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CNR: L'intelligenza artificiale esplora il clima e trova conferme e novità

Post n°1985 pubblicato il 28 Febbraio 2019 da blogtecaolivelli

 

12 gennaio 2018

Comunicato stampa -

In una ricerca dell'Iia-Cnr, pubblicata sulla rivista

Scientific Reports del gruppo Nature, reti di neuroni

artificiali - che apprendono il funzionamento del

sistema climatico dai dati osservati nel passato -

confermano le azioni umane come causa principale

del riscaldamento globale recente e conducono a

nuove scoperte sui cambiamenti climatici dell'ultimo

secolo

computer sciencetecnologiaclima

Roma, 12 gennaio 2018 -

Le applicazioni dell'intelligenza artificiale (IA), sia in

ambito scientifico che tecnologico, sono molto numerose.

Pochi, tuttavia, si aspetterebbero che l'IA possa aiutarci

a comprendere le origini di un problema attuale e

pressante come quello dei cambiamenti climatici.

Una ricerca recente dell'Istituto sull'inquinamento

atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche

(Iia-Cnr), pubblicata sulla rivista Scientific Reports

del gruppo Nature e condotta in collaborazione con

l'Università di Torino e l'Università di Roma Tre, ha

mostrato come modelli di reti di neuroni artificiali

(le cosiddette reti neurali) siano in grado di 'comprendere'

i complessi rapporti tra i vari influssi umani o naturali e

il comportamento climatico.

"Il cervello di un bambino che cresce aggiusta pian piano

i propri circuiti neuronali e impara infine semplici regole

e relazioni causa-effetto che regolano l'ambiente in cui

vive, per esempio per muoversi correttamente all'interno

di esso", spiega Antonello Pasini, ricercatore dell'Iia-Cnr

e primo autore della ricerca. "Come questo bimbo,

il modello di cervello artificiale che abbiamo sviluppato

ha studiato i dati climatici disponibili e ha trovato le

relazioni tra i fattori naturali o umani e i cambiamenti del

clima, in particolare quelli della temperatura globale".

Finora, l'individuazione delle cause del riscaldamento

del pianeta è studiata quasi esclusivamente mediante

modelli climatici globali che utilizzano la nostra conoscenza

fisica del funzionamento dell'atmosfera, dell'oceano

e delle altre parti che compongono il sistema clima.

"Tutti questi modelli attribuiscono alle azioni umane,

in particolare all'emissione di gas serra come

l'anidride carbonica, l'aumento delle temperature

nell'ultimo mezzo secolo, e questa uniformità di

risultati non sorprende, poiché i modelli sono piuttosto

simili tra loro. Un'analisi completamente diversa

consentirebbe pertanto di capire meglio se e quanto

questi risultati siano solidi", continua Pasini.

Questo è quanto hanno realizzato i ricercatori,

con un modello che 'impara' esclusivamente dai

dati osservati e non fa uso della nostra conoscenza

fisica del clima. "In breve - evidenzia Pasini -

le reti neurali da noi costruite confermano che la

causa fondamentale del riscaldamento globale

degli ultimi 50 anni è l'aumento di concentrazione

dei gas serra, dovuto soprattutto alle nostre combustioni

fossili e alla deforestazione. Ma il nostro modello

permette di ottenere di più: ci dà informazioni sulle

cause di tutte le variazioni di temperatura dell'ultimo

secolo. Così, si vede che, mentre l'influsso solare

non ha avuto alcun peso sulla tendenza all'aumento

degli ultimi decenni, le sue variazioni hanno causato

almeno una parte dell'incremento di temperatura

cui si è assistito dal 1910 al 1945.

La pausa nel riscaldamento registrata tra il 1945 e il

1975, invece, è dovuta all'effetto combinato di un ciclo

naturale del clima visibile particolarmente nell'Atlantico

e delle emissioni antropiche di particelle contenenti

zolfo, a loro volta causa di cambiamenti nel ciclo

naturale".

La ricerca chiarisce quindi nel dettaglio i ruoli umani e

naturali sul clima. "E conferma la conclusione che i primi

siano stati molto forti e influenti almeno a partire dal

secondo dopoguerra", conclude Pasini.

"Ma questa non è una notizia negativa, anzi: significa

che possiamo agire per limitare le nostre emissioni ed

evitare conseguenze peggiori anche in Italia, paese

particolarmente vulnerabile dal punto di vista climatico-

ambientale".

 
 
 
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