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Post N° 160

Post n°160 pubblicato il 06 Settembre 2007 da msn79
 

E' passato quasi un mese dal mio ritorno e a me sembra una vita fa.

stasera ero a telefono con un'amica che ancora non avevo avuto modo di sentire adeguatamente dal mio ritorno a cui ho raccontato in breve i miei 4 mesi. più raccontavo più sembrava di parlare di un racconto o di un film anizichè della mia vita reale, o momento di una fase della mia vita durata 4 mesi.
raccontando mi sono vista trascorrere davanti agli occhi i 4 mesi. le paure e le ansie delle prime sere che uscivo sola o della convivenza con una persona che conoscevo (troppo) poco. in fondo era una città nuova per me e lui era solo un ragazzo di cui avevo letto un annuncio su un sito per studenti. rivissuto i momenti con v., le gioie e i dolori, la visita di mamma, i viaggetti fuori porta, marco e kai che non possono mancare nel mio racconto, i preparativi dell'ultimo giorno e finalmente il rientro a casa.

eh si l'ultimo giorno a dusseldorf... ma come è stato? lo ricordo bene il mio ultimo giorno in terra straniera. inizia a preparare le valigie raccogliendo tutte le mie cose in camera mia, andavo in giro per casa perlustrando ogni angolo alla ricerca di qualcosa che mi appartenesse e per il quale valesse la pena pagare la mora per riportare a casa. ero sicurissima che l'avrei pagata, si trattava solo di capire cosa era importante, necessario e/o di valore, per il resto poteva anche rimanere lì. iniziai a mettere tutto in valigia relativamente tardi, e bastò veramente poco a riempirle. quasi complete le pesai, erano ENTRAMBE sui 20 kili circa (25 e 18) ... ero nei casini, avevo già fatto uno scarto molto accurato non potevo passare il restante al setaccio, non potevo. uscì a comprare le ultime cose, rientrai a casa e ancora una volta (per l'ultima volta) mi sarei preparata velocemente qualcosa da mangiare, mi sarei vestita e sarei scesa di corsa (ovviamente in ritardo) per raggiungere gli amici che mi aspettavano per salutarmi.
come per vienna, avevo invitato gli amici ad un bar di mia preferenza per salutarli e trascorrere l'ultima sera insieme. avevo prenotato un tavolo al rosie's bar, un bar carino con bell'atmosfera non lontano da casa. arrivo li di corsa, con ellen, quasi alle 21 (appuntamento alle 20,30 in realtà), piano piano arrivano tutti. bella serata, divertente e curiosa. è sempre interessante notare come persone magari diverse che generalmente non si frequentano che scambiano 4 chiacchiere stando al tuo tavolo. tutti si chiedono l'un l'altro "e tu come l'hai conosciuta ilaria?" e tutti mi chiedono come ho fatto in poco tempo a conoscere così tante persone ;-) la serata volge al termine, foto, brindisi, promesse di rivedersi e/o mantere i contatti, e poi saluti... eh si è ora, è passata l'una ed io devo alzarmi alle 4.
torno a casa e noto che ancora devo sistemare il notebook, e le foto appese sui muri.... ho preparato spesso la valigia per tornare a casa da quando ero a dusseldorf, ma MAI lo era stato per sempre... e le avevo dimenticate ancora appese alle pareti ;-) mi metto a letto alle 2 passate, oramai non si può più dormire... ma almeno per 2 ore posso far finta di aver riposato. alle 4 suona la sveglia, chiudo valigie, un thè caldo, ultimi controlli, aspetto conquilino che si alza per aiutarmi a portare giù le valigie. giù troverò i famosi marco e kai che mi accompagneranno all'aeroporto, anche loro hanno "dormito" si e no due ore come me ... mezzi addormentati ci dirigiamo verso l'aeroporto. arrivata lì "scopro" che devo pagare un po' troppo, svuotanto un po' le valigie e aumentando il peso dei bagagli a mano, alla fine pago 63 (!!!!) euro per poter portarmi tutto a casa... e vabbè si torna a casa!
saluti e abbracci e mi imbarco, carica fino al collo... sembravo un cammello con un carico di viaggio necessario per attraversare tutto il deserto.... sono le 6:30 am, tra mezz'ora salirò in aereo... mezz'ora che non passa mai. finallmente si sale, finalmente si chiudono i portelloni, finalmente si decolla.... dopo 2 minuti io già ronfavo (ovvio no?) mi sveglio dopo poco però, e le due ore di volo sembrano interminabili, io non vedo l'ora di atterrare e di riabbracciare i miei e v. che sono li ad aspettarmi. finalmente atterro, finalmente scheda italiana nel cell e telefonate a coloro che mi aspettano all'esterno... poi interminabile attesa per i bagagli.... sarà stata mezz'ora ma a me sembrava un'eternità, sentivo il lento scorrere dei secondi, l'attesa che cresceva, un'elettricità che percorreva il mio corpo... poi una e poi due, eccole ste (dannate) valigie. mi dirigo verso la porta, esco... non li vedo dove sono?! ah si eccoli li seduti che mi aspettano, si alzano entrambi... li sento parlare ma che dicono?! ah si, mamma dice a v. di andare prima lui, v. dice a mamma di andare prima lei... resto li imbambolata in attesa che uno dei due si decida a venirmi incontro... si decide per la mamma, che mi dice immediatamente che non devo partire mai più e poi il lungo abbraccio con v. quell'abbraccio immaginato sognato ed atteso da 4 mesi. ma non è finita, esco fuori e trovo papino che quasi paralizza il traffico per venirmi incontro, fratello ed amico che erano giusto li di passaggio .... ;-)
poi il resto potete immaginarlo....
tutti mi dicono "4 mesi sono volati, no?!", sinceramente per me.... NO!!!! adesso che è tutto finito sembra di si, ora che è tutto finito mi sembra quasi ridicolo essere stata "male" in alcuni momenti, quella voglia pazza di tornare a casa mi sembra quasi esagerata ma... questo e tutto il resto posso solo dirlo ora che è finita e che sono qui... ma quando ero li, era (e resta) tutto normale!

aufwiedersehen dusseldorf... Ilaria

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Commenti al Post:
Seldon_72
Seldon_72 il 12/09/07 alle 17:06 via WEB
Complimenti, bel post. Te lo volevo scrivere diversi giorni fa.. scusate il ritardo.
 
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Per le strade del centro di Tokyo, affollato crocevia di solitudine, Toru e Naoko, un ragazzo ed una ragazza non ancora ventenni, camminano insiemme in silenzio. Non sanno cosa dirsi, o forse hanno paura, parlando, di sfiorare il segreto che li tiene sospesi in mezzo alla folla: il ricordo di una sconvolgente tragedia che a poco più di sedici anni li ha legati per sempre. Una stuggente storia d'amore, ambientata nel clima inquieto del Sessantotto giapponese, tra lotte studentesche e passioni culturali e politiche. Scandito da una lunga serie di brani musicali, dai Beatles ai Doors, da Bill Evans a Miles Davis, disposti lungo il fluire dei ricordi come nostalgiche pietre miliari, il libro di Murakami è il racconto di un'adolescenza che già sfuma nel mito.  

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