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CIAO GABBO... ONORE!
"Si può morire così, per giunta dormendo? Qualcuno ci deve dire perché. Se parliamo di perdono dobbiamo parlare di giustizia e questa è una morte che chiede giustizia. Ci sarà una giustizia divina sulla quale nessuno può permettersi di parlare, ma ci deve essere anche una giustizia umana, che non sia una vendetta ma che aiuti per quanto possibile a placare gli animi di tanti di noi".
Dall'omelia pronunciata da Don Paolo Tammi durante il funerale di Gabriele Sandri.
In memoria di Gabbo, fratello di questa Urbe Immortale... al di là dei colori
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Viene dopo tante finte battaglie, il giorno in cui c'è da fare sul serio, e si ristabiliscono di colpo le gerarchie naturali:
avanti gli ultimi, i dimenticati, i malvisti, i derisi. Essi ebbero la fortuna di non fare carriera, anzi di non volerla fare, di non smarrire le proprie virtù nel frastuono degli elogi mentiti e dei battimani convenzionali.
Essi ebbero la fortuna di assaporare amarezze sane, ire sane, conoscere lunghi silenzi, sacrifici ostinati e senza lacrime, solitudini di pietra, amicizie non sottoposte all'utile e non imperniate sull'intrigo.
Berto Ricci
KAISERSLAUTERN, 26 GIUGNO 2006:
Lettera della squadra al Presidente Sensi
Ciao Presidente,
ci affidiamo a queste poche righe per dirti tutto quello che a volte magari non siamo riusciti a trasmetterti a voce o attraverso i gesti e i comportamenti.
Qualcuno di noi Ti ha conosciuto dal giorno in cui sei diventato “Il Presidente”, qualcuno ti ha incontrato durante i Tuoi 15 anni di presidenza e qualcuno Ti ha conosciuto da poco, ma in ognuno di noi è rimasto impresso il tuo sguardo profondo, carico di umanità, pur se determinato e a volte, forse per chi Ti conosceva troppo poco, anche un po’ duro, ma nessuno di noi può dimenticare la passione con cui ci hai sempre seguito, anche quando non eri presente fisicamente. Sei sempre stato vicino a noi, a volte come Presidente, altre come un secondo padre.
In questi anni hai saputo coniugare sport e solidarietà umana e sociale, senza mai perdere i valori morali che sono propri dello sport. Hai fatto tanto per la Roma e per Roma, le tue passioni dopo l’amore per la tua famiglia, e i romani e i romanisti – e non solo loro – ti hanno accompagnato con dignità e riservatezza, così come Tu hai affrontato la Tua ultima battaglia, una delle tante ma sicuramente la più dura.
Noi non Ti lasceremo solo e non lasceremo sola la Tua famiglia e la famiglia romanista; la nostra forza sarà l’unione e faremo il possibile per farti sorridere da dove sarai, uno di quei tuoi sorrisi che ci regalavi quando venivi in spogliatoio per darci la carica.
Ciao Presidente, Tu sei sempre con noi.
Il gol di De Rossi alla Fiorentina commentato dal grandissimo e compianto Alberto D'Aguanno
Serie A: 18^ Giornata:
Chievo-Inter
Atalanta-Napoli
Bari-Udinese
Cagliari-Roma
Catania-Bologna
Lazio-Livorno
Parma-Juventus
Sampdoria-Palermo
Siena-Fiorentina
Milan-Genoa
Classifica:
- Inter 39
- Milan* 31
- Juventus 30
- Roma 28
- Parma 28
- Napoli 27
- Palermo 26
- Sampdoria 25
- Bari* 24
- Chievo 24
- Fiorentina* 24
- Genoa* 24
- Cagliari* 23
- Udinese* 18
- Livorno 18
- Bologna* 16
16
- Atalanta* 13
- Catania 12
- Siena 12
* una partita in meno
Marcatori Giallorossi in Campionato
9 reti: Totti.
4 reti: De Rossi.
3 reti: Vucinic.
2 reti: Perrotta, Brighi, Burdisso.
1 rete: Taddei, Mexes, Riise, Menez, Cassetti.
Giudice Sportivo
Multe all'A.S. Roma nel corso della stagione:
€ 77.000,00
Squalificati per la prossima gara di campionato:
Espulsi nell'ultima partita:
5 ammonizioni.
