Creato da birba_976 il 31/10/2008
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L'ossessione della violenza.

Post n°16 pubblicato il 12 Marzo 2009 da birba_976
 
Foto di birba_976

Mai come negli ultimi giorni mi sono chiesta come può l'animo umano srrivare a compiere gesti di tale e tanta violenza.

E' di ieri la notizia di due stragi, una negli Stati Uniti, una in Germania, dove due persone giovani, 27 anni il killer americano, 17 quello tedesco, hanno ucciso in totale circa 25 persone.

Venticinque vite spezzate a causa di pochi secondi di follia.

Da lettrice e scrittrice di gialli (che parolone scrittrice, vero?) ho sempre avuto una certa curiosità verso coloro che diventano artefici del destino degli altri, arrogandosi il compito, naturalmente assegnato alla natura, o a Dio per chi ci crede, di decidere il momento in cui finirà la vita di un altro essere umano.

Cosa scatta nella loro mente? Disperazione? Rabbia? Frustrazione? Fallimento? Follia?

E' così sottile il filo che separa la normalità dall'abominio?

Ho conosciuto un assassino tanto tempo fa.

Era un amico, frequentava casa mia e non ho mai avuto paura di lui, nonostante tutti dicessero che era pericoloso perchè era coinvolto in brutti giri.

Era un ex tossicodipendente, con una famiglia complicata alle spalle, un lavoro precario, due figli che la ex moglie non gli permetteva di vedere ed una storia con una mia cara amica.

La famiglia della mia amica si oppose alla loro relazione e si lasciarono.

Lui conobbe un'altra e si risposò. Ebbe un figlio.

Poi perse il lavoro.

In quel momento ci eravamo già persi di vista, perchè le nostre vite avevano preso strade diverse, ma se mi capitava di incrocirlo mi fermavo a parlarci volentieri. Era una persona piacevole, un pò sfortunata.

Poi, mentre mi trovavo in vacanza, sentii al telegiornale che lo avevano arrestato per l'omicidio di un'anziana signora.

L'aveva uccisa a coltellate per 200 euro che lei non voleva prestargli.

Non potevo crederci.

Cosa sarebbe successo se li avesse chiesti a me? E sopratutto, cosa sarebbe successo nel caso gli avessi detto di no? Avrebbe ucciso anche me nonostante la nostra amicizia? Quanto doveva esserer disperato?

Cosa è scattato nella sua mente in quell'istante? Cosa lo ha fatto diventare un demone?

Nonostante tutto, e so di dire una cosa impopolare, continuo a credere che non sia una cattiva persona.

Ora è giustamente in carcere e stà pagando la sua pena. Stà pagando il suo gesto anche e soprattutto alla sua coscienza, e credo che questa sia la pena maggiore.

La violenza, infondo, è parte dell'essere umano sin dalla notte dei tempi, è dentro ognuno di noi, ma perchè a volte esce in maniera così prepotente?

Ragazzini che bulleggiano nelle scuole e danno fuoco ai senzatetto, stupratori nei parchi e ad ogni angolo di stada, persone normali che diventano assassini, violenza che genera violenza... un male del nostro tempo?

Che mondo consegneremo ai nostri figli?

Per quanto mi riguarda cerco di insegnare ai miei figli il rispetto per la vita e per le persone, e credo che se riusciremo a far cresecre bene questa nuova generazione le brutture potranno essere superate.

Io credo nel genere umano e in quello che di buono c'è dentro ognuno di noi, io credo che le cose possano migliorare, io credo che nonostante tutto la vita vale la pena di essere vissuta.

 

 
 
 

Era mio padre...

Post n°15 pubblicato il 04 Marzo 2009 da birba_976
 
Foto di birba_976

 

Il 5 Marzo mio padre avrebbe compiuto 68 anni.

Mio padre se lo è portato via un terribile male il 28 Settembre 2004.

Mio padre mi manca e questa lettera è il mio regalo per lui.

 

 

"Caro papà,

sono passati quattro anni e mezzo dal giorno in cui ci stringemmo le mani per l’ultima volta, e mi manchi, tanto.

Oggi è il tuo compleanno, è uno di quei giorni in cui il vuoto che hai lasciato, se possibile, si fa ancora più grande.

