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CIAO GABBO... ONORE!
"Si può morire così, per giunta dormendo? Qualcuno ci deve dire perché. Se parliamo di perdono dobbiamo parlare di giustizia e questa è una morte che chiede giustizia. Ci sarà una giustizia divina sulla quale nessuno può permettersi di parlare, ma ci deve essere anche una giustizia umana, che non sia una vendetta ma che aiuti per quanto possibile a placare gli animi di tanti di noi".
Dall'omelia pronunciata da Don Paolo Tammi durante il funerale di Gabriele Sandri.
In memoria di Gabbo, fratello di questa Urbe Immortale... al di là dei colori
OLTRE 200.000 VISITE AL BLOG!
Viene dopo tante finte battaglie, il giorno in cui c'è da fare sul serio, e si ristabiliscono di colpo le gerarchie naturali:
avanti gli ultimi, i dimenticati, i malvisti, i derisi. Essi ebbero la fortuna di non fare carriera, anzi di non volerla fare, di non smarrire le proprie virtù nel frastuono degli elogi mentiti e dei battimani convenzionali.
Essi ebbero la fortuna di assaporare amarezze sane, ire sane, conoscere lunghi silenzi, sacrifici ostinati e senza lacrime, solitudini di pietra, amicizie non sottoposte all'utile e non imperniate sull'intrigo.
Berto Ricci
KAISERSLAUTERN, 26 GIUGNO 2006:
Lettera della squadra al Presidente Sensi
Ciao Presidente,
ci affidiamo a queste poche righe per dirti tutto quello che a volte magari non siamo riusciti a trasmetterti a voce o attraverso i gesti e i comportamenti.
Qualcuno di noi Ti ha conosciuto dal giorno in cui sei diventato “Il Presidente”, qualcuno ti ha incontrato durante i Tuoi 15 anni di presidenza e qualcuno Ti ha conosciuto da poco, ma in ognuno di noi è rimasto impresso il tuo sguardo profondo, carico di umanità, pur se determinato e a volte, forse per chi Ti conosceva troppo poco, anche un po’ duro, ma nessuno di noi può dimenticare la passione con cui ci hai sempre seguito, anche quando non eri presente fisicamente. Sei sempre stato vicino a noi, a volte come Presidente, altre come un secondo padre.
In questi anni hai saputo coniugare sport e solidarietà umana e sociale, senza mai perdere i valori morali che sono propri dello sport. Hai fatto tanto per la Roma e per Roma, le tue passioni dopo l’amore per la tua famiglia, e i romani e i romanisti – e non solo loro – ti hanno accompagnato con dignità e riservatezza, così come Tu hai affrontato la Tua ultima battaglia, una delle tante ma sicuramente la più dura.
Noi non Ti lasceremo solo e non lasceremo sola la Tua famiglia e la famiglia romanista; la nostra forza sarà l’unione e faremo il possibile per farti sorridere da dove sarai, uno di quei tuoi sorrisi che ci regalavi quando venivi in spogliatoio per darci la carica.
Ciao Presidente, Tu sei sempre con noi.
Il gol di De Rossi alla Fiorentina commentato dal grandissimo e compianto Alberto D'Aguanno
Serie A: 18^ Giornata:
Chievo-Inter
Atalanta-Napoli
Bari-Udinese
Cagliari-Roma
Catania-Bologna
Lazio-Livorno
Parma-Juventus
Sampdoria-Palermo
Siena-Fiorentina
Milan-Genoa
Classifica:
- Inter 39
- Milan* 31
- Juventus 30
- Roma 28
- Parma 28
- Napoli 27
- Palermo 26
- Sampdoria 25
- Bari* 24
- Chievo 24
- Fiorentina* 24
- Genoa* 24
- Cagliari* 23
- Udinese* 18
- Livorno 18
- Bologna* 16
- 16
- Atalanta* 13
- Catania 12
- Siena 12
* una partita in meno
Marcatori Giallorossi in Campionato
9 reti: Totti.
4 reti: De Rossi.
3 reti: Vucinic.
2 reti: Perrotta, Brighi, Burdisso.
1 rete: Taddei, Mexes, Riise, Menez, Cassetti.
Giudice Sportivo
Multe all'A.S. Roma nel corso della stagione:
€ 77.000,00
Squalificati per la prossima gara di campionato:
Espulsi nell'ultima partita:
5 ammonizioni.