De Rossi.
4 ammonizioni:
Cassetti, Pizarro, Menez, Perrotta.
3 ammonizioni (in diffida):
Totti.
2 ammonizioni:
Vucinic, Andreolli, Mexes, Burdisso.
1 ammonizione:
Taddei, Okaka, Cerci, Vucinic, Doni, Riise, Motta, Guberti, Brighi.
Prossime gare AS Roma
6 gennaio, 18^ giornata:
-
9 gennaio, 19^ giornata:
-
12 gennaio, Coppa Italia, Ottavi di Finale:
-
Europa League
Sedicesimi di Finale:
Panathinaikos-Roma (18 e 25 febbraio)
Marcatori giallorossi in Europa League:
11 reti: Totti.
3 reti: Menez, Okaka, Cerci.
2 reti: De Rossi, Riise, Vucinic.
1 rete: Guberti, Perrotta, Andreolli, Scardina.
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Messaggi del 15/09/2008
Francesco Totti ha provato a rassicurare i tifosi a "Roma Channel": "Abbiamo la possibilità di giocare la finale a Roma. Cercheremo di non farcela sfuggire. I dissapori nello spogliatoio? Dicerie, è unito. Il resto non ci interessa. Il rapporto con Spalletti è ottimo e andiamo avanti per la nostra squadra. Vorrei esserci con il Cluj, perché è un momento difficile per la squadra. Cercherò di mettere in diffiicoltà Spalletti per farmi giocare, poi deciderà lui. Sono al 70%, ma posso dare il mio contributo. Non spetta me decidere un cambio di modulo, penso che continueremo con quello di sempre, però. L'importante è farci trovare sempre pronti. Cosa è successo a Palermo? Non è facile spiegarlo. All'inizio eravamo partiti forti, poi forse è intervenuta la troppa superficialità. Pensavamo che fosse tutto facile, invece quando hanno trovato il pareggio con Miccoli per loro è divenuto tutto facile. A noi servivano Menez e Baptista per fare il salto di qualità, e con il gruppo unito riusciranno ad integrarsi e a dare il loro contributo. In questo periodo, quasi tutte le big sono in difficoltà. Ma dobbiamo guardare a casa nostra e cercheremo di tornare quelli dello scorso anno. Il Milan? Nel calcio succede, sicuramente anche loro faranno un grandissimo campionato. Dopo il ko di Palermo non ho detto niente, perché ognuno sa gestirsi da solo. La doppietta di Daniele in azzurro? Non ho più aggettivi per De Rossi. Quello che sta facendo in Nazionale lo ha sempre fatto con la Roma. Con il Cluj cercheremo di mettere qualcosa in più, ma la competizione già di per sé ti porta a questo. Siamo tranquilli, ma dispiaciuti per quello che sta succedendo. Da capitano dico che ci risolleveremo già da domani in Champions League".
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AQUILANI
ARTUR
BAPTISTA
BERTAGNOLI
BRIGHI
CASSETTI
CICINHO
DE ROSSI
LORIA
MARANGON
MENEZ
MEXES
MONTELLA
OKAKA
PANUCCI
PIZARRO
RIISE
TADDEI
TONETTO
TOTTI
VUCINIC
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Aquilani: "Il gruppo è più unito come e più di prima"
La conferenza stampa di Luciano Spalletti, allenatore della Roma, e Alberto Aquilani, centrocampista giallorosso, a Trigoria, alla vigilia di Roma-Cluj, valevole per il primo turno di Champions League.
LUCIANO SPALLETTI
Qualcosa è cambiato rispetto allo scorso anno? Cosa vuole dire?
Io in questi giorni ho letto diverse provocazioni. Da un punto di vista mio, sono tranquillo per sviluppare la mia professione.
Cosa le ha dato più fastidio?
Fastidiose sono le provocazioni. E' evidente che non stiamo facendo bene, ma io conosco benissimo i miei calciatori, con i quali ho condiviso tre anni splendidi, quindi non sono preoccupato. Vado avanti tranquillo e con grande fiducia.
C'è un dato significativo di cui tener conto: lo scorso anno avevate sempre vinto, giocato bene e subito nessuna rete. Quest'anno le cose sono cambiate.
