Creato da Urbe_immortale il 11/09/2006
Blog dedicato all'A.S. Roma, la squadra della Capitale!

Lettera della squadra al Presidente Sensi

Ciao Presidente,
ci affidiamo a queste poche righe per dirti tutto quello che a volte magari non siamo riusciti a trasmetterti a voce o attraverso i gesti e i comportamenti.
Qualcuno di noi Ti ha conosciuto dal giorno in cui sei diventato “Il Presidente”, qualcuno ti ha incontrato durante i  Tuoi 15 anni di presidenza e qualcuno Ti ha conosciuto da poco, ma in ognuno di noi è rimasto impresso il tuo sguardo profondo, carico di umanità, pur se determinato e a volte, forse per chi Ti conosceva troppo poco, anche un po’ duro, ma nessuno di noi può dimenticare la passione con cui ci hai sempre seguito, anche quando non eri presente fisicamente. Sei sempre stato vicino a noi, a volte come Presidente, altre come un secondo padre.
In questi anni hai saputo coniugare sport e solidarietà umana e sociale, senza mai perdere i valori morali che sono propri dello sport. Hai fatto tanto per la Roma e per Roma, le tue passioni dopo l’amore per la tua famiglia, e i romani e i romanisti – e non solo loro – ti hanno accompagnato con dignità e riservatezza, così come Tu hai affrontato la Tua ultima battaglia, una delle tante ma sicuramente la più dura.
Noi non Ti lasceremo solo e non lasceremo sola la Tua famiglia e la famiglia romanista; la nostra forza sarà l’unione e faremo il possibile per farti sorridere da dove sarai, uno di quei tuoi sorrisi che ci regalavi quando venivi in spogliatoio per darci la carica.

Ciao Presidente, Tu sei sempre con noi.

 

Il gol di De Rossi alla Fiorentina commentato dal grandissimo e compianto Alberto D'Aguanno

 

Coppia di Campioni!

 

Il Capitano e Capitan Futuro

 

Serie A: 18^ Giornata:

Chievo-Inter

Atalanta-Napoli

Bari-Udinese

Cagliari-Roma

Catania-Bologna

Lazio-Livorno

Parma-Juventus

Sampdoria-Palermo

Siena-Fiorentina

Milan-Genoa

 

Classifica:

  1. Inter   39
  2. Milan*   31
  3. Juventus   30
  4. Roma 28
  5. Parma   28
  6. Napoli   27
  7. Palermo   26
  8. Sampdoria   25
  9. Bari*   24
  10. Chievo   24
  11. Fiorentina*   24
  12. Genoa*   24
  13. Cagliari*   23
  14. Udinese*   18
  15. Livorno   18
  16. Bologna*   16
  17.    16
  18. Atalanta*   13
  19. Catania   12
  20. Siena   12

* una partita in meno

 

Marcatori Giallorossi in Campionato

9 reti: Totti.

4 reti: De Rossi.

3 reti: Vucinic.

2 reti: Perrotta, Brighi, Burdisso.

1 rete: Taddei, Mexes, Riise, Menez, Cassetti.

 

Giudice Sportivo

Multe all'A.S. Roma nel corso della stagione:

€ 77.000,00

Squalificati per la prossima gara di campionato:

 

Espulsi nell'ultima partita:

 

5 ammonizioni.

De Rossi.

4 ammonizioni:

Cassetti, Pizarro, Menez, Perrotta.

3 ammonizioni (in diffida):

Totti. 

2 ammonizioni:

Vucinic, Andreolli, Mexes, Burdisso.

1 ammonizione:

Taddei, Okaka, Cerci, Vucinic, Doni, Riise, Motta, Guberti, Brighi.

 

Prossime gare AS Roma

6 gennaio, 18^ giornata:

 -

9 gennaio, 19^ giornata:

 -

12 gennaio, Coppa Italia, Ottavi di Finale:

 -

 

Europa League

Sedicesimi di Finale:

Panathinaikos-Roma (18 e 25 febbraio)

Marcatori giallorossi in Europa League:

11 reti: Totti.

3 reti: Menez, Okaka, Cerci.

2 reti: De Rossi, Riise, Vucinic.

1 rete: Guberti, Perrotta, Andreolli, Scardina.