De Rossi.
4 ammonizioni:
Cassetti, Pizarro, Menez, Perrotta.
3 ammonizioni (in diffida):
Totti.
2 ammonizioni:
Vucinic, Andreolli, Mexes, Burdisso.
1 ammonizione:
Taddei, Okaka, Cerci, Vucinic, Doni, Riise, Motta, Guberti, Brighi.
Prossime gare AS Roma
6 gennaio, 18^ giornata:
-
9 gennaio, 19^ giornata:
-
12 gennaio, Coppa Italia, Ottavi di Finale:
-
Europa League
Sedicesimi di Finale:
Panathinaikos-Roma (18 e 25 febbraio)
Marcatori giallorossi in Europa League:
11 reti: Totti.
3 reti: Menez, Okaka, Cerci.
2 reti: De Rossi, Riise, Vucinic.
1 rete: Guberti, Perrotta, Andreolli, Scardina.
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Messaggi del 20/11/2009
Le dichiarazioni del Presidente della Roma, Rosella Sensi ai microfoni di Te la do io Tokyo su Centro Suono Sport.
"Sento, ricevo rumors da parte dei tifosi e capisco che è passato un concetto sbagliato. Vorrei quindi chiarire tre concetti.
Non vorrei e non desidererei che passasse per sentenza un atto di parte. Il tribunale non si è ancora pronunciato e non vorrei che si dessero sentenze prima che ci sia un vero giudizio.
Secondo concetto, dopo il linciaggio mediatico che abbiamo sopportato con la massima educazione e con il massimo rispetto, ora siamo veramente stanchi, vogliamo essere tutelati e lo faremo nelle sedi competenti a tutela non solo della famiglia ma, di tutto il gruppo, di tutte le famiglie dei dipendenti del nostro gruppo e di tutta A.S. Roma. Questo è un concetto che vorrei ribadire. Sono stati resi esecutivi dei decreti dai mezzi di comunicazione o da non so chi abbia voluto renderli esecutivi ancora prima che il Tribunale si pronunciasse. La metà di questi decreti ci risulta, come già detto, rigettata dal Tribunale Competente. Ribadisco che se anche la seconda metà dovesse essere rigettata, e siamo in attesa di avere notizie su questo, evidentemente vedremo cosa succederà ed adiremo le sedi competenti.
Vorrei tranquillizzare i tifosi in un senso: Non siamo un gruppo in liquidazione, la Roma è una società sana e solida, ribadisco che non possiamo comprare giocatori che tutti noi vorremmo vedere, però siamo una società che può scegliere dei professionisti competenti. Chiedo ai tifosi, se possibile, di stare vicino alla squadra, perchè la squadra con i tifosi vicini potrà esprimersi al meglio come sempre hanno fatto. Vorrei sentire tifare la squadra. Non lo chiedo come Presidente ma come tifosa della Roma. E lo dico a nome dei ragazzi che vogliono sentirsi incitati e vogliono avere il dodicesimo in campo, che fa la differenza nelle partite."
Cosa ha detto alla squadra?
"Alla squadra ho detto.....sono cose riservate. A me piace parlare con loro e che rimanga tra noi questo dialogo perchè c'è un bellissimo rapporto con i ragazzi. Loro sanno quello che devono fare, ci siamo parlati, come spesso in questo periodo, li ho visti molto concentrati e alla fine gli ho detto Buon Lavoro."
Dopo questi 6 mesi di massacro mediatico come cambierebbe lo scenario se anche gli altri decreti fossero rigettati?
"Adesso più di quello che ho detto non mi sento di dire. Abbiamo affidato tutto ai nostri legali. Ci sapranno dire loro cosa è possibile fare. Io tengo a precisare che non siamo un gruppo in liquidazione, la Roma è una società solida. I nostri legali ci hanno suggerito, nel caso anche la seconda parte di decreti dovesse seguire la stessa sorte della prima, di chiedere noi milioni di euro per danni."
Questo cambierebbe il rapporto di equilibrio che c'è stato fino ad ora?
"Di questo non voglio più parlare..."
Per restare alla cronaca, si parla di rappresentanti di Unicredit che sostengono che le chiacchiere ora stanno a 0...
