Visioni d'Ombre...

...inseguendo sempre quell'ignota arte concedente l'opportuna figurazione d'appartenenti Visioni ed Ombre... Axelber

 

...alla fine di tutto, vado dove voglio andare e faccio quel che voglio fare,… per il resto, … non mi piace giudicare, amo farmi i caxxi miei e fanculo a chiunque abbia qualcosa da osservare, dire o ridire sui miei modi di fare e pensare!!

Alessio B.

 

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Visioni d'Ombre  ...Appunti di Viaggio

Post n°31 pubblicato il 20 Marzo 2007 da axelmatrix
Foto di axelmatrix

Raccolta di mie "vecchie" scritture, descriventi  un lungo viaggio introspettivo, cagionato da  "un perduto amor"... (Parte tredicesima)


“Sebbene il fato m’abbia donato una sembianza umana un misterioso straniero vive in me / Lo conosco a malapena e di tanto in tanto lo penso / Improvvisamente, come qualcuno che si desti in modo brusco da un sogno.
       Jean Cocteau


Appunti da un Viaggio... Sogno numero 2

“Inutile sprecarsi a lenire le sofferenze di questi stupidi animali, ho osservato i loro banali comportamenti, mi basterà distanziarmi per sfuggire al loro stesso dolore”.


Voltandomi esaminano ancora la mandria.
Compiaciuto rifletto!

“Osservando ho conquistato facoltà di non imitare,
scialbe esistenze hanno acquisito così, finanche uno scopo!”.

Dietro me, percepisco ancora lamenti e urla di dolore,
indifferente e ridente mi allontano.

Altri cacciatori devono esser passati da questo luogo,
altri cacciatori devono averli risparmiati.

Una nuova fresca speranza d’esistenza m’investe!

E’ tempo di muovermi,
voglio cercarli,
devo trovarli!

Axelber

 
 
 

Visioni d'Ombre  ...Appunti di Viaggio

Post n°30 pubblicato il 17 Marzo 2007 da axelmatrix
Foto di axelmatrix

Raccolta di mie "vecchie" scritture, descriventi  un lungo viaggio introspettivo, cagionato da  "un perduto amor"... (Parte dodicesima)


“Sebbene il fato m’abbia donato una sembianza umana un misterioso straniero vive in me / Lo conosco a malapena e di tanto in tanto lo penso / Improvvisamente, come qualcuno che si desti in modo brusco da un sogno.
  
