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Creato da: avanguardia07 il 26/04/2007
Avanguardia Nazionale Democratica

 

 
« Maroni: obiettivo resta ...BERLUSCONI AGLI ALLEATI:... »

Cdl: Giovanardi apre a Berlusconi

Post n°445 pubblicato il 19 Novembre 2007 da avanguardia07

Il parlamentare dell'Udc Giovanardi apre al progetto di Berlusconi. 'Dobbiamo concorrere alla nascita di questo partito popolare italiano'. 'E' esattamente come avviene oggi in Europa dove siamo tutti insieme nel Ppe. Dobbiamo concorrere nel centrodestra a realizzare quello che il partito democratico ha gia' fatto nel centrosinistra. L'Udc dovrebbe certamente sciogliersi. Perche' non possiamo rimanere fermi davanti a un processo di aggregazione che e' avvenuto nel centrosinistra'.

 
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Commenti al Post:
italiacboy
italiacboy il 19/11/07 alle 19:42 via WEB
si vede che non sono tutti idioti nell'udc
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 22/11/07 alle 11:35 via WEB
http://leopinionidigeronimo.blogspot.com/ Riprendo un’ espressione usata da un politico certamente lontano anni luce dall’universo Berlusconiano. Fausto Bertinotti, commentando l’ultima uscita del Cav ha affermato che Berlusconi “ è l’alfa e l’omega della seconda Repubblica, semplicemente geniale, fantastico, l’unico leader post moderno in grado di scompaginare l’intero quadro politico” . In effetti, da qualunque parte si guardi la politica, è doveroso riconoscere a Berlusconi il merito di essere un innovatore instancabile ma soprattutto l’unico in grado di distogliere la politica dagli stucchevoli minuetti e riti ottocenteschi cui siamo stati abituati prima del ’94. In sintesi Berlusconi è l’unico personaggio in grado di sintonizzarsi con la pancia del Popolo percependone ogni singolo umore. La politica, dalla sua discesa in campo, è stata sempre costretta a rincorrerlo su argomenti inimmaginabili per i “parrucconi” come il bipolarismo, la comunicazione politica, il decisionismo, il liberismo, le tasse, la burocrazia e le architetture politico elettorali ( il polo delle libertà e del buon governo, la cdl…). Negli ultimi due anni la politica ha cominciato ad accusare un po’ di stanchezza e non riesce a tenere il passo di un ragazzo, che a soli 72 anni, proprio non si rassegna a lasciare in pace un palazzo che preferisce sonnecchiare e gestire il potere . Ma che l’opposizione si senta inadeguata ed insidiata da quest’uomo vulcanico è pure comprensibile. Un po’ meno comprensibile è il fuoco amico che Berlusconi ha dovuto subire dal 2005 ad oggi che è stato capace di scalfire anche un ostinato mediatore come lui, abituato com’è a vendere anche l’ostia ai preti. La storia del Partito delle Libertà secondo me comincia alla fine del Governo Berlusconi. La incomprensibile discontinuità ossessivamente invocata da Follini in un momento cruciale come quello di un Governo a fine legislatura ed i veti di Fini che portarono all’allontanamento del bravo Professor Tremonti, coincidono con la fine della luna di miele tra il leader di Forza Italia ed i suoi alleati. Fu allora che secondo me Berlusconi comprese che era in atto un gioco a perdere le elezioni per aprire una crisi di leadership avviando lo strappo di cui parlava Follini ( a proposito ma precisamente cosa cazzo voleva dire Follini con il termine discontinuità? … non l’ho mai capito e non lo sapremo mai)… i suoi alleati preferivano perdere e succedergli piuttosto che vincere. Come al solito non si perse d’animo e condusse, da solo e combattendo come un leone, una impareggiabile campagna elettorale rendendosi protagonista unico di una rimonta eccezionale ed entusiasmante mentre gli amici, con il metodo delle tre punte, puntavano solo a sfasciare e remare contro. Indispettiti dalla vitalità di un leader uscito paradossalmente rafforzato da quella campagna elettorale, Casini ha perso subito le staffe e si è lanciato in velleitarismi