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Sul fronte dell'astrofisica...
Post n°1649 pubblicato il 06 Maggio 2018 da blogtecaolivelli
Fonte: Internet PARLANO I RICERCATORI
Sono "risultati di portata storica", quelli presentati oggi a Roma, così numerosi e rivoluzionari da lasciare senza fiato, ha detto all'ANSA Paolo D'Avanzo, dell'osservatorio di Brera dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e autore con Elena Pian dell'articolo pubblicato sulla rivista Nature. "Il fenomeno che abbiamo osservato - ha proseguito - è stato causato dalla collisione di due stelle di neutroni, vale a dire due relitti stellari, tutto ciò che resta di stelle massicce quando collassano come supenovae. Per avere un'idea della loro densità possiamo immaginare l'intera umanità compressa in una zolletta di zucchero". Gli astronomi sono entrati in campo non appena i rivelatori di onde gravitazionali Ligo e Virgo hanno "localizzato con una precisione mai raggiunta prima la direzione cielo da cui proveniva il segnale. Quindi abbiamo cominciato una ricerca accurata in tutte le galassie finché non siamo riusciti a trovare quella in cui si era accesa una nuova luce, e la luce di quelle stelle in collisione era la controparte elettromagnetica del segnale rilevato dalle onde gravitazionali".
Sono "senza precedenti" i risultati scaturiti dalla prima osservazione corale della collisione di due stelle di neutroni. "Non ho mai vissuto un'esperienza simile" ed è "la prima volta in assoluto che si studia una sorgente utilizzando circa 70 strumenti da Terra e dallo spazio", ha detto all'ANSA il fisico Gianluca Gemme, coordinatore nazionale del rivelatore Virgo per l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) . La scoperta delle onde gravitazionali, ha aggiunto, "è stata un momento storico, ma la ricchezza delle osservazioni venute in seguito è ancora superiore perché il numero di strumenti e di comunità scientifiche coinvolti in questa nuova osservazione non ha precedenti. Credo sia un fatto unico". Certamente, ha aggiunto, "è l'inizio dell'astronomia multi messaggero", la nuova astronomia che si basa su segnali che viaggiano su lunghezze d'onda diverse, come quelli ottici, i raggi gamma, i raggi X, l'ultravioletto. "In tutto questo - ha rilevato - l'ingresso di Virgo è stato determinante" e complessivamente, ha aggiunto, "abbiamo ottenuto una quantità di risultati estremamente interessanti che ci ha letteralmente travolto". Oltre a essere il primo segnale prodotto da due stelle di neutroni, quello rilevato il 17 agosto 2017 e reso noto oggi è "il segnale più forte e il più vicino mai osservato, da masse molto piccole". E' infatti avvenuto alla distanza di 130 milioni di anni luce, contro il miliardo e mezzo di distanza dei primi due buchi neri ascoltati nel 2015 dai rivelatori di onde gravitazionali.
una grande cooperazione, uno straordinario gioco di squadra fra i telescopi basati a Terra e quelli spaziali: Immacolata Donnarumma, dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), è entusiasta del nuovo scenario che si è appena aperto nell'astronomia e nel quale ha avuto un ruolo molto importante il telescopio spaziale Fermi della Nasa, al quale l'Asi partecipa attivamente. Il telescopio spaziale Fermi ha contribuito soprattutto con lo strumento Gamma-Ray Burst monitor, il rilevatore di lampi gamma che è riuscito a catturare un segnale durato pochissimi secondi. "Rivelatori come questo osservano grandi porzioni del cielo ed è molto importante avere un grande campo di vista", ha detto Donnarumma all'ANSA. Forse si deve anche a questo se "Fermi visto il lampo gamma in coincidenza con il segnale delle onde gravitazionali rilevato da Ligo e Virgo". Il satellite subito ha attivato anche il suo 'occhio' più penetrante, chiamato Lat (Large Area Telescope), "ma un fondo di particelle ha impedito di fare osservazioni. I ricercatori non si sono persi d'animo, cercando un'emissione ritardata, ma nulla. Tuttavia - ha aggiunto - le osservazioni fatte hanno permesso di stabilire limiti importanti alla luminosità di questo oggetto". Sono entrati in campo anche altri due satelliti nei quali l'Italia ha un ruolo importante, come Agile e Integral. Per il futuro, ha concluso, si preparano almeno due sviluppi importanti: il primo è legato a una cooperazione sempre maggiore fra i telescopi basati a Terra e quelli spaziali; il secondo dipenderà dal futuro rilevatore spaziale di onde gravitazionali, Lisa (Laser Interferometer Space Antenna), il cui lancio è previsto nel 2034.
al papà di Virgo, Adalberto Giazotto - Il fisico visionario che 30 anni fa ha avuto l'idea di costruire il rivelatore di onde gravitazionali Virgo. "Vorrei che da qui tutti mandassimo a Giazotto uno straordinario saluti perché è il padre dei risultati presentati qui oggi", ha detto il ministro per l'Istruzione, Univerità e Ricerca, Valeria Fedeli, nella conferenza organizzata al ministero con Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e Agenzia Spaziale Italiana (Asi). A Giazotto, che non ha potuto essere presente per motivi di salute, sono andati anche i saluti e i ringraziamenti di tanti ricercatori. "Ho un grande rammarico che Giazotto oggi non sia qui al mio posto", ha detto il fisico Gianluca Gemme, coordinatore nazionale del rivelatore Virgo per l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). "Siamo figli - ha rilevato il presidente dell'Infn, Fernando Ferroni - di persone che, come Giazotto, hanno avuto un'idea e pensavano a un progetto 30 anni fa". |
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