    Jean Cocteau


Preludio al Viaggio…

… non riuscire a dormire per una notte non è poi così problematico quando si conoscono i motivi per i quali si è costretti a restar svegli. Diventa invece tremendo quando lo “straniero”, il fantasma dell’animo, come un nemico si adopera a indicare la sua presenza fornendo continuamente nuovi spasmi atti a rigenerare la veglia ogni qualvolta si desidererebbe invece chiuder gli occhi e disattivare anche i rimanenti sensi. Un qualcosa d’alieno, sembrerebbe voler spingere la ragione a determinare una plausibile spiegazione riguardo ad un certo qualcosa del quale, ci si è già indotti d’accettar d’esser stati inconsapevoli o incolpevoli protagonisti. Si comincia così a pensare che, quando nel corso della notte la stanchezza prenderà il sopravvento, lo “straniero”, da essa, verrà finalmente sconfitto, ma ciò, purtroppo, normalmente non avviene, poiché, anche quando arriva il momento del sospirato crollo fisico, quel “fantasma”, è sempre lì, imperterrito, pronto a vanificare con una nuova scarica di adrenalina quell’atteso sonno riportando nuovamente a galla la strana sensazione d’inquietudine. L’alba, molto spesso, arriva alla fine puntuale e solitamente le sue prime luci hanno un significato liberatorio, dacché insieme ad esse, sopraggiunge la fresca consapevolezza che quel “nemico” potrà essere, almeno temporaneamente, “distratto” attraverso il sospirato ricongiungimento ad un qualunque “gregge” oramai sveglio.
Se però, i gravosi spasmi “d’attenzione” continuano a comparire incessantemente, finanche durante quei diurni accostamenti a deconcentranti “variopinti greggi”, allora, non resta altro da fare che sottrarsi alla cruda realtà della propria impotenza ingannando, in qualche altra maniera, i sensi e le proprie percezioni. L’espediente è attuabile, ad esempio, attraverso la semplice assunzione d’ogni tipo di sostanza, alcolica, allucinogena, narcotica, stimolante, ecc. o anche mediante l’immersione totale ed incondizionata dei sensi in una delle tante nuove chimere tecnologiche.
Di fatto, però, tutti tali sopraddetti rimedi, abili a “distoglier l’attenzione” da proprie ombre, effigian unitamente “una sorta di strumento” a cui disperatamente e costretto ad aggrapparsi ogni debole “comune essere” che cerca la quiete da quel tormento di uno “scomodo straniero” che imperterrito sembrerebbe indurre “Visioni”narranti l’eventualità di talune personali mancanze o erroneità.
… Soltanto talune “Consapevoli anomale bestie”, a differenza dei “comuni perfetti esseri”, non usan ricercare “greggi” o generici “strumenti” atti al caos ed a distrarsi e fidandosi dell’attinente “straniero”, usan stare isolati nella completa calma per meglio “udir le sue silenti urla”. Essi nutron speranza che proprio nell’interpretazione di quelle tetre “Visioni”, vi sia occasione di trovar quegl’indizi d’una nutrita atipicità e finalmente anche la soggettiva “pertinente strada”. Essi, pur avendone timore, a differenza d’altri, non fuggon dal buio e dalle urla del suo silenzio, poiché, hanno sentore che “la luce del loro giorno” sia celata all’interno di un viaggio da metter in atto lungo il sentiero dell’oscurità...
... Infine, eccomi,... mi ritroverò...una Consapevole anomala bestia, contraddistinta da
nessun facile odio e d'alcuna falsa pietà!...

Axelber


Appunti da un Viaggio... Sogno numero 1

“Sconcerto fisso mandrie di vari, anomali ed informi animali che immaginandosi di solcare immense lande continuano invece a ferirsi scagliandosi insieme contro quello stretto recinto evidente confine della loro miserevole prigionia esistenziale”. 


Impietosito imbraccio il fucile.
“Li terminerò uno per volta risparmiandogli inutili sofferenze”.
La mandria improvvisamente fugge sembrando capire le mie intenzioni.
Un dubbio m’assale!
“Altri cacciatori sono passati da queste parti”.
Un’altra variabile prende consistenza!
“Questo recinto, loro unica giustificazione per sapersi vitali?”.
Forse, l’inizio della prima certezza.
“Non oltrepassano volontariamente questa recinzione!”.

Axelber

 
 
 

Visioni d'Ombre  ...Visioni da Visioni

Post n°29 pubblicato il 10 Marzo 2007 da axelmatrix
Foto di axelmatrix

Raccolta di mie "vecchie" scritture, descriventi  un lungo viaggio introspettivo, cagionato da  "un perduto amor"... (Parte undicesima)


Griffy il bottaio   (Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters)

Il bottaio deve conoscer tutto sulle botti.
Ma io conoscevo allo stesso modo la vita, e tu che indugi tra queste tombe pensi di conoscere la vita. Credi che il tuo sguardo comprenda un ampio orizzonte, forse, in verità stai solo girando intorno all’interno della tua botte. Non puoi tirarti su fino al bordo e vedere all’esterno il mondo delle cose, e nello stesso momento vedere te stesso. Sei sommerso nella botte di te stesso, tabù e regole e apparenze, sono queste le doghe della tua botte.
Spazzale via e dissolvi la magia di credere che la tua botte sia la vita!
E di conoscere la vita!



“Limpida follia”


Come vivere in una nitida penombra!

Percorro un irto,
strettissimo,
interminabile ma, piacevole sentiero.

Mi guida soltanto un’intuizione,
“il verso della rotta intrapresa”.

Una sola durevole certezza,
la costante consapevolezza del dubbio.

M’interrogo sui miei paradossi,
inconsapevole di quale lato del mio essere infine prevarrà,
combattivo, remissivo,
romantico, cinico,
intellettivo, istintivo,
emotivo, ironico,…

Mi rassegnerò forse apaticamente alla realtà di visioni discordi?

