è entrato in campo troppo tardi.
"Non sono d'accordo. Quando devi scegliere, non è mai facile. Tutto sommato, con questa nazionale avevamo fatto bene. Certo, mi avrebbe fatto piacere vedere in campo sia Daniele, ma pure Simone (Perrotta), perché in campionato hanno dimostrato le loro qualità, che possono essere trasferite anche alla Nazionale. Donadoni saprà analizzare quello che è successo e trovare i rimedi. Non sarà facile, ma la squadra è matura e non dimentichiamoci che un Europeo è più difficile di un Mondiale".
De Rossi, il giorno dopo l'esclusione, in allenamento è sembrato incattivito.
"E' un suo modo di fare, si pone così in ogni allenamento. Daniele entra sempre così anche in campo e gioca al massimo delle sue possibilità".
Vorrà riavere tutti al ritorno a Trigoria?
"Faremo quattro o cinque amichevoli. Voglio avere tutti al ritorno, per comiciare a trasmettere poi la mentalità da esibire nella nuova stagione. Una mentalità d'insieme, che faccia venire fuori quelle indicazioni che possano dare compattezza alla squadra".
Ci vediamo intorno al 20 luglio?
"Sì, è una data corretta. Sullo slancio dei risulati raggiunti, dobbiamo essere bravi a ripartire da zero, per toglierci altre soddisfazioni".

 
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Angelozzi: "Vucinic tutto vostro al 99%"

Post n°1860 pubblicato il 11 Giugno 2008 da Urbe_immortale

Il direttore sportivo del Lecce, Guido Angelozzi, al Romanista.it ammette che la trattativa per la cessione definitiva di Mirko è cosa praticamante fatta: "A Fiumicino c'è stata una stretta di mano tra la Mazzoleni e Fenucci (l'ad del Lecce) e tra Pradè, Bruno Conti e il sottoscritto, ma troveremo un'intesa perché nei pensieri di Vucinic c'è solo la Roma. All'Hilton c'era anche l'agente del montenegrino, Alessandro Lucci. La cifra? Sì, può essere 10 milioni. Ci dovremo risentire lunedì, per poi incontrarci ancora. Ma al 99% il giocatore diventerà tutto della Roma".

Avete raggiunto un accordo di massima?

Sì. Abbiamo rapporti stretti con la Roma, una società verso cui portiamo molto rispetto. Il nostro interlocutore privilegiato è sempre stata la società giallorossa. Anche se in Europa c'erano molte grandi squadre che volevano Vucinic, alla fine troveremo un'intesa con la Roma. Lunedì ci sentiremo, poi ci dovremo rivedere. Anche perché in questi giorni ci stiamo giocando la Serie A.

Si parla di contropartite tecniche che potrebbero essere inserite nella trattativa.

Lunedì decideremo con calma, questo non è un problema.

La cifra, 10 milioni, è quella giusta?

Sì, può essere quella. C'è però ancora qualcosa da discutere. Diciamo che al 99% Vucinic sarà della Roma. Anche se non è stato scritto ancora nulla e a Fiumicino c'è stata solamente una stretta di mano tra la Mazzoleni e Fenucci (l'ad del Lecce) e tra Pradè, Bruno Conti e il sottoscritto.

All'Hilton c'era pure il procuratore di Vucinic, Alessandro Lucci?

Sì, c'era anche lui.

Lucci vi ha fatto presente qual era la volontà di Mirko?

Sì. Nei pensieri del giocatore c'era solamente la Roma. Per cui, anche se ci potevano essere Manchester United, Real Madrid e altre squadre italiane, lui voleva solamente la Roma. E noi abbiamo cercato di accontentare tutti.

Anche lo stesso Lecce. E' una bella cifrotta 10 milioni per una comproprietà.

Vede, c'è un rapporto tra gentiluomini con la Roma. Un rapporto che è possibile perché le nostre sono società amiche.