"Ribadisco che siamo persone per bene e vogliamo onorare il nostro debito. Nulla da eccepire."
Prima dell'estate Unicredit aveva una posizione meno aggressiva nei vostri confronti. Si è chiesta il motivo di questo cambiamento?
"Io degli ultimi 6 mesi di linciaggio mediatico parlo a 360 gradi...evidentemente essendo un linciaggio mediatico è passato attraverso i mezzi di comunicazione e sul perchè Unicredit ha cambiato atteggiamento lo dovete chiedere ad Unicredit. Non posso rispondere io per altri."
Questa estate aveva parlato di cambio di rotta per quanto riguarda la comunicazione... Lo stiamo vivendo ora e lo vedremo anche in futuro?
"Sì....così mi si dirà bla bla bla più facilmente..."
"Noi facciamo informazione bulgara...perchè voi siete quelli dell'informazione bulgara di oggi no??? (ridendo n.d.r.)"
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In un breve intervento , Rosella Sensi ha rinforzato i concetti espressi ieri nella sede di Italpetroli, anche oggi a Trigoria. Il presidente, accompagnata dal marito Marco Staffoli e da Bruno Conti, ha detto: "E' grave parlare di sentenza prima del dovuto. Negli ultimi mesi c'è un lnciaggio mediatico contro la società. Noi non siamo un gruppo in liquidazione: questo deve esser chiaro. La metà dei decreti ingiuntivi sono stati rigettati. Ora staremo a vedere per gli altri. Dopo la decisione del giudice, stabiliremo come muoverci con i nostri avvocati. Della chiacchierata con i giocatori non voglio parlarne, è una cosa tra di noi, ma i ragazzi sanno cosa fare"
Poi sul mercato. "E' chiaro che la Roma non può scegliere tra protagonisti di primo livello, ma a gennaio ci muoveremo sul mercato sicuramente, scegliendo in linea con le nostre possibilità."
Quindi sul pubblico. "Spero che i tifosi vengano numerosi allo stadio domani e nelle prossime occasioni. La squadra ha bisogno di loro"
La Sensi è tornata anche sulla conferenza stampa ad inviti di ieri: "A noi non piace parlare di conferenza stampa di tipo 'bulgaro': la cosa è stata organizzata in poco tempo ed è per questo che non è stato possibile far intervenire tutte le testate"
All'unica domanda consentita del collega di Sky, sulla risposta odierna di Unicredit, il presidente della Roma risponde: "Siamo persone d'onore e onoreremo il debito"
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“La Rosella Sensi vista ieri è una lupa che vuole combattere, una persona decisa – dice Massimo Cecchini de La Gazzetta dello Sport – Mi sono appartato con il marito che mi spiegava che molti giocatori da acquistare contattati si preoccupavano per la situazione ed hanno posto dei paletti.Ho comunque avuto l’impressione di una famiglia intenzionata a tenere la Roma ben salda ancora per molto tempo”.
Anche Guido D’Ubaldo del Corriere dello Sport, presente all’incontro di ieri con la Sensi, ha detto a Radio Radio “Vedo che la faccenda si complica seriamente. Intorno alla Roma ci sarà questa battaglia legale tra un’azionista di maggioranza ed uno di minoranza che complicherà ancor più le cose. Sono convinto anche io che l’eventuale passaggio di proprietà non sarà immediato. Si continuerà ancora con la politica dell’autofinanziamento, e Rosella Sensi vuole continuare a fare mercato anche se sempre con i prestiti”.
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"Il venir meno dell'accordo sul debito non è altro che il riflesso formale della sostanziale impercorribilità del piano messo a punto da Italpetroli, piano sul quale (in uno con l'accordo sul debito) si basavano, come emerge chiaramente dallarelazione sulla gestione, i presupposti della continuità aziendale".