Ormai non ci sono più torte o candeline, tirate d’orecchie o canzoncine, non ci sono più regali; è per questo motivo, papà, che ho deciso di scriverti questa lettera, perché quando una persona se ne va rimangono tante cose in sospeso, tante parole non dette che urlano dentro il cuore e prima o poi devono venire a galla.

Quando ci hai lasciati mi sono sentita smarrita.

Il mio mondo, le mie sicurezze sono crollate. Fino ad allora eri stato sempre presente, mi avevi aiutata, consigliata, sgridata a volte, ma in ogni momento ero certa che in te avrei trovato sostegno, conforto, comprensione.

Non sono stata una figlia perfetta ed a volte credo di averti molto deluso.

Ricordo quando da bambina mi addormentavo nel letto con la mamma, poi tu arrivavi dal lavoro e mi prendevi in braccio per adagiarmi dolcemente nel mio lettino; mi sentivo protetta tra le tue braccia, tu eri il mio eroe.

Ricordo quando tornando dal lavoro al pomeriggio mi portavi il panino con la frittata; era poca cosa, lo so, ma per me era un regalo bellissimo. Quella frittata era la più buona che avessi mai mangiato, perché me l’avevi portata tu, perché l’avevi presa proprio per me.

Ricordo quando da adolescente, una domenica pomeriggio mi chiamasti vicino a te per fare le coccole. Ricordo che dissi di no. Volevo dimostrarti che ero cresciuta, che potevo prendere le decisioni sulla mia vita da sola. Da quel giorno qualcosa cambiò, tu mi lasciasti fare ed io forse sbagliai. Da quel giorno non ci furono più teneri abbracci e carezze, volevo essere adulta e da tale cominciasti a trattarmi.

Solo ora, a distanza di anni, capisco quanto fu sbagliato il mio gesto e se tu ora fossi qui mi butterei tra le tue braccia proprio come quando ero bambina e ti vedevo tornare a casa.

Ricordo i tuoi pianti al mio matrimonio e la sera in cui nacque Alice. Abbracciasti tutti quelli che transitarono nel corridoio del reparto maternità in preda ad un’euforia paragonabile solo a quella di un bambino che per la prima volta in vita sua riceve il regalo più bello e desiderato.

Hai adorato mia figlia tanto quanto hai adorato me, ed il mio più grande rimpianto è che a lei di tutto quest’amore siano rimaste soltanto alcune fotografie ed un ricordo molto sbiadito.

Mi si stringe il cuore al pensiero che tu non abbia mai potuto conoscere il mio secondo figlio, che ha il tuo nome, perché credo che in un certo senso sia arrivato per colmare il vuoto enorme che avevi lasciato dietro di te.

Ti assomigliano, sai, i miei bimbi. A volte scorgo nel volto di Alice il tuo modo di sorridere con gli occhi, vedo in Giancarlo il tuo gusto per la battuta, ed anche quella testardaggine che ha fatto di te un uomo di successo in tutte le tue imprese, e sono state tante.

Mi manchi, soprattutto ora che avrei tanto bisogno di averti al mio fianco.

Sono sicura che mi avresti detto di non preoccuparmi, che per tutto c’è una soluzione e che Dio vede e provvede. Mi saresti stato vicino e mi avresti dato la forza che a volte temo mi verrà a mancare.

Ti ringrazio per avermi resa una donna forte ed indipendente, nonostante le mie fragilità ed i miei difetti. Ti ringrazio per avermi resa una persona libera dai pregiudizi e dall’ipocrisia.

A volte, quando chiudo gli occhi e penso a te, vedo il tuo volto sbiadito, come un ricordo lontano.

La sofferenza iniziale si è placata e si è trasformata in una sorta di dolce malinconia per quello che è stato. Ho capito che posso vivere senza di te proprio grazie a te.

A volte questo mi spaventa. Se soffro meno vuol dire che ti amo di meno?

No, mai. Ti voglio bene papà, anche se per uno stupido senso di pudore non sono riuscita a dirtelo neppure in punto di morte.

TI VOGLIO BENE, ed ora lo grido al mondo intero.

Buon compleanno papà, buon compleanno a te che sarai sempre parte di me.

Francesca"

 

 
 
 

Pessimismo e fastidio...