Consapevole di vivere una sorta di lucida schizofrenia,
la sfrutto per scompormi ed osservarmi,
m’impiego per scomporre ed osservare.

Attuo anomale e semplici movenze,
pondero oramai ogni pensiero,
dal più facile al più ostico.

Un dubbio m’assale troppo di sovente!

Un folle,
l’evidente immagine d’un uomo volto o naturalmente propenso all’apice dell’umana effettività?

Axelber


 
 
 

Visioni d'Ombre ...Visioni da Visioni

Post n°28 pubblicato il 04 Marzo 2007 da axelmatrix
Foto di axelmatrix

Raccolta di mie "vecchie" scritture, descriventi  un lungo viaggio introspettivo, cagionato da  "un perduto amor"... (Parte decima)


George Gray   (Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters)

Molte volte ho osservato il marmo che hanno scolpito per me, un vascello con una vela ammainata alla fonda in un porto.
In verità, ciò non rappresenta la mia destinazione, ma la mia vita.
Perché, mi fu offerto l’amore e io fuggii i suoi disinganni; il dolore bussò alla mia porta, ma ebbi paura; mi chiamò l’ambizione, ma le opportunità mi hanno terrorizzato.
Eppure continuavo a desiderare di dare un significato alla mia vita.
E ora io so che bisogna alzare le vele e prendere i venti del destino dovunque conducano il vascello.
Dare un significato alla propria vita può finire in follia, ma la vita senza significato è la tortura del senza requie e vago desiderio, essa è un vascello che smania per il mare e ne ha paura.



“Linea di confine”

Il tempo s’arrende,
gli occhi iniziano a socchiudersi.

La linea di confine è oramai definita,
navigherò lungo essa
osservando le opposte sponde.

S’una riva ravviso sogni coscienti,
sull’altra proiezioni d’ombre,
devo tenermi nel mezzo di questo fiume.

La mia rotta sarà verso la foce,
la mia destinazione sarà il mare,
la mia speranza è nell’orizzonte.

M’abbandono nel viaggio,
realtà e sogni qui si mischiano.

Occhi da sempre vigili,
sinora assuefatti a replicare altrui studiate immagini,
ora tacciono apprestandosi all’unica strada appresso consentitagli,
la cruda rivelazione d’una evidente “proiezione artistica”.

Axelber

 
 
 

Visioni d'Ombre ...Visioni da Visioni

Post n°27 pubblicato il 03 Marzo 2007 da axelmatrix
Foto di axelmatrix

Raccolta di mie "vecchie" scritture, descriventi  un lungo viaggio introspettivo, cagionato da  "un perduto amor"... (Parte nona)


Secrets of the Beehive  (I segreti dell'alveare
)

"L'alveare, in molte società e attraverso i secoli, ha rappresentato la famiglia ideale, il gruppo ideale, e anche una certa scala di valori spirituali.
Molti dei miei testi parlano del desiderio di essere accettati, di appartenere, e nello stesso tempo esprimono questo senso di isolamento, di non essere capaci di appartenere.
La società ideale può esistere solo basandosi su leggi universali.
Sono una persona antisociale perché non riesco a farmi una ragione della società in cui vivo".

David Sylvian, settembre 1987, "Melody Maker"



“L’invocazione”

Un lampo in lontananza,
il suono delle onde,
il cortese ticchettio della pioggia sulla mia pelle.

Ogni vista,
ogni suono,
ogni goccia,
le sole emozioni donate senza l’idea d’alcun compenso.

Sostienimi in  te!