Non stiamo benissimo, ma se si parla di periodi e di numeri, in questi tre anni ne abbiamo attraversati di peggiore. Sono momenti che si possono creare, se avessimo segnato il rigore, avremmo vinto la Supercoppa. Se avessimo raddoppiato con il Napoli, avremmo vinto. Quello che i nostri calciatori devono sapere è che questi alti e bassi ci stanno nel calcio. Devono avere fiducia nelle loro potenzialità, che sono molte.
Bisogna considerare anche le molte assenze?
Non è una motivazione che voglio portare, ho fiducia nella rosa che ho a disposizione, gli infortuni possono capitare in una stagione calcistica così logorante. Il nostro gruppo si può confrontare contro chiunque, bisogna portare avanti il nostro concetto, senza trovare scusanti.
Conosce il Cluj?
Lo conosco abbastanza bene, ho visto due partite in dvd, ho mandato un mio collaboratore a vederli contro il Bistrica. Sono una squadra che annovera molti calciatori stranieri, molti sudamericani, ha calciatori di qualità, un ambiente carico di entusiasmo, c'è sviluppo nella società, sono saliti di categoria negli ultimi anni. Hanno avuto questo exploit, sia a livello di città che di squadra. Noi dovremo giocare come sempre. Trombetta? E' un ragazzo molto preparato, ha dato ordine ed equilibrio ai suoi ragazzi. Ha portato qualcosa di italiano a quel campionato.
Quanto può aver complicato la situazione inserire in ritardo Menez e Baptista?
Il tempo darà loro la possibilità di inserirsi meglio. Comunque Julio ha già fatto gol, ha già dimostrato qualcosa. Non è certo colpa di uno o due calciatori se le cose non sono andate.
Come si esce da questa situazione?
Lavorando sulla testa, le gambe poi vanno di conseguenza.
Ci sono giocatori che non hanno comportamenti corretti?
Quando si riferisce a nervosismi, che genere di nervosismi? Il mio? Dei calciatori.
Nervosismi come quelli di Cicinho. O altri richiami forti ai suoi ragazzi.
Il mio nervosismo non esiste, sono solo provocazioni. Di Cicinho non è vero niente. Ha finito il suo allenamento ed è andato a casa. I giocatori non li vedo nervosi, noi a Palermo abbiamo perso degli equilibri perché ci si lascia trascinare dalla troppa voglia di fare e viene fuori il risultato che è venuto fuori. Il nervosismo non c'entra, i ragazzi li vedo partecipi e vogliosi di fare.
Si è rotto un meccanismo?
Non si è rotto niente, è sotto gli occhi di tutti che non riusciamo a fare le cose che facevamo, ma la squadra crede nelle sue potenzialità e rimetteremo le cose a posto come abbiamo già fatto in periodi più difficili di questo.
Il Cluj gioca con il 4-3-3. Un vantaggio?
Dipende dall'interpretazione. L'importante sarà stare in partita con ordine per 95 minuti.
Contro il Palermo la squadra è sembrata più allungata. Come mai?
Quando si allunga significa che la squadra partecipa di più alla fase offensiva. Lo stesso discorso di prima, si cerca di andare avanti per portare a casa il risultato. Ma questo a volte è controproducente e bisogna capirlo.
C'è stato un colloquio oggi con i calciatori?
No, l'allenamento c'è oggi pomeriggio.
I suoi rapporti con la società sono cambiati?
Da un punto di vista mio, sono identici da quando sono arrivato. E anche da parte loro nei miei confronti.
Una delle cose più importanti della sua Roma è stata la compattezza del gruppo. C'è qualcosa che può intaccare la coesione di questo gruppo?
La compattezza di squadra, lo spirito della squadra, è un valore che può dare molto allo sviluppo di gioco. Non vedo elementi che possano destabilizzare questa compattezza.
Si sente parlare nelle radio di un suo malessere, di una scarsa sintonia tra lei e la società per le scelte di mercato. Quanto c'è di vero?
Io, per quanto riguarda le radio e la carta stampata, mi limito a parlare in conferenza stampa. Il mercato? La rosa della Roma è composta da elementi adatti per affrontare le competizioni.
Tutti questi infortuni è soltanto una casualità o qualcosa che non funziona nella gestione?