 

« La Roma non ha mai pianto

e mai non piangerà:

perché piange il debole,

i forti non piangono mai. »

Dino Viola

 

Immenso Capitano

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Rabona di Aquilani e gol del Capitano al Milan

Il fantastico gol del Capitano a Marassi

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CAPITAN FUTURO! D.D.R.!

 

    

 

 

 

 Francesco, Daniele e Simone

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    CAMPIONI DEL MONDO!

  

Vivi come se tu dovessi morire subito,

 pensa come se tu non dovessi morire mai.

 

Messaggi del 24/06/2008

Per Loria, l'accordo potrebbe esserci oggi

Post n°1968 pubblicato il 24 Giugno 2008 da Urbe_immortale

Slitta ancora l’accordo tra Roma e Siena per Simone Loria. Un’intesa con i toscani potrebbe essere trovata nella giornata di oggi. Il trasferimento in giallorosso del difensore non fa venire l’acquolina in bocca ai tifosi, ma è una priorità del mercato della Roma. Perso Ferrari, Loria potrebbe diventare il quarto centrale giallorosso. Il nocciolo della questione è la richiesta esagerata del Siena. I bianconeri vorrebbero soldi più la metà romanista di Galloppa. La Roma è disposta a prendere il giocatore, che verrebbe a Trigoria di corsa, solo con delle contropartite tecniche. Tra cui Galloppa, certamente. Se l’affare saltasse, la Roma avrebbe l’alternativa pronta.

 
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Tutti in vacanza, e Cicinho si sposa

Post n°1967 pubblicato il 24 Giugno 2008 da Urbe_immortale

Per uno che torna ce ne sono tanti altri che partono. O che sono già partiti. Come sempre è tra giugno e luglio che si concentrano le vacanze dei giocatori e quelli giallorossi non fanno eccezione. I primi a mettere piede sull'aereo per le ferie sono stati i brasiliani, poi è stato il turno dei francesi e di Totti e poi, da oggi, toccherà anche ai quattro moschettieri azzurri, De Rossi, Perrotta, Panucci e Aquilani. Mete diverse per tutti, una sola certezza: tra poco meno di un mese ci si ritroverà a Trigoria, pronti ad iniziare una nuova stagione. Ricca di soddisfazioni, si spera.

Domani dalla Sardegna, e precisamente dal Forte Village, tornerà Francesco Totti. Partito il 9 giugno con la moglie Ilary e i figli Cristian e Chanel, il Capitano, tra una partita a carte e qualche bagno in mare, non ha mai smesso di allenarsi, dedicando parte delle sue giornate alla ripresa dall'infortunio. Da giovedì tornerà a lavorare qui nella Capitale, ma ogni momento libero Francesco lo trascorrerà nella sua villa di Sabaudia insieme alla famiglia. Vacanze all'insegna della famiglia anche quelle di Cicinho, che sabato sposerà la compagna a Riberao Preto, un sobborgo di San Paolo. Testimone di nozze sarà Doni, ma anche gli altri brasiliani di Trigoria sono attesi alla cerimonia. Arriveranno Mancini e Taddei, che stanno trascorrendo il relax estivo proprio a San Paolo, ma anche Juan, direttamente da Rio de Janeiro. A proposito di matrimonio, viaggio di nozze americano per Gianluca Curci: il portierino giallorosso, che a fine campionato ha detto sì alla sua Sabrina, madre del piccolo Giancarlo, è andato prima a Miami e poi a Las Vegas. A Miami farà tappa anche Christian Panucci che da anni ha lì una casa. Compagni di viaggio saranno prima il figlio Juan e poi la compagna Rosaria.

