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CIAO GABBO... ONORE!
"Si può morire così, per giunta dormendo? Qualcuno ci deve dire perché. Se parliamo di perdono dobbiamo parlare di giustizia e questa è una morte che chiede giustizia. Ci sarà una giustizia divina sulla quale nessuno può permettersi di parlare, ma ci deve essere anche una giustizia umana, che non sia una vendetta ma che aiuti per quanto possibile a placare gli animi di tanti di noi".
Dall'omelia pronunciata da Don Paolo Tammi durante il funerale di Gabriele Sandri.
In memoria di Gabbo, fratello di questa Urbe Immortale... al di là dei colori
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Viene dopo tante finte battaglie, il giorno in cui c'è da fare sul serio, e si ristabiliscono di colpo le gerarchie naturali:
avanti gli ultimi, i dimenticati, i malvisti, i derisi. Essi ebbero la fortuna di non fare carriera, anzi di non volerla fare, di non smarrire le proprie virtù nel frastuono degli elogi mentiti e dei battimani convenzionali.
Essi ebbero la fortuna di assaporare amarezze sane, ire sane, conoscere lunghi silenzi, sacrifici ostinati e senza lacrime, solitudini di pietra, amicizie non sottoposte all'utile e non imperniate sull'intrigo.
Berto Ricci
KAISERSLAUTERN, 26 GIUGNO 2006:
Lettera della squadra al Presidente Sensi
Ciao Presidente,
ci affidiamo a queste poche righe per dirti tutto quello che a volte magari non siamo riusciti a trasmetterti a voce o attraverso i gesti e i comportamenti.
Qualcuno di noi Ti ha conosciuto dal giorno in cui sei diventato “Il Presidente”, qualcuno ti ha incontrato durante i Tuoi 15 anni di presidenza e qualcuno Ti ha conosciuto da poco, ma in ognuno di noi è rimasto impresso il tuo sguardo profondo, carico di umanità, pur se determinato e a volte, forse per chi Ti conosceva troppo poco, anche un po’ duro, ma nessuno di noi può dimenticare la passione con cui ci hai sempre seguito, anche quando non eri presente fisicamente. Sei sempre stato vicino a noi, a volte come Presidente, altre come un secondo padre.
In questi anni hai saputo coniugare sport e solidarietà umana e sociale, senza mai perdere i valori morali che sono propri dello sport. Hai fatto tanto per la Roma e per Roma, le tue passioni dopo l’amore per la tua famiglia, e i romani e i romanisti – e non solo loro – ti hanno accompagnato con dignità e riservatezza, così come Tu hai affrontato la Tua ultima battaglia, una delle tante ma sicuramente la più dura.
Noi non Ti lasceremo solo e non lasceremo sola la Tua famiglia e la famiglia romanista; la nostra forza sarà l’unione e faremo il possibile per farti sorridere da dove sarai, uno di quei tuoi sorrisi che ci regalavi quando venivi in spogliatoio per darci la carica.
Ciao Presidente, Tu sei sempre con noi.
Il gol di De Rossi alla Fiorentina commentato dal grandissimo e compianto Alberto D'Aguanno
Serie A: 18^ Giornata:
Chievo-Inter
Atalanta-Napoli
Bari-Udinese
Cagliari-Roma
Catania-Bologna
Lazio-Livorno
Parma-Juventus
Sampdoria-Palermo
Siena-Fiorentina
Milan-Genoa
Classifica:
- Inter 39
- Milan* 31
- Juventus 30
- Roma 28
- Parma 28
- Napoli 27
- Palermo 26
- Sampdoria 25
- Bari* 24
- Chievo 24
- Fiorentina* 24
- Genoa* 24
- Cagliari* 23
- Udinese* 18
- Livorno 18
- Bologna* 16
- 16
- Atalanta* 13
- Catania 12
- Siena 12
* una partita in meno
Marcatori Giallorossi in Campionato
9 reti: Totti.
4 reti: De Rossi.
3 reti: Vucinic.
2 reti: Perrotta, Brighi, Burdisso.
1 rete: Taddei, Mexes, Riise, Menez, Cassetti.
Giudice Sportivo
Multe all'A.S. Roma nel corso della stagione:
€ 77.000,00
Squalificati per la prossima gara di campionato:
Espulsi nell'ultima partita:
5 ammonizioni.
De Rossi.