Axelber

 
 
 

Visioni d'Ombre ...Visioni di Visioni

Post n°26 pubblicato il 16 Febbraio 2007 da axelmatrix
Foto di axelmatrix

Raccolta di mie "vecchie" scritture, descriventi  un lungo viaggio introspettivo, cagionato da  "un perduto amor"... (Parte ottava)

…è certamente sconfortante riscontrarsi perennemente ammalati, eppure, è quel che accade!… Un intero sistema,  ben progettato da “chimerici artisti” con l’intento di far sentire ognuno ammalato d’una qualche insufficienza. Occhi che devono scrutar come “normali” eroi affascinanti, oggetti avvincenti e azioni sorprendenti. Uomini e donne avvenenti, auto bellissime e veloci, case e cose stupefacenti, da far valutar come basi di “normalità” non “d’eccezione”, cosicché, tutti, considerando il tutto, possan avvertirsi ammalati di un identico male, “un comune disagio d’insufficienza”.  E da tal disagio ti vien la voglia d’uscire, provando ad acquisir quel qualcosa che senti mancar per poterti saggiar meno malato o “normale”…  e naturalmente, loro, in cambio del caro prezzo, subito pronti ad offrirti quell’opportuno “medicinale” fittizia cura del tuo "apparente" malessere…

 Un’illusione, soltanto una temporanea illusione di benessere, non appena incominci a sentirti meglio, una nuova “eccezione” è stata già sapientemente posta alla maniera di “comune” riferimento di “normalità”!

 Cantava De Andrè:  …da ragazzo spiare i ragazzi giocare al ritmo balordo del tuo cuore malato e ti vien la voglia di uscire e provare che cosa ti manca per correre al prato, e ti tieni la voglia e rimani a pensare come diavolo fanno a riprendere fiato. Da uomo avvertire il tempo sprecato a farti narrare la vita dagli occhi e mai poter bere alla coppa d’un fiato ma a piccoli sorsi interrotti… E l’anima d’improvviso prese il volo ma non mi sento di sognare con loro, no non mi riesce di sognare con loro...


“Luoghi comuni”

Luoghi comuni,
scenari mutevoli,
un unico spettacolo,
“passaggi di tempo”.

Proiezioni future,
copie di questo momento,
fotografia di ieri.

Un unico presagio,
ieri, oggi, domani,
un unico tempo,
un unico paesaggio.

Luoghi comuni,
disperate riproduzioni d’illusoria eroicità.

Luoghi comuni,
scontati tentativi d’emulazione.

Luoghi  comuni,
fragili individui che falsano quell’angosciante veduta dell’oggi,
temibile immagine di ieri,
angosciante profilo del domani.

Luoghi comuni,
individui narcotizzati che sfuggono insieme da un unico spettacolo,
la proiezione d’oggettive incapacità.

Luoghi comuni,
irte e sfarzose mura costruite a recinto d’impauriti greggi.

Da questa parte non vedo affacciarsi alcun orizzonte!

Axelber

   

 
 
 

Visioni d'Ombre ...bagliori improvvisi

Post n°25 pubblicato il 11 Febbraio 2007 da axelmatrix
Foto di axelmatrix

Raccolta di mie "vecchie" scritture, descriventi  un lungo viaggio introspettivo, cagionato da  "un perduto amor"... (Parte settima)

