Visioni d'Ombre...

...inseguendo sempre quell'ignota arte concedente l'opportuna figurazione d'appartenenti Visioni ed Ombre... Axelber

 

...alla fine di tutto, vado dove voglio andare e faccio quel che voglio fare,… per il resto, … non mi piace giudicare, amo farmi i caxxi miei e fanculo a chiunque abbia qualcosa da osservare, dire o ridire sui miei modi di fare e pensare!!

Alessio B.

 

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Visioni d'Ombre ...bagliori improvvisi

Post n°25 pubblicato il 11 Febbraio 2007 da axelmatrix
Foto di axelmatrix

Raccolta di mie "vecchie" scritture, descriventi  un lungo viaggio introspettivo, cagionato da  "un perduto amor"... (Parte settima)

…Percezioni fugaci, fulminee percezioni di temporaneità accompagnate dall’angosciosa manifesta volontà di non appartenenza, queste, solo alcune delle violente impressioni che spingono a dover trasformare evanescenti “visioni d’ombra” in forme concrete, quali strumenti finalmente tangibili tramite cui tentar di comprendere e forse denunciare un soggettivo, ma forse comune, umano disagio.
E’ facile costatare, che generalmente in qualità di “artisti” sono vagliati soltanto quei soggetti che riescono ad esprimere e denunciare caratteristiche percezioni emotive o meglio, appartenenti “visioni”, mediante esclusive, particolari, rare e originali stilizzazioni accolte da ampi consensi. Personalmente, stimo invece che, debba essere ritenuto “artista”, ogni essere umano, che, nel corso della propria tipica esistenza, trovandosi a saggiare, anche fugacemente, “visioni d’ombra” della propria autentica soggettività, emotiva, istintiva, affettiva, intellettiva, ed evolutiva, quindi,  “proiezioni” del suo “concreto essere”, cerchi coraggiosamente di riuscire a manifestarle, dichiarando dunque, sempre, anche nella maniera più semplice, però marcata, i frammenti della sua specifica originalità, i dettagli di quel suo “essere particolare” derivante soltanto dalla “caratteristica miscelanza” dei propri, comuni, dettagli emotivi, affettivi, istintivi ed intellettivi. Determino quindi, arte o “proiezione artistica”, qualunque sincera rappresentazione, finanche la più semplice o, qualsivoglia valoroso tentativo operato da parte di un essere umano, di comunicare nel campo del reale, la propria tipicità, ossia, qualsiasi sincero sforzo di esternare apertamente ogni singolare “visione d’ombra” percepita, anche se confusa, o poco limpida, giacché, di frequente, non esplicabile esaurientemente, né a livello razionale, ne tantomeno per mezzo di una comportamentalità lineare o mediante un limpido enunciato di senso compiuto.
Chiarisco così, più semplicemente, “artisti”, tutti quegli esseri umani, che manifestando un desiderio d’intercomunicazione attraverso qualunque materialità genuina, qualsivoglia concetto spontaneo, qualsiasi gesto autentico, o ”proiezione artistica”, rivelano semplicemente la loro essenza di creature sensibili e soggettivamente pensanti.
Artista, almeno a mio parere, può esser così identificato, ogni semplice, ma coraggioso soggetto, idoneo all’umile confronto, all’ammissione ed alla proposizione sincera della parte più profonda e cupa della propria identità e della propria percettività, in definitiva, ciascuna creatura che esponendosi con valore, si mostri naturalmente desiderosa di denunciare quell’aspetto derivante dal riconoscersi con modestia una “strana creatura” dai mille quesiti ma dalle poche chiare e mai esatte risposte.
Oltrepassare in tal modo l’immaginaria soglia che introduce nell’arte (come io la concepisco), si rivela così una possibilità effettivamente alla portata di ogni essere umano.
Tuttavia, tale prerogativa, anche se così intesa, pur potendo esser alla portata di tutti, nella realtà delle cose, parrebbe esser perseguibile soltanto da pochi e straordinari eletti. E’ triste, infatti, constatar che (anche dall’analisi dello storico ambito umano), in ogni epoca, tanti, troppi uomini, in modo comodo e vile hanno stimato, stimano e probabilmente stimeranno sempre, come alquanto più vantaggiosi, o comunque, molto meno dolorosi e disagevoli, i percorsi di vita dediti al silenzio, al paradossale tentativo intellettivo di sopire l’umana capacità dubitativa e perciò anche qualsivoglia non conveniente domanda, pensiero, o realtà percepita, poiché, il dubbio, è spesso valutato un perverso strumento destabilizzatore di un illusorio, conveniente e precario equilibrio personale ed esistenziale raggiunto.
Adeguando, o, tentando vanamente di coordinare il proprio originale essere a semplici e diffusi presupposti, “strettamente collettivi”, abbracciando cioè convenientemente “limitati” principi di verità, come certi ed ineluttabili (il più delle volte solamente poiché riscontrati nel proprio ristretto ambito d'appartenenza), la maggior parte degli uomini, neppur tenta di concepire un qualche "tipico" pensiero, comportamento o una qualche forma d’arte dacché,  sin dapprincipio, predilige "standardizzare" ed "associare" la personale idealità e la propria intera comportamentalità, dunque, tutto l'appartenente suo “tipico essere”, ad una qualsiasi di quelle diffuse, immaginarie e specifiche ideologie di già raggiunta  ed indubbia “perfezione”.
Ciò nonostante, queste enormi quantità di esseri umani, detentori e assertori degli illusori status di “perfezione” che affollano e condividono la maggior parte dei contesti ideologici, politici e sociali, pur se dichiarano genericamente di condurre esistenze precise e soddisfacenti, svelano, però sempre, attraverso evidenti segni, quali, odio, rancore, ipocrisia, razzismo, falsità, gelosie, guerre, continui tentativi di prevaricazione e speculazione, tutti quei taciti sintomi di un disagio esistenziale, generatogli probabilmente, dall’incapacità di sostenere e tollerare quell’inesorabile “visione d’ombra” d'una naturale e congenita “umana imperfezione” .
E’ angoscioso riscontrare che, nel perpetuo ciclico svolgersi dell’umana esistenza, vi siano stati, ed ancora vi siano, solo pochi volenterosi e insoliti soggetti capaci di saggiare, saggiarsi e infine concepir, una qualunque materialità descrivente quell’emozione prodotta dall’inaspettato rivelarsi  di sconosciuti, o spesso dimenticati aspetti dell’ancora inesperto e spesso ipocrita “umano essere”.
Possono legittimamente essere da me elogiati della semplice definizione di “artisti” o “consapevoli strani animali protesi ed in cammino verso un desiderato divenir uomini o donne", tutti questi ultimi sparpagliati individui che in ogni epoca hanno avuto e continuano ad avere il coraggio d’accettare, quello straniero che producendo “Visioni d’Ombra” offre opportunità di cogliere, e testimoniare attraverso sfacciate, ed anche non conosciute “proiezioni artistiche”, quei lati oscuri di un soggettivo, tuttavia comune,  impreciso sussistere e coesistere umano…