4 ammonizioni:
Cassetti, Pizarro, Menez, Perrotta.
3 ammonizioni (in diffida):
Totti.
2 ammonizioni:
Vucinic, Andreolli, Mexes, Burdisso.
1 ammonizione:
Taddei, Okaka, Cerci, Vucinic, Doni, Riise, Motta, Guberti, Brighi.
Prossime gare AS Roma
6 gennaio, 18^ giornata:
-
9 gennaio, 19^ giornata:
-
12 gennaio, Coppa Italia, Ottavi di Finale:
-
Europa League
Sedicesimi di Finale:
Panathinaikos-Roma (18 e 25 febbraio)
Marcatori giallorossi in Europa League:
11 reti: Totti.
3 reti: Menez, Okaka, Cerci.
2 reti: De Rossi, Riise, Vucinic.
1 rete: Guberti, Perrotta, Andreolli, Scardina.
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Messaggi del 20/06/2008
La Roma ha riscattato Mirko Vucinic. Incontro e accordo a Trigoria fra Bruno Conti, i ds delle due squadre Daniele Pradè e Guido Angelozzi, il procuratore del giocatore, Alessandro Lucci. Questo il comunicato ufficiale reso dalla società giallorossa, che ufficializza il riscatto definitivo del centravanti montenegrino: "L'A.S. Roma S.p.A. ed il calciatore Mirko Vucinic rendono noto di aver perfezionato l'accordo con l'U.S. Lecce S.p.A., per la risoluzione a favore dell'A.S. Roma dell'accordo di partecipazione ex art. 102-bis in essere, relativo al diritto alle prestazioni sportive del Calciatore. Il corrispettivo previsto a favore dell'US Lecce per la risoluzione dell'accordo di partecipazione è stato fissato in € 12 milioni, da pagarsi in tre annualità (di pari ammontare) tramite LNP, a decorrere dalla stagione sportiva 2008/2009".
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Sarà «esclusiva facoltà» del gruppo Italpetroli, azionista di riferimento della As Roma, stabilire se «far rientrare o meno il pacchetto azionario di controllo» del club giallorosso «tra i beni da utilizzare» per ripianare l'indebitamento del gruppo nei confronti di Unicredit. Lo scrive il gruppo della famiglia Sensi in una nota diffusa su sollecitazione della Consob in cui sottolinea come «le intese in corso di definizione» tra la banca, i Sensi e le società del gruppo Italpetroli «prevedano un impegno da parte di queste ultime a ridurre l'indebitamento mediante la cessione di beni a queste facenti capo esclusivamente nella misura necessaria a ridurre tale indebitamento a livelli convenuti». I Il management del gruppo Italpetroli - prosegue la nota - «potrà individuare in totale autonomia quali beni dismettere ai fini del raggiungimento degli obiettivi» di riduzione del debito.
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«Non so se è da Real Madrid, ma Daniele De Rossi è un giocatore di categoria superiore». È una promozione a pieni voti quella dello storico attaccante delle Merengues, Emilio Butragueño. «È uno dei pochi bravo a fare tutto», spiega el Buitre, «grande visione di gioco, imperioso a centrocampo, veloce a rientrare in difesa».
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Segna, e difende. Titolare per scelta e per forza, Christian Panucci ha l'età giusta per le responsabilità e per dire tutta la verità, e nient'altro. Comincia da Donadoni, il difensore azzurro: «Molte volte si dice che il ct è anche un amico, ma per me Donadoni è qualcosa di più, un ragazzo che ha giocato davanti a me per 4 anni, il resto non lo dico per non mettere in difficoltà nessuno. È come se io tra qualche anno allenassi De Rossi...».
Ce la fa a giocare tante partita di fila? Alla Roma... «Non ho problemi, era Spalletti che diceva che non potevo giocare e io cercavo di trovare delle scuse. Ho l'entusiasmo e la voglia di fare bene perchè è la mia ultima competizione importante. Ringrazio mia mamma per il fisico che mi ha fatto. Gioco da centrale, è il ruolo nel quale ho giocato più spesso da gennaio con la Roma. Il mister ha deciso di cambiare tutto dopo la prima partita, sto facendo il massimo, mi trovo bene e spero di continuare. Mi auguro che passerà l'Italia, ma sappiamo che la Spagna è forte e ci metterà in difficoltà».
