ASR FILA80
C'E' SOLO L'AS ROMAIniziano ad emergere dettagli sul ritiro estivo della Roma. La squadra giallorossa sarà a Riscone di Brunico oltre vent'anni dopo l'ultima volta. Ad ospitarla il Royal Hinterhuber hotel di Riscone. Emergono dettagli anche per quel che riguarda gli allenamenti. la squadra svolgerà ogni giorno due sedute: dalle 10 alle 12.30 la mattina e dalle 16 alle 19 la sera. Prima amichevole in calendario il 5 luglio a Riscone di Brunico contro una rappresentativa locale. Poi, il 12, è possibile un incontro con il Duisburg, sempre a Riscone. A chiudere il ritiro la terza e ultima amichevole, a Bolzano il 16 luglio, per la quale si studiano soluzioni contro avversarie tedesche o spagnole. Durante il ritiro romanista si raccoglieranno fondi per l'A.V.S.I., associazione di volontari dell'Alto Adige per il servizio internazionale, per costruire un ospedale in Uganda. Il soggiorno romanista tra le montagne di Brunico ha un costo di 250.000 euro, che verrà coperto da alcuni sponsor e dall'associazione turistica di Brunico
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L'ex fuoriclasse della Roma Paulo Roberto Falcao, ha parlato alla Gazzetta dello Sport di Baptista e Juan, i brasiliani romanisti impegnati nella Confederations Cup: "Da Julio mi aspetto qualcosa in più nel prossimo campionato, deve trovare maggiore continuità. Juan è il nuovo Aldair. Basta la parola
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Hai visto la vittoria degli azzurri contro gli Stati Uniti?
“No, non l’ho vista, dopo la partita siamo tornati in albergo e poi ci siamo spostati nel nuovo albergo in un’altra città. Ma l’Italia è sempre una squadra forte, una squadra di peso. Domenica sarà una grande gara tra due grandi squadre”.
E domenica incontrerai De Rossi, tuo compagno nella Roma di cui è vice capitano…
“Mi fa piacere giocare contro un compagno che gioca con me nella Roma. Gli faccio un in bocca al lupo, ma domenica siamo avversari, ognuno pensa a fare bene ella squadra in cui gioca”
De Rossi ha detto che la Roma l’anno prossimo potrà tornare in corsa per il quarto posto. Sei d’accordo?
“Non lo so. Dobbiamo fare il massimo, giocare ad un livello alto, con continuità, poi vedremo che succederà”
Quali sono state le difficoltà di quest’anno?
“Capita una stagione storta. Abbiamo avuto tanti infortuni che hanno condizionato la stagione e non abbiamo giocato al nostro livello, dobbiamo dirlo. Possiamo fare di più”.
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Ritorno a Roma con la speranza che questo possa essere positivo per la mia carriera e con la voglia di impormi. Tocca a me ora impegnarmi e far vedere il mio valore. Alcuni club italiani mi volevano in prestito, ma la Roma non mi vuole cedere. Vogliono vedere quello che posso fare con loro e, eventualmente, si potrà anche parlare per un possibile rinnovo".
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«Quando giochi con l'Italia perdere non ti sta mai bene, e quindi giocheremo sempre per i tre punti, oggi e poi con chi verrà. Qui non è il Mondiale, ma vogliamo vincere. Sono andato ad abbracciare il nostro fisioterapista perchè nei giorni scorsi stavo male a un tendine e rischiavo di perdere questa partita a cui tenevo molto. Oltretutto è un problema di cui avevo sofferto anche durante questa stagione con la Roma, ma questa partita e il gol mi hanno fatto capire che sono guarito. Non penso che abbiamo fatto così male nel primo tempo anche se certo nel secondo siamo stati più brillanti. Poi trovato il gol tutto è andato meglio, ci siamo trovati di più fra le due linee, prima difesa e centrocampo erano troppo staccate. Mi rende felice che con Pirlo partita dopo partita ci troviamo sempre meglio, e abbiamo smentito chi sosteneva che non potevamo giocare insieme. Il fatto poi che con noi ci sia Gattuso ci dà ancora più equilibrio. Dedico il gol a un ragazzo che sta a Roma. È un ragazzo molto triste e spero di avergli regalato un sorriso questa sera. Sono stato male tutto l'anno con il tendine, il dolore era quasi passato ma negli ultimi giorni si è riacutizzato in modo forte. Questa cosa mi preoccupava e per questo, dopo il gol, sono andato a ringraziarlo. La gara di oggi fa da contraltare a tutto ciò che c'era stato di negativo per me in quella serata contro gli Usa del Mondiale 2006, e che da allora mi è servito per migliorare sotto tanti punti di vista».
