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Altre notizie da Mercurio.

Post n°2605 pubblicato il 19 Marzo 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

HOMESPAZIO E ASTRONOMIA

Ghiaccio su Mercurio in crateri permanentemente ombreggiati ai poli

14 Marzo 2020 Spazio e astronomiaTop newsIl ghiaccio sarebbe presente all'interno dei crateri nei poli del pianeta, in zone permanentemente in ombra (credito: NASA / MESSENGER)

Potrebbe esserci davvero del ghiaccio su Mercurio, il pianeta

più vicino al Sole nel nostro sistema solare.

Nonostante infatti sia difficile credere che del ghiaccio possa

essere presente su un pianeta che supera i 400 °C per quanto

riguarda le temperature superficiali, un nuovo studio mostra

che il ghiaccio potrebbe esistere grazie allo stesso calore del

pianeta.

Su Mercurio, infatti, ci sono piccole zone in crateri posti ai poli

che sostanzialmente non vedono mai la luce del Sole.

In queste zone può formarsi del ghiaccio, come spiegano gli

scienziati del Georgia Institute of Technology.

Il modello sviluppato dai ricercatori vede innanzitutto il calore

estremo del pianeta liberare i cosiddetti gruppi idrossilici, minerali

presenti nel suolo superficiale del pianeta.

Questo processo porta alla produzione di molecole d'acqua e di

idrogeno che si sollevano spostandosi intorno al pianeta.

La maggior parte delle molecole d'acqua viene scompos scompost

a te dalla luce solare oppure si alza molto al di sopra della

superficie del pianeta stesso.

Tuttavia alcune di queste molecole finiscono per atterrare nelle

suddette zone vicino ai poli, zone in ombra permanente proprio

a causa della conformazione dei crateri.

Non essendoci un'atmosfera su Mercurio, non c'è neanche una

trasmissione di aria che possa condurre il calore.

Questo significa che queste molecole d'acqua che vanno a poggiarsi

all'interno di questi crateri in ombra si ghiacciano permanentemente.

"È un po 'come la canzone Hotel California.

Le molecole d'acqua possono entrare nell'ombra ma non possono mai

andarsene", spiega Thomas Orlando, l'autore principale dello studio.

Questo processo arriverebbe a formare fino al 10% di ghiaccio totale

presente sul pianeta e potrebbe formare fino a 1013 kilogrammi di

ghiaccio in 3 milioni di anni.

D'altronde già nel 2011 la sonda spaziale MESSENGER della NASA

aveva individuato la presenza di segnali tipici di presenza del ghiaccio

intorno ai poli, segnali che indicavano indicava la presenza di ghiaccio

"sporco" che si nascondeva all'ombra permanente nei crateri polari,

crateri naturalmente formatisi dall'impatto di asteroidi e meteoriti

nel passato del pianeta.

 
 
 
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