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Collins, "la Dama in bianco"
Post n°2332 pubblicato il 03 Settembre 2019 da blogtecaolivelli
Collins, "la Donna in bianco" Hartright finisce per raccontare a Marian dell'incontro con la donna in bianco, della grata menzione da lei fatta della fu signora Fairlie e dell'impressione che il rapporto della donna in bianco con Laura risalisse al tempo che le due erano bambine. Marian si dimostra immensamente curiosa di avere qualche dettaglio sulla misteriosa donna, ma Hartright non ne conosce il nome. Decisa a scavare nella faccenda, Marian rivela a Hartright che la fu signora Fairlie, dopo che si sposò con il signor Fairlie, fondò la piccola scuola di Limmeridge. Marian è in possesso di molte lettere che la madre ha spedito al marito e a Laura, e forse lì è possibile trovare qualche riferimento utile a chiarire il mistero. Finito di far colazione, Hartright è convocato dal signor Fairlie, il quale dimostra tutta la sua ipocondria e il suo estremo ed effeminato snobismo. Hartright ritira gli acquarelli che è incaricato di r estaurare e si congeda, nella speranza di non dover in futuro avere troppo a che fare con il proprio datore di lavoro. A pranzo, Hartright fa la conoscenza della signora Vesey, ma la signorina Laura non appare. Marian invita il maestro d'arte ad andare a trovare Laura in giardino, perché i due si conoscano. La ragazza si trova in un piccolo chalet, intenta sul proprio album di disegni. Hartright rimane immediatamente colpito dal fascino di Laura. Marian propone che il maestro ponga il suo occhio esperto sull'album durante un giro in carrozza. Dopo cena, Hartright e le sue due allieve si sistemano in salotto. Laura suona Mozart al piano, Hartright ascolta, Marian legge le lettere della madre. Tra queste, Marian trova finalmente un riferimento ad una ragazza che sembra cor- rispondere alla donna in bianco incontrata da Hartright a Londra. La lettera è vecchia di circa dodici anni e fa riferimento ad una signora Kempe in fin di vita. Ad assistere la moribonda è venuta a Limmeridge la sorella, signora Catherick, ac- compagnata dalla figlia, Anne, una bambina di un anno più grande di Laura. La signora Catherick ha chiesto alla signora Fairlie di concedere ad Anne di frequentare la scuola da lei fondata per il periodo in cui lei è impegnata ad assistere la sorella in fin di vita. La signora Fairlie racconta di essersi affezio- nata alla piccola Anne. Notando che ha delle difficoltà di apprendimento, la fa visitare dal dottore, il quale rassicura la signora: a patto di proseguire con lo studio, queste difficoltà verranno superate. La signora Fairlie, convinta che il bianco doni all'incarnato della bimba, le regala dei vestiti di Laura di questo colore. Le idee entrano con lentezza nella testa della bimba, ma dopo vi si fissano con tenacia, tanto che l'innocente suggestione della signora Fairlie sul colore dei vestiti diventa una fissazione per Anne, che promette di vestire sempre di bianco, in ricordo della signora che l'ha trattata con tanta gentilezza. A questo punto, la lettera fa riferimento alla incredibile somiglianza tra Anne e Laura. Nello stesso momento in cui Marian sta illustrando i contenuti della lettera a Hartright, questi viene colpito appunto dalla somiglianza tra Laura e la donna in bianco che ha incontrato a Londra. Marian e Hartright sono a questo punto positivamente convinti di aver individuato il nome della donna in bianco. Essa è Anne Catherick e come Laura ha da poco superato i vent'anni. I due decidono però di tenere per sé la scoperta e con grande circospezione cercano di ottenere delle informazioni da Laura su quel periodo, ma i ricordi della ragazza sono vaghi. Laura ricorda Anne: lei e la madre erano rimaste a Limmeridge solo un paio di mesi, per poi tornare nello Hampshire. La separazione Passano i mesi e cresce l'intimità tra il maestro d'arte e le sue due allieve, in particolare con Laura, che Hartright scopre di amare. L'uomo culla le proprie fantasie, senza mai compro- mettersi con una parola o con un gesto, ma ad un certo punto, probabilmente quando anche Laura scopre di amarlo, l'intima onestà di lei la spinge a metterlo in guardia. Sorge un terribile imbarazzo tra i due, il silenzio li avvince quando rimangono soli e Hartright non sa come districarsi dalla difficile situazione in cui si trova, quando, a poco più di un mese dalla fine del suo ingaggio, è Marian ad aiutarlo. Un giovedì mattina, a colazione, dopo aver detto a Laura che un certo evento, di cui Hartright non sa nulla, è atteso per lunedì e non per martedì, Marian chiede al maestro di disegno di recarsi con lei nel piccolo chalet per una conversazione privata. Mentre i due attraversano il giardino, incontrano il giardiniere, che