Creato da blogtecaolivelli il 04/03/2012

blogtecaolivelli

blog informazione e cultura della biblioteca Olivelli

 

Messaggi del 03/12/2019

Il ritorno di Ebola in Africa

Post n°2427 pubblicato il 03 Dicembre 2019 da blogtecaolivelli

Il ritorno di Ebola in Africa

Un nuovo focolaio epidemico è scoppiato nella

Repubblica Democratica del Congo: i primi casi

in una zona rurale, ma il contagio si è già pericolo-

samente esteso a una città popolosa.

A due anni di distanza dalla conclusione ufficiale

dell'epidemia che ha spaventato il mondo, con 28mila

casi e 11mila morti, si torna a parlare diEbola.

Un nuovo focolaio epidemico è stato segnalato nella

Repubblica Democratica del Congo, ma mentre i pochi

casi riportati finora erano concentrati nella zona di

Bikoro, una zona isolata e difficile da raggiungere, ora

i primi casi sono stati registrati a Mbandaka, una città

con oltre un milione di abitanti, sulle rive del fiume

Congo.

La comparsa del virus in una città popolosa, in cui il

fiume è usato per gli spostamenti fino alla capitale

Kinshasa, a sua volta abitata da dieci milioni di persone,

si teme possa rappresentare l'opportunità per una

crescita esplosiva dei contagi.

DALLA CAMPAGNA ALLA CITTÀ. 

L'inizio ufficiale di questo nuova epidemia è stata

dichiarata l'8 maggio.

Secondo gli ultimi dati dell'OMS, al 15 maggio, i casi

sono finora 44: tre confermati, 20 probabili e 21 sospetti.

Le morti sono già state 23. Si pensa che il virus sia stato

portato nella zona di Mbandaka da una pesona che ha

partecipato al funerale di una vittima di Ebola a Bikoro,

e poi si è spostato in città.

È la nona volta che Ebola colpisce nella Repubblica

democratica del Congo. I primi casi noti della terribile

malattia infettiva si sono verificati proprio in questo

paese, che ancora si chiamava Zaire, nel 1976.

Come nei casi precedenti, gli esperti ritengono che

all'origine di queste epidemie ci siano le interazioni fra

persone e pipistrelli, animali noti per essere serbatoi

del virus.

Nelle zone rurali, capita che le persone vengano a

contatto con pipistrelli infetti, per esempio mangiando

frutta su cui è rimasta saliva o guano degli animali.

NUOVE ARMI CONTRO L'EPIDEMIA.

 Gli sforzi attuali delle autorità sanitarie sono prima di

tutto per cercare di circoscrivere l'epidemia: finora sono

stati individuati 432 cosiddetti "contatti", persone a

rischio di avere contratto il virus, e tenuti sotto osservazione.

Rispetto alla grande epidemia del 2014-16, stavolta

c'è uno strumento in più: i vaccini. Nessun vaccino è

stato ancora ufficialmente approvato, ma un prodotto

sperimentale è già stato testato su oltre 16mila persone,

ed è stato giudicato efficace contro l'infezione da Ebola.

L'OMS ne ha alcune scorte, e oltre 4mila dosi sono già

state consegnate nella Repubblica democratica del Congo,

con l'intenzione di somministrarle innanzitutto agli

operatori sanitari e alle persone che si ritiene siano entrate

in stretto contatto con i malati. La gestione di una

eventuale campagna di vaccinazione non sarà semplice,

dal momento che il prodotto deve essere conservato a

temperature tra i -60 e i -80° C. Rispetto alla precedente

epidemia di Ebola, però, le prospettive sembrano migliori.

 
 
 

I tumori che resistono alle terapie.

Post n°2426 pubblicato il 03 Dicembre 2019 da blogtecaolivelli

Scoperto come i tumori

imparano a resistere alle

terapie

Una scoperta dei ricercatori dell'Istituto di Candiolo

potrebbe rivoluzionare la lotta contro il cancro: ecco

come i tumori imparano a resistere alle terapie.

laboratorio-medicina| SHUTTERSTOCK

Nella cura dei tumori uno dei problemi da affrontare

è che spesso, dopo una prima fase in cui il paziente

risponde bene alle terapie, il tumore diventa resistente

ai farmaci e si fa ancora più aggressivo.