Post n°14 pubblicato il 26 Febbraio 2009 da birba_976
 
Foto di birba_976

Non è da me!

Ho sempre avuto fama di essere una persona piuttosto pessimista.

Da sempre, guardando il bicchiere a metà, ho pensato che fosse mezzo vuoto.

Non mi sono mai fatta grosse illusioni, sono sempre stata una persona razionale nell’analizzare la vita e ciò che mi capitava attorno.

Ero adolescente quando ho capito di non essere proprio quella che si può definire “una gran bella gnocca”, ed ero adolescente quando ho capito che la bellezza, come i soldi, non ti dà la felicità, ma aiuta tanto!

E’ stato allora che ho capito che avrei potuto contare soltanto sulla mia intelligenza, sulla mia personalità, ed ho capito che sarebbe stato tutt’altro che facile.

Ero poco più che adolescente quando ho capito che lamentarsi in continuazione non ti aiuta ad avere accanto gli amici, bensì allontana tutti, perché la gente ha già tanti problemi e non vuole (e non può) accollarsi anche quelli degli altri.

Nonostante tutto il bicchiere continuava a rimanere mezzo vuoto.

Poi il matrimonio, la casa, il mutuo, i figli, la morte di mio padre, la salute ed il lavoro che se ne sono andati.

In quel momento ho capito che il pessimismo non porta a nulla, anzi, secondo me porta pure un pò “sfiga”.

Quando uno si sente particolarmente sfortunato, preso di mira dalla vita, lo diventa davvero.

Il nostro atteggiamento condiziona la nostra esistenza!

Bella rivelazione… allora se uno pensa positivo le cose cominciano magicamente ad andare meglio?

Certo che no, ma tanto vale rialzare la testa, smetterla di autocommiserarsi e pensare che comunque le cose vanno sempre come devono andare, e che dopo la piaggia torna sempre il sereno.

Sarò forse matta, o sarò forse l’unica, ma io credo fermamente che prima o poi la mia vita cambierà, che riuscirò a trovare la mia strada, che nonostante tutto, visto che sono qui, tanto vale continuare a giocare!

Ringrazio il cielo per i miei figli, perché sono sani e belli, anche se mi fanno arrabbiare!

Ringrazio il cielo perché mi ha dato una famiglia che mi ama nonostante tutti i miei limiti ed i miei difetti!

Ringrazio il cielo per tutto ciò che di bello mi ha dato e che vorrà darmi in futuro!

Oggi, nonostante tutto il brutto che mi stà attorno, nonostante la crisi, per me il bicchiere è mezzo pieno!

 

 
 
 

Perchè Sanremo è Sanremo!

Post n°13 pubblicato il 22 Febbraio 2009 da birba_976
 
Foto di birba_976

Premetto, non ho visto il Festival se non l'ultima serata.

Lo guardavo tempo fa, quando era ancora un'avvenimento, poi sono cresciuta e mi sono accorta che era fuori dal tempo, non rispecchiava i gusti musicali del momento, insomma, era vecchio!

Nonostante mi piaccia molto Bonolis ed adori l'accoppiata sicuramente vincente con Laurenti, non ho avuto l'interesse di seguire per tutta una settimana una gara che come al solito dal punto di vista musicale mi sembrava  obsoleta e fori dal mondo, tranne qualche eccezzione su cui però è stato montato un polverone eccessivo.

Si sa, il Festival, più ancora che per la buona musica, è seguito soprattutto per le innumerevoli polemiche (il più delle volte grosse bolle di sapone) che iniziano circa tre mesi prima della messa in onda e muoiono nel caos della premiazione l'ultima sera.

Ierei, attirata anche dalla presenza della De Filippi in qualità di valletta ho deciso di seguire Sanremo, cercando di pormi davanti allo schermo senza troppi pregiudizi, e queste sono le mie impressioni:

Spettacolo: la Presenza di Bonolis e Laurenti ha certamente svecchiato l'ambiente, rendendolo meno bacchettone rispetto all'epoca Baudo, mantenendo però quell'atteggiamento politicamente corretto che tanto piace alle persone un pò più avanti con gli anni. Buono il ritmo. Noiosi gli interventi degli ospiti illustri. Una cosa non ho capito: la presenza del modello della pubblicità di Dolce e Gabbana, nonostante fosse un gran bel vedere, che senso ha avuto? Mah!