Gli infortunati li vedrò dopo, quando arrivano. Se andiamo a vedere come è avvenuto, è casualità. Mexes, Vucinic e Juan sono partiti per la nazionale che stavano bene, poi sono tornati con degli acciacchi. La gestione degli infortuni non ci preoccupa. Abbiamo uno staff professionale, che sa come lavorare, nessun problema da questo punto di vista.
Perché ha deciso di ripristinare il ritiro?
Per mantenere la serenità all'interno della squadra.
Come potrebbe rovinarsi la serenità nello spogliatoio se si partecipa al ritiro facoltativo?
Per evitare allusioni brutte come quella di Cicinho.
C'è una cosa che lei si rimprovera?
Anche se serve a poco, analizzo spesso quello che ho fatto e trovo qualcosa da migliorare sempre. Ma non serve andare a mortificarsi, serve fiducia e andare a ricercare le nostre qualità.
Lei quanto è felice di trovarsi in questo posto?
Sono qui da quattro anni. Inizialmente avevo da conoscere delle situazioni, ora l'ho conosciuta. Questa esperienza mi ha dato moltissimo, ho instaurato rapporti che mi porterò dietro per tutta la vita. Io ci sto benissimo, al di là dei risultati che possono venire fuori. Darò tutto me stesso, come ho fatto sempre. La squadra anche senza di me potrà fare domani una buona partita.
ALBERTO AQUILANI
Come state vivendo questa situazione? Avete chiesto voi di andare in ritiro?
No, in ritiro decide il mister. E' un momento delicato, ci può stare, siamo consapevoli delle difficoltà che stiamo trovando, siamo concentrati a farle passare subito. Vogliamo, già da subito, ribaltare la situazione.
Avete cominciato dieci minuti da grandissima squadra a Palermo. Poi cosa è successo?
Eravamo scollegati, forse una questione fisica, non lo so. Comunque lo abbiamo capito, ne abbiamo parlato, ora guardiamo a domani.
Quali sono le sensazioni per questa partita?
Fisicamente sto bene, è passato tanto tempo dall'infortunio. Questa è una competizione affascinante, per noi calciatori è sempre bello giocarla. Siamo pronti.
Siete più uniti che mai nello spogliatoio?
La squadra è unita, il gruppo è compatto. E' chiaro che se vinci c'è più allegria, ma il gruppo è unito come e più di prima.
Quest'anno la finale si gioca a Roma, vi siete detti qualcosa tra di voi?
Il fatto che la finale si giochi a Roma, è uno stimolo in più, però sarebbe bello giocarla dovunque. Pensiamo una partita alla volta, mancano ancora tanto tempo.
In passato, per risolvere problemi di spogliatoio, in gruppo siete andati fuori a mangiare una pizza. Può servire questa soluzione?
Non la vedo così tragica la situazione, tanto da andare a mangiarsi una pizza. Ci andremo, ma abbiamo anche affrontato partite difficili fino a ora, ci può stare di non vincere sempre.
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E conseguenze. Perché quando la Roma perde una partita, c’è da fare i conti non solo con i risultati che non arrivano, ma anche con tutto il resto, voci, chiacchiere, spifferi, me l’ha detto un amico del macellaio di Totti, mi ha telefonato per dirmelo il garagista di Taddei e via cantando. Volete, quindi, che il giorno dopo la brutta figura di Palermo, non venisse fuori il caso del giorno? Eccolo. L’allarme, o presunto tale, è arrivato via etere, poco prima dell’ora di pranzo, per mano di SkySport.
Cicinho a Trigoria ha abbandonato l’allenamento, poche parole sufficienti per creare un nuovo caso, o presunto tale, sul brasiliano. Che cosa è successo, allora? Niente. Niente? Sì, niente. Come ieri, sin dal primissimo pomeriggio, si sono affrettati a chiarire i dirgenti e i tecnici della Roma, peraltro anche piuttosto risentiti per questo caso che non è un caso. Nel momento, delicatissimo, che la Roma sta attraversando in questo inizio di stagione, a Trigoria sanno bene come notizie più o meno esagerate, tanto per usare un eufemismo, non abbiano altro effetto che quello di togliere ulteriore serenità a un gruppo che sta facendo una grande fatica a ritrovarsi e riconoscersi.