A pagina 9 dell'atto di citazione di Unicredit contro Italpetroli dell'11 novembre rivelato ieri da Il Messaggero e depositato al Tribunale di Roma, i legali dello studio Carbonetti condensano i motivi per i quali chiedono ai giudici la dichiarazione di "nullità o comunque l'annullamento della delibera assemblare del 30 giugno di approvazione del bilancio 2008". Dal documento numero 3 allegato all'atto, risulta che la holding ha chiuso l'esercizio con una perdita di 32 milioni. Nella citazione Unicredit chiede al giudice oltre che di annullare il rendiconto di esercizio, "di condannare la società convenuta (Italpetroli) al pagamento delle spese, diritti e onorari di giudizio, oltre all'iva" Il gruppo romano è invitato a costituirsi almeno 20 giorni prima della data prefissata del 25 febbraio 2010. La banca guidata da Alessandro Profumo, azionista al 49% di Italpetroli di cui è il principale creditore per cassa con 324,9 milioni (a settembre) "interamente scaduto" porta in giudizio la holding controllata al 51% dalla famiglia Sensi perchè "è necessario che nelle valutazioni di bilancio si tenga conto degli effetti della mancanza di continuità aziendale". E il venir meno della capacità di proseguire l'attività dipende dal fatto che non sono stati venduti gli asset il cui ricavato sarebbe servito per onorare le scadenze: i debiti totali sono oltre 400 milioni in quanto oltre a Unicredit c'è anche Mps che avanza 80 milioni. La banca sensese non si è associata alla battaglia giudiziaria anche se potrebbe beneficiare di un eventuale successo. Nell'atto che riprende l'accordo sul debito del 18 luglio 2004 e disdettato da Unicredit il 4 giugno scorso, si fa un riferimento generico agli asset di proprietà del gruppo da vendere: e non essendo esclusa la As Roma, anche il club giallorosso sarebbe rientrato tra i beni da cedere. Anche se finora era stato comunicato che la scelta dei beni veniva affidata al giudizio del management del gruppo. Il ragionamento giuridico di Unicredit per contestare il bilancio di Italpetroli muove da dati di fatto e da conseguenze previste dai principi contabili, cioè i criteri in base ai quali deve compialrsi il bilancio di una società. Allora: il 28 maggio il consiglio ha approvato il progetto di bilancio che è stato poi ratificato dall'assemblea dei soci del 30 giugno "senza che nessuna informativa integrativa venisse fornita rispetto al progetto di bilancio (redatto sul presupposto di continuità prima dell'intervenuta efficacia dell'accordo sul debito) e senza che il collegio sindacale o Pwc (la società di revisione) modificassero o integrasseo le proprie relazioni". Secondo la banca l'assemblea "rappresentava l'ultima chance per amministratori, sindaci e revisore per trarre le dovute conseguenze." Quindi " gli amministratori hanno colpevolmente omesso di indicare la sopravvenienza" cioè il recesso dall'accordo. Recesso che secondo Unicredit ha fatto venir meno il pactum del non petendo, coiè l'impegno a non agire in giudizio per riavere il proprio credito in quanto l'articolo 15(iii) - un modo degli atti giuridici per indicare un capitolo - dell'accordo " tra le casue di risoluzione o recesso, prevedeva, alla lettera c) "la mancata trasmissione ad Unicredit della certificazione del nav al 31 dicembre 2008 entro 120 giorni dalla data di riferimento" Cioè entro il 30 aprile 2009. Il nav è il patrimonio di una società contabilizzando attivo e passivo. Italpetroli solo il 30 giugno "quindi in un momento significativamente successivo al recesso di Unicredit" inviava alla banca la comunicazione del nav. che era positivo ma il 10 novembre Unicredit eccepiva che il nav trasmesso non era stato formulato in base ai principi concordati. I conti dello scorso anno hanno registrato una perdita di 32 milioni nonostante "alcune voci dell'attivo appaiono significativamente sopravvalutate": in particolare i crediti e le partecipazioni che da "sole rappresentano oltre l'85% dell'attivo di bilancio" in quanto contabilizzati in continuità aziendale. "Per effetto di queste gravi irregolarità" si legge a pagina 11 " il bilancio non riporta una rappresentazione attendibile...conseguentemente è affetto da nullità" che " comporta nullità nella delibera di approvazione"
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Una stanza piena di fumo e di rabbia. Intorno a un tavolo la presidente della Roma, Rosella Sensi, il marito Marco Staffoli, la sorella Silvia, e tutto lo staff dirigenziale in ordine alfabetico: Conti, Mazzoleni, Montali e Pradè.
