Creato da Urbe_immortale il 11/09/2006
Blog dedicato all'A.S. Roma, la squadra della Capitale!

Lettera della squadra al Presidente Sensi

Ciao Presidente,
ci affidiamo a queste poche righe per dirti tutto quello che a volte magari non siamo riusciti a trasmetterti a voce o attraverso i gesti e i comportamenti.
Qualcuno di noi Ti ha conosciuto dal giorno in cui sei diventato “Il Presidente”, qualcuno ti ha incontrato durante i  Tuoi 15 anni di presidenza e qualcuno Ti ha conosciuto da poco, ma in ognuno di noi è rimasto impresso il tuo sguardo profondo, carico di umanità, pur se determinato e a volte, forse per chi Ti conosceva troppo poco, anche un po’ duro, ma nessuno di noi può dimenticare la passione con cui ci hai sempre seguito, anche quando non eri presente fisicamente. Sei sempre stato vicino a noi, a volte come Presidente, altre come un secondo padre.
In questi anni hai saputo coniugare sport e solidarietà umana e sociale, senza mai perdere i valori morali che sono propri dello sport. Hai fatto tanto per la Roma e per Roma, le tue passioni dopo l’amore per la tua famiglia, e i romani e i romanisti – e non solo loro – ti hanno accompagnato con dignità e riservatezza, così come Tu hai affrontato la Tua ultima battaglia, una delle tante ma sicuramente la più dura.
Noi non Ti lasceremo solo e non lasceremo sola la Tua famiglia e la famiglia romanista; la nostra forza sarà l’unione e faremo il possibile per farti sorridere da dove sarai, uno di quei tuoi sorrisi che ci regalavi quando venivi in spogliatoio per darci la carica.

Ciao Presidente, Tu sei sempre con noi.

 

Il gol di De Rossi alla Fiorentina commentato dal grandissimo e compianto Alberto D'Aguanno

 

Coppia di Campioni!

 

Il Capitano e Capitan Futuro

 

Serie A: 18^ Giornata:

Chievo-Inter

Atalanta-Napoli

Bari-Udinese

Cagliari-Roma

Catania-Bologna

Lazio-Livorno

Parma-Juventus

Sampdoria-Palermo

Siena-Fiorentina

Milan-Genoa

 

Classifica:

  1. Inter   39
  2. Milan*   31
  3. Juventus   30
  4. Roma 28
  5. Parma   28
  6. Napoli   27
  7. Palermo   26
  8. Sampdoria   25
  9. Bari*   24
  10. Chievo   24
  11. Fiorentina*   24
  12. Genoa*   24
  13. Cagliari*   23
  14. Udinese*   18
  15. Livorno   18
  16. Bologna*   16
  17.    16
  18. Atalanta*   13
  19. Catania   12
  20. Siena   12

* una partita in meno

 

Marcatori Giallorossi in Campionato

9 reti: Totti.

4 reti: De Rossi.

3 reti: Vucinic.

2 reti: Perrotta, Brighi, Burdisso.

1 rete: Taddei, Mexes, Riise, Menez, Cassetti.

 

Giudice Sportivo

Multe all'A.S. Roma nel corso della stagione:

€ 77.000,00

Squalificati per la prossima gara di campionato:

 

Espulsi nell'ultima partita:

 

5 ammonizioni.

De Rossi.

4 ammonizioni:

Cassetti, Pizarro, Menez, Perrotta.

3 ammonizioni (in diffida):

Totti. 

2 ammonizioni:

Vucinic, Andreolli, Mexes, Burdisso.

1 ammonizione:

Taddei, Okaka, Cerci, Vucinic, Doni, Riise, Motta, Guberti, Brighi.

 

Prossime gare AS Roma

6 gennaio, 18^ giornata:

 -

9 gennaio, 19^ giornata:

 -

12 gennaio, Coppa Italia, Ottavi di Finale:

 -

 

Europa League

Sedicesimi di Finale:

Panathinaikos-Roma (18 e 25 febbraio)

Marcatori giallorossi in Europa League:

11 reti: Totti.

3 reti: Menez, Okaka, Cerci.

2 reti: De Rossi, Riise, Vucinic.

1 rete: Guberti, Perrotta, Andreolli, Scardina.