Bonolis:sono una sua ammiratrice dai tempi di Bim Bum Bam, lo adoro. E' simpatico, colto, spigliato, sa coniugare i verbi ed è anche un pò paraculo. Perfetto.

Laurenti:è la metà di Bonolis, assieme sono divertenti e mai volgari. E' un ottimo cantante e penso che meriti il successo che ha avuto.

Maria De Filippi:rigida ed impacciata, un pesce fuor d'acqua, direi inutile. Maria è una prima donna, deve condurre ed avere in mano le redini del programma per rendere al meglio. Ieri sera era come nelle telepromozioni: un robot sarebbe stato più sciolto e a suo agio.

Cantanti:una delusione! Canzoni noiose e retoriche. Se devo dire la verità le uniche che ho trovato carine sono quella di Marco Carta e Povia. Mi ha delusa Renga, che generalmente mi piace tanto; la sua canzone era una nenia ed il testo piuttosto scarno. Masini è il solito Masini, pessimista e lamentevole. Sal Da Vinci ha presentato il più classico tra i classici, roba vista e rivista. Albano e Leali fuori tempo massimo.

Marco Carta:il vincitore! Passato da "Amici" al Festival nel giro di un anno sembra essere una stella nascente della musica italiana, nonostante la maestra di canto di "Amici", Grazia Di Michele, l'anno scorso lo avesse osteggiato in ogni modo. Qui mi vengono spontanee due considerazioni: 1. i giudizi dei cosiddetti esperti non sono sempre da prendere come oro colato (ricordo che Roberto D'Agostino disse alla Pausini, che aveva appena vinto Sanremo Giovani, che non sarebbe mai riuscita a sfondare nel mondo della musica perchè priva di personalità!) 2. Ma quanto starà a rosicà la signora Di Michele, che per quel che ne so, di Festival non ne ha mai vinti!

Povia:sinceramente la sua canzone, tra quelle che ho sentito l'ultima serata, è quella che mi è più piaciuta. Buono il ritmo, gli arrangiamenti e la melodia. Per quanto riguarda il testo credo che sia stato fatto un gran rumore per nulla. Non l'ho trovata così offensiva nei riguardi dei gay. L'omosessualità non è una malattia e non è più un tabù, è un argomento di cui non si può parlare tranquillamente in tv e sui giornali e credo che sia universalmente riconosciuta come libera scelta personale. Nella massa, poi, di cretini ce ne sono e ce ne saranno sempre. Mi sembra che le associazioni gay abbiamo in questo caso montato una sorta di razzismo al contrario: il mondo non ruota attorno a loro e non credo che il testo della canzone di Povia possa arrecare loro dei danni. Mi sono piaciuti molto i cartelli mostrati dal cantante alla fine delle due esibizioni: "Ognuno difende le proprie idee" e "Non prendiamoci troppo sul serio". Credo sia l'atteggiamento giusto.

Ieri sera il Festival di Sanremo è tornato a piacermi e se il prossimo anno sarà nuovamente Paolo Bonolis il direttore artistico e presentatore, penso che tornerò a seguirlo dalla prima serata. Perchè?

Perchè Sanremo è Sanremo!

 

 

 

 
 
 

La pietà ed il rispetto.

Post n°12 pubblicato il 10 Febbraio 2009 da birba_976
 

Eluana è morta e forse è giunto il momento di tacere, perchè su questa vicenda si è detto tanto e di più.

La vita di una donna è diventata un motivo di scontro politico, religioso ed ideologico; di chi fosse stata Eluana, dei suoi sentimenti, del fatto che forse, nonostante lo stato vegetativo permanente (che molti confondono erroneamente con il coma irreversibile),potesse ancora sentire emozioni o solo sensazioni come il dolore o la fame o il freddo, di tutto questo nessuno si è interessato.

Oggi mi sento triste, anche se la mia vita non ha nulla a che fare con la sua.

Oggi penso che nell'affrontare questa faccenda si sarebbe potuta usare un pò di pietà cristiana, o solo un pò di rispetto.

Oggi spero che finalmente su questa triste storia cali davvero la parola fine.

 

 
 
 
 
 

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