propri di chi reputa le elezioni lontane Fini, da subdolo approfittatore, ha pensato bene di restare all’interno a sabotare in attesa che il leader stanco ed indebolito passasse la mano al bravo delfino. Quando Berlusconi sembrava ormai decotto, ha tirato fuori la storia della riconta, delle tasse e della spallata, pretesto che i suoi killer hanno ritenuto degno dell'imboscata già pianificata. In realtà Berlusconi non ha pensato neanche per un attimo che Prodi potesse cadere sulla finanziaria ma, come era facilmente intuibile se si è in buona fede, mirava a creare nel centrosinistra un clima di sospetti e veleni in grado di catalizzare lo sfilacciamento di una maggioranza certamente già poco coesa… il tutto mentre Fini e Casini stavano a guardare. L’espediente ha funzionato ( chi non ricorda gli interventi di Dini e Bordon ed i mal di pancia della sinistra massimalista) ma gli pseudo alleati, esasperati dall’eccesso di efficienza di un leader che a cedere proprio non ci pensa, hanno deciso di tendere l’imboscata processando pubblicamente Berlusconi. E allora dagli con il fallimento della teoria della spallata, con il cambiamento di strategia politica , con la menata delle riforme per il bene del Paese ( del Paese?) , con il dialogo tra coalizioni e con il pubblico processo al leader inadeguato. Berlusconi che in fatto di “gusti del cliente “ non accetta certo lezioni dai Signori Tulliani/Caltagirone, ha pensato bene di scrollarsi di dosso questi due parassiti, dando esecuzione ad un piano preparato da tempo: A) incoraggia la nascita de La Destra di Storace per chiudere Fini a destra; B) esercitare pressioni sull’UDC per isolare Fini; C) se l’ipotesi B risulta irrealizzabile, incoraggiare gente come Giovanardi e D’Onofrio a mollare Casini indebolendolo. Ma soprattutto farsi interprete dei sentimenti del popolo di centrodestra che il 2 Dicembre scorso a Roma aveva invocato il Partito Unico Ecco come viene fuori, con un colpo a sorpresa il PDL, nuova creatura capace di intercettare e drenare voti a tutti i partiti dell’ex CDL. Gli elettori del centrodestra, molto più saggiamente degli eletti, non si sentono più da tempo legati ad un singolo partito della coalizione ma si reputano accomunati da quei valori condivisi insiti nella coalizione stessa. Berlusconi non ha fatto altro che ascoltare l’umore della piazza creando ciò che anche gli alletai fintamente reclamavano in modo strumentale. Casini chiedeva da tempo un partito unico tra FI ed Udc (che escludesse An con il cui peso elettorale il leader centrista non poteva competere) nel nome del PPE , mentre Fini, sicuro di essere il delfino del capo, chiedeva il Partito Unico per fare un sol boccone del vecchio capo e del sodale democristiano. Peccato che tale richiesta arrivasse a giorni alterni e fosse talmente evanescente da non concretizzarsi mai. Fin qui quello che si vede. Dipenderà dalla legge elettorale ma sicuramente, se ve ne saranno le condizioni, Berlusconi rispolvererà l’idea di acquistare lo scudocrociato per sostituire anche l'UDC con un partito neocentrista capace di attrarre i nostalgici della Balena Bianca. Fini e Casini si sono cacciati in un brutto guaio perché adesso sarà Silvio a trattare sulla legge elettorale col Piddì, sarà Silvio ad interpretare le aspettative degli elettori della CDL e sarà Silvio a creare le condizioni perché i due parenti serpenti possano, dopo le prossime elezioni, iscriversi al Gruppo Misto con il loro quattro parlamentari. Fini è completamente impazzito ed il nervosismo lo porta a trattare con gli interlocutori più svariati ( dalla Fiamma Tricolore a Di Pietro , da Tabacci a Pezzotta per il terzo polo di centro) mentre Casini, subito lo scacco matto, deve aggiungere all’onta per la pessima strategia, le fronde interne che lo vorrebbero ora nel Terzo Polo ora con il PDL. Ma se Casini tornasse indietro e lasciasse solo Fini?
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