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[Le Nouvel Observateur]

31 stranieri, 19 agenti di polizia e 17 cittadini italiani sono stati feriti durante una vera e propria caccia agli stranieri condotta da alcuni abitanti di Rosarno, nel Sud Italia. Circa 50.000 contadini immigrati vivono nel paese, la maggior parte del tempo in condizioni di indigenza.

Un nuovo immigrato è stato ferito leggermente da un colpo di fucile da caccia a qualche chilometro da Rosarno, in Calabria, ha dichiarato la mattina di sabato 9 gennaio la polizia che ha aggiornato il bilancio dei 67 feriti durante gli incidenti scoppiati giovedì e che sono stati seguiti da una caccia agli stranieri.

La polizia ha aggiunto che un’inchiesta è stata aperta dopo gli spari di sabato mattina. Secondo le fonti sui 67 feriti: 31 sono gli stranieri di cui 2 sono stati gravemente feriti venerdì sera a colpi di spranghe di ferro, 19 i poliziotti e 17 i residenti. Sei persone, tutti immigrati, sono ancora in ospedale. Le altre vittime accusano delle contusioni o delle ferite leggere.

Un bilancio precedente, dato dato dall’ANSA, menzionava 38 feriti: 20 stranieri e 18 poliziotti.

Secondo l’Ansa, un centinaio di abitanti armati di bastoni e spranghe di ferro hanno eretto delle barricate, proprio nei pressi di un locale dove si trovavano molti immigrati. Alcuni trasportavano dei bidoni di benzina e delle mazze. Altri hanno deciso di occupare il comune di Rosarno “fino a quando gli immigrati verranno allontanati”. “Che se ne vadano, devono avere paura”, ha dichiarato in televisione un giovane abitante della cittadina, mentre un altro spiegava: “È una protesta organizzata”.

Trasferiti tra gli applausi

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in serata ha lanciato un appello a “fermare senza indugio ogni tipo di violenza”. Un “importante contingente di polizia è stato inviato per assicurare un migliore controllo del territorio e garantire la serenità di tutta la popolazione presente”, ha annunciato il capo della polizia Antonio Manganelli, dopo essersi intrattenuto con il ministro degli Interni Roberto Maroni. A Reggio Calabria, capoluogo di provincia, è stata costituita una forza armata che raggruppa Stato e regione.

Sabato a mezzanotte, 9 pullman che trasportavano circa 250 immigrati, accompagnati da un applauso di un gruppo di abitanti del posto, hanno lasciato la zona della Rognetta, una delle strutture in cui erano ospitati gli immigrati e in cui era iniziata la rivolta di giovedì sera. Scortati dalla polizia e dai carabinieri, gli immigrati dovevano essere trasferiti in un centro d’accoglienza d’urgenza a Crotone, a circa 170 km di distanza. Seconda l’ Ansa, questo trasferimento si è svolto senza incidenti o resistenza da parte degli immigrati e le forze dell’ordine sono rimaste in loco per evitare che gli stranieri non tornassero o che gli abitanti di Rosarno appiccassero il fuoco alle installazioni. Rimangono un altro gruppo di circa 500 immigrati in un’altra struttura di Rosarno in cui durante la notte la tranquillità sembra essere ritornata. Ils vivent dans des “conditions inhumaines”

Vivono in “condizioni disumane”

Tali incidenti sono sopravvenuti dopo una manifestazione, giovedì sera, di molte centinaia di operai agricoli, per la maggior parte impiegati illegalmente nella regione, per protestare contro l’aggressione a molti di loro, bersagli dei colpi di fucili ad aria compressa. Avevano incendiato macchine e rotto vetrine a bastonate ed erano scoppiati scontri con la polizia.

Per Roberto Maroni, membro del partito anti-immigrati Lega Nord, tali tensioni sono il risultato “ di un’eccessiva una tolleranza nei confronti dell’immigrazione clandestina”. L’Alto Commissariato dell’ONU per i Rifugiati (United Nations Higher Commissioner for Refugees –UNHCR-) ed il principale sindacato italiano, la CGIL, hanno denunciato per conto loro “le condizioni disumane nelle quali vivono questi operai: capanne fatiscenti, mancanza d’acqua e d’igiene”. Poco prima nella giornata, la portavoce della sezione italiana della UNHCR, Laura Boldrini, aveva detto all’AFP [Agence France Presse, l'Ansa francese, N.d.T.] di temere “una caccia agli immigrati”.

Ogni anno, la raccolta della frutta – arance e mandarini- attira un flusso di 4.000 immigrati a Rosarno (15.000 abitanti). Nel dicembre 2008, in questa città nel medesimo clima di violenza due stranieri erano stati colpiti da proiettili. Secondo la CGIl, circa 50.000 lavoratori immigrati vivono in Italia in alloggi fatiscenti come quelli di Rosarno. Il sindacato ha denunciato l’influenza della mafia, soprattutto nel sud del paese, su questi immigrati impiegati in massa nell’agricoltura, che rappresentano “una mano d’opera a basso costo” pagata circa 25 euro al giorno.

[Articolo originale "67 blessés dans une chasse aux immigrés en Italie" di Nouvel Observateur]