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Lo zoo di vetro

Post n°2071 pubblicato il 04 Aprile 2019 da blogtecaolivelli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Autore

Tennessee Williams

Titolo originale

The Glass Menagerie

Lingua originale

Inglese

Composto nel

1944

Prima assoluta

26 dicembre 1944
Civic TheatreChicago(Illinois)

Premi

New York Drama Critics Circle Award

Personaggi

  • Amanda, madre di Laura e Tom
  • Laura, figlia di Amanda
  • Tom, fratello di Laura e figlio di Amanda
  • Jim, collega di Tom

Riduzioni cinematografiche

Lo zoo di vetro, riduzione cinematografica del1950 diretta da Irving Rapper.

Lo zoo di vetro, riduzione cinematografica del1987 diretta da Paul Newman.

Lo zoo di vetro, riduzione televisiva del1960 diretto da Vittorio Cottafavi.

Lo zoo di vetro, riduzione televisiva del1973 diretto da Anthony Harvey.

 

Lo zoo di vetro (The Glass Menagerie) è un'opera teatrale

 di Tennessee Williams.

La prima avvenne a Chicago nel 1944.

La trama della drammatizzazione espande quella

di un racconto del 1934 dello stesso Williams,

dal titolo Ritratto di una ragazza di vetro

(Portrait of a young girl in glass).

Trama

All'inizio del dramma Tom, che è sia il protagonista

che il narratore della storia, si rivolge direttamente

al pubblico (cosa che farà spesso nel corso della

recita) spiegando che si tratta di un suo ricordo

della madre Amanda e la sorella Laura.

Siamo alla fine degli anni '30 del XX secolo.

Amanda ha cresciuto i suoi due figli da sola, dopo

che suo marito li ha abbandonati.

La donna, volitiva ed energica, viene dagli Stati del

Sud, dove era ammirata per la sua bellezza, e prova

ancora rimorso per aver lasciato tutto e aver seguito

suo marito. Il suo rapporto con Tom e Laura oscilla tra

il tenero e l'eccessivo; in particolare la donna si

preoccupa del futuro di Laura, resa zoppa da una

malattia e pertanto introversa e chiusa:

ella si è chiusa in un suo mondo di illusioni, e passa

tutto il suo tempo ad ascoltare vecchi dischi, leggere

romanzi e soprattutto accudire una collezione di

animaletti di vetro.

Tom lavora in una fabbrica di scarpe per mantenere

Laura e Amanda, ma la vita noiosa e banale che

conduce (nonché la morbosa presenza della

madre) lo rende irascibile.

Il ragazzo tenta senza successo di diventare un

poeta, e cerca conforto recandosi al cinema a tutte

le ore della notte per vivere delle avventure almeno

con la fantasia. Questo scatena l'ansia di Amanda,

che teme suo figlio sia un alcolizzato come il padre.

Un giorno Amanda scopre che Laura, a causa

della sua timidezza, ha lasciato il corso da

segretaria che stava seguendo.

In passato era accaduta la stessa cosa per

il liceo.

La donna diventa allora ossessionata dall'idea

di trovarle un marito che le garantisca un

futuro sereno; la ragazza non ha però

alcun interesse nel trovare eventuali

corteggiatori, così sua madre prega Tom di

trovarle un pretendente.

Per liberarsi dalle pressioni di  sua madre,

Tom invita così Jim, un amico di vecchia

data che ora lavora con lui alla fabbrica.

Amanda si dedica completamente

all'allestimento della cena; quella sera però

Laura comprende che Jim altri non è che

un ragazzo che ai tempi del liceo le

piaceva moltissimo, così all'arrivo del

ragazzo viene soggiogata dalla sua

timidezza e non riesce nemmeno a

sedersi con gli altri a cena.

Durante la cena, improvvisamente la

luce va via (Tom si è così disinteressato

alla famiglia che aveva scordato di

pagare la bolletta).

Con uno stratagemma Amanda riesce

a fare in modo che Laura e Jim rimangano

da soli perché parlino e si conoscano.

I due ragazzi si trovano così a parlare

a lume di candela, e pian piano Jim riesce

a vincere la ritrosia di Laura, che gli

confessa quanto lui le piacesse in passato.

Jim, con molta tenerezza, dice che i suoi

problemi sono causati esclusivamente

dalla sua insicurezza, e che lei dovrebbe

prendersi maggior cura di sé perché la

trova una splendida ragazza.

I due si trovano così a danzare insieme,

ma con un brusco movimento Jim fa cadere

un unicorno di vetro che fa parte della

collezione di Laura, spezzandogli il corno.

Subito dopo lui la bacia, ma quasi

immediatamente dopo le confessa di essere

già promesso sposo a un'altra donna.

Laura gli dona l'unicorno spezzato come

regalo di nozze prima di chiudersi in un

ostinato e doloroso silenzio; al ritorno

di Amanda e Tom, Jim se ne va.

Quando Amanda viene a sapere del

fidanzamento di Jim, si infuria con Tom

perché ritiene che lui ne fosse fin dall'inizio

a conoscenza, e lo caccia di casa.