 

« La Roma non ha mai pianto

e mai non piangerà:

perché piange il debole,

i forti non piangono mai. »

Dino Viola

 

Immenso Capitano

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Rabona di Aquilani e gol del Capitano al Milan

Il fantastico gol del Capitano a Marassi

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CAPITAN FUTURO! D.D.R.!

 

    

 

 

 

 Francesco, Daniele e Simone

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    CAMPIONI DEL MONDO!

  

Vivi come se tu dovessi morire subito,

 pensa come se tu non dovessi morire mai.

 

Messaggi del 10/11/2008

Come il bollito piemontese...

Post n°2484 pubblicato il 10 Novembre 2008 da Urbe_immortale

Dover necessariamente scrivere qualcosa dopo la prova di Bologna è quantomeno cosa ardua. In questa stagione sta subentrando, cosa che accade di rado alla nostra tifoseria, quel distacco nei confronti di una squadra, un allenatore e una società che non sembrano più essere i riferimenti per noi che abbiamo sempre amato e sostenuto la Roma in ogni sorte e condizione climatica.

C’erano tante speranze ora sotterrate da una montagna di punti che mancano non dalla vetta ma dalla possibilità di arrivare tra le prime quattro, poi c’era tanta rabbia per decisioni arbitrali incredibilmente (ma manco tanto visto lo storico degli arbitri italiani nei confronto dell’A.S.R.) a senso unico, ma poi alla fine, proprio alla fine resta una squadra che sembra bollita come un pezzo di carne sulle tavole piemontesi.

E’ colpa dell’allenatore? Sicuro. Le colpe sono anche le sue se una squadra non si regge in piedi in tutti i suoi effettivi, i giocatori cambiano ruoli come Rocco Siffredi cambia partner, non si riesce a creare uno straccio di gioco.

E’ colpa dei giocatori? Per forza, il Catania con 11 illustri sconosciuti lotta su ogni palla, la stessa Lazio con giocatori rimediati all’ultimo minuto ha sempre giocato a calcio, l’Udinese gioca bene con gli scarti nostri e i parametri zero, anzi vende ogni anno ma non per questo gioca peggio.
Ci si obietterà, ma così non vince niente! E invece noi che vinciamo??? Storicamente cosa abbiamo mai vinto??
Briciole in confronto alle potenzialità di molte formazioni che abbiamo messo in campo.

E’ colpa della società? Ovvio. Non si diventa manager del calcio dall’oggi al domani; non è facile neanche essere timonieri di una realtà difficile come l’A.S.Roma, collocata in una realtà ancora più infame e bastarda come il calcio italiano; però se tante cose accadono è proprio perché non c’è il Leonardi di Udine a fare mercato o gli scarpari di Firenze che volenti o nolenti se un giocatore vuole andare via, lo bloccano e non se ne parla, poi magari ci rimettono pure in soldi ma non in palle (Toni e Mutu).
Avessimo lasciato magari Chivu a bollire un anno in tribuna o Mancini a tagliare l’erba di Trigoria per ancora belli e lunghi 500 giorni che mancavano alla scadenza del contratto, magari qualcun altro ci avrebbe pensato nel futuro prossimo prima di decidere di andare via un anno prima, ma per evidenti problemi economici abbiamo rafforzato l’unica squadra che per due anni ci è stata davanti. Non è tanto la scelta tecnica di far restare o mandare o dove mandare i giocatori, è quanto la mancanza di potere su ogni cosa. Noi arriviamo dopo, dopo che hanno deciso altri.

Se non abbiamo possibilità economiche come la storia insegna le strade sono due, o si cede (con garanzie non al primo Tacopina che arriva e se compra er Bologna coi pezzi de carta, i Forti&Tenaci co’ du’ scudi, difende Meredith e torna in palestra a Hollywood), oppure si puntella.
Noi abbiamo la fortuna di poter non puntellare ma di poter costruire proprio una squadra a costo zero.
Volete una formazione? Un bel 4-4-2? Eccola!
Amelia; Panucci – Juan – Mexes - Antunes; Pepe – Aquilani – De Rossi – Cerci; Totti - Vucinic

In panca? Doni – Bovo – Lanzaro – Rosi – Freddi - Galloppa – D’Agostino - Tonetto e Barusso Curci etc.etc. (disponeteli come volete, tanto è solo un esempio).

Acquisti? Qualche serio professionista a parametro zero con un triennale nei limiti del tetto salariale per dare ossatura e nerbo.