 
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In Inghileterra insistono: Riise e Ljungberg alla Roma

Post n°1859 pubblicato il 11 Giugno 2008 da Urbe_immortale

Riise e Ljungberg, interessano alla Roma. E' questo quello che sostiene la stampa estera negli ultimi giorni, associando le esigenze giallorosse in alcuni ruoli con i movimenti che stanno animando il mercato europeo. Per quanto riguarda il terzino norvegese, da tempo è ormai nota l'intenzione del Liverpool di cedere l'ex giocatore del Monaco. Un'idea confermata anche dal recente acquisto dei "reds" di Dossena, il laterale mancino che nell'ultima stagione ha giocato nell'Udinese. Riise, quindi, è prossimo a partire e secondo il Daily Telegraph la destinazione sarebbe proprio la Roma, che avrebbe offerto 7,5 milioni di euro. Una teoria sostenuta, ma con cifre diverse, anche dal Sunday Star , secondo il quale i romanisti avrebbero rilanciato la prima proposta di 4,3 milioni di euro portandola a 6,2 milioni. Sarebbe invece stato offerto alla società capitolina Freddy Ljungberg, esterno svedese in forza al West Ham. Il giocatore non rientra più nei piani della società londinese e così sta cercando una nuova collocazione, che gli permetta di confermare i 3 milioni netti che prende al momento nella società di Curbishley. Una cifra che però va oltre il tetto ingaggi stabilito dalla Roma. Notizie giungono anche sul futuro di un giovane giallorosso, Gianluca Galasso. Il centrocampista rimarrà al Bari anche per la prossima stagione, è quanto ha comunicato la società pugliese avendo rinnovato la comproprietà con la Roma.

 
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Alle 14 su Roma Channel, le verità di Spalletti

Post n°1858 pubblicato il 11 Giugno 2008 da Urbe_immortale

Dopo l'intervista a Sky, oggi il tecnico tornerà a parlare sul canale di casa: per fugare definitivamente ogni dubbio sul suo futuro.

Niente più silenzi, basta interviste carpite di sfuggita. Parla Spalletti. Anzi, fa chiarezza Spalletti. Il tecnico interverrà alle 14 a Roma Channel. Ce n'è bisogno. Dal 2 giugno, giorno in cui circolò la voce di un'offerta a Parigi per l'allenatore da parte del Chelsea, Spalletti ha parlato (misterperoni.it a parte) solo a Sky . Era l'8 giugno e quello che disse il tecnico non è che lasciò propriamente tranquilli i tifosi della Roma. Oltre a sostenere di non avere mai ricevuta alcuna offerta dal Chelsea, Spalletti rivelò che da dieci giorni non si sentiva con la proprietà. Ovvero con i Sensi. Poi, che la sua posizione nella campagna acquisti era «marginale». Infine, e qui c'è da essere davvero preoccupati, che la Roma rischia di finire il prossimo campionato dietro alle "big": «Sull'eventuale mercato bisognerà fare chiarezza sulla nostra posizione, perché nello scorso campionato abbiamo messo dietro squadre come la Juventus ed il Milan e non era assolutamente una regola che ci riuscissimo. E soprattutto non lo sarà il prossimo anno, considerando quello che stanno programmando queste squadre per il futuro visto che sono su dei giocatori importantissimi». Sembrava di risentire l'allarme lanciato da Capello prima della stagione 2002/03: «Rischiamo di arrivare quarti». La Roma riuscì a fare peggio, chiudendo ottava. Difficile credere che Spalletti si sia ricordato al momento della breve intervista a Sky questo pericolosissimo precedente. Ma sta di fatto che l'immobilismo (apparente?) della società ha fatto temere il peggio anche a chi, come Spalletti, del mercato dovrebbe avere maggiori informazioni del tifoso comune.

Intanto, secondo i tabloid inglesi il Chelsea ha ormai individuato il nome giusto per sostituire Avram Grant in panchina. Dopo aver vagliato il profilo di quasi una dozzina di tecnici, per il Daily Mail il Chelsea ha scelto Luiz Felipe Scolari. Sarà l'attuale ct del Portogallo a guidare i Blues la prossima stagione. Secondo il giornale, l'accordo con l'allenatore brasiliano è stato perfezionato la scorsa settimana, ma verrà ufficializzato solo al termine dell'Europeo per non destabilizzare la corsa della nazionale portoghese. Scolari, in scadenza di contratto con la Federcalcio portoghese tra meno di un mese, pochi giorni fa si era rifiutato di discutere del suo futuro, non escludendo però l'approdo allo Stamford Bridge. Il mistero, però, resta. Perché un altro tabloid, il Daily Express , rilancia il nome di Carlo Ancelotti. Il rossonero non solo resterebbe in testa alle preferenze di Roman Abramovich, ma potrebbe contare su uno sponsor d'eccezione: Andriy Shevchenko. Per l'Express , è così che si spiegherebbe perché l'ucraino abbia accettato di rimanere di buon grado in Premiership piuttosto che insistere per il suo ritorno a Milano.