L'entusiasmo dopo la Francia è a mille. «Dopo l'Olanda pensavamo di andare tutti in vacanza, mentre ora l'obiettivo è vincere. Abbiamo fatto quadrato e abbiamo la consapevolezza di essere una squadra forte».
Domenech dice che ci ha aiutato l'arbitro. «Non commento le sue parole, le immagini parlano da sole. Se quello non è rigore ed espulsione vuol dire che o non ha visto la partita o non ci ha capito nulla. Vuol fare polemiche sul nulla, è dal '94, quando perse gli Europei under 21, che cerca scuse».
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L'agente: «Sono ottimista, il contratto sarà di 3 anni»
Nell'operazione anche Galloppa, Arthur e Curci.
«Siamo in attesa di comunicazioni da Siena per il trasferimento alla Roma. Spero che i toscani capiscano la volontà del giocatore di entrare in una squadra grande come la Roma, volontà palesemente dimostrata. Sono ottimista per la chiusura dell'operazione». A parlare, ai microfoni di Teleradiostereo, è stato Antonio Dell'Aglio, procuratore di Simone Loria, il giocatore individuato dalla Roma per rimpiazzare nel reparto arretrato Matteo Ferrari, andato via per fine contratto (ieri l'agente Gianni Corci, che il giorno prima aveva parlato di un forte interessamento dell'Inter, su precisa richiesta di Mourinho, verso il suo assistito, ha ipotizzato a tuttomercatoweb.com un trasferimento all'estero).
L'agente di Loria non escludeva neppure che l'operazione potesse concludersi già in giornata, ovvero ieri. Non è successo, ma la trattativa resta in uno stato molto avanzato, tanto che la Roma non sta seguendo altri difensori. «L'anno scorso fu pagato 750 mila euro - ha continuato Dell'Aglio - non so quanto chieda di preciso il Siena ma spero sia una cifra che possa consentire per Simone la realizzazione di un sogno. Non mi sbilancio in percentuali, ma sono particolarmente ottimista: con la Roma ho avuto contatti, Simone ha altri tre anni di contratto con il Siena, durata che a noi sta bene. Sta ora ai club trovare l'intesa, leggo di un possibile scambio allargato che comprenderebbe anche altri giocatori».
Ha letto bene, l'agente: la situazione del suo assistito, trentadue anni a ottobre, è legata a doppio filo con quella di Daniele Galloppa, in comproprietà tra i due club. Una comproprietà che non può essere rinnovata, vista l'opposizione del giocatore, che ha il contratto con la Roma in scadenza nel 2009, e non vuole rinnovare, almeno non in questa fase del mercato. Le comproprietà vanno decise entro mercoledì, martedì Roma e Siena s'incontreranno per decidere il futuro di Galloppa e Loria. Se il centrocampista di Tor de' Cenci dovesse rimanere in Toscana - per poco, lo hanno già chiesto Torino, Sampdoria e Genoa, e i bianconeri potrebbero cederlo già quest'estate - la società giallorossa otterrebbe anche il prestito di Arthur Gusmao, il portiere brasiliano che poteva arrivare a Trigoria già a gennaio. Non se ne fece nulla perché la Roma non riuscì a trovare una sistemazione a Curci, adesso c'è lo stesso problema, ma un po' più di tempo per lavorarci. E, se la Juventus, alla ricerca di un secondo d'esperienza per Buffon, dovesse puntare su Manninger, potrebbe essere proprio il Siena la prossima destinazione dell'ex portiere dell'under 21.
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«Sono stato accolto
come uno di famiglia
È bello pure il tempo
Ho incontrato lo staff»
«Sono qui per lavorare
integrarsi non sarà facile
il club vuole migliorare
pure in Champions»
«Volevo una nuova realtà
e imparare un altro calcio
ora tornerò in Norvegia
e parlerò l'italiano»
«Gioco dietro a sinistra
ma, se serve, ovunque
Voglio lasciare il segno
Carew? Io farò meglio»
«Siete un grande club, vi divertirò. Spalletti mi ha colpito, chiede il 100%
Io non mollo mai. Totti e De Rossi? Non vedo l'ora di giocarci insieme»
Chiamatelo come vi pare. Anche "Thunderbolt", se volete: «Basta che gioco bene». Ma non Ion Riise, né Gionarneriise . «Io sono John Riise». Il gialloroscio, appunto. La maglia della Roma sulla terrazza dell'Hilton gli sta a pennello, la coccarda sulla spalla contrasta piacevolmente con i capelli ramati. La faccia è sveglia, ma il solleone di Roma si fa sentire: «Fa molto caldo, da non credere». Alle spalle il Cupolone, davanti le telecamere di Roma Channel , è la prima intervista italiana di John Riise.