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Francesco Totti è in vacanza con moglie e figli. Sole, mare, bagni, paparazzate. Dopo una prima metà in Grecia, la seconda parte di giugno la trascorrerà in Sardegna, poi si presenterà a Trigoria per il raduno fissato il 29 giugno e il 2 luglio partirà con i compagni per il ritiro a Riscone di Brunico, un ritiro che, per diversi motivi, non lo vedeva protagonista da diversi anni. L’obiettivo della proprietà è farlo partire con il nuovo contratto in valigia, un contratto che in ogni caso sarà firmato prima della gara iniziale della stagione, il 30 luglio, sfida d’andata del penultimo turno dei play-off dell’Europa League.
Il contratto, tra l’altro, già c’è. Diciamo che esiste una sorta di precontratto che, come data di scadenza, ha il 30 giugno 2014, quando il capitano giallorosso avrà trentotto anni. Il giocatore ha già detto che, nel momento in cui si rendesse conto di non essere più... Totti in campo, sarà il primo a stracciare l’accordo. Forte anche del fatto che nello stesso contratto, è anche inserito il dopo calcio di Totti, con un ruolo di dirigente, nella Roma ovviamente, senza per ora che ci sia una specificazione sulle mansioni.
Il giocatore, come aveva detto chiaramente, non ha voluto e non vuole nessun benefit economico legato a presenze, goal, rendimento, obiettivo o quello che volete voi, la cifrà sarà una, fissata nero su bianco, e quella sarà indipendentemente da tutto il resto. Non crede, giustamente, di dover dimostrare niente a nessuno e, in passato, in più di un’occasione ha dimostrato di essere disponibile a dare il suo aiuto alla società (non si dimentichi, per esempio, che è il terzo azionista della Roma). Totti alla controparte ha fatto capire di essere disponibile anche a una riduzione, tra il dieci e il venti per cento, sull’attuale ingaggio che sfiora i sei milioni di euro netti a stagione
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Non bisogna abbandonarsi ad eccessivi entusiasmi nell'analizzare la vittoria dell'Italia sugli Stati Uniti. Un 3-1 frutto di un secondo tempo giocato con intensità agonistica e tempra caratteriale, ma frutto anche di una lunga superiorità numerica di cui beneficia la squadra di Lippi. Due i protagonisti dal valore 'simbolico': Giuseppe Rossi, il ragazzo del New Jersey che rifila una doppietta alla sua seconda patria, e Daniele De Rossi, che proprio contro gli Usa nel Mondiale 2006, rimediò un rosso pesante per la sua carriera. Non male gli americani: buona organizzazione tattica e tre-quattro elementi di livello. Ad esempio, la punta Altidore è un po' grezza (19 anni) ma è di sicura efficacia, mentre il difensore Onyewu (gioca con lo Standard Liegi) non fa beccare palla di testa a Gilardino.
GILA INVECE DI TONI - L'unico dato di formazione degno di nota in casa azzurri, è la vittoria di Gilardino nel ballottaggio con Toni: nel 4-3-3 organizzato da Lippi, Camoranesi e Iaquinta affiancano la punta centrale. Più sorprendenti, rispetto alle indicazioni della vigilia, le scelte del ct Usa Bradley. Non recupera capitan Bocanegra (al centro della difesa c'è DeMerit vicino a Onyewu), in attacco c'è il potente ragazzone di origine haitiana Altidore a fare l'ariete, con Donovan tra le linee.
LA SPINTA DI GROSSO - C'è aria da tre punti al Loftus Versfeld di Pretoria. Lo si capisce dalla grande attenzione tattica e dalla notevole carica agonistica delle squadre. L'Italia si rende concretamente pericolosa su incursione aerea di Legrottaglie (palla fuori di poco), creando problemi agli avversari sulle avanzate di Grosso, che con il poco interditivo Feilhaber in opposizione, va subito a puntare Spector. Il fattore di difficoltà creato dagli Usa porta invece la firma di Donovan: la punta è abile tra le linee e serve due palloni d'oro, malamente vanificati al cospetto di Buffon, a Bradley e Altidore.
