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Nella mente di un verme per capire i blocchi di memoria
Post n°2048 pubblicato il 28 Marzo 2019 da blogtecaolivelli
Fonte: Le Scienze 20 febbraio 2019 Un particolare fenomeno, chiamato blocco di memoria, che si manifesta nei processi di apprendimento, non è dovuto a un problema nel meccanismo di formazione dei ricordi, quanto piuttosto a un'incapacità di recuperarli. Lo ha stabilito un nuovo studio sperimentale condotto su C. elegans, un piccolo verme con sole 302 cellule nervose(red) Gli studiosi lo chiamano blocco di memoria, o blocco di Kamin. Si verifica quando un animale che ha già imparato a rispondere a un input percettivo, per esempio un suono, in seguito non riesce ad apprendere a rispondere a un input di tipo diverso, come un lampo di luce, se questo viene presentato insieme al primo. Si tratta di un meccanismo fondamentale per il processo di apprendimento dall'esperienza, in cui ha un ruolo centrale la presenza di un effetto sorpresa. da Derek van der Kooy e colleghi dell'Università di Toronto, in Canada, ha scoperto che questo blocco non è dovuto a un problema nel meccanismo di formazione dei ricordi, quanto piuttosto a un'incapacità di recuperarli. Il risultato è stato ottenuto studiando Caenorhabditis elegans, un piccolo verme lungo solo un millimetro, che rappresenta uno degli organismi più utilizzati nei laboratori di biologia, per la sua semplicità: il suo sistema nervoso è formato da 302 cellule nervose, la cui posizione è nota con certezza. Per studiare il blocco di memoria in C. elegans, van der Kooy e colleghi hanno utilizzato due sostanze: il sale e la benzaldeide, che conferisce alle mandorle il loro caratteristico sapore. Normalmente i vermi sono attratti da queste due sostanze, ma gli autori ne hanno addestrato alcuni a sviluppare una forte avversione al sapore del sale o all'odore della benzaldeide. Hanno poi mostrato che l'avversione per ciascuna di esse poteva essere soppressa presentandole insieme nell'ambiente intorno a verme. Approfondendo a livello biochimico il processo, hanno evidenziato che il ricordo dell'avversione della benzaldeide, per esempio, si era formato, ma non poteva essere recuperato: il verme l'aveva dimenticato. contraddice la classica interpretazione del blocco, in cui si ritiene che un elemento di sorpresa sia necessario perché venga disturbata la seconda associazione", ha spiegato Daniel Merritt, primo autore dell'articolo. "I nostri dati mostrano che la memoria si forma ma è l'espressione di un comportamento che è soppresso in qualche modo". Cosa succede nella mente del verme durante quel tempo? Merritt, che ora sta lavorando per scoprire parti del cervello dei vermi che aiutano a integrare le risposte di apprendimento del sale e della benzaldeide. cambiamenti molecolari che stanno avvenendo nella memoria è decisamente affascinante, ma la memoria umana è troppo effimera e nebulosa per poter fissare qualcosa", ha concluso il ricercatore. "Studiandolo nei vermi, stiamo davvero facendo molti progressi nel capire esattamente cosa sta succedendo quando i ricordi sono formati e recuperati, con un approccio molecola per molecola". |
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