Non è d'accordo con il Daily Express una voce autorevole del giornalismo italiano. Nella sua rubrica "Spy Calcio" su repubblica.it Fulvio Bianchi rivela alcune indiscrezioni sul "gran rifiuto" di Carletto: «Abramovich voleva solo lui perché vincente in Europa, il Milan era avvisato. Ancelotti ha detto al ricco russo: "Ma il Chelsea lo scorso anno non ha fallito". E Abramovich ha replicato secco: "Però non ha vinto niente"». E Spalletti? Prosegue Bianchi: «Non è una prima scelta per il Chelsea perché non ha un ruolino internazionale, quindi resterà alla Roma (chissà quanto volentieri...) e nemmeno Mancini che in Europa ha sempre fallito con l'Inter. Quasi certo che a Londra andrà Scolari, ct brasiliano del Portogallo. Fra Milan e Chelsea i rapporti sono buoni, Galliani è sempre stato tenuto al corrente di ogni passo di Abramovich. Galliani avrebbe preso volentieri Lippi, se Ancelotti fosse andato al Chelsea: ma Lippi, si sa, vuole la Nazionale o la Juve».

 
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La soluzione è l'Italia romanista, ma Crisantemo non la farà

Post n°1857 pubblicato il 11 Giugno 2008 da Urbe_immortale

La soluzione sarebbe lì, pronta, a portata di mano. Con qualche decisa iniezione di romanismo, il confusionario ct di questa nazionale si ritroverebbe una squadra completamente diversa, sicura, orgogliosa, tatticamente equilibrata, tecnicamente sopraffina, atleticamente perfetta. Basterebbe scegliere il sistema di Spalletti, quel 4-2-3-1 con cui l'Olanda ci ha dato quella lezione di gioco, e gli uomini con più cura: così davanti ad una linea difensiva che potrebbe disporsi con Zambrotta, Panucci (o Gamberini), Chiellini e Grosso, i due centrali potrebbero essere De Rossi e Pirlo (o Aquilani), i trequartisti potrebbero essere Camoranesi a destra, Cassano a sinistra e Perrotta nel mezzo (con l'inserimento di Del Piero nei frangenti in cui si deve forzare un risultato) e davanti resterebbe totem Toni.

Fuori, rispetto alla disastrosa prestazione con l'Olanda, resterebbero Barzagli, Materazzi, Gattuso, Ambrosini e, per colpe non sue, Di Natale. In campo ci sarebbe una squadra compatta in fase difensiva, con nove uomini pronti a ripiegare, e vivacissima in fase offensiva, con molteplici soluzioni d'attacco, ora la profondità con Cassano, ora l'aggiramento laterale per Toni, ora l'inserimento di Perrotta, ora le conclusioni da fuori di Pirlo e De Rossi, ora i tagli dagli esterni, ora le sovrapposizioni di Zambrotta e Grosso, ora le soluzioni acrobatiche su palla da fermo con Panucci, Chiellini, De Rossi e Toni. Troppo facile? Troppo romanista, forse, per il ct.

Purtroppo la soluzione su cui sta lavorando Donadoni è un'altra. E prevede l'adozione di un altro sistema di gioco, l'ennesimo: il 4-3-1-2, con una difesa che sarà quella appena invocata, magari con la prova d'appello concessa a Materazzi o a Barzagli al posto di Panucci (anche per non sconfessare la dichiarazione di qualche giorno fa su Panucci chiamato come esterno), un centrocampo innervato dall'inserimento di De Rossi (a scapito di uno tra Ambrosini e Gattuso), Camoranesi nel ruolo poco sperimentato di trequartista e l'inserimento a furor di popolo (torinese) di Del Piero al fianco di Toni. A star fuori sarebbero quindi Panucci, più l'altro centrale difensivo sacrificato, più il milanista sacrificato più Di Natale. Quattro cambi: non una rivoluzione ma quasi. In ogni caso Donadoni darebbe ragione alle critiche anche le più feroci (e allora che senso bisogna dare ai sorrisetti ironici di ieri di fronte all'incalzare delle domande meno compiacenti?), ma probabilmente non risolverà definitivamente alcuni problemi: perché senza esterni saranno quelli bassi a dover spingere, sbilanciando la squadra in una partita in cui sarà fondamentale non subire reti, perché non si risolve l'equivoco della posizione intermedia di Pirlo (che soffre la riduzione degli spazi d'azione), perché metterebbe fuori ruolo Camoranesi e perché assegnerebbe la maggior parte delle responsabilità su Del Piero, uno che comunque la si veda non ha passo e brillantezza per novanta minuti. E la nazionale virerebbe decisamente in bianconero: quattro juventini contro un romanista. Ma chi è arrivato dieci punti sotto?