IL CATTIVO CLARK - A conti fatti, la svolta della gara si registra quando Clark entra con troppo impeto su Gattuso: l'arbitro, con eccessiva severità, decide per il rosso e gli Usa restano in dieci senza un uomo di quantità. Squadra matura quella americana. Lo dimostra il piano alternativo immediato all'inferiorità: Donovan va a destra, Feilhaber riprende il suo ruolo classico di trequartista. Tra tutto ciò gli americani vanno pure sopra: Chiellini stende Altidore, rigore netto che Donovan non sbaglia. Poco prima era stato annullato un autogol di Bornstein per fuorigioco in partenza di Camoranesi.
ROSSI IL TRASCINATORE - Nella ripresa il tono atletico degli americani fa ancora la sua parte per circa un quarto d'ora. Poi Giuseppe Rossi cambia il volto alla gara, dentro per Camoranesi ma dalla posizione più centrale rispetto allo juventino. Risultato immediato: palla persa dagli americani in mediana, il paisà avanza e brucia Howard con un sinistro straordinario dalla media distanza. Classico punto di svolta, anche perché gli Usa perdono sicurezza e incassano in maniera pressoché analoga il raddoppio: stavolta tocca a De Rossi battere dalla distanza, palla che passa tra una selva di gambe e beffa Howard.
LA DIFESA PERO'... - La gara comunque non finisce li. L'Italia infatti riesce a rischiare grosso in un paio di circostanze: Legrottaglie per poco non genera il secondo rigore intervenendo su Donovan, Davies di testa da pochi metri (fotocopia dei gol presi dalla Nuova Zelanda) fallisce di poco il bersaglio. Ovvio però che la situazione tattica favorisca molto i contropiede azzurri: Toni sbaglia due volte al cospetto di Howard, poi Rossi fa tris finalizzando con un destro di controbalzo una azione da manuale di Pirlo.
ITALIA (4-3-3): Buffon Zambrotta Chiellini Legrottaglie Grosso Gattuso (11' st Montolivo ), De Rossi Pirlo Camoranesi (11' st Rossi ), Gilardino (24' Toni ), Iaquinta (14 Amelia, 2 Santon, 22 Dossena, 13 Gamberini, 18 Palombo, 7 Pepe, 23 Quagliarella, 12 De Sanctis). All.: Lippi
USA (4-4-2): Howard Spector (40' st Kljestan ), DeMerit Onyewu Bornstein 5 Feilhaber M. Bradley Clark Dempsey Donovan Altidore (21' st Davies ) (18 Guzan, 6 Pearce, 3 Bocanegra, 14 Califf, 11 Wynne, 7 Beasley, 19 Adu, 20 Torres, 4 Casey, 23 Robles). All.: B. Bradley 6.
Arbitro: Pozo (Cile)
Reti: nel pt 40' Donovan su rigore; nel st 13' e 48' Rossi, 27' De Rossi.
Recupero: 2' e 4'.
Angoli: 9 a 1 per l'Italia.
Espulso: al 33' pt Clark per gioco falloso.
Note: ammoniti Legrottaglie, Grosso, Bornstein per gioco falloso.
Spettatori: 35 mila
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"Sono molto felice perché la società mi ha dato l'ennesima dimostrazione di fiducia nei miei confronti. Mi ha fatto molto piacere".
Tra meno di un mese comincerà la quarta stagione con la Roma. Con gli anni è diventato uno dei punti di forza della squadra.
"Sento l'affetto della gente, le attenzioni della tifoseria. Quando ero a Lecce sognavo di venire a Roma per il pubblico che esalta i giocatori. Ho sempre sentito vicino i tifosi nonostante quest'anno abbiamo attraversato un periodo negativo".
Tra i motivi che hanno penalizzato la Roma ci sono i numerosi infortuni. Anche lei è rimasto fuori a lungo.
"Quello che conta per la prossima stagione è la salute. Speriamo di mettere da parte la sfortuna. I miei problemi fisici li ho risolti completamente, sarò pronto per l'inizio della nuova stagione. Ora posso riposarmi, ho concluso i miei impegni con la Nazionale, sabato scorso abbiamo pareggiato 2-2 contro Cipro e ho sbagliato un rigore...".
Dopo quello con l'Arsenal, un errore anche in Nazionale. Dovrà allenarsi di più dagli undici metri...