Si dirà: ma che risposta volete che arrivi da Trigoria? Vero. Come, però, sono vere le parole di Cicinho che ieri abbiamo sentito attraverso il suo amico-procuratore Ricardo Satri. Dire che Cicinho è sembrato sorpreso quando gli abbiamo riferito della sua fuga da Trigoria, è dire poco: «Non capisco come vengano fuori certe storie. A Palermo ho giocato novanta minuti, secondo me bene nel primo tempo non nel secondo. E quando si gioca una partita intera, il giorno dopo è sempre dedicato a un lavoro defaticante. Ed è esattamente quello che ho fatto. Ho fatto un po’ di streching in campo, poi una sauna e infine un massaggio. A quel punto sono andato a casa per dei problemi miei personali. Tutto qui»
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«Il nostro non è un girone facile, e la squadra romena non va sottovalutata. Il calcio romeno ha grandi tradizioni, loro hanno vinto lo scudetto, ed hanno in rosa diversi sudamericani. Non sarà una partita semplice». Ha parlato soprattutto di Champions Christian Panucci, nell’intervista a Guarda che Lupa, che andrà in onda alle 18.30 su Sky Sport 1, alla vigilia di un debutto europeo che lo vedrà nuovamente protagonista, dopo lo sfortunato esordio di sabato a Palermo, arrivato dopo due partite viste dalla panchina, la Supercoppa con l’Inter e la prima di campionato contro il Napoli. Domani sera sarà nuovamente titolare all’Olimpico, come non gli capita da Roma-Atalanta, penultima della scorsa stagione, visto che nella finale di Coppa Italia ha giocato solamente i minuti di recupero, al posto di Aquilani. Nuovamente titolare, in una manifestazione che conosce come pochi altri, 68 presenze, l’ultima il 9 aprile, a Manchester, con la fascia di capitano. «I grandi obiettivi si raggiungono un po’ per volta – ha proseguito il terzino di Savona – e già raggiungere nuovamente i Quarti di finale, come nelle ultime due stagioni, sarebbe un ottimo risultato. Non bisogna avere troppa fretta di crescere, e non si può avere tutto subito: certo, arrivare in semifinale sarebbe bellissimo. La finale a Roma? Quella sarebbe un sogno, per tutti i tifosi, magari contro Liverpool o Manchester».
Contro un calcio inglese che lui conosce piuttosto bene, anche se l’esperienza al Chelsea, nel 2000-01, è durata solamente pochi mesi, otto presenze in prestito dall’Inter prima di passare al Monaco. Li ritroverà quest’anno, nella terza e nella quarta gara del girone, il 22 ottobre a Londra, il 4 novembre all’Olimpico. «E per me è un gran piacere tornare a Londra: l’esperienza in Inghilterra è stata utilissima, non solo dal punto di vista sportivo ma anche sul piano educativo. In questo momento il calcio italiano è inferiore al calcio inglese, ma è solo questione di tempo: il nostro è il migliore, e saprà rimettersi in pari». Ci sarà tempo per il confronto diretto, per ora all’ordine del giorno c’è la sfida coi romeni, che quasi certamente la Roma dovrà affrontare senza la coppia difensiva centrale. Juan è sicuramente out, difficilmente Mexes recupererà in tempo dal problema al collaterale che gli ha fatto saltare la trasferta di Palermo, e così accanto a Panucci ci sarà nuovamente Simone Loria, che pure all’esordio in maglia giallorossa ha accusato qualche battuta a vuoto, in particolare sul gol del pareggio di Miccoli. «Eventualmente per la Champions mi farò trovare pronto – ha dichiarato l’ex difensore del Siena a Sky Sport 24 – Spalletti ci ha detto dopo la partita di continuare a dare il meglio, e io mi impegnerò al massimo. La rosa comunque è ampia per fronteggiare tutte le competizioni».
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In un'intervista rilasciata a Il Romanista, Carlo Mazzone parla del momento della Roma: "Ma voi giornalisti vi siete accorti che in campo mancava mezza squadra? E soprattutto che non c'era Francesco Totti?". Proprio della Roma targata Mazzone l'ultima partenza così: era il 1995/'96, stagione che avrebbe concluso l'avventura giallorosa del tecnico. "Ma quella era una situazione diversa. Quella Roma era figlia dell'emergenza. Ogni anno andava stravolta buona parte della rosa. Spalletti, invece, può contare su un gruppo affiatato, che è cambiato pochissimo negli anni".