“La buona novella”

Quell’oscuro straniero che vive in me,
m’appare sempre improvvisamente,
stento ancora a ben riconoscerlo.

In sua compagnia ho una fragilità che m’impaurisce,
vivo la paura di non potermi rapportare al mondo circostante,
alle lotte di potere tra paradiso ed inferno,
ho timore che soccomberei inesorabilmente.

Lo rinchiudo daccapo tra i meandri del mio animo,
così distante dal mio apparire,
lì non potrà ferirmi, ma neppur esprimersi,
sono io a tradirlo, a tradirmi?

Dimentico!

Continuo a correre, a cadere,
mi risollevo, ricado,
le ferite dilagano.

Le mie mani, le mie caviglie, sono legate,
stringo io così forte i nodi a queste corde?

Persevero, dovrà rimaner nascosto!

La coscienza della sua esistenza mi strugge,
vorrei non averlo mai incontrato, conosciuto.

In un solo fugace attimo,
eccola dal nulla la mia piccola musa,
la sua presenza mi rivela istante dopo istante una nuova via,
adesso ne ho la consapevolezza, dipende solo da me!

Procedo!

Sciolgo le briglie dal mio cuore,
libero lo straniero, lasciandolo venir fuori,
ecco la realtà,
lui è da sempre parte integrante di me,
solo ora scopro la mia completezza,
finalmente io!

D’ora in poi,
ogni caduta, ogni ferita, ogni emozione,
sarà solo combustibile per il mio divenire.

Grazie per la buona novella,
“piccola mitica ispiratrice”.

Axelber

 
 
 
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INFO


Un blog di: axelmatrix
Data di creazione: 18/06/2006
 
 

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