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Staff Libero community
Le chat leader
LaSibilla80 e Monica_mmm84
LE TERRÌSE E LA SALÙTE
Le terrìse, cce ccosa belle e straordinàrie
petè fa la vite du migliardàrie,
senza penzìere, senza fategà,
aggerànne u munne da dò e da dà.
Iì, mannàgghie, m’agghia guadambià u ppane
fategànne sembe, pe ttutte la semàne,
pe mette nzìme le terrìse, ìi sfasulàte,
ca nge fàcene vive a la scernàte.
Cusse, amìce, u penzìere ca me pigghie,
mendre stogghe nzìme a la famìgghie.
Po’ na dìe, na dìa brutte e maldètte
la vende acchemmenzò a ffà nù defette,
sicchè u mmiède ca vène m’acchiamènde,
e me dice: ama fà u accertamènde.
Penzàve: ma a cce vàle la recchèzze?
Ce non stà la salùte iè ssule na skifèzze!
Criste mìe, le terrìse lassàmele pure stà,
ma la salùte, pe ppiacère, me la da dà.
La vite ppure senza solde iè bbelle,
avàstene sule pane e nu picche de mortadèlle.
Famme cambà, famme sta bbuène, Criste!
decève tra mmè e mmè skeffuàte e triste.
Acquànne reterìebbe u accertamènde
ca decève ca non denève nesciùne accidènde
me sendìebbe cchiù ricche e tutte arzille
acchemmenzìebbe a zembà accòme o grille.
Nudde iè mbortànde cchiù de la salùte
e te n’avvìerte acquànne la sì perdùte.
Perciò tutte quande penzàme ca iè rricche
ce de salùte ne tene almène nu picche.
Ce po’ ngocche terrìse arrevà avèsse,
decìmele grazzie, “cà nesciùne iè ffesse”.
Post n°17 pubblicato il 03 Febbraio 2014 da Bari.e.Dintorni
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Post n°16 pubblicato il 02 Febbraio 2014 da Bari.e.Dintorni
"Fa un sito dove si fa vedere in mutande sul divano con birra e patatine: inondato di offerte di lavoro"
L’insolita tattica ha funzionato: Niek ha ricevuto circa cinquanta offerte di impiego ed ora lavora per una agenzia di comunicazione. Bhè che dire..tutti i disoccupati da domani sul divano a mangiare patatatine!!!
Monica_mmm84 |
“Non ho compilato la dichiarazione dei redditi perché è morto il mio pesce rosso”
Questa la top ten delle giustificazioni più strane:
Monica_mmm84 |
Post n°14 pubblicato il 30 Gennaio 2014 da Bari.e.Dintorni
Il 17 gennaio, giorno di San Antonio abate, ha inizio il periodo che piace a tutti, grandi e piccini, noto come Carnevale... Il carnevale è una festa che si celebra nei paesi di tradizione cattolica. La parola carnevale deriva dal latino "carnem levare" ("eliminare la carne") poiché anticamente indicava il banchetto che si teneva l'ultimo giorno di carnevale (martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima. Benché presente nella tradizione cattolica, i caratteri della celebrazione del Carnevale hanno origini in festività ben più antiche. Famosi in tutto il mondo sono i carnevali italiani come quello di Venezia o il carnevale di Putignano che è il più lungo d'Italia e il più importante carnevale pugliese assieme al carnevale di manfredonia. Ma più o meno in tutti i comuni della prov di bari e no si svolgono manifestazioni con gruppi di bambini mascherati e carri allegorici che sfilano per le vie principali delle città. Voi come vi mascherate o mascheravate? Quando ero piccola mi vestivo da Maria Antonietta... ora capisco che era il periodo di Lady Oscar ed io era in fissa per sta regina tanto bella.. ma mi potevano dire che finiva senza testa????!!! forse avrei evitato di vestirmi così.. Poi c'è stato il periodo da pierrot (vestito reciclato da una mia cugina) ed anche lì una tristezza infinita con tanto di lacrima disegnata sulla faccia.... Forse uno delle maschere più carine è stato quello di cappucetto rosso almeno lì c'è il lieto fine ;-) Bhe iniziate a pensare a come mascherarvi perchè il carnevale è iniziato ... ciao ciao LaSiBiLlA80 |
Post n°13 pubblicato il 28 Gennaio 2014 da Bari.e.Dintorni