…Percezioni fugaci, fulminee percezioni di temporaneità accompagnate dall’angosciosa manifesta volontà di non appartenenza, queste, solo alcune delle violente impressioni che spingono a dover trasformare evanescenti “visioni d’ombra” in forme concrete, quali strumenti finalmente tangibili tramite cui tentar di comprendere e forse denunciare un soggettivo, ma forse comune, umano disagio.
E’ facile costatare, che generalmente in qualità di “artisti” sono vagliati soltanto quei soggetti che riescono ad esprimere e denunciare caratteristiche percezioni emotive o meglio, appartenenti “visioni”, mediante esclusive, particolari, rare e originali stilizzazioni accolte da ampi consensi. Personalmente, stimo invece che, debba essere ritenuto “artista”, ogni essere umano, che, nel corso della propria tipica esistenza, trovandosi a saggiare, anche fugacemente, “visioni d’ombra” della propria autentica soggettività, emotiva, istintiva, affettiva, intellettiva, ed evolutiva, quindi,  “proiezioni” del suo “concreto essere”, cerchi coraggiosamente di riuscire a manifestarle, dichiarando dunque, sempre, anche nella maniera più semplice, però marcata, i frammenti della sua specifica originalità, i dettagli di quel suo “essere particolare” derivante soltanto dalla “caratteristica miscelanza” dei propri, comuni, dettagli emotivi, affettivi, istintivi ed intellettivi. Determino quindi, arte o “proiezione artistica”, qualunque sincera rappresentazione, finanche la più semplice o, qualsivoglia valoroso tentativo operato da parte di un essere umano, di comunicare nel campo del reale, la propria tipicità, ossia, qualsiasi sincero sforzo di esternare apertamente ogni singolare “visione d’ombra” percepita, anche se confusa, o poco limpida, giacché, di frequente, non esplicabile esaurientemente, né a livello razionale, ne tantomeno per mezzo di una comportamentalità lineare o mediante un limpido enunciato di senso compiuto.
Chiarisco così, più semplicemente, “artisti”, tutti quegli esseri umani, che manifestando un desiderio d’intercomunicazione attraverso qualunque materialità genuina, qualsivoglia concetto spontaneo, qualsiasi gesto autentico, o ”proiezione artistica”, rivelano semplicemente la loro essenza di creature sensibili e soggettivamente pensanti.
Artista, almeno a mio parere, può esser così identificato, ogni semplice, ma coraggioso soggetto, idoneo all’umile confronto, all’ammissione ed alla proposizione sincera della parte più profonda e cupa della propria identità e della propria percettività, in definitiva, ciascuna creatura che esponendosi con valore, si mostri naturalmente desiderosa di denunciare quell’aspetto derivante dal riconoscersi con modestia una “strana creatura” dai mille quesiti ma dalle poche chiare e mai esatte risposte.
Oltrepassare in tal modo l’immaginaria soglia che introduce nell’arte (come io la concepisco), si rivela così una possibilità effettivamente alla portata di ogni essere umano.
Tuttavia, tale prerogativa, anche se così intesa, pur potendo esser alla portata di tutti, nella realtà delle cose, parrebbe esser perseguibile soltanto da pochi e straordinari eletti. E’ triste, infatti, constatar che (anche dall’analisi dello storico ambito umano), in ogni epoca, tanti, troppi uomini, in modo comodo e vile hanno stimato, stimano e probabilmente stimeranno sempre, come alquanto più vantaggiosi, o comunque, molto meno dolorosi e disagevoli, i percorsi di vita dediti al silenzio, al paradossale tentativo intellettivo di sopire l’umana capacità dubitativa e perciò anche qualsivoglia non conveniente domanda, pensiero, o realtà percepita, poiché, il dubbio, è spesso valutato un perverso strumento destabilizzatore di un illusorio, conveniente e precario equilibrio personale ed esistenziale raggiunto.
Adeguando, o, tentando vanamente di coordinare il proprio originale essere a semplici e diffusi presupposti, “strettamente collettivi”, abbracciando cioè convenientemente “limitati” principi di verità, come certi ed ineluttabili (il più delle volte solamente poiché riscontrati nel proprio ristretto ambito d'appartenenza), la maggior parte degli uomini, neppur tenta di concepire un qualche "tipico" pensiero, comportamento o una qualche forma d’arte dacché,  sin dapprincipio, predilige "standardizzare" ed "associare" la personale idealità e la propria intera comportamentalità, dunque, tutto l'appartenente suo “tipico essere”, ad una qualsiasi di quelle diffuse, immaginarie e specifiche ideologie di già raggiunta  ed indubbia “perfezione”.
Ciò nonostante, queste enormi quantità di esseri umani, detentori e assertori degli illusori status di “perfezione” che affollano e condividono la maggior parte dei contesti ideologici, politici e sociali, pur se dichiarano genericamente di condurre esistenze precise e soddisfacenti, svelano, però sempre, attraverso evidenti segni, quali, odio, rancore, ipocrisia, razzismo, falsità, gelosie, guerre, continui tentativi di prevaricazione e speculazione, tutti quei taciti sintomi di un disagio esistenziale, generatogli probabilmente, dall’incapacità di sostenere e tollerare quell’inesorabile “visione d’ombra” d'una naturale e congenita “umana imperfezione” .
E’ angoscioso riscontrare che, nel perpetuo ciclico svolgersi dell’umana esistenza, vi siano stati, ed ancora vi siano, solo pochi volenterosi e insoliti soggetti capaci di saggiare, saggiarsi e infine concepir, una qualunque materialità descrivente quell’emozione prodotta dall’inaspettato rivelarsi  di sconosciuti, o spesso dimenticati aspetti dell’ancora inesperto e spesso ipocrita “umano essere”.
Possono legittimamente essere da me elogiati della semplice definizione di “artisti” o “consapevoli strani animali protesi ed in cammino verso un desiderato divenir uomini o donne", tutti questi ultimi sparpagliati individui che in ogni epoca hanno avuto e continuano ad avere il coraggio d’accettare, quello straniero che producendo “Visioni d’Ombra” offre opportunità di cogliere, e testimoniare attraverso sfacciate, ed anche non conosciute “proiezioni artistiche”, quei lati oscuri di un soggettivo, tuttavia comune,  impreciso sussistere e coesistere umano…