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«Ci sto convivendo, ho fatto una puntura per giocare. Ma l'operazione non sarà necessaria»
«Il problema al ginocchio? Cambierò cura». A parlare è Alexander Doni, uno dei pochi giallorossi che in questo inizio di stagione non ha visto calare il suo rendimento in campo. Una situazione che ha quasi del miracoloso se si considera che il portiere brasiliano, dall'inizio del ritiro, è alle prese con un'infiammazione al tendine rotuleo del ginocchio destro che non gli sta dando tregua. «Il dolore? - ha sottolineato a Sky - c'è e ci sto convivendo. Ho fatto una puntura per giocare, ora però abbiamo deciso di cambiare cura. L'operazione non servirà. Io ho giocato bene, sopportando il male». La Roma, in questo momento delicato, non può rinunciare all'estremo difensore giallorosso, anche perché gli eventuali sostituti, ovvero Artur e Julio Sergio, non sembrano all'altezza. Così Doni continuerà a stringere i denti e la musica non cambierà neanche per il match contro i romeni, dove l'ex Juventude farà di tutto per non mancare: «Dobbiamo mettere a posto tante cose. Il problema al ginocchio è sempre lo stesso, ma farò di tutto per esserci in Champions».
D'altronde quella con il Cluj è una sfida fondamentale per la stagione giallorossa, che potrebbe avere una svolta positiva proprio attraverso un successo con i romeni, che permetterebbe di iniziare con il piede giusto il cammino in Champions League. Prima di tutto sarà necessario blindare la porta romanista e di sicuro qualche possibilità in più potrà esserci con il titolare tra i pali. Doni, in queste prime apparizioni, ha sempre realizzato ottime prestazioni e anche a Palermo non è stato da meno. Se alla fine, in Sicilia, si è perso 3-1, le colpe non si possono dare all'ex Juventude autore di un paio d'interventi decisivi quando la gara ancora non era compromessa.
Ma l'incontro di Champions con i romeni sarà l'inizio di un tour de force che vedrà i romanisti giocare tre gare a settimana sino al 5 ottobre, giorno della trasferta di Siena. Una moltitudine d'impegni che andranno a gravare sulla condizione di Doni, che già al momento sembra al limite. Non va dimenticato che il portiere non ha praticamente svolto la preparazione a causa dell'infiammazione al tendine e nel corso degli allenamenti non può forzare limitandosi a del lavoro di contenimento. Tant'è che sino ad ora, solo alla vigilia delle partite, il numero 32 ha potuto lavorare con il resto del gruppo, disputando anche le partitelle in famiglia. Cambiando cura, ci si augura che l'ex Juventude possa pian piano sfiammare il tendine e ritrovare una condizione accettabile che non lo costringa sempre a scendere in campo al limite. Il periodo più duro sta arrivando, con una serie interminabile d'impegni tra campionato e Champions League, che porteranno il brasiliano a stringere ancora i denti. La speranza è che possa ancora rispondere presente.
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Mirko pronto per il rientro, niente da fare per Simone, si proverà per Mexes
Vucinic ci sarà. È questa l'unica buona notizia che viene dall'infermeria giallorossa, in vista della partita di Champions con il Cluj. Con Perrotta e Juan out e la coppia De Rossi-Mexes in forte dubbio, il solo in grado di recuperare appare infatti l'ex Lecce. Il montenegrino, rientrato dagli impegni in nazionale con una lombalgia acuta, si è preferito non rischiarlo al Barbera, per poterlo così riavere nell'incontro con i romeni. Una sfida che assume già un significato importante per la stagione giallorossa, visto che dopo gli stenti iniziali è necessaria da subito una scossa. Di sicuro, il rientro di Mirko, potrà dare una mano in tal senso, considerando che nei momenti "caldi" ha sempre risposto presente. Il montenegrino, ieri, non è andato oltre della fisioterapia; un trattamento utilizzato per attenuare il fastidio alla schiena, oltretutto già presentatosi nel corso di questa estate, e consentirgli di tornare a lavorare con il gruppo alla vigilia della gara di Champions. Su Vucinic, Luciano Spalletti, potrà perciò contare.