Qual è stata la tua prima impressione della Roma?
«Sono stato accolto come uno di famiglia. Ho incontrato già lo staff. Qua è tutto molto bello, pure il tempo. Anche se fa troppo caldo, sono solo le 9...».
Pensi di riuscire ad integrarti?
«Sono venuto per lavorare duro, ma non sarà facile. Perché la Roma ha fatto bene, è arrivata seconda in campionato e vorrà migliorarsi. Integrarsi non sarà semplice. Spero di migliorare anche io come calciatore».
Perché hai voluto la Roma?
«Perché è un grande club, con tifosi stupendi. Quest'anno ha vinto la Coppa Italia e vorrà migliorarsi anche in Champions».
Perché hai lasciato Liverpool?
«Volevo una nuova esperienza, un nuovo Paese. Avevo bisogno di imparare una nuova lingua, un nuovo calcio. E Roma è stata la migliore scelta. Ho incontrato Spalletti, ieri (mercoledì), mi ha spiegato tante cose. Ha grandi motivazioni, questa è una nuova sfida».
Com'è il tuo rapporto con Benitez?
«È un grande tecnico, ma avevo necessità di cambiare. Roma è stata la mia scelta».
C'è chi ha scritto che il tuo autogol con il Chelsea ha cambiato i rapporti con Benitez.
«Bugie. Chiunque può sbagliare una partita. Volevo fare una nuova scelta».
Dove vorresti giocare?
«Dove vuole il tecnico. Di solito, dietro a sinistra, ma posso giocare ovunque. Farò del mio meglio».
Conosci il 4-2-3-1 di Spalletti?
«Sì, me ne ha parlato lui. Adesso voglio tornare in Norvegia e imparare l'italiano».
Come immagini Spalletti?
«Mi ha colpito per la sua passione e la sua motivazione. È una grande persona, che chiede il 100%».
Conosci qualche giocatore della Roma?
«Giuly, dai tempi del Monaco e Panucci. Giuly è forte, piccolo e veloce. Conoscerò anche Totti che è un grande, un idolo».
E la storia di Roma?
«No, non conosco la città. Quando tornerò, prima di tutto vedrò la squadra, poi la città e vorrò parlare italiano».
Qual è il tuo carattere?
«Sono uno che non molla mai. Mi piace il gioco maschio, ho grandi polmoni. Corro molto e faccio tutto per la squadra».
Quante emozioni ricordi in tanti anni di Liverpool?
«Molte. Ho collezionato 350 presenze in totale, ho avuto tanti amici. Avrò una nuova vita e tante amicizie anche qui. Non sono felice, sono felicissimo».
Quest'anno non hai mai segnato, perché?
«Per tante ragioni, sono qui per battere il mio record di gol. Prima di tutto voglio divertirmi e giocare».
Con due finali di Champions, una vinta, hai tanta esperienza.
«E voglio metterla al servizio della Roma, che comunque ha giocatori esperti. Spero di aiutare la squadra a fare meglio in Europa».
Chi vuoi ringraziare?
«Il mio agente, la Roma e il tecnico che mi ha voluto. Voglio lasciare il segno».
Anche Mourinho è venuto in Italia.
«È un grande allenatore, ma noi dobbiamo fare meglio dell'Inter».
La Norvegia non c'è agli Europei, che ne pensi?
«Credo che l'Italia possa vincerli. La mia Norvegia è un piccolo paese. Proveremo a crescere, io adesso lavoro per la Roma però».
Cosa pensi di Totti e de Rossi?
«De Rossi sta crescendo moltissimo. È uno dei migliori centrocampisti d'Europa. Corre tantissimo, sa tirare e segnare. Totti è fantastico, grande tecnica e sa fare gol. Sarà molto interessante giocare con loro»
Sei il secondo norvegese dopo Carew, la vostra lite è roba passata?
«Sì, anzi ho parlato con lui della Roma. Qui è stato bene. Cercherò di fare meglio di Carew».
