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Il musicomane
Aprì il coperchio di legno, alzò lo sgabello regolandolo alla giusta altezza.Poi fissò lo spartito sul leggio. Sfregatosi il naso, stese le gambe sui due pedali con un sorriso di soddisfazione.Tutto era a posto, mani, piedi, testa, era pronto.Si era passato la lingua sul labbro superiore, respirato, accarezzato le gambe come a sentirne la consistenza della potenza muscolare. Aveva una leggera esitazione nel toccare la tastiera che gli si offriva nella sua eleganza seriale.Socchiuse gli occhi piegandosi su se stesso, con le dita aggredì i tasti avorio con la voluttà di un animale disperato, che ama sapendo di non essere riamato. Era, teso in un veloce salire all’unisono della musica, per poi ricadere retto dalle note in quel lago calmo e liscio della melodia. Era eccitato, il sangue più caldo nel basso ventre sibilava, come brace sotto la legna della musica. “Io sono tuo, io sono tuo si ripeteva.Ti suono con la devozione di una preghiera, la densità di un bacio, l’ultimo grido prima di un salto. La testa mi pesa, vorrei si staccasse da me, che fosse un palloncino leggero, una nota rotonda con la sua piccola linea nera a scomparire nel pulviscolo del sole”. Si raggomitolò, quasi a diventare un feto il cui nutrimento era essere attaccato al suono. “Sento che sto per avere un orgasmo, che mi sconquasserà, che mi aprirà spazi inesplorati, dove la musica sarà un’amante perfetta, obbediente e ribelle, infinitamente sottile nel risuonarmi dentro.Nel seme vischioso e bianco di questo piacere sono nudo! Nudo!” Le luci si accesero, il musicista non aveva più appigli, si alzò e inchinandosi si accorse che aveva suonato davvero bene, ora assaggiava in bocca il sapore del successo. La commissione fra le lacrime gli sorrideva, un lungo applauso seguì il primo. Il sudore aveva quasi completamente imbevuto la sua camicia e i capelli fradici gli si erano appiccicati alla nuca.In un ghigno pensò di aver fatto il suo dovere -a spifferare tutta alla commissione- aveva estromesso il suo amico rivale -un famoso musicista dal concorso- non in regola con le ultime prove.Per qualche motivo mentre si gustava il tripudio non riusciva a scacciare via quel pensiero insistente che gli si presentava adesso con tutto il suo carico di dissonanza. |
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