 
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La stampa estera ci fà a pezzi

Post n°1856 pubblicato il 11 Giugno 2008 da Urbe_immortale

«Declassati», «smantellati», «umiliati», «fatti a pezzi». Sono questi alcuni dei titoli dei giornali stranieri a commento della disfatta azzurra contro l'Olanda. Impietosi i commenti dei quotidiani francesi, austriaci, spagnoli, ma ovviamente ad utilizzare toni trionfalistici sono soprattutto quelli olandesi. Emblematica l'apertura di De Telegraaf che dice «Oranje bellissimo» con una foto dell'esultanza di van Nistelrooy e accanto quella dei festeggiamenti in tribuna del principe Guglielmo Alessandro e del vice Premier Wouter Bos. Nelle righe della cronaca del match si legge: «un inizio da sogno contro i campioni del mondo italiani» e ancora «Che grandi eroi che, davanti agli occhi dell'Europa intera, hanno battuto la squadra campione del mondo in carica declassandola». Il Trow , altro quotidiano olandese, parla semplicemente di «Italia smantellata». E poi c'è il De Lindurger che dice: «Gooollanda», con tre "o", una per ogni rete segnata a Buffon.

E i francesi? Figurarsi se si perdevano l'occasione di mettere in risalto un simile scivolone dell'Italia. Le Monde e Le Figaro usano lo stesso termine: «schiacciati», mentre L'Equipe preferisce parlare di «un'Olanda stupefacente e smagliante».

Per Marca «l'arancia meccanica toglie colore ai campioni del mondo».

Per i siti austriaci Kurier e Standard ci hanno «fatto a pezzi».

Dopo lo spettacolo visto a Berna i romeni, nostri prossimi avversari cominciano a sfregarsi le mani: «un risultato che umilia l'Italia» dice Evenimentul zilei , mentre Adevarul già lancia la sfida: «Ci vediamo venerdì».

Intanto la nazionale olandese si gode il trionfo. A parlare è stato l'uomo che ha sbloccato il match, Ruud van Nistelrooy, che confessa: «Non ci saremmo mai aspettati una partita del genere. Giocare in questo modo contro i campioni del mondo, e vincere per 3-0, è il miglior esordio che si potesse immaginare. Tenevamo l'Italia in grande considerazione, ma volevamo imporre il nostro gioco e ci siamo riusciti. Tutti gli undici giocatori, e quelli che sono entrati a partita in corso, hanno offerto una prestazione straordinaria». Poi il 31enne centravanti del Real Madrid si è soffermato sul suo ritorno in Nazionale dopo i problemi avuti con van Basten: «Sono stato fuori per un po'. Ritornare in squadra e segnare un gol del genere è una sensazione bellissima». Tutto facile, qualificazione ai quarti già ipotecata? Vangol ci va cauto: «Questo è il modo in cui dobbiamo giocare. Ci siamo allenati per questo scopo e, quando vedi che tutto funziona, acquisti molta fiducia. Dobbiamo, però, pensare ad una partita per volta, non possiamo permetterci di guardare troppo in avanti».

 
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CT Crisantemo ci restituisca De Rossi... e una Nazionale!

Post n°1855 pubblicato il 11 Giugno 2008 da Urbe_immortale

Donadoni tiene fuori Daniele
che in difesa è l'uomo in più
preferendo il blocco Milan
che però in campionato
è finito 18 punti dietro di noi
Gioca chi è meno brillante
e l'Italia non ha un'identità
ma solo tanta superficialità.