Cosa puoi dire ai romanisti?
«Sono felice di essere qui. Di avere firmato. Voglio divertirli e dare tante gioie e tanti gol. Forza Roma!».
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Al Lecce vanno la metà di Okaka e un conguaglio tra gli 8 e i 10 milioni.
Ieri pomeriggio il cellulare del direttore sportivo del Lecce Guido Angelozzi era rigorosamente staccato e la casella postale piena. Impossibile comunicare con lui, non si potevano lasciare nemmeno messaggi. Quale il motivo di tanto affollamento? Probabilmente in molti volevano conoscere la data dell'appuntamento con Pradè per il riscatto di Vucinic. I due dovevano incontrarsi ieri a Milano, dove si è svolta l'assemblea straordinaria di Lega per i diritti tv, ma il direttore sportivo del Lecce non c'era. Il contatto c'è stato, telefonico, e la questione si concluderà (finalmente) probabilmente tra oggi e domani. Possibile che non ci sarà nemmeno bisogno di un incontro, visto che l'accordo c'è ormai da un po' di tempo: potrebbe bastare uno scambio di fax per mettere definitivamente la parola fine alla trattativa che ormai non dovrebbe riservare nessuna sorpresa.
A Lecce finirà, in comproprietà con diritto di riscatto da parte della Roma, Stefano Okaka. Che deve ancora risolvere qualche piccolo problema contrattuale con la società pugliese. «Il progetto del Lecce è valido e ci ha convinto in pieno - le parole del procuratore Domenico Scopelliti ieri a romanews.eu - ma siamo ancora un po' lontani dal punto di vista economico. A breve parlerò nuovamente con Angelozzi, sperando che si possano superare queste distanze. Il giocatore ha dimostrato di essere cresciuto con la sua esperienza di Modena e tra qualche giorno farà anche gli Europei under 19. Penso che si meriti un adeguamento contrattuale». Un altro nodo da sciogliere riguardava la formula del trasferimento. «Noi eravamo più propensi al prestito anche perchè Stefano si sente molto legato alla Roma. Ma il progetto del Lecce sul ragazzo è molto serio, ci hanno fatto capire che credono nel giocatore. Quindi, a questo punto, ci va bene anche la comproprietà, ma con il diritto di riscatto a favore della Roma».
Da stabilire il valore che le due società daranno al cartellino dell'attaccante umbro di origini nigeriane, perché da quello dipenderà il conguaglio che la Roma dovrà versare al Lecce. Una cifra che dovrebbe aggirarsi tra gli 8 e i 10 milioni di euro. In totale Mirko Vucinic sarà costato circa 20 milioni, compresi e 7.5 (3.750 per il prestito oneroso il primo anno e la stessa cifra il secondo anno) già versati dalla Roma. Difficile che il prezzo possa calare ancora con l'inserimento di altri giovani nella trattativa. Un altro nome che era stato fatto è quello di Aleandro Rosi. «Aleandro - le parole a romanews.eu di Manfredonia, il suo agente insieme a Camillo Mineo - potrebbe anche entrare nella trattativa con il Lecce per il passaggio definitivo di Vucinic alla Roma». Più probabile che finisca a Siena nell'affare Loria.
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Riise è il primo dei due colpi doc che attendeva Spalletti. Per l'altro bisognerà aspettare ancora un po', forse settimane, magari un paio di mesi. Perché non è da escludere affatto che per portare a casa il centravanti in grado di sostituire ma anche di giocare con Totti, Pradè aspetti gli ultimi giorni di un mercato che in questo momento, soprattutto nelle trattative sugli attaccanti, vive un condiviso periodo di impasse. Se non ci saranno sorprese, il nome giusto uscirà tra una rosa che in questo momento è ristretta a tre soli giocatori: Luis Fabiano, Huntelaar e Gomis. Esclusi dal giro sembrano nomi che pure nelle scorse settimane sono stati accostati spesso alla Roma: quello del tedesco dello Stoccarda Mario Gomez, quello dello spagnolo del Maiorca Daniel Gonzalez Guiza, quello del francese del Lione Hatem Ben Arfa, quello dell'altro francese del Manchester United Louis Saha.