reca una lettera per Laura. Marian, incuriosita, chiede chi l'abbia consegnata e il giardiniere risponde che è stata una donna anziana. Lasciato al giardiniere il compito di recapitare la lettera e giunti al piccolo chalet, Marian riferisce a Hartright che ha scoperto il suo amore segreto per Laura, che riconosce la delicatezza di non aver fatto alcun tipo di avance, ma che pure la sua presenza è motivo di turbamento per la sorella. L'amore che è sorto è senza speranza, da entrambe le parti. Non è un problema di classe o di censo: Laura è già stata promessa in sposa due anni prima. Bisogna dunque trovare una scusa perché il maestro di disegno lasci la casa quanto prima. L'evento atteso per lunedì è appunto l'arrivo del promesso sposo. Marian suggerisce a Hartright di attendere la posta dell'indomani e, con la scusa di notizie da Londra, di dichiarare al signor Fairlie che egli non può più onorare il suo impegno profes- sionale per urgenti motivi personali. Di ritorno verso la casa, Hartright e Marian incontrano la cameriera di Laura. La signorina ha ricevuto la lettera portata dal giardiniere e la lettura l'ha profondamente scossa, per cui desidera incontrare la sorella al più presto. Prima che Marian lo lasci, Hartright, in un moto di gelosia, chiede di rivelarle il nome del promesso sposo. Si tratta di sir Percival Glyde, un baronetto, proprietario di terra nello Hampshire. Hartright, ritiratosi sconsolato nei suoi ap- partamenti, non può fare a meno di col- legare sir Percival ad Anne Catherick, anche se è cosciente del fatto che l'associazione non ha molto fondamento e che forse deriva dalle sconvolgenti notizie sul prossimo matrimonio di Laura o dalla somiglianza di Laura con Anne. Intento a sistemare gli acquarelli del signor Fairlie, Hartright riceve una visita da Marian, la quale gli rivela che la lettera ricevuta da Laura è anonima e contiene delle imprecisate accuse nei confronti di sir Percival. Marian dà a Hartright la lettera anonima perché la legga. Vi si racconta di un sogno fatto da chi ha vergato la lettera: il sogno è ambientato in una chiesa, Laura è al suo matrimonio e lo sposo è un uomo di circa quarantacinque anni, per lo più calvo, affetto da una forte tosse e con una cicatrice sulla mano destra. Sulle spalle dello sposo sta un demone sghignaz- zante, alle spalle di Laura un angelo piangente. Il sacerdote cerca di celebrare il matrimonio, ma la liturgia nuziale è scomparsa dal libro. Dopo la descrizione del sogno, chi scrive asserisce di avere un affetto particolare per Laura, in quanto figlia della prima, migliore e unica persona che abbia avuto amica. Tanto Marian quanto Hartright ritengono che la lettera sia stata scritta da una donna e che questa donna non sia nel pieno delle sue facoltà mentali. Il sospetto è che a scrivere la lettera sia stata proprio la donna in bianco. Marian non sa con chi consultarsi e chiede a Hartright cosa fare, se aspettare la consulenza del legale di famiglia, signor Gilmore, che arriverà l'indomani per consigliare il signor Fairlie sulle condizioni contrattuali del matrimonio, o di indagare immediata- mente sull'identità dell'anziana che ha recapitato la lettera. Il consiglio di Hartright è di attivarsi im- mediatamente. La descrizione dello sposo nel sogno corrisponde in tutto e per tutto a sir Percival. Questi si è procurato la ferita alla mano durante un suo viaggio in Italia. Marian e Hartright tornano a interrogare il giardiniere, ma da questi non scoprono nulla di significativo, se non che, forse, la anziana che ha recapitato la lettera si è allontanata verso sud, dove sta il villaggio di Limmeridge. I due decidono di recarvisi, ma non vi scoprono nulla di significativo. Passando però nei pressi della scuola fondata dalla signora Fairlie, Hartright suggerisce di chiedere al maestro di scuola. Quando Marian e Hartright si avvicinano alla porta della classe, sentono che il maestro di scuola sta sgridando gli allievi ed uno in particolare è isolato, su uno sgabello, e accusato di credere ai fantasmi. Marian e Hartright, imbarazzati, si fanno avanti e chiedono cosa stia accadendo. Il piccolo Jacob è convinto di aver visto, nei pressi della tomba della signora Fairlie, una donna tutta vestita di bianco, che lui crede essere il fantasma della signora Fairlie, e per questo è in punizione. Hartright si convince immediatamente che la figura vista da Jacob non è che Anne. Hartright esprime il desiderio di vedere la tomba della signora Fairlie e Marian ve lo conduce e ve lo lascia. Hartright osserva che la croce di marmo bianco è stata pulita per metà e si convince che Anne tornerà quella sera stessa. Si nasconde dunque nei pressi della chiesa e attende. (2a parte) |
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