Nel soliloquio finale Tom spiega che dopo

quella sera lui abbandonò Amanda e Laura

e non tornò mai più da loro, anche se il loro

ricordo lo aveva tormentato per tutta la vita;

chiede così a Laura di "spegnere le candele",

ossia di lasciare che lui la possa dimenticare.

Mentre lui esce, Laura spegne effettivamente

le candele che hanno illuminato la scena.

AnalisiAutobiografia e memoria

La prima idea per Lo Zoo di Vetro fu un

racconto che Williams scrisse nel 1934,

dal titolo Ritratto di una Ragazza di Vetro;

esso conteneva a sua volta dei forti

riferimenti autobiografici riferibili all'autore

stesso. Il protagonista reca addirittura

il suo stesso nome (il vero nome di Tennessee

Williams era Thomas), mentre il personaggio

di Laura si basa sulla vita di sua sorella Rose:

a causa di alcuni problemi psichici la ragazza

fu sottoposta a un intervento di lobotomia,

causando immenso dolore per Williams che

le era molto affezionato.

Addirittura nella rappresentazione viene

spesso detto che il soprannome della

ragazza è Blue Rose.

In Laura si cristallizzano anche elementi

dello stesso autore: l'introversione e la

timidezza erano propri di Tennessee

Williams negli anni della sua giovinezza,

e l'ossessione per lo zoo di vetro di Laura

riflette i sogni e le fantasie dell'autore da giovane.

Gli elementi autobiografici del dramma

convergono in un unico tema, quello della

memoria, che persiste nel corso di tutta la

rappresentazione: la storia viene vista

attraverso gli occhi di Tom, filtrata dai suoi

sentimenti e dai suoi ricordi; i caratteri dei

personaggi che gli girano intorno risultano

discontinui e grotteschi, come "deformati"

dal tempo passato e dalle sensazioni

contrastanti nei riguardi di madre e sorella.

Il rapporto col proprio io

Un altro grande tema del dramma è il

rapporto col proprio ego: tre dei quattro

personaggi agiscono esclusivamente per

il proprio tornaconto personale, travestendolo

da azioni altruiste.

Tom invita Jim a cena apparentemente per

accontentare sua madre e aiutare sua sorella,

ma in realtà è un piano orchestrato ad hoc per

fuggire da una realtà che gli sta stretta;

Amanda sembra voler trovare un marito a

Laura e si adopera per riuscirci, ma vuole solo

riscattarsi da un matrimonio fallito e da una

giovinezza perduta;

Jim in un primo momento aiuta Laura e pare

addirittura apprezzarla nonostante il suo

handicap, invece è già fidanzato e vuole solo

approfittare della sua bellezza.

Tom, Amanda e Jim finiscono però per

soccombere alle loro stesse mancanze,

rimanendo confinati nel loro egoismo e

causando danni piuttosto che risolverne.

Laura, che è al centro delle finte attenzioni

degli altri tre, è l'unica che non mostra

atteggiamenti egoistici, anzi più di una volta

nel corso del dramma si fa riferimento al suo

altruismo e alla sua bontà; in definitiva,

quella che sembra essere chiusa in se stessa

è quella che invece ha un migliore rapporto

col proprio io, ma finisce per venire sottomessa

dall'egocentrismo degli altri tre.

Lo zoo di vetro

Non è un caso che lo zoo di vetro di Laura

dia il titolo all'intera opera, poiché esso

simboleggia l'intera chiave di lettura del

dramma. Esso è l'immagine del mondo

interiore di Laura, fatto di fragili illusioni.

Non solo: gli animali di vetro sono fragili e

apparentemente pacchiani, ma se illuminati

dalla giusta luce rivelano tutti i colori

dell'arcobaleno: diventano, in pratica,

un'immagine di Laura stessa,  psicologicamente

debole e di aspetto scialbo, ma in realtà più

umana e virtuosa degli altri personaggi.

Anche in questo caso, in effetti, si verifica

una dicotomia tra Laura e gli altri personaggi,

che specularmente alla ragazza vivono

delle vite banali cercando disperatamente

l'apparenza: Tom si rifugia nel mondo del

cinema, Amanda sogna il riscatto sociale

e Jim si fregia dei suoi successi sportivi e

professionali; in realtà sono tutti espedienti

per sfuggire alla scontentezza della propria vita.

La lunga scena del dialogo tra Laura è Jim è

caricata di un forte simbolismo: Jim rompe il

corno dell'unicorno di vetro, la statuetta

preferita di Laura, che così diventa un

"semplice cavallo" come tutti gli altri; lo

stesso oggetto gli sarà poi regalato dalla

ragazza.

Tutto questo allude alla storia stessa della

ragazza: le premure che Jim le usa sembrano

trasformarla per un attimo in una ragazza

"normale", a scapito della sua unicità, fatta

di bellezza e fragilità; ma la "violenza" che

si nasconde in queste premure fa sì che la

ragazza si rompa come la statuina.

Il fatto che lei gliela regali, infine, rappresenta

ciò che lei ha perso in tutta la faccenda e ciò

che lui le ha tolto con la sua falsità.

 
 
 
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