Tutti insieme non sarebbero costati niente, anzi solo Vucinic che in tre anni sarebbe stato come un regalo o quasi, tutti insieme, romani, romanisti e affiliati (mexes è più romano di tanti romani), con un allenatore che gli fumano le palle avrebbero lottato e divertito e sicuramente fatto figure migliori di quelle rimediate quest’anno (ma non solo, perchè quando vedi il bicchiere mezzo vuoto ti vengono in mente i 7 gol di Manchester, i 4 di Chievo, i 4 col Napoli, i due derby persi contro stracci bagnati, i 3-0 per te che diventano 3-4 o 3-3...)

Noi andiamo invece alla ricerca di non si sa chi, paghiamo tanto, otteniamo risultati inferiori alle aspettative e stiamo con l’acqua alla gola.
Non ci piace.
Un futuro per quanto fosco possa essere, deve essere conosciuto, e quindi a noi tifosi romanisti ci piacerebbe tanto se Rosella Sensi un giorno apparisse in conferenza dedicata ai tifosi e solo a loro, e invece di ammiccare a questo o quel ladrone dicesse in sostanza "le nostre possibilità sono queste, la Roma non la cediamo se non a chi promette un futuro roseo, sviluppiamo il vivaio lanciamo gli ottimi giocatori che abbiamo e voi tifosi stateci vicino, ora come prima, più di prima", avrebbe fatto 50.000 abbonamenti, saremmo andati a incoraggiare i nostri figli allo stadio così come facciamo ora con il Capitano, Mexes, DdR, Aquilani ecc. e senza illusioni saremmo andati tutti nella stessa direzione.

Facciamo ancora in tempo, a raddrizzare la stagione e la storia dell’A.S.Roma, già domenica c’è il derby, dopo 10 anni arrivano baldanzosi e sicuri del risultato, vediamo se i nostri presunti guerrieri saranno in grado di fare un exploit (che dovrebbe essere normalità) regalarci una bella vittoria e ripartire cercando ogni settimana di superare quella che ci sta davanti in classifica.

 
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5 punti di sutura per Doni

Post n°2483 pubblicato il 10 Novembre 2008 da Urbe_immortale

Tac negativa per il portiere, che domenica sarà in campo
Mexes, coscia fasciata. Domani controlli a Villa Stuart

E' tornata con le ossa rotte la Roma dalla trasferta di Bologna. Non tanto per il risultato negativo, quanto per le condizioni di alcuni giocatori fondamentali, come Doni e Mexes usciti per infortunio, ma anche Panucci che ha giocato nonostante un dolore al ginocchio e Perrotta che è uscito dal campo zoppicando a causa di una botta. E poi c'è Aquilani, che sta sta cercando in tutti i modi di recuperare dall'infortunio muscolare che lo tiene fuori dal 22 ottobre, giorno di Chelsea-Roma.

Domani alla ripresa degli allenamenti lo staff medico giallorosso verificherà le condizioni di ognuno di loro: quelli che destano minori preoccupazioni sono Panucci e Perrotta. Il difensore negli ultimi tempi ha sempre stretto i denti e c'è da giurarci che non si tirerà indietro proprio contro la Lazio; lo stesso discorso vale anche per il centrocampista della Nazionale. Preoccupano un po' invece le condizioni di Mexes. Il difensore francese è uscito alla fine del primo tempo contro il Bologna per un problema muscolare alla coscia destra e gli è stata applicata immediatamente la fasciatura brevettata dal medico sociale Brozzi che serve ad evitare il versamento e quindi ad accorciare sensibilmente i tempi di recupero. Il destino di Mexes, che alla fine della gara di sabato ha dichiarato che il derby lo vorrebbe giocare anche con una gamba sola, è però legato all'ecografia cui si sottoporrà domani. Se darà esito negativo Phlippe con la Lazio sarà regolarmente in campo, altrimenti sarà costretto a vedere il derby dalla tribuna.

Rassicurazioni invece arrivano sulle condizioni di Doni. Per il portiere brasiliano, uscito dal campo con un vistoso taglio in testa dopo un calcio rimediato da Marco Di Vaio, si è trattato solo di un grosso spavento. La tac effettuata sabato sera all'ospedale Maggiore di Bologna ha dato esito negativo e al portiere romanista sono stati applicati "solo" cinque punti di sutura. Per lui non sono previsti nuovi esami in settimana e quindi la sua presenza non dovrebbe essere in discussione.