Allo shopping si saranno dedicati i due francesi giallorossi. Ludovic Giuly, in attesa di decidere con la società quale sarà il suo futuro, sta trascorrendo le vacanze in Costa Azzurra, mentre Philippe Mexes si divide tra la sua casa di Tolosa, la Corsica e i Caraibi, dove si è rilassato in compagnia della compagna Carla. Vacanze al mare anche per Marco Andreolli (in Spagna) e Alberto Aquilani: il principino, tornato ieri a Roma, resterà qualche giorno nella Capitale per smaltire la delusione di Euro 2008 e dopo volerà con gli amici e il cugino in un villaggio in Tunisia. Poi farà il "pendolare" del mare tra Ostia, il Circeo e Sabaudia. A Ostia ci sarà anche Daniele De Rossi: capitan Futuro non si muoverà da Roma per un po' di giorni. Vuole ricaricare le batterie dedicandosi solo alla piccola Gaia, poi potrebbe partite anche lui per qualche località di mare. Aria di casa per Simone Perrotta, che con la moglie Lorena e il figlio Francesco andrà a Cerisano, in Calabria, per Matteo Brighi, che al momento è nella sua Rimini (anche se non si escludono puntatine in qualche capitale europea, come lo scorso anno fu Berlino), e per Mirko Vucinic, al momento in Montenegro. Capitolo esterni: Tonetto e Cassetti hanno entrambi scelto la Sardegna, mentre il neo arrivato Riise si sta rilassando in Norvegia. Pronto per essere tra meno di un mese agli ordini di Spalletti.

 
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Roma-Inter, trattativa serrata

Post n°1966 pubblicato il 24 Giugno 2008 da Urbe_immortale

Le società devono incontrarsi per Andreolli. E parleranno del brasiliano

Oggi, o più probabilmente domani, potrebbe arrivare l'attesa accelerazione nella trattativa per la cessione di Mancini all'Inter. Uno sprint che era già pronto la scorsa settimana in occasione dell'assemblea straordinaria di Lega a Milano, dalla quale il ds giallorosso Pradè era però tornato contrariato. Perché lì poteva essserci, ma non c'era stato, il contatto coi nerazzurri per trovare un accordo sulla cifra per il trasferimento di Amantino. E' comunque quello il prossimo passo da compiere, visto che il giocatore, il suo procuratore Gilmar Veloz e il club di via Durini, l'intesa per l'ingaggio l'hanno già trovata. Sotto quell'aspetto la fumata bianca è arrivata la settimana scorsa, e il brasiliano, nel caso in cui l'operazione vada in porto, percepirà 4 milioni netti a stagione per i prossimi quattro anni.

Ora bisogna che anche Roma e Inter trovino un punto di contatto sulle basi che hanno gettato il 9 giugno all'Hilton di Fiumicino. E non sarà facile, perché le parti sono ancora distanti e perché la Roma non ha nessuna intenzione di fare sconti, almeno sulle modalità del pagamento. La richiesta di Trigoria è di almeno 15 milioni cash (anche se nei giorni scorsi Ernesto Bronzetti, con un po' di ottimismo, ha detto che si potrebbe arrivare anche a 20), l'offerta è di 8 milioni più un giocatore. I nomi possibili per la contropartita sono quelli di Suazo e Cruz, che però non interessano affatto. I dirigenti romanisti, infatti, vogliono avere in cambio solo denaro, per poi poter scegliere liberamente l'obiettivo sul quale puntare per il "colpo grosso" del loro mercato. Ovvero l'attaccante.

E il "fattore punta" gioca a favore di una trattativa che non vada troppo per le lunghe. Perché la Roma, dopo aver speso 5 milioni per Riise e 12 per riscattare dal Lecce la metà di Vucinic, vuole sapere quanti soldi rientreranno con la cessione di Amantino e stabilire con esattezza l'entità del "tesoretto" ancora a disposizione. Tempi brevi, dunque, perché alle 19 del 25 giugno scade il termine per la risoluzione delle comproprietà, per evitare di andare alle buste. Cosa c'entra con Mancini? C'entra. Perché Roma e Inter hanno in comune anche il destino di Marco Andreolli. Il difensore, arrivato nella Capitale nell'ambito dell'operazione Chivu, è ancora a metà tra i due club. La comproprietà con ogni probabilità sarà rinnovata, come peraltro spera anche il giocatore, ma quello che conta è che potrebbe essere l'occasione buona per incontrarsi. A prescindere dalla presenza o meno di Gilmar in Italia.
Lui a questo punto è in posizione di attesa, quando riceverà l'ok prenderà il primo volo per il nostro Paese per venire a mettere la firma. E con lui Amantino, che sta attendendo l'evoluzione della trattativa dal Brasile dove è in vacanza. E in attesa potrebbe anche esserci l'Inter che non ha particolare fretta di chiudere, soprattutto se, come sembra, continuerà a tenere d'occhio anche Quaresma che tanto piace a Mourinho. Il nodo è tutto qui, la trattativa non è affatto una semplice formalità, anche se alla fine è probabile che Mancini finisca a Milano. A quel punto alla Roma basterà fare il conto dei soldi in cassa per poi rigettarsi nella mischia.