Come un qualsiasi mariuolo colto sul fatto, Donadoni regala un campionario di giustificazioni fumose, inconsistenti, vacue. Ai principali capi d'accusa replica come fanno i bambini: «Sì, sì, avete ragione voi», con quell'atteggiamento di sufficienza che potrebbe permettersi Maradona di fronte a qualcuno con la pretesa di spiegargli come dribblare un avversario, non certo l'allenatore della squadra più sbertucciata di questa prima tornata di partite europee di fronte ad accuse specifiche, certificate, dimostrabili. Sembra quasi compiaciuto quando i toni si alzano un po', nella conferenza-stampa che anima il pomeriggio di CasaAzzurri: così invece di pensare alla sostanza delle cose, si concentra sull'ennesimo conflitto tra ct e quei cattivoni dei giornalisti, come se chi è stato inviato lì da un giornale o una tv rappresentasse se stesso e non una piccola porzione di quell'Italia inferocita dopo l'inatteso ko. Tutto già visto e in questo senso ha ragione Sacchi: agli Azzurri serve sentirsi in guerra per dare il massimo, e questo atteggiamento è tipico di chi non ha forza caratteriale propria per imporsi. Ma anche Sacchi sarà irriso: «Ne prendo atto», risponde il ct a chi gli riferisce le frasi del suo vecchio tecnico. Bella riconoscenza.

Il calcio poi è molto più semplice di quel che si creda. Se l'Olanda ha vinto è solo perché i suoi giocatori sono stati più bravi, più forti e più resistenti degli azzurri. Punto. Donadoni si attacca a questioni che chiunque conosce un po' di calcio sa essere irrilevanti. Sostenere che «se il tiro di Di Natale avesse preso un polpaccio del difensore le cose sarebbero andate diversamente» è come dire, per tornare a cose nostre, che le cose sarebbero cambiate anche nel giorno del 7-1 a Manchester se Totti avesse segnato al decimo minuto. Chiacchiere non dimostrabili: e chi dice che gli avversari non avrebbero vinto comunque? Dunque, stiamo ai fatti. Nel dramma sportivo della grave crisi tecnica per la mancanza di difensori in Italia acuita dall'infortunio di Cannavaro, il ct ha dimostrato di non saper cogliere segnali evidenti a tutti quelli che in questi giorni hanno osservato il lavoro degli azzurri. Barzagli e Materazzi dei centrali a disposizione sono apparsi i meno brillanti. A rigor di logica avrebbero dovuto giocare Gamberini e Chiellini, ma Donadoni ha scelto gli uomini che gli avevano dimostrato di più nelle partite giocate finora. Perfetto. Ma per l'attacco ha cambiato criterio, scegliendo chi aveva mostrato di far meglio in campionato (Di Natale e Toni).

Il "capolavoro" poi è stato compiuto a centrocampo: tra i due reparti praticamente interi a disposizione, il ct ha scelto quello che in campionato è arrivato 18 punti indietro, quello del Milan. Tra le tante soluzioni intermedie fino alla più estrema (un centrocampo tutto giallorosso), l'ex milanista ha scelto la più estrema nell'altro senso: passi per Pirlo, ma confermare Gattuso e inserire Ambrosini tenendo fuori De Rossi è sembrato un obbrobrio tecnico-tattico da ritiro del patentino. Se c'è un centrocampista in Italia la cui valenza difensiva è universalmente riconosciuta è proprio De Rossi, con quella difesa non schierarlo è stato assurdo, soprattutto dopo che gli osservatori avevano messo in guardia il ct dalle virtù tattiche olandesi e dalla loro abilità nei tagli dall'esterno verso il centro che hanno aperto la terza linea azzurra come una scatoletta di tonno.

Ciò che più di ogni altra cosa è mancata sul campo è stata l'idea generale di squadra. Ogni squadra vincente ha un'identità perfettamente riconoscibile, che stia nella efficacia offensiva del Milan di Sacchi, nella compattezza granitica dell'Italia di Lippi, nella brillantezza dinamica della Roma di Spalletti, nella solidità arrogante dell'Inter di Mancini. L'Italia di Donadoni non ha niente di caratteristico, se non la superficialità dimostrata da molti giocatori nella lettura delle diverse situazioni di gioco. Così non si va da nessuna parte. E in tre giorni ci vorrebbe una bacchetta magica per ribaltare un quadro. A meno che non si compattino all'improvviso per dare una bella risposta ai giornalisti. Magari fosse.