Aquilani, infine, proverà a esserci. Con tutti gli uomini a disposizione la sua presenza non sarebbe stata indispensabile ma la squalifica di Pizarro potrebbe cambiare le carte in tavola. Alberto è clinicamente guarito dalla lesione al bicipite femorale della coscia sinistra ma non ha ancora ricominciato a lavorare sul campo. Potrebbe farlo domani alla ripresa degli allenamenti e in quel caso, con cinque allenamenti davanti prima del derby, si potrebbe azzardare una sua presenza nella lista dei convocati.

 
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Così male solo l'anno della retrocessione in B

Post n°2482 pubblicato il 10 Novembre 2008 da Urbe_immortale

Fa male anche solo pensarle certe cose. Eppure ieri molti di noi si sono ritrovati a sperare in un gol della Juventus. Magari a sorridere al gol di Del Piero, o a quelli di Milito o ancora a quelli di Mascara e Sabato. Il motivo? Semplice, per rendere meno brutta una classifica comunque inguardabile. Sì, perché se l'amaro pareggio di sabato ci aveva permesso di rimanere davanti al Bologna, ieri una sfavorevole combinazione di risultati avrebbe rischiato di portarci al terzultimo posto in classifica, o addirittura il penultimo in coabitazione (anche se con la partita con la Sampdoria da recuperare), e comunque in piena zona retrocessione. Non è andata così, perché la Juve ha battuto il Chievo e il Genoa la Reggina, tenendocele entrambe alle spalle. Positivo anche il ko proprio nel finale del Cagliari a Catania (ora i sardi ci sono davanti di due sole lunghezze).

Pensare seriamente al rischio della B può sembrare una esagerazione, ma forse non lo è. La Roma non è certo una squadra che tecnicamente potrebbe rischiare la retrocessione, ma non lo era neppure, tanto per fare un esempio, la Fiorentina della stagione 1992-1993, che aveva in rosa gente come Batistuta, Effenberg, Laudrup, Baiano. Eppure finì giù, perché fino a poche giornate dal termine nessuno credeva realmente di rischiare il peggio. Quando se ne resero conto, era ormai troppo tardi.

E i segnali arrivati in settimana dall'ambiente giallorosso non sono particolarmente confortanti in questo senso. Perché tutti pensano che la B sia qualcosa che non ci riguarda, nessuno a Trigoria vuole credere a un'ipotesi così negativa. Non lo vorrebbero neppure i tifosi romanisti, ed è per questo che molti già da ieri hanno cominciato a guardare i risultati di Chievo, Reggina e Cagliari. Della serie "meglio prevenire che curare". E domenica c'è il derby, l'ultima chiamata per i giocatori, o l'ultima spiaggia. Una partita speciale, un campionato nel campionato, chiamiamola come ci pare, ma soprattutto una partita nella quale fare punti, tenendo d'occhio quello che fanno le altre. E il prossimo turno potrebbe essere favorevole visto che il Chievo andrà a San Siro col Milan, la Reggina a Udine, il Cagliari ospiterà la Fiorentina e il Bologna andrà a Siena. Noi invece avremo il derby, poi il Lecce fuori e la Fiorentina in casa per chiudere il mese di novembre. Nove punti a disposizione per togliersi il prima possibile dalla zona calda, guardando con attenzione i risultati delle squadre più vicine in classifica.

La Roma così in basso dopo le prime dieci partite del campionato non si era mai vista (o quasi) negli ultimi trent'anni. Otto punti in dieci gare sono veramente una miseria e applicando il criterio dei tre a vittoria anche ai tornei del passato scopriamo che l'ultima volta in cui andò così male (ma comunque un po' meglio di oggi) risaliva proprio a trenta anni fa, ovvero al campionato 1978-79. Quello che iniziò con Giagnoni in panchina e che finì con la coppia Valcareggi-Bravi e un drammatico Roma-Atalanta 2-2 con pareggio di Pruzzo che significò salvezza. C'erano ottantamila persone sugli spalti dell'Olimpico e i giocatori giallorossi si erano fatti crescere la barba per un voto fatto quando le cose si erano messe veramente male. Solo a salvezza acquisita se la tagliarono. Ebbene, con i criteri di oggi, in quel torneo dopo le prime dieci partite la Roma aveva solo 9 punti, frutto di 2 sole vittorie casalinghe (2-0 al Bologna nel giorno del rientro di Rocca con la fascia da capitano e della maglia tutta arancio con calzoncini rossi della Roma e 2-1 all'Avellino per quella che fu la prima vittoria con Valcareggi), 3 pareggi e 5 sconfitte, tra le quali quella per 2-0 all'Olimpico contro il Torino che costò il posto da titolare a P.Conti, autore di una papera su colpo di testa di Graziani e oggetto della contestazione della Tribuna Tevere, alla quale rispose battendo le mani. Al termine della gara, dalla Tribuna Monte Mario, a Giagnoni venne tirato una tazza del bagno.