 
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Kewell ipotizza la Roma

Post n°1965 pubblicato il 24 Giugno 2008 da Urbe_immortale

«Ora vado in vacanza, poi deciderò il mio futuro. Senza fretta»

«Adesso vado in vacanza, al ritorno deciderò il mio futuro». Ovvero tra una settimana circa. A parlare è Harry Kewell, possibile rinforzo della Roma per la prossima stagione. Alcuni quotidiani britannici nei giorni scorsi avevano accostato il suo nome a quello del club giallorosso. Un obiettivo possibile quello di "the Jewel", "il gioiello", come lo chiamavano negli anni della esplosione ad alti livelli con il Leeds. Il fantasista australiano allora era considerato una grande promessa del calcio internazionale, tanto che cinque anni fa il Liverpool puntò su di lui. Un investimento sfortunato, per colpa degli infortuni che hanno tormentato il giocatore in queste stagioni, al punto da spingere Rafa Benitez e i Reds a non rinnovargli il contratto che arriverà a scadenza il 30 giugno. Proprio tra una settimana, quella che Kewell si è preso per riflettere.
Ma prima di andare in vacanza è stato lui stesso a fare il punto della situazione, direttamente dall'Australia dove domenica ha giocato una gara di qualificazione al Mondiale con la sua Nazionale: «Vado in vacanza per una settimana, al mio ritorno deciderò il futuro. Per il momento penso solo a rilassarmi. Anche perché in questo periodo tutti i club prendono tempo. C'è ancora molto tempo davanti e un lungo percorso da fare, non ho fretta». Gli chiedono esplicitamente della possibilità di trasferirsi alla Roma e lui risponde: «E' una città bellissima, ci sono stato una volta quando ero più giovane». E anche altre due per motivi calcistici, quando con il suo Leeds affrontò per due anni consecutivi i giallorossi. Era l'uomo del momento, la sua valutazione era alle stelle, ora invece la situazione è diversa, e anche per questo sarebbe un obiettivo raggiungibile per la Roma. Potrebbe arrivare a paramentro zero e ricoprire numerosi ruoli: seconda punta, trequartista, centrocampista di fascia. Le qualità tecniche non si discutono, i problemi semmai sono altri, a partire dall'ingaggo. Al Liverpool "the Jewel" prendeva 60 mila sterline a settimana, per un totale annuo di 3,1 milioni di sterline lordi, ovvero 3,9 milioni di euro. Al netto quasi la metà. Ma quello era tanti anni fa. Ora, dopo tanti infortuni, anche il valore del suo ingaggio è calato. Secondo alcuni, chiederebbe 1,5 milioni, mentre la Roma ne avrebbe offerto 1 più i premi, ma c'è anche la possibilità che arrivi semplicemente a gettone.

E poi ci sono i dubbi sulle sue condizioni fisiche, un altro freno ad un possibile trasferimento nella capitale. Kewell sa che deve dimostrare di essere un giocatore ancora integro e soprattutto di dover giocare con continuità per recuperare la forma migliore. E' per questo che, con ogni probabilità, parteciperà alle prossime Olimpiadi, una bella vetrina. «Le ultime due volte ero infortunato - ha detto riferendosi alle ultime edizioni dei Giochi - Le Olimpiadi durano solo due settimane, ma prima devo cercare di capire il mio futuro a livello di club». Gli chiedono se le partite con la Nazionale (domenica l'Australia ha perso 1-0 contro la Cina a Sidney nelle qualificazioni al Mondiale, ma era una squadra sperimentale zeppa di under 23 proprio per prepararsi a Pechino) potranno influire sul suo futuro a livello di club. «Sapete cosa? - ha risposto lui quasi stizzito - Non sono venuto qui per provare niente a nessuno. L'unica persona cui volevo realmente provare qualcosa era il mio vecchio allenatore (Benitez, ndr), solo per dimostrargli che ero in grado di giocare. Ma a parte quello non ho nulla da provare. Ho solo voglia di giocare e di divertirmi».

