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Affascinanti notizie dall'antichità.

Post n°2609 pubblicato il 19 Marzo 2020 da blogtecaolivelli

La Rivista della Natura

SCOPERTE SCIENTIFICHEMeno di 10.000 anni fa il Sahara

era ricco di laghi e fiumi e i suoi abitanti vivevano di pesca

Meno di 10.000 anni fa il Sahara era ricco di laghi e fiumi e i suoi abitanti vivevano di pescaIl campo base dei ricercatori. ©Archivio Missione Sahara Libico

Sapienza Universita di Roma

In un remoto angolo della Libia sudoccidentale sono state trovate

 migliaia di ossi di pesci che raccontano come negli ultimi 10mila

anni il Sahara si sia progressivamente inaridito, trasformandosi da

eden ricco d'acqua in una distesa infinita di sabbie infuocate, cambiando

inesorabilmente gli scenari per la vita della fauna selvatica.

A rivelare questa nuova importante scoperta è uno studio appena

pubblicato sulla rivista scientifica PLOS ONE, coordinato dal

Dipartimento di Scienze dell'antichità della Sapienza e svolto in

collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università

degli Studi di Milano e il Royal Belgian Institute of Natural

Sciences di Brussels.

©Archivio Missione Sahara Libico Sapienza Universita di Roma

Come cambiò la dieta degli antichi abitanti

Studiando il deposito archeologico del rifugio di Takarkori, infatti,

gli scienziati hanno individuato più di 17.500 resti animali, identificati

come scarti alimentari grazie ai segni di taglio e di cottura che

presentavano; di questi, solo il 19% era costituito da mammiferi, uccelli,

rettili, molluschi e anfibi, mentre il restante 80% era formato da

fauna ittica.

Il deposito archeologico di Takarkori. ©Archivio Missione Sahara

Libico Sapienza Universita di Roma

La datazione dei resti ha attestato la graduale riduzione della fauna

ittica a favore dei mammiferi: tra quelli datati nel periodo 10.200-8.000 a.C.,

il pesce rappresentava il 90% del totale.

Una quota calata fino al 40% nei resti datati tra il 5.900-4.650 a. C.:

questi dati consentono di apprezzare la progressiva affermazione della

pastorizia nel Sahara, durante la quale la risorsa ittica ha gradualmente

perso importanza, per scomparire intorno ai 5.000 anni fa.

Gli scavi a Takarkori. ©Archivio Missione Sahara Libico Sapienza

Universita di Roma

Preziosi indizi dal tipo di pesci trovati

Un'analisi più approfondita della tipologia dei pesci presenti ha permesso

di delineare ulteriormente le modalità di questa transizione nel corso del

tempo: i ricercatori hanno notato, infatti, che i due pesci che costituivano

la maggior parte dei resti (pesce gatto e tilapia) erano presenti in

concentrazioni molto diverse a seconda del periodo studiato.

La tilapia. ©Archivio Missione Sahara Libico Sapienza Universita di Roma

Se in una fase iniziale la tilapia è risultata la specie prevalente tra le

due, i ricercatori hanno registrato nel periodo più recente, un'inversione

di questa proporzione e il pesce gatto, che grazie al suo sistema

respiratorio è grado di sopravvivere in acque poco ossigenate e a basso

fondale, è diventato predominante: questa tendenza rappresenta un

indizio prezioso nella ricostruzione del processo di progressivo

inaridimento della regione e della sua successiva desertificazione.

Fiumi e laghi ormai scomparsi erano collegati al Nilo

Tra 10 e 5mila anni fa, infatti, il Sahara era una regione con un

paesaggio variegato, che alternava dune sabbiose costellate di piccoli

laghi, a fiumi che scorrevano dalle montagne verso ampie pianure

coperte da savana.

Ed era densamente abitato, sia da animali selvatici, sia da comunità

umane, prima di cacciatori-raccoglitori, poi di pastori.


©Archivio Missione Sahara Libico Sapienza Universita di Roma

«La presenza di specie tipiche dell'Africa orientale ha permesso di

ricostruire la progressiva migrazione di pesci dal Nilo al centro del

Sahara, avvenuta quando l'ambiente era più umido e offriva delle

 vie d'acqua tra loro connesse - spiega l'archeologo della Sapienza

Savino di Lernia - e questo rende possibile ricostruire l'antico

reticolo idrografico della regione Sahariana e la sua interconnessione

con il Nilo, fornendo informazioni cruciali sui drammatici

cambiamenti climatici che hanno portato alla formazione del più

grande deserto caldo del mondo».

 
 
 
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