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Altre notizie di Cangrande della Scala.

Post n°3437 pubblicato il 27 Luglio 2021 da blogtecaolivelli

Fonte: Il Serenissimo, giornale regionale veneto.

Dopo 7 secoli svelato il mistero di Cangrande:

non morì avvelenato ma per una rara malattia.

di

pubblicato

21 Maggio 2021

Cangrande entra a Padova.Le analisi condotte dal Laboratorio di

Genomica Funzionale del Dipartimento di Biotecnologie dell'UniVR

hanno svelatoun mistero che durava da sette secoli.

A stroncare il Signore di Verona Cangrande della Scala non fu il veleno,

ma una rara malattia la Glicogenosi tipo II

Sette secoli di misteri e congetture. Sette secoli di accuse e rimpianti.

Cangrande, il principe di Verona.

Il fedele alleato dell'Imperatore.

Il conquistatore che voleva unificare tutta la Marca, ovvero il Veneto.

E che quasi stava per riuscirci.

In molti ipotizzano una storia differente, perlomeno per la nostra regione,

se Cangrande non fosse mancato all'improvviso, all'età di 38 anni.

Ebbene le analisi condotte dall'Università scaligera hanno svelato un mistero

che durava da sette secoli.

A stroncare il Signore di Verona Cangrande della Scala non fu il veleno,

ma una rara malattia genetica, la Glicogenosi tipo II.

A svelare il mistero sono state le analisi condotte dal Laboratorio di

Genomica Funzionale del Dipartimento di Biotecnologie

dell'Università di Verona.

Fu questo a portarlo alla morte il 22 luglio 1329, a Treviso.

Nessuna cospirazione quindi.

La Glicogenosi tipo II è una malattia genetica rara ad esordio

tardivo.

A rivelarlo sono state le analisi condotte dal Laboratorio di

Genomica Funzionale del Dipartimento di Biotecnologie

dell'Università di Verona, diretto dal professor Massimo

Delledonne.

Un'indagine di questo tipo non era mai stata eseguita prima

sul DNA di una mummia.

Il Laboratorio di Antropologia Molecolare e Paleogenetica

dell'Università di Firenze, coordinato dal professor David

Caramelli e dalla professoressa Martina Lari, ha collaborato

nell'estrazione del DNA. Luminari nell'estrazione di DNA antico.

La partnership tra Museo di Storia Naturale e Università degli

Studi di Verona e di Firenze ha permesso per la prima volta di

analizzare un DNA così antico usando però le più moderne

tecniche scientifiche.

E riuscendo per la priva volta a giungere ad una diagnosi clinica

certa anche in assenza di fonti storiche.

La malattia da cui era affetto si evidenzia in una scarsa resistenza alla fatica fisica, difficoltà respiratoria, debolezza muscolare e crampi. Ma anche fratture ossee spontanee e cardiopatia

Cangrande è stato quindi "sequenziato" come se si trattasse di un

paziente dei nostri giorni.

Ad essere analizzato, un piccolo frammento di falange.

L'analisi bioinformatica degli 83 milioni di sequenze prodotte ha

portato alla ricostruzione del 93.4% dei suoi geni.

La malattia da cui era affetto si evidenzia in una scarsa resistenza alla

fatica fisica, difficoltà respiratoria, debolezza muscolare e crampi.

Ma anche fratture ossee spontanee e cardiopatia.

La morte dei pazienti adulti è spesso quasi improvvisa.

Come accaduto a Cangrande, deceduto dopo solo tre giorni di malattia

"Una giornata storica per la città di Verona - sottolinea il sindaco di

Verona Federico Sboarina -.

Attraverso uno studio genetico mai eseguito prima su campioni di

mummia risalenti a 700 anni fa è stato possibile svelare molti aspetti

della vita e della morte di una delle figure storiche più importanti

della nostra città.

La morte di Cangrande oggi non è più un mistero.

Contrariamente a quanto sospettato per secoli, il Signore di Verona

non fu assassinato.

Ma morì per cause naturali o, più correttamente, per una malattia genetica.

Un risultato straordinario, frutto di un lavoro di squadra importante".

Il medico di Cangrande, nel tentativo di contrastare la debolezza data dalla malattia, somministrò dosi eccessive di digitale. Questo fece pensare ad un avvelenamento

Alcune opere storiche hanno messo in luce piccoli indizi compatibili

con questa patologia, relativi a soste forzate nel corso di tragitti a

cavallo abbastanza brevi, ad improvvisi malesseri e, forse, anche

alla preferenza per l'uso dell'arco rispetto alla spada.

Il quadro clinico della morte di Cangrande è pertanto compatibile con

la malattia di Glicogenosi tipo II ad esordio tardivo.

Il medico di Cangrande, nel tentativo di contrastare questa debolezza,

somministrò dosi eccessive di digitale (una sostanza utilizzata come

cardiotonico).

Questo fece pensare ad un avvelenamento.

Tanto che il medico venne impiccato di lì a poco.

Oggi sappiamo che quella somministrazione era ben lungi dall'intento

di avvelenare il Principe.

Il 18 luglio 1329 si ammala e dopo tre giorni muore: era il 22 luglio 1329. Cangrande aveva solo 38 anni

In ambito storico sono riportati alcuni dei momenti più critici

della salute di Cangrande.

Prima crisi, il 17 settembre 1314, all'età di 23 anni.

Dopo una cavalcata veloce il Signore di Verona deve lasciare il cavallo

e viene trasferito su un carro.

Seconda crisi, il 25 agosto 1320, a 29 anni.

Ferito ad una coscia fu trasportato all'accampamento, dove si riprese

e ritornò in battaglia.

In realtà, dalle autopsie effettuate sul corpo non sono state riscontrate

cicatrici sulla coscia.

Ciò fa supporre si trattasse di altri sintomi, sempre riconducibili a

lla malattia.

Terza crisi, il 4 luglio 1325, all'età di 34 anni. In una cavalcata da Verona

verso Vicenza Cangrande ebbe un improvviso malore e tornò a Verona,

dove peggiorò.

Rimanendo tra la vita e la morte per dieci giorni e poi malato per mesi.

Quarta crisi, il 18 luglio 1329 si ammala e dopo tre giorni muore:

era il 22 luglio 1329. Cangrande aveva solo 38 anni.

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