Il convitato di pietra è la UniCredit, la banca che detiene il 49% della Italpetroli e soprattutto vanta circa 324 milioni di crediti dal gruppo. Proprio per questo ieri Il Messaggero ha scritto quanto si ipotizzava, cioè che l'istituto ha chiesto l'annullamento dell'approvazione del bilancio 2008 dopo la rottura (unilaterale) del piano di rientro dal debito, su cui è attivo anche un arbitrato previsto da una clausola. Dopo la richiesta di pignoramenti dei 13 asset in vendita, questo è l'atto che - teoricamente - potrebbe portare alla messa in liquidazione della Italpetroli e dei suoi beni, primo fra tutti la Roma. Andrà a finire proprio così?
La Sensi ruggisce. «L'ipotesi del fallimento è infondata e lo dimostreremo in sedi e tempi opportuni. Noi non abbiamo attaccato, ma reagiremo. Anzi, valuteremo le colpe e chiederemo milioni di danni. Vogliamo giustizia, per noi e chi lavora nel gruppo».
Niente svendite. L'azione di Unicredit, che ieri non ha voluto commentare, non equivale ad un rapido passaggio di proprietà. Per 4 ragioni.
1) I tempi della causa che, cominciando il 25 febbraio, potrebbero essere anche di 4 anni
2) Un supporto politico volto a far sì che i Sensi non restino ostaggio del debito residuo.
3) La ricerca di una partnership portata avanti da Mediobanca (advisor del gruppo).
4) La mancanza di un acquirente che offra una cifra che la proprietà ritiene congrua.
Linciaggio & Mercato. «Da tempo c'è un linciaggio mediatico - dice la Sensi -. Richieste giudiziarie sono state trasformate in sentenze. Ad esempio, i pignoramenti: una metà è stata rigettata (ma solo per vizio di forma), l'altra metà potrebbe esserlo. Se così fosse, quanti danni ci sono stati arrecati? Questo ci ha creato problemi anche sul mercato in estate e potrebbe farlo anche a gennaio. Ci sono calciatori e procuratori che ci hanno detto di no perché la proprietà non era sicura, perché temevano il fallimento. Certo, se i tifosi vogliono Eto'o o Ibrahimovic allora fanno bene a cantare: 'Sensi bla bla bla' perché non possiamo averli, ma a gennaio vogliamo fare acquisti. Non siamo preoccupati per il debito, la Roma è solo il nostro asset più famoso, non il più prezioso. Siamo sempre disponibili ad ascoltare offerte. Un grande imprenditore che ama la Roma e volesse acquistarla (Angelini?) non ha bisogno di vederla svilita se vuole fare investimenti».
Partner & Politica. Sulle «protezioni » la Sensi è chiara: «Letta è un amico di famiglia e l'ho incontrato solo una volta. Vogliamo onorare i debiti, ma non essere trattati come delinquenti. Da 7 mesi viviamo sotto scorta senza aver ucciso nessuno. I nostri stipendi? Le allusioni non ci danno alcun fastidio».
In ogni caso, in attesa dello stadio («attendiamo la legge») il lavoro per cercare soci sembra avviato. La presidente smentisce contatti con gli Emirati Arabi, ma Mediobanca avrebbe incaricato Tarek ben Ammar, ex socio di Berlusconi, di trovare partner interessati a una coabitazione o una banca che si accolli il debito con UniCredit. Non solo. È allo studio una collaborazione tecnica per amichevoli e ritiri invernali col l'Al-Jazeera club dello sceicco Mansour Bin Zayed Al Nahyan, lo stesso proprietario del Manchester City. Poi, chissà, potrebbero cominciare nuovi discorsi.
Titoli di coda sul duetto fra sorelle. Silvia: «Rosella è la più buona di tutta la famiglia». E se diventa cattiva? Replica la presidente: «Chi vivrà, vedrà».
... senza vergogna ne pudore...
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Unicredit chiede al tribunale di Roma che attesti «la dichiarazione di nullità o comunque l'annullamento della delibera assembleare del 30 giugno 2009 di approvazione del bilancio 2008 della Compagnia Italpetroli». L'atto di citazione redatto da Francesco Carbonetti, Fabrizio Carbonetti, Massimo Tesei, secondo quanto ricostruito da Il Messaggero presso fonti giudiziarie, lungo 13 pagine in cui si ricostruiscono gli ultimi eventi, è stato depositato l'11 novembre scorso. L'udienza è fissata per il 25 febbraio 2010.