 
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Oggi l'agente di Di Natale incontra l'Udinese

Post n°1964 pubblicato il 24 Giugno 2008 da Urbe_immortale

Dopo l'errore dal dischetto contro la Spagna Totò costa 10 milioni, non 12
come da richiesta iniziale dell'Udinese. E trattando si può limare ancora

Oggi sarà un giorno importante, se non fondamentale, per capire se davvero Totò Di Natale potrà vestire o meno la maglia della Roma. Oggi, a Milano. Meglio: stasera. Il suo agente Bruno Carpeggiani incontrerà i dirigenti dell'Udinese. Ovvero, e soprattutto, il d.g. Pietro Leonardi. Sarà un vertice cui non parteciperanno emissari della Roma, perché manca ancora (ufficialmente) un'offerta scritta della società. Ma sarà l'occasione per discutere una volta per tutte del futuro dell'esterno d'attacco bianconero. Parlando della situazione del suo assistito sul sito tuttomercatoweb.com , Carpeggiani non ha indicato un giorno preciso per l'incontro con Leonardi & Co.: «Mentre Marchionni rientra nei programmi della società, anche se era stato richiesto dal Genoa, per Di Natale vedremo con l'Udinese, quando rientra il giocatore. Un incontro è previsto in settimana, diciamo da domani (oggi) a venerdì». Carpeggiani attende comunque che la Roma, nel frattempo, si faccia viva con l'Udinese. Non è vero che il patron Pozzo non vuole cedere il calciatore. Il problema, semmai è quanto la Roma è disposta a pagare. Di Natale costa oggi 10 milioni di euro, e non 12: se Pradè si presenta ai dirigenti dell'Udinese con quella cifra, si chiude subito. Con leggermente meno (tipo 8) si può discutere. Con molto meno (5, 6 milioni), diventa difficile. Di Natale paga la svalutation di Euro 2008. Una prima partita pessima da titolare con l'Olanda, una seconda non brillante da subentrato con la Spagna. E l'errore dagli undici metri che ha mandato a casa la Nazionale. Per carità, nessuna intenzione di affibbiare colpe. Di fatto, però, il prezzo del cartellino si è deprezzato rispetto a un mese fa.

Dunque? Dunque, Di Natale alla Roma è tutt'altro che un'ipotesi peregrina. Se davvero servono 10 (e non 12) milioni di euro per prenderlo, si può iniziare a trattare. E questo vuol dire che con una cifra leggermente inferiore, oppure con una comproprietà importante, si può fare. Dipende molto pure dalla strategia di mercato che intende adottare la società. Con la premessa (opportuna e indispensabile) che quanto è stato speso per Vucinic e Riise ritorni quasi tutto in cassa con la cessione di Mancini (probabilmente all'Inter), la prima possibilità è quella di spendere tutto il budget di mercato, 20 milioni di euro, per un solo grande colpo. L'attaccante dei sogni possibili. Non un Drogba, per intenderci. Ma un Huntelaar sì. Un giocatore che faccia reparto da solo, e che magari possa rendere necessario addirittura un cambio di modulo da parte di Spalletti. L'alternativa è quella di utilizzare un parte del "tesoretto" (che poi non è né più né meno che l'utile di bilancio dell'esercizio che si chiude tra sei giorni) per una prima punta e un'altra fetta per l'esterno offensivo.
Di Natale, 31 anni il prossimo 13 ottobre, sarebbe perfetto. Spalletti lo conosce benissimo. Il tecnico ha avuto modo di allenarlo nella stagione magica dell'Udinese, quella 2004/05. Con Iaquinta (altro vecchio e mai tramontato pallino di Spalletti) e Di Michele, Di Natale realizzò sette gol in trentatré gare. L'Udinese centrò il quarto posto, con relativo accesso ai preliminari di Champions League. Poi le strade dell'attaccante e del tecnico si divisero. Di Natale rimase a Udine, Spalletti chiuse (male) con la dirigenza friulana, preferendo una piazza come Roma. Adesso, potrebbe essere venuto il momento del ricongiungimento.