"Se avrò l'occasione continuerò a tirarli. In Nazionale cercherò di tirarli sempre. I rigori non li sbagliano solo quelli che non li tirano".
Il Manchester ha perso Ronaldo e fra gli attaccanti che insegue ci sarebbe anche lei.
"Sicuramente fa piacere che un grande club come questo sia interessato a me. Ma io l'ho saputo solo dai giornali perché in questo periodo penso solo a rilassarmi con la mia famiglia al mare. Ho un procuratore che segue i miei interessi, ho firmato un nuovo contratto da poco e mi piace restare alla Roma".
Si parla di ridimensionamento. Lei crede che la Roma sarà ancora competitiva?
"Penso e spero che lo sarà. Una piazza come Roma deve avere sempre una squadra competitiva, tutti gli anni".
La prossima stagione senza Champions League, una competizione nella quale lei è stato spesso protagonista. Le mancherà?
"Tantissimo. Quelle sono partite indimenticabili, da quando senti la musica prima di cominciare a giocare. Dovremo concentrarci sull'Europa League e cercare di arrivare il più lontano possibile, puntando a tornare in Champions l'anno prossimo".
Il Milan ha perso Kakà, sulle panchine di Milan e Juventus ci sono due esordienti, l'Inter rischia di perdere Ibrahimovic. La Roma potrebbe approfittare di questi ribaltoni?
"Tutti sappiamo che Kakà e Ibrahimovic sono due tra i giocatori più importanti. Se non ci saranno più, per noi sarà un vantaggio".
Quanto perderà il Milan senza Kakà?
"Moltissimo. Kakà è un leader, mai quanto Totti, ma la sua assenza si farà sentire".
E come sarebbe l'Inter senza Ibrahimovic?
"Zlatan da solo è il 50 per cento del valore dell'Inter. Lo stimo molto, è un attaccante completo sotto tutti i punti di vista".
Pensa di poter arrivare ai suoi livelli?
"Cerco di migliorare ogni anno. Quello che mi manca ancora è il colpo di testa, ma qualche gol l'ho fatto. Dovrò lavorare molto con Baldini... Posso migliorare ancora sotto quell'aspetto".
La Roma cerca un altro attaccante. Quali caratteristiche dovrebbe avere?
"L'importante è che sia forte, più giocatori bravi ci sono e meglio è. Ma questa è una domanda da fare a Spalletti".
L'allenatore la scorsa settimana ha sciolto le riserve sulla sua permanenza a Roma.
"Sono contento, lui mi ha fatto crescere, mi sono trovato bene con lui in questi anni".
Nella nuova stagione preferisce giocare esterno nel il 4-2-3-1 o più vicino a Totti con il rombo?
"Per me quello che conta è giocare con Totti, quando c'è lui mi trovo meglio. Con Francesco è facile, sono tre o quattro i giocatori al mondo che possono mandarti in porta come fa lui".
Ormai giocate insieme da anni, avete una buona intesa.
"Anche mia nonna con lui si troverebbe bene... Certo, ci conosciamo, ma con Totti basta correre, conti fino a tre e lui ti mette il pallone sui piedi".
Il prossimo anno tornerà a lottare per il titolo di capocannoniere?
"Ne sono sicuro. Quest'anno nonostante i guai fisici ha segnato tantissimo".
Vucinic può essere considerato un attaccante da doppia cifra?
"Lo spero, da quando sono arrivato a Roma ho sempre migliorato il mio bottino e continuando a crescere riuscirò a fare più gol".
In questo periodo al centro dell'attenzione dei tifosi c'è il futuro della società.
"Non so niente, a Roma si parla moltissimo di questo argomento. Io non penso che cambieranno le cose. Quando sono andato dalla dottoressa Sensi per il rinnovo del contratto mi ha parlato di continuità. Io penso a giocare e comunque devo essere grato alla famiglia Sensi e cerco di onorare la maglia. Quando esco dal campo deve essere sempre sudata".
"Non fa piacere a nessuno, ma dobbiamo rimboccarci le maniche per riscattare la stagione appena conclusa. Dovremo farci trovare pronti sin dall'inizio".
