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I NEANDERTHAL IN SIBERIA......
Post n°1798 pubblicato il 22 Dicembre 2018 da blogtecaolivelli
FONTE: INTERNET Nel genoma dell'uomo di Neanderthal vissuto 50.000 anni fa sulle montagne dell'Altai, in Siberia, vi erano geni di esseri umani moderni: la sco Sulle montagne dell'Altai, in Siberia, l'uomo di Neanderthal viveva già 100.000 anni fa. E nel suo genoma erano presenti geni di Homo sapiens: ciò significa che uno degli eventi fondamentali della nostra evoluzione, l'incontro tra esseri umani moderni e neanderthaliani, sarebbe avvenuto molto prima di quanto ritenuto finora. È questa la tesi di un gruppo di ricercatori del Max-Planck-Institut per l'Antropologia evoluzionistica a Lipsia guidati da Sergi Castellano che firmano un articolo sulla rivista "Nature". I rami filogenetici di esseri umani moderni e neanderthaliani si sono separati molto anticamente: circa 430.000 anni fa secondo i reperti fossili del sito di Sima de Los Huesos, in Spagna, e tra 550.000 e 765.000 anni fa secondo i resti scoperti sulle montagne dell'Altai. Più di recente è invece avvenuta la divergenza tra l'uomo di Neanderthal e l'uomo di Denisovan, un'altra specie umana estinta, e cioè tra 381.000 e 473.000 anni fa, secondo le stime basate sui reperti siberiani. Più di 100.000 anni fa l'incrocio tra sapiens e Neanderthal. Rappresentazione artistica del DNA: le analisi geniche hanno permesso di scoprire antichi flussi genici tra esseri umani moderni e neandertahaliani (Wikimedia Commons) sapiens e l'uomo di Neanderthal hanno però avuto un contatto, datato a 47.000- 65.000 anni fa, che ha avuto come conseguenza un incrocio che ha lasciato una traccia evidente fino ai nostri giorni: l'1-4 per cento del genoma degli europei moderni è infatti di origine neanderthaliana. Sergi Castellano e colleghi hanno analizzato i genomi dell'uomo di Neanderthal e dell'uomo di Denisovan, vissuti entrambi sui Monti Altai, confrontandoli con due genomi di esseri umani attuali. Oltre a ciò, hanno analizzato le sequenze geniche del cromosoma 21 di due individui neanderthaliani, uno originario della Spagna e uno della Croazia. In questo caso, sono i geni degli esseri umani moderni a essere stati inglobati nel genoma neanderthaliano: una percentuale variabile tra l'1 e il 7,1 per cento del DNA di un individuo di sesso femminile appartenente ai neanderthaliani siberiani, vissuto 50.000 anni fa, contiene infatti geni sapiens. Ciò indica che in un'epoca precedente, databile secondo i calcoli a più di 100.000 anni fa, avvenne un incrocio tra le due specie, in particolare con una popolazione di sapiens che lasciò l'Africa in un'epoca molto remota. Invece, non c'è traccia di un contributo genetico dello stesso tipo nei genomi dei Denisovani e dei neanderthaliani occidentali. Secondo gli autori, questa popolazione umana moderna potrebbe aver incontrato i neanderthaliani in Medio Oriente, dove si pensa che sapiens e neanderthaliani fossero presenti fin da 120.000 anni fa. Un'alternativa è che il contatto sia avvenuto nel sud della penisola arabica e nell'area del Golfo Persico, dove probabilmente gli esseri umani moderni si erano già stabiliti a quei tempi. La scoperta costringe anche a rivedere le tappe della migrazione di Homo sapiens dall'Africa. "La cronologia degli incroci con i neanderthaliani è difficile da riconciliare con il modello dominante dell'evoluzione umana che prevede una singola, grande migrazione dall'Africa tra 50.000 e 60.000 anni fa", ha spiegato Adam Siepel, coautore dello studio. "I dati supportano fortemente l'idea di una migrazione molto precedente". |
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