“La buona novella”

Quell’oscuro straniero che vive in me,
m’appare sempre improvvisamente,
stento ancora a ben riconoscerlo.

In sua compagnia ho una fragilità che m’impaurisce,
vivo la paura di non potermi rapportare al mondo circostante,
alle lotte di potere tra paradiso ed inferno,
ho timore che soccomberei inesorabilmente.

Lo rinchiudo daccapo tra i meandri del mio animo,
così distante dal mio apparire,
lì non potrà ferirmi, ma neppur esprimersi,
sono io a tradirlo, a tradirmi?

Dimentico!

Continuo a correre, a cadere,
mi risollevo, ricado,
le ferite dilagano.

Le mie mani, le mie caviglie, sono legate,
stringo io così forte i nodi a queste corde?

Persevero, dovrà rimaner nascosto!

La coscienza della sua esistenza mi strugge,
vorrei non averlo mai incontrato, conosciuto.

In un solo fugace attimo,
eccola dal nulla la mia piccola musa,
la sua presenza mi rivela istante dopo istante una nuova via,
adesso ne ho la consapevolezza, dipende solo da me!

Procedo!

Sciolgo le briglie dal mio cuore,
libero lo straniero, lasciandolo venir fuori,
ecco la realtà,
lui è da sempre parte integrante di me,
solo ora scopro la mia completezza,
finalmente io!

D’ora in poi,
ogni caduta, ogni ferita, ogni emozione,
sarà solo combustibile per il mio divenire.

Grazie per la buona novella,
“piccola mitica ispiratrice”.

Axelber

 
 
 

Visioni d'Ombre ...proiezioni da disagi emotivi

Post n°24 pubblicato il 10 Febbraio 2007 da axelmatrix
Foto di axelmatrix

Raccolta di mie "vecchie" scritture, descriventi  un lungo viaggio introspettivo, cagionato da  "un perduto amor"... (Parte sesta)

...provo ad adattarmi alla diffusa idea dell’enorme "chimera" all’interno della quale sforzarsi solo a rintracciar cose e persone, nel modo in cui  strumenti di nostre valide emozioni…
La mente s’affanna nella ricerca,… il mio cuore distratto finalmente rallenta…
…rinvenuto il nuovo gioco… la mia mente riposa,…il cuore accelera al contemplo della giovane emozione…
…il breve tempo d’ogni cosa,  l’ennesima emozione s’è anch’essa svuotata.
…Ricomincio daccapo! …


“Passaggi di tempo”

I pensieri fluiscono agili,
 il cuore rallenta,
cerco daccapo il fresco “espediente”
che mi sveli un altro inedito “strumento”,
rapido “artifizio”
d’una nuova agevole “emozione”.

Trovato!

Il battito accelera,
i pensieri rallentano,
tutto sembra migliorare.

Solo temporanea “apparenza”!

Ancora una volta l’inganno è rivelato.

Un’altra florida “illusione”!

Un’unica “molesta” domanda.

Quest’antico forse eterno “diversivo”,
è l’unico rimedio all’umana esistenza?

Nessuna rapida risposta.

Traspare diffusa  una “conveniente” possibilità,
non soffermarsi a riflettere,
non soffermarsi a riflettersi.

Ancora!

I pensieri fluiscono agili,
il cuore rallenta,
cerco daccapo il fresco “espediente”
che mi sveli un altro inedito “strumento”,
rapido “artifizio”
d’una nuova agevole “emozione”.

Trovato!