Discorso diverso è invece quello che riguarda Simone Perrotta e il brasiliano Juan. L'ex Chievo, dal 29 agosto, è fermo per un infiammazione al tendine d'Achille che gli ha anche impedito di rispondere alla convocazione con la maglia azzurra per la doppia sfida a Cipro e Georgia. Due match a cui ha dovuto dare forfait così come a quelli che hanno aperto il campionato della Roma contro Napoli e Palermo. La sua situazione è in miglioramento, tant'è che da un paio di giorni sta svolgendo della corsetta sul campo (così è stato anche ieri), ma è probabile che tornerà con il gruppo non prima del match di campionato con la Reggina. Non recuperabile per la gara con i romeni è anche il brasiliano Juan, fermatosi per un risentimento muscolare all'adduttore mentre si allenava con la Seleçao. L'ecografia svolta sabato ha escluso ogni tipo di complicazione, ma l'ex Leverkusen verrà tenuto sotto controllo per evitare rischi. Ieri, non a caso, non è andato oltre della fisioterapia.
In fortissimo dubbio, per l'esordio stagionale in Champions, sono invece Daniele De Rossi e Philippe Mexes. Capitan Futuro, vittima di uno stiramento al collo contro il Palermo, molto probabilmente sarà costretto a dare forfait contro il Cluj. Il problema di cui soffre limita inevitabilmente la mobilità di Danielino che, solo per fare un esempio, con questo fastidio non è in grado di colpire di testa. Lui, però, con i romeni vuole esserci e non ha alcuna intenzione di tirarsi indietro, anche se l'infortunio lo costringerà molto probabilmente a guardare la partita dalla tribuna. Qualche chance in più, rispetto a De Rossi, sembra invece esserci per Mexes. Il francese, vittima di una distrazione al collaterale mediale subita con i Bleus, ha svolto ieri solo della fisioterapia e appare in forte dubbio con i romeni. Ma Spalletti, con Juan out, spera di recuperare almeno uno dei due centrali titolari; così Philippe, se la sua condizione glielo permetterà, stringerà i denti.
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Il tecnico parla ai giocatori, chiede particolare attenzione anche durante l'allenamento e, d'accordo con la società, decide di restare a Trigoria insieme alla squadra in questa vigilia di Champions. Bruno Conti: «Siamo tutti convinti di poter fare bene. Ricominciamo da quello che abbiamo fatto l'anno scorso, a partire dal Cluj». La decisione del ritiro è stata accettata da tutti i giocatori.
Tutti in ritiro. Eccola la prima risposta di Luciano Spalletti al sabato nero della Roma. E non è roba di poco conto per il tecnico che per primo in Italia ha portato una cultura che sembrava potesse appartenere solo ad altri campionati, ad un altro calcio, molto distante dalle pressioni e dalle tensioni della Serie A. Troppo brutta la squadra maltrattata dal Palermo per 75 minuti, la stessa che aveva subito per un tempo il Napoli in dieci uomini, per continuare con il ritiro facoltativo che aveva caratterizzato gli ultimi due anni della sua gestione a Trigoria. Spalletti, di comune accordo con la società, è tornato sui suoi passi. Non una punizione nei confronti della suoi ragazzi, piuttosto la voglia e la necessità di invertire subito la tendenza, di ritrovare quell'alchimia perfetta che aveva permesso solo pochi mesi fa di arrivare a 30 minuti dallo scudetto. Tutti d'accordo sulla decisione, compresa la squadra che stava già pensando a questa soluzione. I giocatori, perfettamente consci del momento difficile, hanno ascoltato con attenzione il discorso che Spalletti ha fatto loro ieri mattina alla ripresa degli allenamenti, invitandoli a un maggiore impegno durante tutte le sedute settimanali. Insomma, per uscire dalla crisi (o qualsiasi cosa le prime due partite di campionato rappresentino) la soluzione è, come sempre, il lavoro.