E accade anche con i farmaci più recenti, "a bersaglio

molecolare": sono quelli che vengono sviluppati ad hoc

per risultare più efficaci.

INEVITABILE? NO. 

Questo fenomeno, finora, veniva spiegato con la presenza

di un piccolo numero di cellule, resistenti alla terapia, che

era già presente nella massa tumorale prima ancora che

il farmaco fosse somministrato: un ostacolo che era

dunque considerato in qualche misura inevitabile.

Le cose, però, potrebbero non stare così.

Lo sostiene uno studio,pubblicato su Science, e sostenuto

da Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro 

e da Fondazione AIRC, secondo il quale le cellule resistenti

ai farmaci non sempre sono già presenti nella massa tumorale.

Alcune volte, infatti, i tumori sottoposti allo stress generato

dalle terapie a bersaglio molecolare imparano dopo ad adattarsi

e riescono a resistere alle terapie.


Alberto Bardelli dell Dipartimento di oncologia

dell'Università di Torino |

I BATTERI ISPIRATORI.

 I due autori dello studio sono la ricercatrice Mariangela

Russo e il prof. Alberto Bardelli (Dipartimento di Oncologia

dell'Università di Torino), che operano presso l'Istituto

di Candiolo, il centro specializzato nel trattamento delle

patologie oncologiche che si trova alle porte di Torino.

Hanno tratto ispirazione da quanto accade nelle malattie

infettive dove i batteri, "bombardati" dagli antibiotici,

riescono a mutare il proprio DNA in modo da continuare a c

rescere nonostante le terapie.

Osservando una frazione di cellule dei tumori intestinali, i

ricercatori si sono accorti che questa cessava di crescere,

risultando tuttavia ancora in grado di sopravvivere all'attacco

delle terapie a bersaglio.

Questo accade perché nelle cellule sotto attacco si modificano

i meccanismi che portano alla riparazione del DNA: avviene

cioè un processo chiamato mutagenesi adattiva, dove le cellule

tumorali accumulano mutazioni fino a diventare resistenti al trat-

tamento, provocando una ricaduta della malattia.

LE PROSPETTIVE FUTURE. 

Questa scoperta, a cui ha contribuito anche l'IFOM (Isitituto

di oncologia molecolare) con esperti di matematica computazionale,

apre nuove possibilità terapeutiche: se la resistenza alle terapie

non è qualcosa di già "presente" con la malattia, ma è un processo

che si attiva durante la terapia stessa, allora si può ipotizzare

che colpendo i meccanismi alla base della mutagenesi adattativa

si possano ottenere maggiori probabilità di successo dei farmaci

già in uso.

Su questo obiettivo i ricercatori torinesi sono già al lavoro per

capire come rallentare, o persino prevenire, l'insorgere della

resistenza alle terapie, prolungando così l'efficacia dei farmaci

e la sopravvivenza dei pazienti.

9/11: AIRC NELLE PIAZZE ITALIANE. 

Per finanziare ricerche come questa, e raccogliere risorse da

destinare a circa 5 mila ricercatori che lavorano a progetti

sostenuti dall'AIRC, sabato 9 novembre i volontari AIRC 

saranno presenti in oltre 1.000 piazze italiane per distribuire I

Cioccolatini della Ricerca: a fronte di una donazione minima

di 10 euro sarà possibile ricevere una confezione con 200

grammi di cioccolato fondente (alimento che assunto in modica

quantità può portare benefici, come spiega Antonio Moschetta,

scienziato AIRC dell'Università di Bari). Da lunedì 11

novembre I Cioccolatini della Ricerca saranno disponibili

anche in 1.728 filiali di Banco BPM.

 
 
 

Sullo sviluppo muscolare

Post n°2425 pubblicato il 03 Dicembre 2019 da blogtecaolivelli

Fonte: Internet

13 novembre 2019

Scoperto un nuovo fattore dello

sviluppo del tessuto muscolare

Fonte: Cnr

© Agf/Science Photo Library CK2, una

proteinchinasi già nota per le sue attività

cellulari e nei tumori non era mai stata

associata alla formazione e crescita del

muscolo scheletrico.