Il 29-30 e 31 gennaio sono considerati i giorni più freddi dell'anno, e vengono chiamati I GIORNI DELLA MERLA. In questi giorni se ne sente parlare spesso nei telegiornali e sembra proprio che quest'anno il mito e la realtà coincidino. Ma perchè sono chiamati così? Sembra ci sia una leggenda secondo cui, in un tempo lontano, il mese di gennaio aveva solo 28 giorni ed i merli erano tutti bianchi.... .... prima che le leggi della natura fossero spiegate dagli scienziati a farla da padrone era il terribile Generale Inverno che mandava neve e gelo sull’intero globo terracqueo. Il suo potere era concentrato nei mesi di dicembre e gennaio mentre già in febbraio il vecchio Generale era influenzato dalla giovane primavera e si faceva più mite. Anche i mesi non erano uguali a quelli di oggi, infatti gennaio aveva solo 28 giorni e febbraio 31. In uno di quei freddissimi mesi di gennaio la terra era ricoperta da una coltre bianca e anche i merli erano bianchi, ma proprio tutti bianchi tranne, come oggi, il becco giallo. Fu così che un anno il 28 gennaio i merli uscirono dai loro nidi contenti che il periodo per loro più difficile stesse per finire. Già si vedeva qualche filo d’erba spuntare da sotto la neve e sotto i primi pallidi raggi di sole cominciarono a prendersi giuoco del buon vecchio Generale Inverno. Soprattutto le merle femmine che, come nella gran parte delle specie animali, avevano la lingua più lunga inziarono a vantarsi dello scampato pericolo: “anche quest’anno ce l’abbiamo fatta”, “il Genarale inverno non fa più paura a nessuno”, “ha appena la forza di rinfrescare per un paio di mesi”, “domani sarà febbraio e il vecchio Generale non sarà più capace di fare niente”… L’orgoglioso Generale tollerò per un po’, ma poi sentendosi sbeffeggiato da quegli insignificanti uccellini (al suo cospetto erano effettivamente piccoli e indifesi) montò su tutte le furie e sbottò: “voi bianchi pennuti mi avete stancato, vi farò pentire di avere preso in giro il potentissimo Generale Inverno! Avete voluto scherzare, ma adesso la pagherete!” Ciò detto raccolse tutte le sue forze, gonfiò il petto e con le sue grosse manone strappò tre giorni a febbraio e li attaccò alla fine di gennaio. Quindi scatenò la più grande bufera di tutto l’inverno: vento gelido e neve per tre giorni come non si era mai visto. I merli che stavano festeggiando in anticipo la fine dell’inverno smisero subito di ridere e scherzare e cercarono conforto nei loro nidi. Ma il vento era troppo potente e il gelo arrivò anche lì. Allora cercarono riparo tra gli alberi o sotto le tettoie ma il freddo li raggiunse implacabile. Alla fine per trovare un po’ di tepore si rifugiarono nei camini delle case. Passò quindi il 29 gennaio e il freddo aumentò, passò anche il 30 gennaio e continuò a nevicare, arrivò il 31 gennaio e fu il giorno più freddo di tutto l’anno. I merli si salvarono restando appollaiati per tre giorni nei tiepidi camini in cui si erano rifugiati. La sera del 31 gennaio la tempesta si placò e la temperatura iniziò a risalire, il Generale Inverno aveva terminato la sua prova di forza e, soddisfatto, poteva lasciare spazio a un febbraio in cui avrebbe condiviso il tempo con la fresca primavera. Finalmente i merli poterono uscire dai loro ripari di fortuna. Iniziarono a becchettare i primi fili d’erba che già spuntavano per placare i morsi della fame. Appena furono più tranquilli finalmente alzarono gli occhi e guardandosi gli uni con gli altri videro che qualcosa era cambiato: le loro bianche piume dopo i tre giorni trascorsi nei camini si erano impregnate di fuliggine ed erano diventate tutte nere. Provarono a lavarsi in qualche pozza di neve sciolta, si strisciarono le piume nelle prime foglioline verdi, si becchettarono le penne l’un l’altro … non ci fu niente da fare: il nero non se ne andò e il loro piumaggio bianco fu perso per sempre. Il Generale Inverno si godette lo spettacolo, quindi tirò fuori il suo vocione e disse in tono stentoreo: “che questo serva da lezione a voi e a tutti gli animali: non si scherza con le stagioni, con il freddo, con il clima. Non ci si può prendere gioco della Natura. Da oggi in poi gennaio avrà 31 giorni e i suoi ultimi tre giorni saranno i più freddi dell’anno. Per ricordare a tutti questa storia voi merli, che più di tutti avete scherzato, porterete per sempre queste penne nere”. Da allora tanti anni sono passati ma ancora oggi gennaio ha 31 giorni e il 29, 30 e 31 gennaio sono i giorni più freddi dell’anno e sono detti i giorni della merla. “When the legend becomes fact, print the legend” ["L'uomo che uccise Liberty Valance"] ps. Il cigno è troppo grosso per entrare in un camino, così ha imparato ad emigrare verso i paesi più caldi ed è rimasto bianco ;-) Quindi munitevi di sciarpe, guanti e cappelli e state al calduccio perchè i giorni della merla stanno arrivando :-) LaSiBiLlA80