«Abbiamo perso identità? A me sembra che sia tutto sistemabile» aveva detto il tecnico subito dopo la partita col Palermo. Tutto sistemabile, magari già da domani contro il Cluj. Perché stavolta non ci sarà la lunga ed inutile sosta con mezza rosa via con le nazionali, con troppi infortunati e la conseguente impossibilità di mettere mano ai difetti palesati al debutto. Stavolta sarà tutto diverso, non ci sarà tempo per rimuginare. Domani si torna in campo. Un bene o un male? Per Bruno Conti «E' meglio giocare, subito. Dobbiamo ripartire immediatamente. Il calendario ci mette alla prova. Avremo la Champions, poi Reggina, Genoa e Atalanta». E' stato lui, il direttore tecnico giallorosso, a cercare di riportare un po' di ottimismo nella domenica dei tifosi romanisti che si risvegliavano ancora cupi per quanto visto al Barbera. «Noi e la squadra siamo convinti che possiamo ripartire da ciò che abbiamo fatto l'anno scorso - ha detto intervenendo a Sky Sport 24 - Adesso guardiamo al futuro e alla partita di martedì in Champions. Siamo tutti convinti di poter far bene». Lo sperano tutti, compresi quelli che ancora non riescono ancora a capacitarsi dell'involuzione di una squadra che, fino a ieri l'altro, insegnava calcio in Italia e in Europa.
Quell'Europa che quest'anno incoronerà la sua regina proprio qui a Roma. Una di quelle occasioni che non capitano due volte nella carriera di un giocatore. E allora Conti, Spalletti, i giocatori, sono pronti a ripartire. A ritornare grandi.
La Roma quindi risponde alle critiche ed alle voci di malumore interno con l'unità di intenti. Il colloquio tra Spalletti e la squadta è andato in scena nella palestra del Bernardini. Durante il confronto, durato un quarto d’ora circa, sono stati rivisitati gli aspetti negativi della sfida contro il Palermo. Si vocifera tuttavia che i giocatori non ascoltino più l'allenatore come negli anni passati. Alcuni collaboratori del tecnico, uno in particolare, sarebbero addirittura poco graditi alla gran parte della rosa.
Per non gettare al vento un’intera stagione, però, i calciatori hanno deciso di rafforzare il legame tra loro ed hanno stretto un patto attraverso il quale far tornare ai massimi livelli il club. Uniti verso la meta, dunque. Per rispetto dei tifosi, della società e nei propri confronti. E così è stato deciso di ripristinare il vecchio ritiro prima di una gara. Stanotte tutti dovranno dormire al Fulvio Bernardini.
Contro il Cluj, la Roma scenderà in campo agguerrita. Totti avverte ancora dolore al ginocchio operato nell’aprile scorso, ma stringerà i denti. Vuole essere presente. Così come Cicinho. Nel corso dell’allenamento, sembrava che il brasiliano si fosse allontanato senza motivo dal terreno di gioco e si temeva un'altra lite con il mister. Non esiste alcun giallo invece fanno sapere da Piazzale Dino Viola; il brasiliano è tornato a casa per dei suoi problemi personali che necessitavano della sua presenza a casa. In difesa, martedì sera, dovrebbe trovare posto Mexes. Il francese sta riprendendosi dalla distrazione al collaterale mediale del ginocchio sinistro occorsagli durante il ritiro con la Nazionale transalpina. Più complicato sembra il recupero di Juan, ancora alle prese con un risentimento muscolare alla coscia sinistra.
E De Rossi? Lo stiramento al collo ancora tormenta il ragazzo di Ostia, che tenterà ad ogni modo di tornare a disposizione. Non sarà facile, comunque. Anche Perrotta con tutta probabilità sarà costretto a dare forfait. Al contrario, Vucinic dovrebbe essere quantomeno convocato. Tra i pali, si sistemerà regolarmente Doni. L’equipe medica guidata dal dottor Brozzi ha «deciso di cambiare cura» per allontanare in modo definitivo la tendinopatia che affligge il portiere da tempo. In tal modo «non servirà operarsi», ha spiegato lo stesso numero 32. Un dato positivo per Spalletti. Anzi, per il gruppo.
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Inviato da: IOXTEFOREVER
il 13/11/2009 alle 02:46
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il 08/10/2009 alle 14:57
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il 27/09/2009 alle 15:13
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il 08/07/2009 alle 11:25
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il 21/06/2009 alle 17:15