 
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Le gare di ieri dell'Europeo

Post n°1854 pubblicato il 11 Giugno 2008 da Urbe_immortale

Spagna-Russia 4-1

Svezia-Grecia 2-0

Le Furie Rosse fanno a pezzi Hiddink con Villa (tripletta) ed una gemma di Fabregas.

C'è la firma di uno scatenato David Villa nel convincente successo della selezione spagnola contro la Russia di Hiddink. Lo stregone olandese non ha potuto nulla contro la superiorità tecnica delle "furie rosse", che a questo punto si candidano seriamente per la vittoria dell'Europeo. I russi partono bene ma la Spagna, al 20', è letale: Fernando Torres sfugge velocissimo sulla sinistra bevendosi Kolodin, attende l'uscita del portiere e mette in mezzo per Villa che non sbaglia. La Russia replica due minuti dopo cogliendo un palo con Pavlyuchenko; ma è senza dubbio più incisivo Villa a chiusura del primo tempo, quando riceve una gran palla in profondità di Iniesta per il 2-0. Nella ripresa, alla mezzora, arriva anche il terzo sigillo del bomber spagnolo, che, resistendo al ritorno di Shirokov, scarica sul palo di Akinfeev. In chiusura, il colpo di testa di Pavlyuchenko, vale il 3-1; mentre il poker spagnolo lo centra in tuffo Fabregas a chiusura di un'azione sull'asse Villa-Xavi.
SPAGNA-RUSSIA 4-1
SPAGNA (4-4-2): Casillas; S.Ramos, Marchena, Puyol, Capdevila; Iniesta (17' st Cazorla), Senna, Xavi, Silva (31' st Xabi Alonso); Villa, Torres (8' st Fabregas). A disp. Palop, Reina, Albiol, F. Navarro, S. Garcia, Guiza, Arbeloa, Juanito, de la Red. All. Aragones
RUSSIA (4-5-1): Akinfeev; Anyukov, Shirokov, Kolodin, Zhirkov; Sychev (1' st Bystrov, 25' st Adamov), Zyryanov, Semak, Semshov (11' st Torbinski), Bylialetdinov; Pavlyuchenko. A disp. Gabulov, Malafeev, V.Berezutski, Yanbaev, Ignashevich, A.Berezutski, Saenko, Ivanov. All. Hiddink
ARBITRO: Plautz (Aut)
MARCATORI: 20' pt , 44' pt e 29' st Villa, 40' st Pavlyuchenko, 46' st Fabregas.

Una gara noiosa viene illuminata da una perla di Ibra, il 2-0 è di Hansson. Male la Grecia.

Non è stata certo una partita spettacolare quella disputata da Svezia e Grecia, ma alla fine la luce è venuta da una grande giocata di Ibrahimovic, l'unico che poteva sbloccare una gara destinata alla mediocrità. Il primo tempo ha offerto pochissime emozioni, l' unica azione degna di nota è stata un tentativo di pallonetto di Wilhelmsson. Nella ripresa gli scandinavi prima hanno sfiorato il clamoroso autogol con Hansson e poi hanno pescato il vantaggio con Ibrahimovic, che ha chiuso un triangolo con Larsson scaricando un siluro sotto l'incrocio. La Grecia ha accusato il colpo ed al 71' ha subito anche il rocambolesco raddoppio: Larsson, solo contro il portiere gli ha tirato addosso, ma la palla è arrivata al neo-entrato Elmander che ha riscodellato al centro trovando l'avanzato Hansson che, dopo un'incredibile carambola, ha trovato il raddoppio.
GRECIA-SVEZIA: 0-2
GRECIA (5-4-1): Nikopolidis; Sitaridis, Kyrgiakos, Dellas (25' st Amanatidis), Antzas, Torosidis; Charisteas, Basinas, Katsouranis, Karagounis; Gekas (1' st Samaras). A disp. Chalkias, Tzorvas, Patsatzoglou, Spiropoulos, Giannakopoulos, Vintra, Salpingidis, Goumas, Tziolis, Liberopoulos. All. Rehhagel
SVEZIA (4-4-2): Isaksson; Alexandersson (28' st Stoor), Mellberg, Hansson, Nilsson; Wilhelmsson (32' st Rosenberg), Svensson, Andersson, Ljungberg; Larsson, Ibrahimovic (25' st Elmander). A disp. Shaaban, Wiland, Linderoth, Majstorovic, Granqvist, Kallstrom, Larsson, Allback, Dorsin. All. Lagerback
ARBITRO: Busacca (Svi)
MARCATORI: 22' st Ibrahimovic, 27'st Hansson
NOTE: Ammoniti Seitaridis, Charisteas, Seitaridis (G)