 
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De Rossi: "L'importante è non tirarsi mai indietro"

Post n°1963 pubblicato il 24 Giugno 2008 da Urbe_immortale

Rigore, tiro, Casillas che vola, la Nazionale che esce dagli Europei. Nella gelida penombra dell'Italia che riprende la strada di casa, Daniele De Rossi non trova pace. A caldo e a freddo ripete gli stessi concetti: «Per me è stata una brutta serata anche se sono contento di quello che ho fatto in queste partite. Del rigore sbagliato ho già chiesto scusa ai compagni. Evidentemente non sono bravissimo a battere i rigori, ma preferisco così piuttosto che tirarmi indietro: non potrei mai dire che non me la sento». Qualcuno aveva scambiato questa frase per un'accusa a chi non se l'era sentita. Figurarsi se Danielino è tipo da attaccare qualcuno. Lui, semmai, difende. Come ha fatto mirabilmente sul campo, come ha fatto poi con Donadoni: «Meriterebbe di restare, ma molto dipenderà anche da quello che scriverete voi». Restano nella mente prestazioni di livello assoluto: «Credo di aver fatto bene la mia parte, ma mi dispiace per essere già fuori». Logico che adesso la sua consolazione abbia i colori giallorossi: «Spero tanto di prendermi altre soddisfazioni con la Roma. Ma alla maglia azzurra tengo da morire. Ora andrò in vacanza, il resto si vedrà».
Capita di sbagliare un calcio di rigore. Come capita di segnarli. La prima volta non si scorda mai. Stagione 2002/03, ottavi di ritorno di Coppa Italia con la Triestina, al 90' è 1-1, ai supplementari il risultato non cambia, dal dischetto si presenta per primo De Rossi. Capitan Futuro non sbaglia, la sequenza fila via liscia per i giallorossi, che staccano il visto per i quarti. Daniele ha coraggio, e la storia si ripete in un'occasione decisamente più importante. Berlino, finale di Coppa del Mondo 2006, De Rossi sfida Barthez per terzo, dopo le realizzazioni di Pirlo e Materazzi. Ma soprattutto dopo che Trezeguet aveva spedito la palla sulla parte bassa della traversa. Il ragazzo di Ostia, lo stesso che nel girone di qualificazione era stato crocifisso dalla stampa per la gomitata all'americano McBride, un peccato di gioventù della cui gravità Daniele si era reso immediatamente conto (chiedendo perdono a tutti: McBride, tifosi e ct), batte il rigore con la freddezza di un veterano. De Rossi non fallisce nemmeno quando si tratta di riprendere per i capelli una partita già persa. La partita è all'Olimpico con il Genoa e la Roma viene riacciuffata dopo essere passata in vantaggio con Taddei e avere raddoppiato con una perla da fuori di Vucinic. Tutto finito? Macché. Borriello stende Rodrigo, calcio di rigore a 11' dalla fine. Danielino realizza, poi corre via impazzito baciando la maglia. Certo, succede anche che l'inverso. All'Old Trafford contro il Manchester Capitan Futuro ha l'occasione di riaprire la qualificazione alle semifinali di Champions, dopo lo 0-2 dell'andata. Davanti ha Van der Sar, la porta si fa piccola, la sfera termina sopra la traversa e la Roma esce a testa alta dalla Coppacampioni . Perché capita a chi i rigori ha il coraggio di tirarli.

Capitan Futuro, checchè se ne dica, esce da questi Europei come autentico vincitore morale. Donadoni lo aveva fatto fuori con l'Olanda, l'Italia era letteralmente crollata sotto il peso degli sbagli del suo tecnico. Rapida retromarcia, "suggerita" anche dalla stampa e Daniele si ritrova titolare con la maglia che un tempo fu di Francesco Totti, la numero 10. Una prova maiuscola con la Romania, un'altra supersonica con la Francia. De Rossi non esce più. Considerato ormai il difensore aggiunto, la gamba e il cuore, di questa Nazionale è divenuto un pilastro inamovibile almeno per i prossimi dieci anni. Se pure dovesse tornare in panchina Marcello Lippi, che lo ha voluto con sé ai Mondiali tedeschi, per Capitan Futuro non cambierebbe nulla. E se dovesse ripresentarsi la necessità di tirare un calcio di rigore, state tranquilli che Daniele continuerà a batterli. Perché l'ha detto lui stesso: «Evidentemente non sono bravissimo a battere i rigori, ma preferisco così piuttosto che tirarmi indietro».

