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« GLI ANTICHI GENOMI....Una genesi africana recente »

GLI ANTICHI DNA DEI POPOLI PREISTORICI.....

Post n°1807 pubblicato il 22 Dicembre 2018 da blogtecaolivelli

FONTE: iNTERNET

Le sequenze di DNA ereditate dai

Neanderthal - che sono presenti,

sia pure in numero ridotto, nella

maggior parte delle persone -

influenzano il livello di attivazione

dei nostri geni contribuendo così

a diversi tratti: dall'altezza all'efficienza

del sistema immunitario, fino alla

suscettibilità a varie malattie.

Le sequenze di DNA che abbiamo

ereditato dai Neanderthal non sono

relitti silenziosi di un lontano passato,

ma influenzano numerosi tratti negli

esseri umani moderni che ne sono

portatori, dal metabolismo dei grassi

all'altezza fino alla suscettibilità a

svariate malattie, come la depressione

o il lupus. A scoprirlo sono stati tre

ricercatori dell'University of Washington

a Seattle, che illustrano in loro studio in

un articolo pubblicato su "Cell".

L'effetto dei geni dei Neanderthal

sulla nostra salute

In tutte le popolazioni non africane

moderne sono conservati frammenti

del genoma neanderthaliano: dall'1 al

4 per cento dei geni di ogni persona

ha questa origine, vale a dire che alcuni

geni sono presenti nella loro versione

neanderthaliana e non in quella tipica

dell'uomo moderno.

Tuttavia, poiché, a differenza di quanto

accade per il DNA, non è possibile estrarre

dai fossili l'RNA, finora non era stato

possibile stabilire se la versione (allele)

moderna e quella neanderthaliana dello

stesso gene sono funzionalmente

equivalenti o se ci sono delle differenze.

Rajiv C. McCoy, Jon Wakefield e Joshua

M. Akey hanno usato il database del

progetto Genotype-Tissue Expression

(GTEx), che ha individuato una platea

di persone che hanno sia una versione

Neanderthal sia una versione umana

moderna di un certo gene, una ereditata

dalla madre e l'altra dal padre.

Per ognuno di questi geni, i ricercatori

hanno poi confrontato l'espressione dei

due alleli in 52 diversi tessuti.

Nel 25 per cento dei casi testati, è stato

possibile rilevare una differenza di

espressione tra l'allele Neanderthal e

quello moderno.

L'espressione degli alleli neanderthaliani

tendeva a essere particolarmente bassa

nel cervello e nei testicoli, suggerendo

che questi tessuti abbiano sperimentato

una più rapida evoluzione da quando, circa

700.000 anni fa, Neanderthal e umani

moderni hanno iniziato a differenziarsi.

Di conseguenza, ha detto Akey, "possiamo

ipotizzare che le differenze di regolazione

genica più marcate tra noi e i Neanderthal

siano nel cervello e nei testicoli".

L'effetto dei geni dei Neanderthal sulla nostra salute

Le varianti neanderthaliane dei geni

presenti nel nostro genoma hanno livelli

di espressione diversi delle varianti umane

moderne dei geni corrispondenti, e

questo si ripercuote nei tratti 

L'espressione dell'allele neandethaliano

a livello cerebrale è comunque apparsa

correlata a un aumento del rischio di alcuni

disturbi psichiatrici, in particolare depressione,

disturbo ossessivo compulsivo, autismo e

dipendenza da nicotina. (A causa del limitato

gruppo di soggetti testati, non è stato invece

possibile controllare a questo livello bio

molecolare la correlazione con un aumento

dell rischio di schizofrenia, suggerita da

precedenti ricerche.)

La ricerca ha inoltre confermato che gli alleli

dei nostri antichi "cugini" aumentano il

rischio di varie altre malattie, dalla fibrosi

cistica alle patologie autoimmuni e in

particolare al lupus. Va però ricordato

che l'eredità neanderthaliana non è

tutta negativa: alcuni suoi alleli permettono

per esempio una migliore sintesi della

vitamina D o lo sviluppo di un sistema

immunitario più efficiente, soprattutto

grazie a una maggior produzione di

interleuchine.

I ricercatori intendono proseguire in questo

tipo di ricerca, approfondendo lo studio

degli effetti degli alleli neanderthaliani e

ampliandolo a quello dei possibili effetti

degli alleli provenienti da un'altra specie

cugina estinta: l'uomo di Denisova.

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