Il primo, il tedesco, oggi potrebbe diventare un calciatore del Bayern Monaco: «Il Bayern ci ha invitato per trattare e noi abbiamo accettato», ha detto ieri Dieter Hundt, presidente del Consiglio d'amministrazione dello Stoccarda, confermando l'incontro in programma oggi. Nei giorni scorsi il presidente del Bayern Monaco, Karl-Heinz Rummenigge, aveva ammesso che Gomez rientra nei progetti della società: «Prima che un giocatore del genere vada all'estero, ci muoveremo».
Lo spagnolo Guiza non è mai stato un obiettivo della Roma, anche se qualcuno l'ha proposto a Trigoria.
Ben Arfa ha avuto cattive segnalazioni riguardo il carattere e alla Roma temono che possa diventare un altro Cassano: per questo, anche se a malincuore, hanno rinunciato all'investimento che pure era stato preso in considerazione.
Riguardo Saha, invece, non hanno ricevuto rassicurazioni riguardo la situazione fisica: e tutto possono permettersi, fuorché sbagliare una scelta del genere.
Il mercato in questo momento è bloccato per tutti. Lo spauracchio di ogni dirigente di club europeo, il braccio operativo di Abramovich al Chelsea Peter Kenyon, è addirittura andato in vacanza. Drogba può attendere, prima di trovargli un acquirente bisogna aspettare ancora un po'. E finché è in corso la rassegna europea nessuno si sbilancia: un gol o un'esclusione possono cambiare decisamente le attuali valutazioni e tutte le migliori società europee sono in attesa di acquistare un attaccante, dal Barcellona al Real passando per il Chelsea, per l'Inter, per il Milan, e finendo alla Roma. Ma anche le questioni interne rallentano un po' le strategie operative della società giallorossa. Finché non viene definita la cessione di Mancini, ad esempio, i dirigenti non sapranno su quanti soldi contare per l'investimento più importante. E anche la decisione su Giuly in qualche modo influenzerà la scelta finale: se verrà ceduto anche il francese ci sarà bisogno di un altro rinforzo, prettamente mancino.
Oggi potrebbe esserci un contatto telefonico con Pradé: Branca è operativo, l'accordo con Veloz vicino, a seguire bisognerà trovare un'intesa anche con la Roma. Quindici milioni la richiesta, otto l'offerta. A metà strada un accordo è possibile.
Subito dopo Pradè potrà concentrarsi sull'attaccante. Huntelaar il sogno proibito: la valutazione attuale sfiora i trenta milioni, se non farà altri prodigi agli Europei potrebbe scendere di molto, fino ad arrivare ad agosto magari ai parametri romanisti. In lista d'attesa anche Barcellona e Real, se non sarà l'olandese il prescelto degli spagnoli, l'Ajax potrebbe ridurre sensibilmente le pretese. Altrimenti è sempre caldo il nome di Bafetimbi Gomis, attaccante del Saint Etienne esploso quest'anno e annesso all'ultimo minuto anche alla spedizione europea. Ma la prematura eliminazione della Francia ha annullato qualsiasi possibile lievitazione della cifra richiesta per il suo cartellino. Boston e Newcastle si sono fatte avanti, lì il nuovo Drogba potrebbe guadagnare di più: ma le prospettive tecniche che gli offre la Roma sono nettamente superiori. Oppure potrebbe tornare buona la candidatura di Luis Fabiano: brasiliano, extracomunitario, 27 anni, clausola rescissoria un pò articolata, ma che è di 12 milioni. La Roma s'è interessata a lui qualche settimana fa, non le è stata chiusa la porta in faccia. Si vedrà.
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Da ultimo dei centrocampisti a titolare? Aquilani prosegue la sua scalata.
Contro la Spagna potrebbe partire dall'inizio accanto all'amico De Rossi.
Daje, Albe'. Basterebbero due parole, ma non basterebbe un giornale intero per spiegare quale tempesta d'emozioni sta vivendo Alberto Aquilani nel suo viaggio da Montesacro alla luna, dov'è arrivato lasciando il posto sulla panchina nell'astronave del Letzigrund di Zurigo, martedì sera, poco dopo le 22.20. Aspettava quell'esordio con impazienza, Albertino: il campo la sua luna, quella che guardava spuntare la sera e lui era sempre lì a giocare a pallone, sotto casa o sui primi campetti veri. Un predestinato, sempre, per tutto. Il più forte, in ogni partita che faceva. E quando bussarono quelli dell'Arsenal portando in braccio una valigia piena di soldi, la tentazione è stata forte: avevano riconosciuto subito il valore di un ragazzo che sarebbe diventato grande, e già lo era in quell'under 16, papà Claudio e mamma Annamaria tentennarono un po', poi prevalsero l'amore per la Roma e le rassicurazioni che arrivarono da Trigoria. Strano come la storia a volte si ripete: oggi che è un calciatore universalmente apprezzato, dal Manzanarre al Reno (anzi, al Pò) sono tornati ad informarsi su di lui, e lui tentenna ancora, ma poi sceglierà ancora la Roma. La firma dopo gli Europei.
