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« Lo zoo di vetroL'ultimo dei Mohicani »

Martin Eden

Post n°2072 pubblicato il 04 Aprile 2019 da blogtecaolivelli

Risorse della Biblioteca scolastica

Classificazione

Letteratura statunitense

Autore

Jack London

EDITORE

Casa editrice

Einaudi

Romanzo largamente autobiografico,

Martin Eden riflette l'inquietudine di

London, la sua vita stravagante, la

tensione autodistruttiva che lo porterà

al suicidio.

Il protagonista è un marinaio americano

che finisce casualmente per frequentare

il mondo borghese.

Tra l'iniziale timidezza e un'irresistibile

attrazione per il nuovo ambiente, Martin

Eden dovrà misurarsi con due impreviste

passioni: la giovane Ruth Morse e la

letteratura. Attraverso sogni delusi e

speranze che sfumano, la strada verso

la conquista di una fama che si rivelerà

effimera sarà costellato dal conflitto tra

le sue origini modeste e una cultura che

comunque gli è estranea.

Non è mai semplice leggere Jack London

perché i suoi scritti sono tutti intrisi di un

mix di emozioni crude e situazioni ai limiti

che non possono lasciare indifferenti.

"Martin Eden" è tra tutti i suoi lavori il più

celebre e emblematico in quanto fortemente

impregnato della sua esperienza

autobiografica.

Sin dalle prime battute dove il protagonista,

un marinaio rozzo e con una istruzione e

modi mediocri viene invitato a un pranzo di 

famiglia dell'alta borghesia, il componimento

è caratterizzato da dolore, rabbia, tenerezza,

senso di inferiorità e malinconia.

Immediata è la percezione di confusione e

di inadeguatezza da questo provate, una

inadeguatezza che lo rende autore di piccole

ma inevitabili gaffe, che lo rendono impacciato,

che lo fanno sentire un pesce fuor d'acqua,

che lo rendono inetto a quelle circostanze

che gli si presentano innanzi.

Tutto è altresì accentuato dall'incontro con

Ruth, la bella figlia del padrone di casa e

chiaramente oggetto inarrivabile del

desiderio che però a causa di un chiaro

turbamento fa all'eroe presupporre di

avere qualche possibilità. I libri che da

sempre lo incuriosiscono seppur mai

abbia avuto la possibilità di approfondire

il loro senso, sono adesso lo strumento

con cui arrivare al cuore di lei ed anche

con cui raggiungere una nuova dimensione

personale.

Questi sono inoltre ricchi di un significato

che nella sua verità gli è sempre stato

oscuro e che piano piano si dipanerà ai

suoi occhi. Più passerà il tempo e più i libri

da leggere diventeranno complessi e più

il marinaio muterà nei modi e nella mente. 

Amore, illusione, desiderio di riscatto,

disfatta, impossibilità di cambiare il

proprio status sociale, emarginazione,

abbandono sono soltanto alcuni degli

elementi che caratterizzano l'opera.

Martin, che diventerà uno scrittore e

che farà dell'istruzione la sua arma

per raggiungere il riscatto, si allontanerà

da quel che è stata la sua formazione

e da quel che era il suo mondo finendo

con il non appartenere più né a questo

né a quello borghese in cui ha

faticosamente cercato di entrare.

Gli stessi valori che gli erano propri

risulteranno a lui estranei e incomprensibili

come quella ipocrisia insita alla classe

sociale più elevata per la quale, nonostante

i suoi sforzi, resta un emarginato, un non

degno, un non voluto. Ecco perché egli

riuscirà ma al contempo fallirà nella sua impresa. 

Ciò mediante una penna precisa, pignola,

attenta e minuziosa nelle descrizioni a cui si

sommano una serie di riferimenti alle teorie

darwiniane nonché alle teorie filosofiche del

Superuomo che conducono, ancora, ad una

profonda autoanalisi sul senso della vita,

dell'essere, della sconfitta, del desiderio di

annullamento e di quella voglia di scomparire

senza lasciare alcuna traccia.

Un libro in cui è impossibile non rispecchiarsi per

la miriade di situazioni e circostanze presenti,

un libro complesso che va letto e gustato

poco alla volta e che induce il lettore a

guardarsi dentro e a interrogare il suo

animo più intimo su quel profondo senso

di solitudine che inesorabilmente ci

portiamo appresso. 

«In me è morto qualcosa, io non ho mai

avuto paura della vita, tanto che non mi

sarei mai nemmeno sognato che avrei

potuto esserne sazio.

La vita mi ha talmente saziato, che mi

ha svuotato di ogni desiderio per

qualsiasi cosa.»

 
 
 
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