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Una genesi africana recente

Post n°1808 pubblicato il 22 Dicembre 2018 da blogtecaolivelli

FONTE: INTERNET

Una genesi africana recente

L'alimentazione dei Neanderthal variava

molto da regione a regione: alcuni erano

vegetariani, altri prediligevano la carne.

L'ha dimostrato l'analisi del tartaro sui

denti fossili, che ha rivelato anche un

probabile uso delle piante a scopi

terapeutici. La somiglianza della flora

batterica orale con quella degli esseri

umani moderni suggerisce inoltre che lo

scambio di baci con i nostri antenati non

fosse così raro.

Variava molto da regione a regione la

dieta dei Neanderthal, che non solo

sapevano adattarsi alle risorse disponibili

nei diversi ambienti, ma sapevano anche

usare le piante per curarsi.

A dimostralo sono le indagini condotte da

un gruppo internazionale di ricercatori che

ha analizzato il DNA trovato nella placca

dentale di quattro soggetti rinvenuti nei

siti rupestri di Spy in Belgio e di El Sidrón

in Spagna. I reperti - che risalgono a un

periodo compreso fra i 42.000 e i 50.000

anni fa - costituiscono i più antichi campioni

di placca dentale che siano mai stati

sottoposti ad analisi genetica.

Regione che vai, dieta Neanderthal che trovi

Mascella superiore di uno dei Neanderthal di El Sidron. 

"La placca dentale è stata una trappola per

i microrganismi che vivevano nella bocca, per

gli agenti patogeni presenti nel tratto

respiratorio e gastrointestinale e per piccoli

frammenti di cibo bloccato fra i denti.

In questo modo il DNA di questi elementi si è

potuto conservare per migliaia di anni", ha

detto Laura S. Weyrich, prima firmataria

dell'articolo pubblicato su "Nature" in cui

è descritto lo studio.

I ricercatori hanno scoperto che i Neanderthal

della grotta di Spy consumavano carne di

rinoceronti lanosi e mufloni, integrando la dieta

con funghi porcini. Gli abitanti di El Sidrón

sembra che seguissero invece una dieta in gran

parte vegetariana, che comprendeva pinoli,

muschi, funghi e corteccia d'albero.

Uno dei Neandertal di El Sidrón, inoltre, doveva

essere molto malato: soffriva non solo di un

ascesso dentale (i cui segni sono ben visibili

sulla mandibola), ma anche di una parassitosi

intestinale che provoca una diarrea acuta.

Ma la scoperta che più ha sorpreso è che quel

Neanderthal stava cercando di curarsi: nella

sua placca - ma non in quella degli altri - sono

state trovate tracce di corteccia di pioppo, che

contiene acido

salicilico, un antidolorifico e antipiretico, e di

una muffa: Penicillinum rubens, che produce

naturalmente un antibiotico. "A quanto pare,

i Neanderthal avevano una buona conoscenza

delle piante medicinali e delle loro proprietà

antinfiammatorie e antidolorifiche", ha detto

la Weyrich.

Regione che vai, dieta Neanderthal che trovi

La grotta di El Sidron, dove sono stati

rinvenuti reperti neandethaliani.

Neanderthal ed esseri umani, antichi e

moderni, hanno anche condiviso molti

patogeni, tra i quali i batteri che causano

la carie e malattie gengivali, la cui somiglianza

suggerisce che l'intimità tra le due specie,

in particolare lo scambio di baci, non fosse

così rara.

Weyrich e colleghi sono riusciti a identificare

uno di questi microrganismi, Methanobrevibacter

oralis, che è a oggi il genoma batterico patogeno

più antico che sia stato sequenziato.

I ricercatori hanno anche notato la rapidità

con cui la comunità microbica orale è cambiata

nella storia recente, la cui composizione è

apparsa strettamente correlata - proprio come

negli esseri umani di oggi - alla quantità di

carne consumata nella dieta.

La flora batterica dei Neandertal spagnoli era

affine a quella degli scimpanzé e dei nostri più

antichi antenati prevalentemente raccoglitori,

mentre i Neandrthal belgi ne avevano una

simile a quella dei primi cacciatori-raccoglitori e

degli esseri umani moderni. Considerato che le

linee evolutive di Neanderthal e umani moderni

si sono separate in tempi molto remoti, questa

affinità nella flora batterica orale, e ancor più

dei patogeni che vi si possono insediare,

induce il forte sospetto che essa sia una

conseguenza di contatti molto stretti fra membri

delle due specie; in altri termini che ci sia stato

uno scambio della flora batterica attraverso i baci.

 
 
 
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