E' curioso, in ogni caso, come Alberto si ritrovi ciclicamente a dover combattere contro un qualche tipo di sottovalutazione, come se ad ogni traguardo raggiunto ci fosse qualcuno pronto a ricordargli che non lo merita. Un po' come per questa convocazione tra i 23 degli Europei. E' stato in dubbio fino all'ultimo più per i contrattempi di natura fisica che per reali motivazioni tecniche, poi è entrato nel gruppone dei 24 per contendere a Montolivo l'ultimo posto utile, infine è stato annesso alla lista definitiva, ma è come se avesse dovuto scontare sin dai primi giorni di lavoro l'onere di aver camminato sul filo del precipizio. Era arrivato a Coverciano con l'orgoglio e l'ambizione giusti, ma giorno dopo giorno si è un po' incupito, come se avesse capito che qualsiasi cosa fosse accaduta, qualsiasi prodezza avesse fatto in allenamento, per lui in ogni caso non ci sarebbe stato spazio in campo. Settimo di sette centrocampisti, solo qualche disastro avrebbe potuto aprirgli uno spiraglio per il campo. Tipo lo 0-3 con l'Olanda, ad esempio. E invece non ha trovato posto neanche nel reparto ridisegnato in salsa giallorossa della seconda e della terza sfida. Con la Francia però Donadoni l'ha messo in campo negli ultimi dieci minuti, intuendone soprattutto la frustrazione: «Con la Francia - ha detto il ct il giorno successivo - è entrato con lo spirito giusto, ho capito che ci teneva ad entrare. Il dispiacere semmai era per non avergli fatto fare più minuti».
Contro la Spagna adesso potrebbe toccare a lui: da settimo è diventato il quinto, perché Gattuso e Pirlo sono squalificati. E di cinque ne giocheranno quattro. Facile la considerazione: se Donadoni dovrà tenersi un'alternativa in panchina per ogni evenienza, sarà il caso di tenersi seduto al fianco uno tra Ambrosini e Perrotta. Perché se ci fosse bisogno di qualche impulso offensivo, avrebbe solo l'imbarazzo della scelta, tra Borriello e Quagliarella, tra Del Piero e l'escluso tra Cassano e Di Natale. Ma se, trovandosi magari in vantaggio, avesse bisogno di rinforzare l'assetto difensivo con un centrocampista di contenimento non avrebbe l'uomo giusto da inserire, avendo già in campo Perrotta, Ambrosini e De Rossi e in panca solo il geometrico Aquilani. Per logica, dunque, Aquilani dovrebbe andare in campo: anche perché se non si deve lasciare niente di intentato per andare all'assalto della Spagna, non si può dimenticare che l'intesa tra De Rossi, Perrotta e, appunto, Aquilani, potrebbe essere un plusvalore di cui potrebbe beneficiare tutta la squadra. Soprattutto se, come qualche confidente del ct fa capire, Donadoni sta pensando a schierare la squadra col 4-2-3-1. E allora ipotizzare una mediana con De Rossi e Aquilani, come spesso è capitato in gare ufficiali e praticamente tutti i giorni in allenamento a Trigoria negli ultimi tre anni, con Perrotta alle spalle di Toni e due esterni come Camoranesi e Cassano (o Di Natale) non è certo esercizio di pura fantasia.
Quei dieci minuti con la Francia sono stati un balsamo prezioso, lenitivo, corroborante. E adesso la sola ipotesi di poter giocare al fianco del suo amico De Rossi nel cuore dell'Italia, in una gara così importante, lo esalta. Con Daniele è cresciuto, di Daniele è coinquilino (da qualche mese abitano nello stesso palazzo al Torrino), da Daniele ha ricevuto non a caso il primo passaggio quando è entrato in campo con la Francia. Rispetto a Daniele lo divide solo lo stato civile perché lui è un single irriducibile e invece Daniele è sposato e vive dell'amore per sua figlia. Ma sul campo l'intesa è perfetta. E, in un eventuale momento di difficoltà, nessuno più di Daniele potrebbe dirgli le parole che gli servirebbero di più: daje, Albe'.