Il nuovo fronte giudiziario aperto, dopo le 13 richieste di procedimenti esecutivi presentate e i due pignoramenti ottenuti, dimostra che Unicredit ha rotto gli indugi per recuperare il proprio credito, pari a settembre a 324,9 milioni, cui vanno aggiunti altri 100 milioni che Italpetroli deve a Mps. La banca guidata da Alessandro Profumo spiega che avendo l'istituto di credito disdettato l'accordo sul debito - perchè Italpetroli non ha pagato le rate - il bilancio non sarebbe più veritiero perchè non tiene più conto del valore dei crediti e delle partecipazioni. Non c'è quindi, sempre secondo gli avvocati, più continuità aziendale.
Di qui l'ipotesi che il gruppo venga messo in liquidazione con la cessione di tutti i beni, compresa la As Roma, per restituire quanto dovuto. «Gli amministratori ritenevano che il gruppo Italpetroli», si legge nel documento, «si trovasse in una situazione di continuità aziendale e, conseguentemente, predisponevano il bilancio secondo i principi applicabili nella prospettiva della continuazione dell'attività». Ma «la valutazione di continuità, nella situazione di fortissimo indebitamento di Italpetroli, era in buona sostanza basata sull'esistenza di un accordo con il principale creditore, Unicredit - socio al 49% del gruppo di cui la famiglia Sensi ha il 51%, ndr - comprendente tra l'altro, un pactum de non petendo e disciplinante un processo di significative, ma progressive cessioni di asset».
Il progetto di bilancio veniva approvato il 28 maggio dal consiglio e il 30 giugno dall'assemblea, con l'astensione di piazza Cordusio. Pochi giorni dopo l'ok del consiglio, cioè «il 4 giugno Unicredit esercitava il proprio recesso dall'Accordo sul debito». E come conseguenza «veniva meno il pactum de non petendo», cioè l'impegno a non intraprendere azioni giudiziarie per riavere i soldi. Il 15 giugno il Collegio sindacale dava parere positivo al bilancio e «non faceva menzione dell'intervenuta inefficacia dell'Accordo sul debito».
Sempre il 15 giugno anche PriceWatherouseCoopers, società di revisione, emetteva giudizi che «ignoravano l'intervenuta risoluzione dell'Accordo sul debito e le "dirompenti" conseguenze sui bilanci». Il rilievo mosso nella citazione è che tra l'approvazione del consiglio e quella dell'assemblea, è intervenuta la disdetta degli accordi e «di ciò non è stata data alcuna informazione in sede di approvazione». Lo studio Carbonetti si dilunga nell'argomentare che secondo i principi contabili, cioè i criteri alla base della compilazione di un rendiconto, se tra le due delibere intervengono fatti nuovi «gli amministratori dovranno opportunamente modificare il progetto di bilancio.... facendo cadere il presupposto della continuità aziendale. Nel caso specifico essendo stati violati i principi, i bilanci non rappresentano in modo corretto e veritiero la situazione finanziaria e patrimoniale del gruppo Italpetroli, venendo meno il rispetto del fondamentale principio di attendibilità del bilancio».
Nulla viene spiegato nella relazione del cda sulla disdetta dell'Accordo ma «gli amministratori hanno sentito la necessità di indicare, tra i fatti di rilievo intervenuti dopo la chiusura dell'esercizio, il raggiungimento, nel marzo 2009, di un'intesa con Unicredit per un'integrazione dell'Accordo sul debito avente ad oggetto il differimento di alcuni termini previsti». La rata inevasa a dicembre di 150 milioni, avrebbe dovuto essere pagata a luglio. Nella citazione per spiegare i motivi per i quali il bilancio sarebbe da annullare si fa riferimento ad «alcune voci dell'attivo che paiono significativamente sopravvalutate per effetto della mancata applicazione dei suddetti principi».
Italpetroli è una holding, «le poste primariamente interessate sono senz'altro le partecipazioni (iscritte in bilancio per oltre euro 117 milioni) ed i crediti verso le controllate (118 milioni)». Le partecipazioni «sono state valutate al costo (117,8 milioni) a fronte di un valore di patrimonio netto inferiore per oltre 80 milioni (esattamente 35,3 milioni)». Quanto ai crediti «parte significativa di tali rapporti deriva da operazioni infragruppo» e la loro restituzione poggia sull'esistenza dell'accordo sul debito.