Con un salto avanti nel tempo verso i nostri giorni scopriamo che dopo quell'annata balorda e lo splendido ciclo dell'era Viola-Liedholm di inizio anni '80 la Roma ebbe una partenza così brutta nel 1984-85, primo anno di Sven Goran Eriksson sulla panchina giallorossa. Undici punti in dieci gare, frutto di una sola vittoria (2-1 all'Olimpico alla Fiorentina), una sconfitta (2-1 a S.Siro col Milan con gol d'apertura di Agostino Di Bartolomei, passato in rossonero) e ben otto pareggi, che fecero soprannominare Eriksson "mister X".

Ma il ciclo veramente negativo della Roma, in fatto di brutte partenze in campionato simili a quella di quest'anno, è stato quello tra il 1992 e il 1996. Nel 1992-93, con Boskov, si fecero undici punti in dieci partite come con Eriksson nel 1984-85, ma in questo caso furono il frutto di tre vittorie, due pareggi e ben cinque sconfitte. Clamorose quella della prima giornata in casa col Pescara (0-1, gol di Nobile) e l'altra all'Olimpico con il Brescia (2-3). Il momentaccio fu in parte allontanato con la vittoria casalinga alla decima contro l'Ancona, che era passato in vantaggio con Lupo e che venne rimontato con le reti di Comi e Carnevale.

Nella stagione seguente, 1993-94, arrivarono Sensi e Mazzone, ma la Roma partì male lo stesso: dodici punti in dieci gare (e undicesimo posto in classifica insieme al Foggia) in virtù di tre vittorie, tre pareggi e quattro sconfitte, tra le quali le due clamorose all'Olimpico con il Napoli (2-3) e la Cremonese (1-2). Tra i pari l'1-1 del derby con gol di Piacentini e dell'ex Di Mauro.

Ancora con Mazzone, nel 1995-96, era arrivata l'ultima partenza così brutta da assomigliare a quella pessima di quest'anno. Tredici punti in dieci gare e decimo posto frutto di tre vittorie, quattro pareggi e tre sconfitte.

Allargando il discorso al passato e contando sempre i tre punti a vittoria, scopriamo che nella stagione in cui la Roma retrocesse in B (1950-51) dopo le prime dieci gare aveva gli stessi di oggi: otto, frutto di due vittorie, altrettanti pareggi e sei sconfitte, comprese lo 0-1 nel derby e il 6-0 a Milano in casa dell'Inter.

 
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Presidente, spiegaci...

Post n°2481 pubblicato il 10 Novembre 2008 da Urbe_immortale

Il giorno delle domande è arrivato. Alle 15 di domani, a Trigoria, Rosella Sensi risponderà ai suoi azionisti, e così pure ai romanisti tutti. Per legge. L'assemblea di chi ha investito i propri soldi nei titoli A.S. Roma permetterà di avere un seppur breve contraddittorio («di norma - avverte il regolamento - ogni socio può parlare per dieci minuti e replicare al Presidente per cinque») con la Sensi. Al di là di quanto dirà il Presidente, sarà un'assemblea particolare. Storica. La prima senza Franco Sensi. Ma pure quella che porterà nel Cda la moglie Maria e l'avvocato di Unicredit Group, Roberto Cappelli.

Sarà il giorno delle domande quindi. Perché, d'accordo, i conti della società sono migliorati e il bilancio che gli azionisti si apprestano ad approvare sarà il migliore dal 2004. La cartina di tornasole sono i 38,6 milioni di euro della posizione finanziaria netta consolidata. Ben cinque in più dell'esercizio precedente. Nella relazione sulla gestione, è la stessa Roma a spiegare i risultati di un piccolo miracolo economico: «A decorrere dal gennaio 2004, a seguito della definizione del Piano Industriale, il management di A.S. Roma ha posto in essere una serie di azioni al fine di implementare quanto previsto dalle Linee Guida dello stesso, che hanno permesso di raggiungere previsti obiettivi di equilibrio economico e finanziario nel medio periodo, riducendo in maniera strutturale l'esposizione debitoria».