 
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Aquilani: "Io a Donadoni dico grazie"

Post n°1962 pubblicato il 24 Giugno 2008 da Urbe_immortale

L'incubo è ancora vivo per quei due ragazzi che hanno la Roma nel cuore e non riescono a metabolizzare quest'altra delusione. L'incubo ha la forma di un rigore sbagliato che si sovrappone a quello dell'Old Trafford e quella di un esordio che nel sogno era stato molto diverso.

Alberto Aquilani con la Spagna non è mai sembrato quello che nella Roma sa essere decisivo, ficcante, pericoloso: «All'inizio mi sono un po' emozionato, poi piano piano ho preso fiducia e penso di aver fatto la mia parte. Ho corso tanto, molto di più di quello che faccio nella Roma, loro facevano girare la palla benissimo e ogni volta che noi ne perdevano il controllo ripartivano in velocità, cercando di tagliarci fuori». Logico che qui abbia corso di più: quando gioca per Spalletti, l'organizzazione tattica consente ad ognuno di svolgere il proprio compito in funzione del movimento del compagno di squadra. La Nazionale è vissuta da sempre, e in particolare con Donadoni, sull'estro dei singoli, senza grande attenzione all'organizzazione generale, senza particolari meccanismi in fase di possesso-palla. Eppure anche Alberto rimette il disco già suonato dai suoi compagni, e non potrebbe essere diversamente: «Devo ringraziare Donadoni per quello che mi ha dato sul piano personale e per quello che ha fatto per la squadra. Fosse per me sarebbe sicuramente confermato, non vedo come si possa parlare di fine di un ciclo».
Aquilani è davvero riconoscente nei confronti del ct. Donadoni l'ha convocato nonostante qualche perpessità dovuta agli infortuni che ne avevano minato la stabilità nel corso della stagione, Donadoni l'ha tenuto quando c'era da eliminare uno dal gruppo dei 24 convocati (Montolivo l'escluso), Donadoni l'ha fatto esordire contro la Francia, Donadoni gli ha dato fiducia mettendolo in campo dal primo minuto al posto di Pirlo, squalificato, contro la Spagna. E proprio i dieci minuti contro la Francia hanno ridato fiducia ad Alberto che per un po' s'era sentito un corpo estraneo a questa nazionale. E' l'inevitabile destino degli ultimi arrivati. Basti vedere che cosa è accaduto su quella palla che Cassano ad un certo punto del secondo tempo ha portato avanti con la Spagna presa in controtempo: dovendo scegliere tra il passaggio orizzontale leggermente arretrato, per favorire la soluzione centrale verso Aquilani, e il cross anche un po' alla cieca verso Toni, il sampdoriano di Bari ha preferito la seconda soluzione, sprecando la superiorità numerica. Ci fosse stato Pirlo al posto di Aquilani forse la scelta di Cassano sarebbe stata diversa. Ma certe dinamiche sono sempre esistite in una squadra di calcio, a maggior ragione quando si parla di nazionale. Anche se chi le "subisce" poi le soffre: soprattutto se il soggetto ha il carattere di Alberto Aquilani.

Poi, fino alla fine, ha sperato nella vittoria, che avrebbe dato magari un senso diverso anche alla sua prestazione: «Quella palla di Camoranesi parata da Casillas col piede l'avevo vista dentro. Lì poteva cambiare la nostra partita e probabilmente il nostro europeo. La Spagna non ha fatto molto più di noi». Ma alla fine forse è stata premiata per la maggior determinazione. Ai rigori ha sbagliato Daniele, se Alberto fosse stato in campo sarebbe toccato anche a lui provare: «Non mi sarei tirato indietro». Come non l'ha fatto De Rossi. Loro sono romanisti.