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il centro di riabilitazione dove lavora tutto il giorno, tre ore al mattino e quattro al pomeriggio, per tornare un calciatore sano. Correre, finalmente, sarà la prossima tappa. «Dovrei ricominciare proprio in questi giorni», annuncia felice. Dopo aver annunciato il suo rinnovo contrattuale con la Roma fino al
2013 disse: «Sono sempre stato convinto di prolungare il mio rapporto con questo club, perciò ora sono molto felice. Però, da domani devo pensare soltanto a guarire». Aquilani non farà nemmeno un giorno di ferie. «Non mi importa, è un sacrificio che faccio volentieri, voglio tornare a giocare». Adesso si parla già di tempi di recpero e Alberto è speranzoso: «Spero di essere pronto per l’inizio del prossimo campionato». E poi conclude:
«Io adesso ho l’obiettivo di tornare a giocare e di farlo con regolarità.Voglio riconquistare la Roma e poi, in prospettiva, sogno di avere una nuova chance
in Sudafrica, tra un anno. Ero riuscito a conquistare un posto in Nazionale, prima che cominciassero tutti i guai. Magari avrei partecipato anche alla
Confederations Cup, sarebbe stata una bella esperienza per me. Peccato non esserci. Sì, il mio prossimo obiettivo è andare al Mondiale, spero proprio di riuscirci, sarebbe un’impresa. Ora, però, è soltanto un sogno. Adesso la mia impresa è ricominciare a correre».
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L'Italia campione del mondo fa quattro gol alla Nuova Zelanda, e fin qui tutto normale. Gli oceanici ne fanno tre agli azzurri, ed allora qualcosa non quadra. Il primo approccio con il Sud Africa della Nazionale genera più ombre che luci. Certo, impossibile sottrarsi al ritornello della squadra sperimentale, del carattere amichevole della gara ecc. ecc. Tuttavia, contro un avversario abituato a giocare contro le Isole Fiji, battuto recentemente dalla Tanzania e bloccato sul pari dal Botswana, era lecito attendersi un 'allenamentò (come lo ha definito Lippi nel post gara) in maggiore scioltezza di un soffertissimo 4-3. Non tutto da buttare comunque: Gilardino e Iaquinta mettono il timbro sulla gara confermandosi, qualora ce ne fosse bisogno, elementi di assoluto affidamento.
UN MODULO DI MODA - Entrando nel dettaglio tattico, Lippi presenta un modulo 4-2-3-1 di moda in Italia: tris di trequartisti d'assalto (Quagliarella, Pepe e Rossi), con Gilardino punta di riferimento. Il collega Herbert, uno dei pochi neozelandesi che ha provato l'ebrezza di un Mondiale (era nei 22 a Spagna '82), presenta una compagine modellata sul classico calcio britannico: 4-4-2 abbastanza rigido, nutrita serie di randellatori in mediana e coppia di arieti in avanti, formata da Killen (gioca poco, ma è del Celtic) e Smeltz, pescato dal campionato australiano.
LE FAMOSE MOTIVAZIONI - In Italia, per giustificare certi risultati improbabili di fine stagione, ci si rifugia nella 'differenza di motivazioni'. Facciamolo anche noi per descrivere il primo tempo degli azzurri. Pioggia e temperatura invernale bloccano i muscoli degli italiani, mentre i neozelandesi, All Blacks nell'occasione e non All White come di consueto, sfoggiano atteggiamento rugbystico. Fasce presidiate bene da Mulligan e Lochhead, tanto agonismo e capacità nel gioco aereo. Insomma, palla lunga e pedalare che mette in difficoltà gli azzurri: le reti arrivano su entrambe dai palloni alti. Smeltz (che poi mancherà il raddoppio con un destro da posizione comoda) e Killen, sorprendono Amelia e in generale una retroguardia troppo statica. L'Italia colpisce solo quando la butta sulla tecnica. Esemplificativa la rete del pari: Pepe cambia gioco per Quagliarella, controllo a seguire, cross e inzuccata ravvicinata di Gilardino.
IL FOSFORO DI PIRLO - Rispolverando la storia delle motivazioni, l'1-2 di inizio ripresa ne genera parecchie in casa azzurra. Lippi cambia modulo: dentro Pirlo per Rossi, si passa al 4-3-3. Con l'assestamento tattico comunque c'entra poco il pari immediato. Ancora Gilardino è lesto, con un perfetto colpo di testa, su altro invito di Quagliarella. La frittata però regna sovrana nella retroguardia azzurra: brutto il pasticciaccio Gamberini-Amelia, che vanno nel panico su un innocuo traversone da destra regalando un rigore a Killen, che ringrazia e trasforma.