Il battito accelera,
i pensieri ………

“Passaggi di tempo”,
quanti rintocchi ancora?

Axelber

  

 
 
 

Visioni d'Ombre ...proiezioni da disagi emotivi

Post n°23 pubblicato il 04 Febbraio 2007 da axelmatrix
Foto di axelmatrix

Raccolta di mie "vecchie" scritture, descriventi  un lungo viaggio introspettivo, cagionato da  "un perduto amor"... (Parte quinta)

…non più artisti, ma soltanto “chimerici artisti” atti a mostrar quel che per convenienza dev’esser percepito!...   ciò che ovunque appare realtà, è un’illusione costruita a regola d’arte, come prelibata esca abile ad addescar quell’opportuno nutrimento dei propri istinti…
…Chimerici Artisti, sarebbe per questi tragico il realizzar che anche ogni loro più “ragionevole” ed abile movenza o comportamento gli è però già dapprincipio sempre commissionata dal comune e banale istinto ... Una sola domanda dovrebbero sapersi porre… comando, o son sempre stato comandato?
…non più, “arte come arte”, ma soltanto come strumento idoneo a velar finalità silenti!


"Chimerici Artisti"

Percepirsi arditamente isolato,
tutt’intorno non più alcun antico visionario d’Ombre,
ma, soltanto scenografi e figuranti d’eden incantati,
che si raccolgono per prostituirsi,
a compiacenza d’altri impotenti semidei.

Voialtri, servi di consuete paure,
come drogati da vostri semplici istinti e misere ambizioni,
acconsentite ad intrusi d’invadere ogni più intima vostra emozione,
lasciandovi impiegare dalla vostra viltà.

L’idea di sputar sangue,
come antichi vostri avi vi sgomenta.

Narcotizzati fingete sorrisi,
mentre il vostro culo,
costantemente reso in prestito ad altri fragili semidei
continua a smembrarsi versando fiumi di sangue.

Soltanto neo spacciatori di falsi mondi,
di comode realtà virtuali,
dove specchiarsi e specchiarvi finalmente Dei,
dove non riflettersi e riflettervi incapaci.

Voi tutti “chimerici artisti”,
 miserabili finti innocenti,
guardatevi attorno,
osservate i codardi,
riflettetevi codardi,
mai proverete il gusto di quel rovinoso antico coraggio dell’esporvi.

Oramai,
grazie alla vostra pochezza,
“tutt’intorno null’altro che drogati”.

Axelber

 
 
 

Visioni d'Ombre...proiezioni da disagi emotivi

Post n°22 pubblicato il 03 Febbraio 2007 da axelmatrix
Foto di axelmatrix

Raccolta di mie "vecchie" scritture, descriventi  un lungo viaggio introspettivo, cagionato da  "un perduto amor"... (Parte quarta) 

...decine e decine d’espedienti atti a raggirar la coscienza dell’intero stato d’animo. Null’altro, chiunque sembra saper suggerire. Divertiti! Non pensare! Distraiti! Facili alternative, al di là di tal rimedio collettivo, sempre atto a non riflettersi, null’altro, chiunque sembrerebbe saper proporre, null’altro, chiunque sembrerebbe aver mai fatto ed ancora saper fare.


“Il fragile individuo”

La distinguo!

Lentamente sopravviene.

Cercherà di prospettarmi nuovamente quelle antiche rivelazioni.

Avanza ancora!

Devo oppormi!

La negherò ancora negandomi.

La distrarrò ancora distraendomi.

Cercherò di nuovo conforto nel solidale gregge.

Mi lascio dirigere lontano
nella collettiva direzione.

In loro compagnia
improvviso piacevoli stati d’animo.

Lungo la più facile alternativa
riesco ancora a fuggire
dalla solita paura di un antico timore,
soccombere
dinnanzi alla consapevolezza
d’una precisa “Visione d’Ombra”.

Un'altra volta “amici”
mi hanno aiutato
distraendomi,
negandomi,
allontanandomi
dall’idea che forse,
il mio,
il loro concreto essere,
altro non è,
che semplice “viltà”.

Axelber

 
 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: axelmatrix
Data di creazione: 18/06/2006
 
 

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