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Sul fronte dell'astrofisica...

Post n°1651 pubblicato il 06 Maggio 2018 da blogtecaolivelli

 

Fonte: Internet

Si apre una nuova era dell'astronomia.

Dal segnale generato dalla fusione di due stelle

di neutroni una cascata di scoperte

Nuova era dell'astronomia, l'Universo mai visto prima (fonte: Miur) © ANSA FOTONuova era dell'astronomia, l'Universo mai visto prima (fonte: Miur) © ANSA/ANSA+CLICCA PER INGRANDIRE

Da oggi l'astronomia non è più la stessa: una rivoluzione

come quella di Galileo quando puntò il cannocchiale verso

il cielo. E' stato infatti catturato il segnale generato dalla

fusione di due stelle di neutroni, così dense da costituire

uno stato estremo della materia. Lo hanno ascoltato e

visto i rivelatori di onde gravitazionaliLigo e Virgo e 70

telescopi da Terra e spaziali, con una cascata di scoperte.

L'annuncio in contemporanea in Italia, Europa e Usa. Ruolo

cruciale dell'Italia con Infn, Inaf e Asi.

Tre conferenze internazionali in simultanea hanno

presentano i risultati da Stati Uniti, Germania e Italia,

che ha dato un contributo importante con Istituto Nazionale

di Fisica Nucleare (Infn), Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf)

e Agenzia Spaziale Italiana (Asi). Le conferenze sono state

trasmesse in diretta streaming da Washington, presso la

National Science Foundation, da parte della collaborazione

dei rivelatori di onde gravitazionali Ligo e Virgo, da Garching

da parte dell'Osservatorio Europeo Australe (Eso) e da Venezia

da parte dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa). Trasmessa in

diretta streaming anche la conferenza da Roma, al ministero

dell'Istruzione, l'Università e la Ricerca, alla presenza del

ministro per l'Istruzione, l'Università e la Ricerca Varia Fedeli.

Un passo in avanti epocale


I risultati di questa importante scoperta sono pubblicati

su numerose riviste internazionali, fra le quali Physical Review

Letters, Nature e Science, e segnano un passo in avanti epocale

nella storia dell'astronomia. E' infatti la prima volta che un

evento cosmico viene osservato sia con le onde gravitazionali

sia con quelle elettromagnetiche, aprendo l'era dell'astronomia

multimessaggero che, sfruttando contemporaneamente segnali

diversi, trasforma il modo di vedere e ascoltare l'universo.

Per la prima volta, infatti, ci sono gli strumenti per ascoltare

contemporaneamente segnali cosmici molto diversi, come le

onde gravitazionali, quelli ottici, i raggi X e l'ultravioletto. 

Il ruolo dell'Italia


L'Infn ha contribuito a questi risultati con il rivelatore

di onde gravitazionali Virgo, che fa capo all'Osservatorio

Gravitazionale Europeo (Ego) e si trova in Italia, a Cascina

(Pisa). Insieme ai due strumenti del rivelatore americano

Ligo (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory)

, Virgo ha permesso di capire da dove proveniva il segnale

dell'onda gravitazionale. L'Inaf, con la sua rete di telescopi

basati a Terra e nello spazio, è stato fra i primi al mondo a

'fotografare', riconoscere e descrivere la sorgente del segnale

e l'Asi ha contribuito alle osservazioni grazie ai telescopi

spaziali dedicati allo studio dei fenomeni più ricchi di energia

dell'universo, come le emissioni di lampi gamma. Fra i telescopi

a Terra che hanno contribuito alla ricerca ci sono Rem, Vst e

Vlt, i telescopi spaziali sono Fermi e Integral, Swift, Chandra e

Hubble.

LE INTERVISTE

 

Fonte: MEDIAINAF TV




Vista nell'Universo una 'fabbrica' di oro e platino -

 Per la prima volta è stata osservata una 'fabbrica' di

elementi pesanti, come oro e platino. E' la coppia di

stelle di neutroni, così dense da essere considerate

l'anticamera dei buchi neri, che fondendosi ha generato

le onde gravitazionali ascoltate da Ligo e Virgo e poi

l'esplosione accompagnata da un lampo di raggi gamma

vista dal satellite Fermi e confermata dal satellite Integral

dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa). Poi i telescopi, molti

dell'Inaf, hanno visto i segnali spia della nascita degli

elementi pesanti. 

Dopo decine d'anni è stato risolto il mistero dell'origine

di quasi la metà degli elementi più pesanti del ferro ed

è arrivata anche la prima conferma diretta che le collisioni

tra stelle di neutroni danno origine ai lampi di raggi gamma

(o Gamma-Ray Burst, Grb) di breve durata. Le stelle di

neutroni sono relitti cosmici, quello che resta quando una

stella è esplosa in una supernova e poi la materia è collassata

diventando straordinariamente densa e compatta.

Quando raggiunge questo stato estremo la materia non

è più quella che conosciamo, fatta di atomi con nuclei

composti da protoni e neutroni, ma è formata quasi del

tutto da neutroni tenuti insieme da forze che impediscono

loro di collassare del tutto. Una materia che si trova in

questo stato estremo è l'anticamera di un buco nero,

impossibile da riprodurre in laboratorio e mai osservata

finora. Mentre si avvicinavano inesorabilmente ruotando

l'una intorno all'altra, le due stelle di neutroni hanno emesso

le onde gravitazionali ascoltate da Ligo e Virgo per circa

100 secondi. Quando si sono scontrate hanno emesso un

lampo gamma, visto da Fermi circa due secondi dopo l'arrivo

delle onde gravitazionali. Questo lavoro di squadra ha

permesso di localizzare le due stelle, indicate con la

sigla AT2017gfo, nella periferia della galassia NGC4993,

in direzione della costellazione dell'Idra e alla distanza

di 130 milioni di anni luce. Puntando in quella direzione

i telescopi spaziali e a Terra gli astronomi, con l'Inaf in

prima fila, hanno visto la fusione della coppia di stelle

nella luce visibile, ai raggi X, ultravioletti, infrarossi

e nelle onde radio, osservando i segnali spia della

formazione dei metalli pesanti. Hanno contribuito

all'osservazione telescopi spaziali, come Integral e Swift,

ai quali partecipa l'Agenzia Spaziale Italiana (Asi),

Chandra (Nasa) e Hubble (Nasa-Esa), e telescopi a

Terra come Rem (Rapid Eye Mount) e quelli dell'Osservatorio

Europeo Australe (Eso) Vlt (Very Large Telescope e Vst

(Vlt survey telescope).

Onde gravitazionali viaggiano alla velocità della luce - 

Le onde gravitazionali viaggiano alla velocità della luce.

E' un altro risultato ottenuto dai rilevatori Ligo e Virgo

e dal satellite Fermi.

I dati dimostrano ancora una volta che Einstein aveva ragione.

 

 

 
 
 
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