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I tedeschi superano 3-2 il Portogallo con i gol di Schweinsteiger, Klose e Ballack
che si prende la rivincita della finale di Champions sulla stella del Manchester United.
Mistero - Scolari. Sbaglia tutte le scelte, sbaglia i cambi, insiste su un disastroso Simao, non inserisce Quaresma, fallisce l'approccio ai quarti di finale e torna a casa assieme a Cristiano Ronaldo, a Deco e alla loro arroganza che porta solo in un vicolo cieco. La Germania blinda un successo strameritato, dimostrando di avere maggiore determinazione, più carattere e pure più capacità di soffrire nel momento di massima difficoltà. A nulla vale il gol siglato da Helder Postiga al tre minuti dalla fine su cross dell'ottimo Nani (perché non dall'inizio?). Il Portogallo esce dal guscio tardissimo, paga una difesa inguardabile e un atteggiamento incomprensibile. I tedeschi passano con un'azione da manuale, rifinita da Podolski e chiusa alla grande da Schweinsteiger al 22'. Ricardo non può nulla e se la prende con i suoi.
Ti aspetti la reazione del Portogallo e invece arriva il raddoppio della Germania. Al 26' Klose salta liberissimo in area, come forse capita solo nelle partite di allenamento o all'oratorio. Ci vuole una prodezza di Cristiano Ronaldo per rimediare e tornare a galla. Il fuoriclasse del Manchester brucia Lahm (41') e piega le mani a Lehmann. Sulla ribattuta si avventa Nuno Gomes, che manda al riposo i suoi con la speranza di rimontare. Eppure la sensazione di disagio non si scrolla di dosso ai lusitani. Che, anche a inizio ripresa, non riescono mai a mettere davvero in difficoltà la Germania. Anzi, al 16' arriva pure il 3-1. Lo segna Ballack, che spinge Paulo Ferreira e che incorna anticipando Ricardo, come sempre in ritardo nelle uscite. Scolari protesta molto, ma la chiave in negativo è l'apatia di Deco e la serata negativa di Cristiano Ronaldo. Il Portogallo sbatte contro la difesa tedesca. Inutile il gol di Helder Postiga. La Germania vola. E con pieno merito.
PORTOGALLO (4-2-3-1): Ricardo 4,5; Bosingwa 6,5, Pepe 5, Ricardo Carvalho 5,5, Paulo Ferreira 4,5; Petit 5,5 (28' st Postiga 6,5), Joao Moutinho 5 (31' pt Meireles 6); Simao 5,5, Deco 6, Cristiano Ronaldo 7; Nuno Gomes 6,5 (22' st Nani 6,5). A disp. Espiritu Santo, Rui Patricio, Bruno Alves, Meira, Miguel, Ribeiro, Veloso, Almeida, Quaresma. Ct. Scolari 5,5
GERMANIA (4-5-1): Lehmann 6,5; Friedrich 5,5, Metzelder 6, Mertesacker 5,5, Lahm 6; Schweinsteiger 7,5 (37' st Fritz sv), Rolfes 5,5, Ballack 7,5, Hitzlsperger 6,5 (28' st Borowski sv), Podolski 6,5; Klose 6,5 (44' st Jansen sv). A disp. Adler, Enke, Westermann, Odonkor, Trochowski, Kuranyi, Neuville, Gomez. Ct Low (squalificato, in panchina Flick) 7
Arbitro: Frojdfeldt (Svezia) 6
Marcatori: 22' pt Schweinsteiger (G), 26' pt Klose (G), 40' pt Nuno Gomes (P), 16' st Ballack (G), 42' st Postiga (P)
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Inviato da: IOXTEFOREVER
il 13/11/2009 alle 02:46
Inviato da: lolita_72gc
il 08/10/2009 alle 14:57
Inviato da: Solo_Camo
il 27/09/2009 alle 15:13
Inviato da: LadyWitchBlood
il 08/07/2009 alle 11:25
Inviato da: pensoquellochetuvuoi
il 21/06/2009 alle 17:15