IL POKER DI CAMBI - Solo nelle amichevoli. Quattro cambi contemporanei ed Italia trasformata: dentro Toni, Iaquinta, Camoranesi e Montolivo, fuori Gilardino, Quagliarella, Pepe e Gattuso. Iaquinta il più in forma, l'uomo che cambia definitivamente volto alla partita. Pirlo ci mette del suo, lanciandolo alla perfezione per il 3-3, poi Iaquinta stesso costruisce l'azione che poi finalizza, dopo una respinta corta del portiere Moss su conclusione di Montolivo.
ITALIA (4-2-3-1): Amelia , Santon (dal 21' st Zambrotta ), Legrottaglie , Gamberini , Dossena , Gattuso (dal 15' st Montolivo ), Palombo , Pepe (dal 15' st Camoranesi ), Rossi (dal 1' st Pirlo ), Quagliarella (dal 15' st Iaquinta ) Gilardino (dal 15' st Toni ). (12 De Sanctis, 3 Grosso, 4 Chiellini). All.: Lippi 6.
NUOVA ZELANDA (4-4-2): Moss , Mulligan , Vicelich , Boyens , Lochhead , Brockie (dal 30' st Barron sv), Brown , Elliot , Bertos , Killen (dal 33' st Wood ), Smeltz (1 Paston, 2 Scott, 4 Oughton, 5 Sigmund, 14 Christie, 16 James, 19 Old, 21 Bright, 22 Smith, 23 Bannatyne).
All.: Herbert 6
Arbitro: Bennet (Rsa) .
Reti: nel pt 13' Smeltz, 33' Gilardino, 41' Killen. Nel st 3' Gilardino, 12' Killen (rigore), 23' e 28' Iaquinta Angoli: 8 a 0 per la Nuova Zelanda
Recupero: 1' e 3'.
Note: ammoniti Boyens e Brown per gioco falloso Spettatori: 2.000
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Giocare con la Nazionale è sempre motivo d'orgoglio. Sono rientrato due mesi fa da un infortunio, adesso sto bene e questo è l'importante. Mi sento integro fisicamente, sono tornato al 100% della condizione. Ai tempi di Pisa, Ventura mi aveva ritagliato un ruolo ideale che è quello di esterno sinistro offensivo nel 4-4-2. Il prossimo campionato sarà importante per una mia definitiva consacrazione sperando di essere aiutato dalla fortuna, senza ricadere negli infortuni che mi hanno falcidiato nel corso della scorsa stagione. Il fatto che la Roma possa acquistare Guberti è un motivo di stimolo, credo di potermi giocare le carte a Roma. Poi, tutto puo' succedere. Credo che Spalletti sappia benissimo quali siano le mie potenzialità, anche in una recente intervista lo ha ribadito. Giocare nella Roma non e' facile, e' una delle piazze piu' importanti d'Europa, dovrò essere pronto anche a livello psicologico e mi sento preparato ad affrontare questa nuova realtà. Il fatto che la Roma non voglia cedermi neanche in comproprieta' vuol dire che la societa' crede in me. Tra le persone dello staff giallorosso, Bruno Conti e' quella che mi e' stata piu' vicino anche nel periodo dell'infortunio. Il turno preliminare di Europa League? E' un mio obiettivo, vorrei arrivarci con una condizione atletica accettabile. Credo di aver maturato le mie esperienze in giro e ora sono convinto che sia arrivato il momento giusto per poter sfruttare le mie potenzialità a Roma. Casiraghi, dopo tutti gli infortuni che ho avuto, non ha esitato a convocarmi e questo e' importante, vuol dire che mi tiene molto in considerazione".
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Sulla stagione difficile della Roma: "Le responsabilità sono di tutti, ognuno di noi ha una compartecipazione nel mancato raggiungimento dei nostri obiettivi di squadra. Premesso questo, devo dire che poi ci sono state anche concomitanze sfortunate, come i tanti infortuni che abbiamo patito nel corso di tutto l’anno. La cosa importante è dimostrare di essere da Roma perché, e non lo dico per retorica o per far contenti i tifosi, bisogna sempre onorare al meglio la maglia che indossiamo: in questo senso concludere in modo dignitoso questa stagione sfortunata raggiungendo il traguardo dell’Europa League è stato un bel segnale".
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“E’ stato importante questo successo anche perché da tanti anni non vincevamo in Uruguay. E’ stato un passo avanti per la qualificazione mondiale. Ora siamo a buon punto e mercoledì ce la vedremo con il Paraguay in casa”.