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Post n°11 pubblicato il 24 Gennaio 2014 da Bari.e.Dintorni
Ciao a tutti ci sono nuove istruzioni per chi non riesce ad accedere in chat! E' tutto spiegato cliccando nel link qui sotto! http://aiuto.libero.it/community/chat/faq/7135.phtml?ssonc=1862431
Seguite le istruzioni e buon divertimento in chat
Monica_mmm84 |
C'era qualcosa che da bimbi vi spaventava tanto???A me si!!Fin da piccola,infatti,sentivo spesso raccontare storie sul “Lu Laùru”. E questo una specie di piccolo gnomo molto vivo nei racconti tradizionali salentine visto e rappresentato come un personaggio divertente ma dispettoso. Nei racconti di mia nonna e mia madre mi veniva raffigurato come il classico piccolo nano o elfo con un berrettino in testa. La credenza popolare afferma che Lu Laùru si fa vedere o meglio sentire di notte, adagiato sulla pancia dello sfortunato che sta dormendo della grossa e giocoforza portato a svegliarsi, a motivo della difficoltà a respirare e nello stesso tempo impedito nei movimenti in uno stato di pesantezza assoluta. Racconta sempre la diceria popolare che colui che riesce destandosi, a levare il copricapo a lui tanto caro, Lu lauru pur di riottenerlo si piega ad esaudire un desiderio dell’uomo fortunato. La pretesa che Lu Lauru si sentiva sempre rivolta era immancabilmente “portami tanti soldi”. Ma la sua natura era immancabilmente dispettosa, per cui lui invece dei soldi gli portava sassi e pezzi di terracotta. Mio nonno che aveva un cavallo che si chiamava Bastiano, raccontava a mia madre, che molte volte Lu Lauru durante la notte si divertiva ad attorcigliare la coda del povero Bastiano. Queste storie si trovano totalmente simili in tutte le varie contrade della Puglia. Amici mi hanno raccontato storie pressoché uguali accadute in Campania e in Basilicata. Di Lu Laùru si sono occupati etnografi e storici, che hanno catalogato molti modi di chiamarlo: Scarcagnulu, Scattamurreddhru, Moniceddhru, Carcaluru. Nota comunque è la sua passione e interesse per gli animali di campagna, che si evidenzia in opera notturna, con azioni quali, spazzolamento, abbeveraggio, dando la profenda(razione giornaliera di biada) ai cavalli e agli asini. Non è raro comunque che metta in atto gesta di cattiveria come picchiare con il bastone le povere bestie o facendo scherzi, come detto sopra, aggrovigliandogli le criniere. Quante notti insonni e terrorizzata ho passato per questo gnometto! Eppure è una storia che razionalmente è assurda! E voi ci credete??? Monica_mmm84 |
Post n°9 pubblicato il 16 Gennaio 2014 da Bari.e.Dintorni
Ciao a Tutti.. Se avete dei problemi ad entrare in chat segui i consigli presenti in questa pagina http://www.java.com/it/download/help/jcp_security.xml impostando il livello su "media", dopo aver modificato quel parametro, riavvi il browser, meglio ancora se cancella cookies e cache, riavviando inultimo anche il pc. Se non dovesse risolvere autonomamente, contatti pure Libero Aiuta al seguente link http://aiuto.libero.it/community/chat/faq/3835.phtml rispondendo NO alla domanda "questa faq ha risolto il tuo problema?" ed espondendo la problematica riscontrata.
Monica_mmm84 |
Post n°8 pubblicato il 27 Dicembre 2013 da Bari.e.Dintorni
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Oggi vi propongo la ricetta della puddica alla cipodda (focaccia alla cipolla). La focaccia alle cipolla è una specialità tipica pugliese che ho imparato a fare in fretta, perciò non può essere difficile, anche se l’aspetto fa pensare ad una faccenda complicata. Ne esce una cosa buonissima, fa un figurone pazzesco e ne basta poca per ingozzare gli eventuali ospiti. A grandissima richiesta di tutti quelli che l’hanno assaggiata, ne pubblico la ricetta.