Si tratta del tanto decantato autofinanziamento. Un equilibrio sottile che si regge sui risultati della squadra. Se fallisci, se non c'entri la zona Champions, va a farsi benedire. Si sa. Quello che invece qualche socio potrebbe domandare al Presidente è altro. A cominciare dalla trattativa estiva per l'acquisto della società. L'avvocato Joe Tacopina sarà pure un personaggio bizzarro. Ma per la seconda volta - la prima volta l'aveva detto a La Repubblica , sabato si è ripetuto sulla Gazzetta - ha raccontato di un'offerta araba (poi rivelatasi inesistente) che ha fatto saltare l'accordo con gli advisor del magnate George Soros. Perché, Presidente?

Passiamo al mercato. L'ultima campagna è stata la più dispendiosa dal terzo scudetto. Investi 22 milioni e mezzo di euro, prendi cinque giocatori (Baptista, Menez, Riise, Loria e Artur) e in una partita decisiva come quella con il Chelsea li spedisci chi in panchina e chi in tribuna. Di nuovo: perché, Presidente?

Dilemma su dilemma, risaliamo al peccato originale. A ItalPetroli. Che con l'assemblea degli azionisti dell'A.S. Roma non c'entra. Oppure sì, perché ne è la controllante. E se la holding dei Sensi non riesce a rispettare il vecchio piano di risanamento concordato con le banche, dovendone contrattare uno nuovo (280 milioni da pagare a Unicredit Group entro il 2010), qualche perplessità viene. Come viene quando si apprende che entro il prossimo 31 dicembre andrà pagata una maxirata da 130 milioni. Un azionista potrebbe fare questa domanda: quanto incideranno i debiti di ItalPetroli sull'A.S. Roma?

E poi, domani nell'assemblea si deciderà una cosa alquanto sconcertante, sconcertante perchè se la classifica della Roma scivola, salgono gli stipendi di chi la gestisce. Otto punti in una classifica spettrale, così brutta la Roma non è stata mai. Non si può dire che la società sia rimasta con le mani in mano invece. Da una parte, disponendo il ritiro (poi... ritirato) sine die. Dall'altra, rinviando a data da destinarsi la stagione dei rinnovi dei contratti dei calciatori. In un quadro generale povero, nessuno può permettersi di avanzare pretese. Eppure, domani l'assemblea degli azionisti deciderà sull'eventuale aumento degli stipendi degli amministratori! Aumento che sarà poi quantificato da un apposito "Comitato per la Remunerazione", composto dall'avvocato Giovanni Ferreri, dal generale Ciro Di Martino e, guardacaso, dal dottor Pippo Marra! Intendiamoci, la Roma è libera di gestire come vuole i propri soldi. Domani, spiegherà però come. Non si discuterà solo del tetto massimo che andrà fissato per gli amministratori, che il 29 novembre 2005 fu deliberato in un milione e mezzo di euro per ogni esercizio e che domani verrà innalzato.

All'ordine del giorno sono stati posti tre punti.

Innanzitutto, sarà presentato il progetto del Bilancio di esercizio e del Bilancio consolidato al 30 giugno 2008. L'utile d'esercizio, ovvero la differenza tra ricavi e costi in un anno di gestione, è stato di 18.699.218,780 euro. Circa 36 miliardi di vecchie lire. Di questi, 934.960,93 euro (il 5%) saranno destinati a riserva legale e 1.869.921,87 euro (il 10%) a riserva per il settore giovanile. Il resto, 15.894.335,90 euro, verranno considerati "utili a nuovo". Tradotto per i non addetti ai lavori, è la cifra che la Roma ha nel portafogli per qualsivoglia operazione. Che sia di carattere tecnico oppure amministrativo.

Il secondo punto che sarà discusso sarà la nomina del nuovo Cda.

Infine, gli azionisti dovranno eleggere il nuovo Collegio Sindacale. A comporlo saranno Marco Lacchini, Alberto Dello Strologo, Lamberto Sanvitale, oltre a Guerrino Cavicchia e Francesco Spanò come supplenti.

 
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