Il suo gol ha messo al sicuro il risultato.
“Il raddoppio ci ha permesso di andare al riposo più tranquilli alla fine del primo tempo. Sapevamo che sarebbe stata una partita difficile, l’abbiamo controllata con grande carattere”.
Non sono una novità i suoi inserimenti nell’area avversaria. Avviene spesso anche con la Roma.
“E’ una mia caratteristica, abbiamo provato tantissimo questa giocata in allenamento. Elano è bravissimo con questi cross e io mi sono fatto trovare pronto. Questo gol ripaga tutto l’impegno ed il lavoro svolto”.
Ormai i problemi fisici sono solo un ricordo.
“Penso che il peggio sia passato. Ho lavorato molto, adesso mi sento molto meglio e più sicuro. Vengo da una stagione difficile a causa di tanti problemi muscolari, ma il mio obiettivo è poter giocare con più continuità nella Roma, vorrei aiutare di più la squadra, i miei compagni, a volte non ci riesco per colpa degli infortuni. Ho dovuto saltare tante partite importanti, in altre ho provato a giocare anche quando non ero al meglio".
Nei giorni scorsi Spalletti ha ufficializzato la sua permanenza alla Roma.
“Per me è molto importante la sua conferma. In questi anni ha fatto un grandissimo lavoro, ha creato questa Roma con le sue idee. La sua conferma è un passaggio importante in vista della prossima stagione, nella quale tutti cercheremo il riscatto".
Si è trovato bene con Spalletti in questi anni?
“Non ho mai avuto problemi con lui, come non li ho mai avuti con nessun allenatore. I rapporti sono buoni con Spalletti e con gli uomini del suo staff. Ormai ci conosciamo bene”.
Nella prossima stagione la Roma non parteciperà alla Champions League. Le mancherà?
“Mancherà a me, come ai miei compagni, al tecnico. Però penso che il nostro obiettivo principale nella prossima stagione è riconquistare il posto che ci compete in questa manifestazione. Sarà uno stimolo in più per tornare ai nostri livelli, perché la Roma negli ultimi anni ha fatto la sua parte nella Champions ed ha tutti i mezzi per tornarci”.
In questi giorni il suo nome è accostato a grandi club. La vogliono in Spagna, Barcellona, Real Madrid…
“Io non ho avuto contatti con nessun club. Leggo i giornali e sapere che certi grandi club pensino a me, mi lusinga. Ma recentemente è stato ufficializzato il mio contratto con la Roma, è un contratto importante ed il mio desiderio è restare in giallorosso”.
Si è legato alla Roma fino al 2013, una scelta di vita.
“A Roma mi trovo bene e come me la mia famiglia. Ho preso casa, ci resterò a lungo. Ho sempre detto di voler rimanere, per questo ho rinnovato il contratto. Anche la società ha voluto questo, anche se nel calcio non si può mai sapere. Comunque ci sono persone che mi aiutano fuori dal campo, delle quali non faccio i nomi perché non hanno bisogno di pubblicità”.
In questi giorni nel ritiro del Brasile si parla del passaggio di Kakà al Real Madrid?
“Tra di noi parliamo, però il nostro pensiero è dare il massimo per la Nazionale. Kakà è molto tranquillo, certe questioni vengono messe da parte, siamo tutti molto concentrati per queste partite”.
La Roma è intenzionata a confermare anche Mexes. Con Lei forma una delle migliori coppie centrali del campionato.
“Mi trovo bene con lui, non c’è neppure bisogno di dire che è uno dei migliori difensori al mondo. Sin dal primo giorno che sono arrivato a Roma mi ha aiutato, si è comportato benissimo con me. In campo abbiamo una grande intesa, ci aiutiamo. Per noi è importante che resti. Ho sentito che la società vuole confermare tutti i giocatori più forti e questo è fondamentale per ripartire. Veniamo da una stagione storta e nella prossima dovremo tornare ai nostri livelli, perché siamo ancora una squadra di vertice e non perdere i giocatori migliori significa poter essere competitivi. Anche nel Brasile mi trovo molto bene con Lucio, ci conosciamo da tanto tempo, da anni giochiamo nella Seleçao e ci basta solo uno sguardo o una parola per capire come muoverci in campo”.
Lei è uno dei giocatori con più esperienza nel Brasile, uno dei leader: è così anche nella Roma?