 
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Per Vucinic è quasi fatta

Post n°1853 pubblicato il 11 Giugno 2008 da Urbe_immortale

Vucinic vuole solo la Roma. E la Roma è pronta a un notevole sacrificio economico per accontentarlo. Ieri all’hotel Hilton di Fiumicino il ds del Lecce, Guido Angelozzi, quello giallorosso, Daniele Pradè, la responsabile pianificazione e controllo della Roma, Cristina Mazzoleni e il procuratore di Vucinic, Alessandro Lucci, hanno messo a punto una strategia comune per scongiurare il rischio buste. Perché il giocatore è in comproprietà libera e l’anno scorso la Roma versò nelle casse del patron Semeraro la bellezza di 7.5 milioni di euro per la metà di Mirko. Il Lecce avrebbe chiesto 12 milioni di euro cash, oppure un po’ meno, ma con una buona contropartita tecnica. Da parte sua, la Roma avrebbe offerto al Lecce un conguaglio di 8 milioni. Mentre sarebbe d’accordo per la contropartita tecnica. Un’intesa è possibile a metà strada. Soprattutto perché lo vuole Vucinic. Il suo agente era lì apposta. Di più, Lucci si è visto già altre tre volte con il Lecce, di cui una a Milano e un’altra proprio nel capoluogo salentino. La mediazione del suo procuratore è stata e sarà decisiva per la permanenza del montenegrino a Trigoria. Amore ricambiato. E testimoniato dalle parole pronunciate al sito "romanews" dal direttore tecnico, Bruno Conti: «Vucinic? Stiamo lavorando per voi...».

Molto dipenderà comunque dalla Serie in cui militerà il Lecce nella prossima stagione. Tra "A" e "B" cambia abbastanza. Perché se un accordo è possibile sul conguaglio, allora tutto ruoterà attorno alla contropartita tecnica che sarà inserita nella trattativa. I calciatori che "ballano" sono Esposito, Barusso, Rosi e Okaka. Giocatori con età, ruoli, qualità e ingaggi differenti. Per intenderci, non è detto che Esposito accetti tranquillamente una retrocessione nel campionato cadetto. A un Okaka, viceversa, un trasferimento (provvisorio) a Lecce potrebbe andare benissimo. Il suo agente, Domenico Scopellitti, intervistato da romanews.eu è stato chiaro: «Ho sentito che si è fatto il nome di Stefano nella trattativa tra Roma e Lecce. Al momento devo parlare ancora con Trigoria, con cui abbiamo ottimi rapporti, perché il ragazzo è a tutti gli effetti un giocatore giallorosso». Ma la destinazione finale, la Puglia, sarebbe gradita ad Okaka: «Non abbiamo alcuna preclusione. Il Lecce è un’ottima società e, qualora arrivasse una proposta, prenderemmo in considerazione questa opzione. Anche perché Stefano è molto giovane e sa di non poter giocare al momento in una grande come la Roma. Deve andare in una squadra nella quale possa essere impiegato con continuità e farsi le ossa. E il Salento sarebbe una soluzione gradita». Andare a Lecce non significherebbe restarci poi per sempre. Scopellitti ha un sogno: «Il ragazzo è della società giallorossa. Al di là delle esperienze che farà lontano dalla Capitale, però, lui vorrebbe ripercorrere la strada di Alberto Aquilani, andato a maturare a Trieste e tornato a Trigoria come punto di riferimento. Il progetto rimane quello». Non resta adesso che attendere l’esito del secondo vertice con il Lecce lunedì. Ma la prossima maglia di Vucinic dovrebbe essere ancora quella romanista.