Cominciate mettendo a bollire le patate e visto che di solito è una faccenda lunga, nel frattempo vi conviene iniziare a preparare il ripieno. In una padella con un po’ di olio fate appassire le cipolle tagliuzzate, poi aggiungete i pomodori a pezzetti dopo averli svuotati del liquido e solo verso fine cottura aggiungete i capperi, le olive tagliate a rondelle e un po’ di sale. Nel frattempo le patate avranno compiuto il loro dovere e saranno lessate nonché – per la gioia delle vostre dita – bollenti: sbucciatele, passatele con lo schiacciapatate e mescolatele insieme alla farina e a quattro cucchiaini di sale. Quindi sciogliete il panetto di lievito in un po’ di acqua calda, versatelo e impiastricciandovi tutti amalgamate per bene: il bolo che ne risulta dev’essere leggermente appiccicoso, perciò se è troppo duro aggiungete acqua calda e se è troppo molle vuol dire che ne avete già messa troppa, perciò aggiungete farina. Coprite il bolo con un canovaccio e lasciatelo lievitare per un’ora. Con una metà foderate il fondo della teglia (pure questa ben oliata), con l’altra metà plasmate su della carta da forno un rettangolo grande come la teglia . Aggiungete la farcitura e con una mossa degna di un samurai rovesciateci sopra l’altro rettangolo di impasto. Con una forchetta girate il lembo del rettangolo inferiore su quello superiore, infilzandoli insieme , poi bucherellate un po’ dappertutto, ché non guasta mai . Ungete anche la parte superiore della focaccia, infornate al massimo delle possibilità del vostro forno e cuocete: un forno ventilato alla temperatura di 220° impiega poco più di un quarto d’ora; un forno non ventilato a temperatura più bassa impiega anche mezz’ora. Insomma: mettetevi un timer e guardatelo ogni dieci minuti, poi giudicate voi quand’è pronto.
Buon appetito!!!!
Monica_mmm84 |
Post n°6 pubblicato il 06 Dicembre 2013 da Bari.e.Dintorni
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Post n°5 pubblicato il 27 Novembre 2013 da Bari.e.Dintorni
La tradizione pugliese vuole che durante le festività natalizie si preparino le pettole, sfiziose palline di pasta lievitata, fritte in abbondante olio caldo. Per preparare le pettole, setacciate la farina in una ciotola , fate al centro una fontana e scioglieteci il lievito di birra con poca acqua tiepida . Sciogliete nell’acqua rimanente il sale grosso e versatela a filo poco alla volta sulla farina . Impastate con le mani per ottenere un impasto molto morbido e colloso , se necessario aggiungete altra acqua. Dividetelo in due parti quindi mettete subito una di esse in una ciotola, coperta da un foglio di pellicola, a lievitare in forno spento con la luce accesa per circa 2 ore . Tagliate le olive verdi e nere a rondelle e aggiungetele all’impasto rimasto . Amalgamate bene gli ingredienti quindi mette anche questo a lievitare in forno spento coperto da pellicola . Quando i due impasti avranno raddoppiato di volume, predisponete sul fuoco una pentola capiente con abbondante olio di semi per friggere le pettole. Appena l'olio sarà ben caldo, con un cucchiaio prelevate poco impasto alla volta , bagnate un dito in poca acqua e fate scivolare con esso dal cucchiaio la pallina di impasto direttamente nell’olio, in modo da creare i caratteristici gambi . Continuate così fino a che non avrete terminato prima l’impasto con le olive e poi quello semplice (o il contrario): le pettole devono essere belle dorate da entrambi i lati, quindi in cottura giratele con una pinza. Toglietele dall’olio e fatele scolare su carta assorbente : quelle alle olive saranno già pronte per essere mangiate così come quelle semplici. Per la versione dolce le pettole semplici andranno rotolate nello zucchero semolato oppure cosparse di miele , non appena tolte dall'olio bollente! Buone pettole a tutti! Monica_mmm84 |
Post n°4 pubblicato il 25 Novembre 2013 da Bari.e.Dintorni
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Post n°3 pubblicato il 25 Novembre 2013 da Bari.e.Dintorni
Di seguito il link per prenotare la vostra cartella!Partecipate numerosi!!! |
Post n°2 pubblicato il 17 Novembre 2013 da Bari.e.Dintorni
Ticiànu ca si ffelìce sulu quandu Monica_mmm84 |
Post n°1 pubblicato il 08 Novembre 2013 da Bari.e.Dintorni
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