“Qui in nazionale sono uno di quelli che ha il maggior numero di presenze, è naturale che la mia presenza abbia un certo peso. Sono i compagni che eleggono un leader, io cerco di dare sempre qualcosa in più per aiutare la squadra, anche se non è mia abitudine assumere certi comportamenti sopra le righe. E’ una questione di carattere, sono Juan e non ho bisogno di strafare. Ognuno ha la sua personalità. Ma il mio obiettivo è fare tutto per il bene della squadra. E’ una cosa naturale, che sento dentro. Devono essere gli altri a pensare che sei un leader”.
Ha fatto anche importanti scelte professionali.
“Da tempo non ho più un procuratore che lavora direttamente con me. Ho persone di fiducia che mi aiutano. Ma anche con la Roma negli ultimi tempi parlo in prima persona e questo mi sembra molto positivo. Ho scelto di gestirmi da solo, in questo periodo ho acquisito una certa esperienza. Anche il rapporto con i dirigenti mi sembra più facile. Ringrazio la famiglia Sensi per la stima che ha dimostrato di avere nei miei confronti, i compagni, il tecnico e Michele, una persona di mia fiducia che mi segue da sei anni”.
In Sudafrica ritroverà l’Italia, che ha battuto a febbraio in amichevole a Londra.
“Sarà una sfida straordinaria. La Confederations Cup è una grande manifestazione, se arriveremo fino alla fine saremo impegnati fino al 29 giugno. C’è il rischio di fare poche vacanze, ma dobbiamo anche riposare, per poter tornare a lavorare con più energie in vista della prossima stagione. Il discorso riguarda me, ma anche Baptista e credo De Rossi. Parleremo con l’allenatore e decideremo la soluzione più giusta”.
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Eppure la Roma di Spalletti non è entrata in Champions.
"Credo che prima di iniziare la prossima stagione dovremo parlare dentro lo spogliatoio. Sarà importante capire cosa abbiamo sbagliato nell’ultimo anno. La classifica della Roma non è comprensibile. Gli errori vanno scoperti. Subito. Poi, torneremo a fare il nostro mestiere. Cioè, vincere”.
Totti spera di allungare il suo contratto con la Roma.
"Lui è la Roma. E’ importante come Messi per il Barcellona, Cristiano Ronaldo per il Manchester, Ibra per l’Inter, Kakà… Già Kakà. La serie A perde un grande protagonista. E il Real piazza un colpo clamoroso. La Champions ora ha una favorita in più".
Ha un “nome” da suggerire alla società giallorossa?
"L’acquisto più importante è quello di non perdere i nostri campioni. Questa, ve lo assicuro, non è una squadra da rifondare. Al massimo, da perfezionare. L’anno prossimo senza le distrazioni della Champions potremo sparare tutto sul campionato. Sogno una Roma capace di scappare via subito. Per ricreare il giusto entusiasmo con la nostra tifoseria.Possiamo vincere lo scudetto".
La sua prossima sfida?
"A Roma ancora non si è visto il vero Juan. Quello che, a esempio, è molto apprezzato nella seleçao. Ma ora conosco la serie A. Conosco i miei compagni. Il prossimo anno dimostrerò che l’etichetta di nuovo Aldair non era un’esagerazione".
Torniamo al Brasile: c’è una dedica speciale per il gol realizzato all’Uruguay?
"Sì. Ho tenuto fede ad una promessa fatta a mio figlio Gianluca. Ha quattro anni e voleva suo padre cannoniere".
Ci sarà un Juan cannoniere anche in maglia giallorossa?
"Magari qualche rete in più la vorrei realizzare. Ma per il prossimo campionato puntate ancora su Totti capocannoniere. Lui in campo è fondamentale. Con Totti al 100% quest’anno non avremmo vinto lo scudetto ma saremmo entrati sicuramente tra le prime quattro".
Fuori dalla Champions, resta l'Europa League.
"E' importante restare con un piede in Europa. Per non farsi dimenticare. Tanto in Champions torniamo presto".
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"Il signor Puzzolo, nell'usare certi attegiamenti, fa solo il male del ragazzo. Lo scorso anno non abbiamo neanche negoziato per il contratto di Matteo, ma abbiamo esaudito le sue richieste proprio per la stima nei confronti del ragazzo. L'unica perdita di tempo è stato trovare l'accordo sulle condizioni con il suo procuratore".
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