 
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Amantino vicinissimo all'Inter

Post n°1852 pubblicato il 11 Giugno 2008 da Urbe_immortale

O Inter o Barcellona, non si sfugge. Salvo clamorosi colpi di scena (leggi Lione) Mancini la prossima stagione vestirà la maglia nerazzurra o quella blaugrana. Già domani il suo agente, Gilmar Veloz, si potrebbe incontrare a Milano con i vertici interisti, che ieri hanno ricevuto il consenso della Roma a trattare direttamente con il giocatore. Il procuratore si dovrebbe limitare ad ascoltare la loro offerta economica, per ora. Per la Roma, questa sarebbe la soluzione migliore. La situazione di apparente staticità (Veloz in realtà si è mosso parecchio negli ultimi mesi in direzione Spagna) nell'"affaire" Mancini è stata interrotta lunedì sera dall’incontro tra il direttore dell’area tecnica dell’Inter, Marco Branca e il diesse Daniele Pradè. È stata una cena di lavoro consumata nei dintorni di Fiumicino. Tra un primo e un secondo, Branca ha chiesto alla Roma sia Mancini sia Aquilani. L’interessamento dell’Inter per il brasiliano è faccenda nota. Come riportato per la prima volta il 6 gennaio dal Romanista, Mancini non solo non ha firmato il rinnovo del contratto, ma è da tempo nella lista della spesa di Moratti. Lo voleva Mancini (Roberto), lo pretende Mourinho, che lo considera una priorità per il gioco sulla fascia. Il portoghese ha chiesto a Branca di accelerare la trattativa. Detto, fatto.

Nel corso dell’incontro con Pradè, l’Inter ha manifestato il proprio interesse per il giocatore. La Roma ha chiesto soldi, e basta. Nessuna contropartita tecnica. Sicuramente non Suazo, il cui rifiuto di vestire la maglia giallorossa, un anno fa, non è stato particolarmente gradito (eufemismo) dalla Roma. Con 15 milioni si chiude subito. Un cifra fuori mercato? Assolutamente no. Il mediatore Ernesto Bronzetti, non proprio l’ultimo arrivato, lo ha valutato tra i 15 e i 17 milioni. Il primo ad incassare qualcosa è stato però Branca, che è tornato a Milano con l’ok della Roma a trattare direttamente con il giocatore. E dunque con Veloz. Sintomo che l’Inter è disposta a venire incontro alle richieste giallorosse. Proprio per questo il colloquio milanese tra il procuratore di Amantino e Branca potrebbe rivelarsi decisivo. Moratti sarebbe pronto a mettere sul piatto un ingaggio da 4.5 milioni di euro netti a stagione. Più i premi. La proposta milionaria dell’Inter non può non lasciare piacevolmente interdetto Veloz. L’agente, nelle more del mancato rinnovo (e con la consapevolezza che un nuovo accordo alle cifre della Roma, 2.5 milioni a stagione, sarebbe stato impossibile), non è rimasto con le mani in mano. Avrebbe già raggiunto un accordo con il Barcellona da 4 milioni netti a stagione. Pure qui, premi compresi. Il giocatore ha avuto modo di apprezzare la capitale della Catalogna a Pasqua. Al ritorno in Italia il brasiliano ha chiesto a Veloz di accelerare la trattativa con il Barca. Il problema, per la Roma, è che gli spagnoli hanno offerto alla società giallorossa la “miseria” di 8 milioni.

La terza ipotesi, terza in ordine di importanza ma non di tempo, si chiama Lione. I francesi un anno fa arrivarono ad offire alla Roma 22 milioni. La proposta giunse a Trigoria a poche ore dalla chiusura del calciomercato, quando ormai non c’era più la possibilità di trovare un’alternativa credibile a Mancini. E fu rifiutata. Il Lione non ha però perso di vista l’esterno romanista. Secondo fonti vicine a Veloz, i francesi sarebbero stati disposti a un’asta per l’ingaggio, ma non per il cartellino. In poche parole, lo avrebbero voluto prendere con la clausola rescissoria della Fifa. Guadagno per la Roma: 5 milioni. Il condizionale è d’obbligo, perché la possibilità di farla valere, ora, non c’è più. La clausola può essere esercitata entro due settimane dall’ultima gara ufficiale. Per la Roma, è stata la finale di Coppa Italia vinta con l’Inter il 24 maggio. Se Veloz volesse comunque portare via Mancini con la clausola, potrebber farlo. Ma il giocatore andrebbe incontro a una squalifica della Fifa compresa tra i quattro e i sei mesi. Un anno fa i fratelli Becali, gli agenti di Chivu, dissero che sarebbero stati pronti a farla valere per il romeno. Veloz no. L’agente ha intenzione di continuare a mantenere rapporti cordiali (e di lavoro) con la Roma. E poi Veloz ha un amico in comune con i Sensi: Ernesto Bronzetti.

 
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