 
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Torna Lippi... e forse anche Totti

Post n°1961 pubblicato il 24 Giugno 2008 da Urbe_immortale

Lippi lo ha sempre difeso, lo ha portato in Germania con una placca nella caviglia, ha creduto in lui mentre tutta Italia lo voleva fuori squadra. E Totti gli ha dato tutto se stesso, giocando su una gamba sola fino a Berlino. In passato Francesco disse: «Sudafrica 2010? Nì...» E se con il C.T. campione del mondo diventasse sì? Intanto i nostri sono già tornati. Aquilani: «Confermerei Donadoni, mi ha dato fiducia». Spalletti: «Un applauso a chi si è preso le responsabilità»

Francesco Totti potrebbe tornare a giocare in Nazionale. Una possibilità concreta, dopo il fallimento azzurro a Euro 2008 e il conseguente, quasi certo, addio alla panchina di Roberto Donadoni. Nei prossimi giorni il ct dovrebbe andare in Figc per sancire la risoluzione anticipata del contratto. A quel punto la federazione dovrà fare la sua scelta e comunicare il nome del successore. Il tutto in tempi piuttosto brevi, perché le qualificazioni ai Mondiali incombono. La prima uscita della nuova Italia con i tre punti in palio è prevista per il 6 settembre contro Cipro, impegno più che abbordabile in un girone (il nostro è il numero 8) altrettanto abbordabile con Georgia, Montenegro, Irlanda e Bulgaria. Prima ancora ci sarà l'amichevole del 20 agosto a Nizza contro l'Austria che segnerà l'esordio del nuovo Commissario tecnico, che poi potrebbe essere il vecchio. Ovvero Marcello Lippi, che dopo due anni passati a guardare calcio è pronto a tornare in panchina. E quella della Nazionale è per lui la soluzione migliore, perché gli permetterà di dedicare un po' di tempo anche alla famiglia e a se stesso.

Dunque, si va verso il clamoroso ritorno del allenatore campione del mondo che, di fatto, riprenderà da dove aveva interrotto, cioè dalla notte di Berlino, con l'obiettivo di centrare il bis in Sudafrica. Tanti dei giocatori che hanno deluso in Austria diranno addio all'azzurro, in molti casi anche per limiti d'età. Se non sarà rivoluzione, poco ci manca. L'Italia ripartirà da pochi punti fermi, come De Rossi e Aquilani e magari da Francesco Totti. Il capitano giallorosso qualche mese fa aveva riaperto la porta ad un suo possibile ritorno in azzurro. Allo spagnolo "Don Balon" aveva detto: «Non dico né sì né no. Non ho mai detto che non ritornerò. Naturalmente mi piacerebbe giocare il Mondiale in Sudafrica, ma devono cambiare diverse cose. La mia vita attuale, concentrata sulla Roma e sulla mia famiglia, mi piace molto». E adesso le cose sono cambiate, o stanno per farlo. Nell'ottica di un suo possibile ripensamento sulla decisione presa dopo il trionfo del 2006, la presenza di Lippi sarebbe una garanzia. Perché tra i due c'è un grande rapporto, iniziato con l'arrivo del tecnico toscano sulla panchina azzurra e rinsaldato fortemente nel momento dell'infortunio alla caviglia di Francesco. Poche ore dopo il crac, Lippi si presentò a Villa Stuart per rincuorare il capitano giallorosso, dicendogli qualcosa del tipo «Coraggio, vedrai che insieme ce la faremo». E fu così, perché Totti, dopo una così grande dimostrazione di fiducia, lavorò più duramente che mai con un obiettivo davanti a sé. Anche nel ritiro premondiale Lippi se lo "coccolò" e gli ritagliò su misura un ruolo in linea con le condizioni fisiche di quel momento. E Francesco lo ripagò con gare attente, giocate preziose e una rete decisiva, quella su rigore contro l'Australia, quando le gambe di tutti gli altri tremavano. Lui prese quel pallone e lo scaraventò in porta lanciandoci verso la vittoria. Poi entrambi lasciarono, ora entrambi potrebbero tornare. Lippi subito. Francesco, nel caso, tra qualche tempo, quando l'ennesimo infortunio (stavolta ai legamenti del ginocchio) sarà alle spalle. A quel punto ci si potrebbe ripensare, si potrebbe trovare una soluzione che soddisfi tutti: il ct, Francesco e la Nazionale. Che di lui, anche a 34 anni (tanti ne avrà nel 2010), ha sempre bisogno.

 
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