Dalle carte si apprendono dettagli finora inediti dell'accordo sul debito del 18 luglio 2008: tra le ipotesi di risoluzione di questo accordo figura la mancata trasmissione ad Unicredit della certificazione del valore del nav - cioè del patrimonio di gruppo al netto delle passività - entro il 30 aprile. Siccome Unicredit non ha ricevuto questa certificazione entro la scadenza, la banca ha ritenuto che il patrimonio fosse negativo. Così il 4 giugno ha notificato il recesso dall'accordo. Italpetroli ha comunicato il 30 giugno a Unicredit, oltre i termini, il valore del nav, positivo, ma il 10 novembre piazza Cordusio «eccepiva che il nav trasmesso non era conforme ai criteri contrattuali poichè includeva significative rettifiche positive, diverse ed ulteriori rispetto a quelle contrattualmente ammesse che, ove scomputate, conducevano ad un risultato negativo del nav».
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È finito il ricovero di De Rossi al Policlinico Gemelli dopo la colica renale accusata nella notte tra mercoledì e giovedì della scorsa settimana. Ieri mattina il centrocampista della nazionale si è sottoposto alle ultime analisi con riscontro positivo e ha lasciato l'ospedale «in buone condizioni generali - spiega la Roma - dopo un breve periodo di riposo domiciliare seguirà uno specifico percorso di recupero della condizione atletica per poi riprendere la regolare attività con la squadra». De Rossi, debilitato dai farmaci assunti in questi giorni, dovrebbe riaffacciarsi a Trigoria nel fine settimana per poi aggregarsi al gruppo da martedì prossimo. Dovrà utilizzare la mascherina protettiva per lo zigomo che gli è stata preparata. Il suo obiettivo è rientrare tra due domeniche a Bergamo con l'Atalanta. Per la partita con il Bari Ranieri non avrà altri indisponibili. Anche Juan è in grado di giocare e verrà risparmiato soltanto per questioni «politiche», nell'ambito della disputa con il Brasile sulla quale interverrà la Fifa. Tutti i nazionali sono rientrati e ieri pomeriggio erano in campo con la squadra, ad eccezione di Vucinic. Ma il montenegrino è il favorito per affiancare Totti in attacco. Il capitano sta bene, si allena senza alcun fastidio ed è pronto al rientro. «Vorrei portarlo al Milan, è un mio vecchio sogno ma so che non si realizzerà mai» ha detto ieri Piersilvio Berlusconi. Per Menez c'è aria di panchina: il tridente può aspettare. A centrocampo al posto di De Rossi giocherà Brighi in coppia con Pizarro, Taddei e Perrotta saranno gli esterni. In difesa Motta è favorito su Cassetti, in mezzo spazio alla coppia Mexes-Burdisso, a sinistra il «solito» Riise. L'unico dubbio riguarda il portiere: Ranieri sembra intenzionato a confermare Julio Sergio ma Doni è in rimonta. Nonostante la bufera societaria i dirigenti provano a lavorare sul mercato. Pradè è rientrato ieri dal blitz a Londra, dove ha visto Zigic all'opera nell'amichevole Serbia-Corea del Sud (in tribuna al Craven Cottage c'era anche Spalletti...) e ha sondato il terreno per Pavlyuchenko. «Se Tottenham e Roma dicono "sì", l'affare può andare in porto» spiega Oliver Wendt, l'agente dell'attaccante russo. «È vero - aggiunge il procuratore a romagiallorossa.com - Pradè era a Londra per capire meglio la situazione di Pavlyuchenko ma non sappiamo le reali intenzioni del club giallorosso tuttavia il giocatore lascerà sicuramente il Tottenham così come voleva lasciarlo quest'estate. Il giocatore sarebbe disponibile a trasferirsi in Italia». Van Nistelrooy la pista alternativa più calda.
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Inviato da: IOXTEFOREVER
il 13/11/2009 alle 02:46
Inviato da: lolita_72gc
il 08/10/2009 alle 14:57
Inviato da: Solo_Camo
il 27/09/2009 alle 15:13
Inviato da: LadyWitchBlood
il 08/07/2009 alle 11:25
Inviato da: pensoquellochetuvuoi
il 21/06/2009 alle 17:15