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Post n°2626 pubblicato il 23 Marzo 2020 da blogtecaolivelli

 

Fonte: Repubblica.it

METEO: il CORONAVIRUS NON se ne andrà con il CALDO dell'Estate!

Ecco il VERDETTO che pesa come un MACIGNO

News / Meteo / ItaliaMETEO: il CORONAVIRUS NON se ne andrà

con il CALDO dell'Estate! Ecco il VERDETTO che pesa come un

MACIGNOIntervista al prof. Massimiliano Fazzini, professore

associato alla Scuola di scienze e tecnologie dell'Università di

CamerinoArticolo del 22/03/2020
ore 1:04
di Team iLMeteo.it Meteorologi e Tecnici

Il Coronavirus non se ne andrà con il caldo dell'estateTratto Da Repubblica.it

Non c'è un rapporto tra la temperatura esterna e il virus: la convinzione,

crescente, che la primavera si porterà via il "corona" va rivista, o perlomeno

irrobustita da studi che oggi non ci sono.

Il precedente che, fin qui, ha fatto sostenere l'ipotesi è l'andamento della Sars,

microrganismo della stessa famiglia del Covid-19: esplose alla fine del 2002

e se ne andò a luglio 2003. Tuttavia, come ha già spiegato Matteo Bassetti,

direttore di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova,

 un coronavirus paragonabile a quello odierno contagiò numerosi cammelli

in Medio Oriente nel 2014, "in condizioni climatiche non fredde".

D'estate, ricordano gli epidemiologi, si vive meno in luoghi chiusi, aumenta

la "distanza sociale" e diminuisce la possibilità di diffusione di questo genere

di malattia.

Gli studi sul tema - nello specifico un lavoro multidisciplinare di un gruppo

tecnico-accademico (Università Bicocca di Milano, Roma Tre, Chieti-Pescara)

di cui fa parte il climatologo Massimiliano Fazzini, professore associato

alla Scuola di scienze e tecnologie dell'Università di Camerino - dicono,

per ora, che il Sars-CoV-2 non tiene conto delle variazioni climatiche.

I riscontri, avviati il 20 gennaio scorso, hanno testato prima l'area di Wuhan,

quindi zone particolarmente fredde e calde del globo e, infine, Lombardia

e Veneto.

Nell'epicentro iniziale del contagio, la megalopoli di Wuhan appunto

, si è constatato che l'intero mese di febbraio, coincidente con il picco

dei positivi, la temperatura è stata fredda, ma costantemente superiore

alla media (9,2 gradi centigradi contro i 5,8 del trentennio 1971-2000).

Le precipitazioni sono state, complessivamente, inferiori alle medie.

"Queste anomalie non sono tali da poter amplificare il segnale

epidemiologico", si legge. Se si va ad analizzare l'andamento del contagio

giornaliero legandolo a quello termico, ne deriva un coefficiente di

correlazione pari a 0,11, "statisticamente insignificante".

La prima conclusione è, quindi: "Il quadro del clima non ha influito in

alcun modo sull'evoluzione dell'epidemia", Così ora, con Wuhan e la 

regione dello Hubei "virus free", non si osservano anomalie termiche

significative, "tali da poter eventualmente giustificare un rapido calo

della virulenza dovuto al segnale termico".

Focalizzando l'attenzione sul dominio lombardo-veneto, sono stati

considerati, in questo caso a partire dal 20 febbraio 2020 e fino al 18 marzo,

i dati termici, pluviometrici e del vento di dieci stazioni nei tre focolai

principali di diffusione (aree di Codogno, Nembro e Vo') e in altre quattro

province lombarde primariamente interessate (Bergamo, Brescia,

Cremona, Pavia).

Anche in questo caso, i coefficienti di correlazione tra la diffusione

giornaliera del virus e i parametri meteoclimatici "non hanno affatto

evidenziato alcun rapporto statistico".

Non ci sarebbe, dal punto di vista meteo-ambientale, alcuna relazione

tra le variazioni climatiche e l'evoluzione epidemiologica del corona.

Conclude il professor Fazzini: "Da più parti si sono fatte svariate

allusioni sull'incidenza della variabile temperatura evidenziando che

il virus potesse perdere virulenza all'aumentare o al sensibile diminuire

di questo parametro; alcuni divulgatori hanno curiosamente evidenziato

che il Covid-19 morirebbe oltre i 27 gradi centigradi di temperatura,

ma per ora l'indicazione non è confermata dai nostri rilevamenti.

Anche le variabili del soleggiamento e del vento non danno indicazio

ni in questo senso".

 
 
 
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