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L'hard disk diventa atomico.

Post n°1976 pubblicato il 28 Febbraio 2019 da blogtecaolivelli

Fonte: Internet

13 marzo 2017

Un gruppo di scienziati ha ottenuto un magnete

stabile costituito da un singolo atomo.

L'obiettivo finale, ancora lontano, è realizzare

dischi rigidi a scala atomica, in grado di aumentare

di migliaia di volte la densità di immagazzinamento

dei dati rispetto alle prestazioni degli hard disk

attualidi Elisabeth Gibney/Nature

computer sciencefisica

Spaccate un magnete in due: avrete due magneti più piccoli.

Tagliateli ancora in due, e ne otterrete quattro.

Ma più i magneti diventano piccoli, più sono instabili:

i loro campi magnetici tendono a invertire le polarità

da un momento all'altro. Ora, però, i fisici sono riusciti

a creare un magnete stabile da un singolo atomo.

Il gruppo, che ha pubblicato il 

proprio lavoro su Nature l'8 marzo scorso,

ha usato i suoi magneti a singolo atomo per realizzare

un hard disk su scala atomica.

Il dispositivo riscrivibile, formato da due di questi magneti,

è in grado di memorizzare solo due bit di dati, ma se

portato a grande scala potrebbe aumentare di 1000

volte la densità di immagazzinamento dei dati di un

hard disk, spiega Fabian Natterer, fisico dell'École

polytechnique fédérale de Lausanne ( EPFL), in

Svizzera, autore dell'articolo.

"È una pietra miliare", commenta Sander Otte, fisico

della Delft University of Technology, nei Paesi Bassi.

"Finalmente, è stata dimostrata in modo indiscutibile

la stabilità magnetica in un singolo atomo".

L'hard disk diventa atomico

Credit: Tessi Alfredo/AGFAll'interno di un normale

hard disk c'è un disco diviso in aree magnetizzate,

ciascuna simile a una piccola barretta magnetica;

i campi delle aree magnetizzate possono puntare

verso l'alto o verso il basso.

Ciascuna direzione rappresenta un 1 o uno 0,

un'unità di dati nota come bit.

Più sono piccole le aree magnetizzate, più densa-

mente possono essere memorizzati i dati.

Ma le regioni magnetizzate devono essere stabili,

in modo che gli 1 e gli 0 all'interno del disco rigido

non cambino accidentalmente.

Gli attuali bit commerciali sono costituiti da circa

un milione di atomi.

Ma in esperimenti i fisici hanno ridotto radicalmente

il numero di atomi necessari per memorizzare un bit,

passando dai 12 atomi del 2012 a un unico atomo ora.

Natterer e il suo gruppo hanno usato atomi di olmio,

un metallo delle terre rare, posto su un foglio di ossido

di magnesio e mantenuto a una temperatura inferiore

a cinque kelvin.

L'olmio è particolarmente adatto allo stoccaggio a

singolo atomo perché ha molti elettroni spaiati che

creano un forte campo magnetico, e questi elettroni

si trovano in un'orbita vicina al centro dell'atomo dove

sono schermati dall'ambiente.

Questo conferisce all'olmio un campo intenso e stabile,

dice Natterer.

Ma la schermatura ha un inconveniente: rende l'olmio

notoriamente un elemento con cui è difficile interagire.

E finora molti fisici dubitavano che fosse possibile

determinare in modo affidabile lo stato dell'atomo.

Bit di dati
Per scrivere i dati su un singolo atomo di olmio,

il gruppo ha usato un impulso di corrente elettrica

da una punta magnetizzata di un microscopio a

effetto tunnel, che può invertire l'orientamento

del campo dell'atomo tra uno 0 e un 1.

Nei test, i magneti si sono dimostrati stabili:

ciascuno ha conservato i propri dati per diverse

ore e il gruppo non ha mai osservato una

inversione involontaria.

I ricercatori hanno usato lo stesso microscopio

per leggere il bit, con diversi flussi di corrente

per rilevare lo stato magnetico dell'atomo.

Per dimostrare ulteriormente che la punta

avrebbe potuto leggere in modo affidabile il bit,

il gruppo, che includeva ricercatori dell'IBM, ha

ideato un secondo metodo di lettura indiretto.

Ha usato un atomo di ferro vicino come un

sensore magnetico, regolandolo in modo

che le sue proprietà elettroniche dipendessero

dall'orientamento dei due magneti atomici di

olmio nel sistema a 2 bit.

Il metodo permette al gruppo di leggere anche

più bit contemporaneamente, dice Otte, rendendolo

più pratico e meno invasivo rispetto alla tecnica

microscopica.

L'hard disk diventa atomico

CC0 Public DomainUsare singoli atomi come bit

magnetici aumenterebbe radicalmente la densità

di memorizzazione dei dati;

Natterer riferisce che i suoi colleghi dell'EPFL stanno

lavorando a metodi per realizzare grandi schiere di

magneti a singolo atomo.

Ma il sistema a 2 bit è ancora lontano dalle applica-

zioni pratiche e molto in ritardo rispetto a un altro

tipo di archiviazione a singolo atomo, che codifica

i dati nelle posizioni degli atomi, invece che nella loro

magnetizzazione, e ha già costruito un dispositivo di

archiviazione dati riscrivibile da 1-kilobyte (8192-bit).

Un vantaggio del sistema magnetico, tuttavia, è che

potrebbe essere compatibile con la spintronica, dice Otte.

Questa tecnologia emergente usa stati magnetici

non solo per memorizzare i dati, ma anche per

spostare informazioni in un computer al posto

della corrente elettrica, e renderebbe i sistemi

molto più efficienti dal punto di vista energetico.

Nel breve termine, i fisici sono più entusiasti di studiare

i magneti a singolo atomo.

Natterer, per esempio, prevede di osservare tre

mini-magneti orientati in modo che i loro campi siano

in concorrenza l'uno con l'altro, in modo da invertirsi

continuamente.

"Ora possiamo giocare con questi magneti a singolo

atomo, usandoli come mattoncini Lego per costruire

strutture magnetiche da zero", conclude.

(L'originale di questo articolo è stato pubblicato

su Nature l'8 marzo 2017. Traduzione ed editing

a cura di Le Scienze. Riproduzione autorizzata,

tutti i diritti riservati.)

 
 
 
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