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UN REPERTO ANTICHISSIMO.....
Post n°1509 pubblicato il 16 Novembre 2017 da blogtecaolivelli
DA INTERNET Il primo del nostro genere Trovata una mascella "umana" di 1,8 milioni di anni fa stata scoperta una straordinaria quantità di resti fossili di un ominide. La loro classificazione e ricomposizione ha permesso di stabilire che appartenevano a una nuova specie di ominide fino ad allora sconosciuta, battezzata Homo naledi e annunciata poche settimane fa. Analisi più approfondite della mano e del piede di H naledi confermano e, anzi, accentuano l'unicità di questa specie di Homo con cui i paleoantropologi si trovano ora a dover fare i conti nella ricostruzione dell'albero filogenetico del nostro genere e della nostra specie. I risultati di questi studi sono descritti in due articoli pubblicati sull'ultimo numero di "Nature Communications". Le caratteristiche uniche di Homo naledi Cortesia Will Harcourt-Smith/Nature Il primo studio, a prima firma Tracy L. Kivell, ha analizzato approfonditamente la mano, che rivela un pollice lungo e robusto e una morfologia del polso che che si ritrova nei Neanderthal e negli esseri umani moderni, e che sono considerati adattativi per una elevata capacità di manipolazione degli oggetti. Tuttavia, le ossa delle dita sono più lunghe e più incurvate rispetto non solo all'essere umano moderno, ma anche alla maggior parte degli australopitechi, indicando che la mano era ben adatta anche per afferrare i rami per arrampicarsi sugli alberi e sostenere il corpo in posizione sospesa. Il secondo studio, a prima firma W.E.H. Harcourt-Smith, è invece dedicato al piede di questo antico ominide. Si tratta di un piede sostanzialmente moderno: morfologia dell'alluce, allungamento del tarso e struttura della caviglia e dell'articolazione calcaneo-cuboidea testimoniano in maniera chiara che H. naledi era abituato alla stazione eretta e a camminare in modo bipede. Eppure anche in questo caso si riscontrano alcuni dettagli, in particolare la curvatura delle falangi prossimali del piede, che rimandano a una buona capacità di arrampicarsi sugli alberi. Secondo i ricercatori, tutti questi caratteri indicano che H. naledi doveva avere un repertorio di capacità di locomozione più ampio sia degli australo pitechi, poiché era perfettamente a suo agio con la camminata bipede, sia dell'uomo moderno, poiché si poteva comunque arrampicare e spostare fra i rami molto più agevolmente. |
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