La ricerca condotta da un team dell'Istituto

di neuroscienze del Cnr e dell'Università di

Padova, che ha scoperto tali funzioni in tutti

i vertebrati, è stata pubblicata su "Faseb Journal"

Scoperte le funzioni di un nuovo fattore

essenziale per la formazione e la crescita

del muscolo scheletrico in tutti i vertebrati:

si tratta di CK2, una proteinchinasi già

nota per essere coinvolta in svariate

attività cellulari e nei tumori ma mai associata

allo sviluppo del tessuto muscolare.

La ricerca, condotta dal team di ricercatori

diretto da Giorgia Pallafacchina (Istituto di

neuroscienze del Consiglio nazionale delle

ricerche Cnr-In di Padova e Università di

adova) e da Arianna Donella-Deana (Università

di Padova) è stata pubblicata nel volume di

ottobre della rivista Faseb Journal.

"La ricerca del nostro team ha dimostrato

che le tre diverse subunità che costituiscono

la proteina CK2 (α, α' e ß) hanno azioni e

bersagli distinti e ben definiti nell'ambito

della complicata serie di eventi che porta

alla formazione e crescita del tessuto muscolare

scheletrico", spiega Giorgia Pallafacchina.

Poiché il muscolo scheletrico costituisce

buona parte della massa corporea di un

individuo, circa il 35% nelle donne e fino

al 45% negli uomini, mantenere tale

organo in salute è di cruciale importanza

per il benessere dell'intero organismo,

sia in condizioni normali sia in caso di

malattia. Basti pensare alle numerose

patologie che, pur non colpendo direttamente

il muscolo, portano a perdita di massa

muscolare: primi tra tutte i tumori, ma anche

le malattie renali, l'anoressia, ecc., cui si

aggiunge l'inevitabile declino di forza e

prestazioni, indotto dal processo fisiologico

dell'invecchiamento".

La comunità scientifica è per questo da

sempre interessata alla comprensione dei

meccanismi che regolano lo sviluppo e la

crescita del tessuto muscolare, anche se

diverse fondamentali informazioni su tali

processi sono a tutt'oggi sconosciute.

"La nostra ricerca ha ottenuto importanti

risultati, scoprendo che le subunità α e ß

della proteinchinasi CK2 sono indispensabili

per l'attivazione di geni specifici che

inducono la cellula a differenziarsi in cellula

muscolare.

È stato dimostrato inoltre che l'attività

enzimatica di CK2, in particolare della

subunità CK2 α', è determinante per permet-

tere la fusione delle cellule muscolari,

formando le fibre che compongono i nostri

muscoli", prosegue la ricercatrice.

La scoperta del gruppo padovano è stata

realizzata nel Dipartimento di Scienze

biomediche dell'Università di Padova,

nell'ambito di una collaborazione tra i gruppi

di Arianna Donella-Deana e di Rosario Rizzuto.

Con le responsabili del progetto, hanno

lavorato alcuni giovani ricercatori, tra cui

Valentina Salizzato e Sofia Zanin.

"Il risultato raggiungo costituisce un

importante avanzamento nella comprensione

dei meccanismi che sottendono alla fisiologia

del tessuto muscolare e apre la via a possibili

applicazioni terapeutiche, mirate a

preservare la massa muscolare e/o

stimolarne la crescita nelle miopatie, nei danni

muscolari e nell'invecchiamento".

 
 
 

L'elettricità raffredda l'acqua.

Post n°2424 pubblicato il 03 Dicembre 2019 da blogtecaolivelli

Fonte: Internet

14 ottobre 2019

L'elettricità raffredda l'acqua,

lo dimostra il calcolatore

Fonte: Cnr-IpcfRicercatori dell'Istituto per i processi

chimico-fisici del Cnr di Messina, in col-

laborazione con l'Accademia delle Scienze

della Repubblica Ceca di Brno, hanno dimo-

strato, tramite calcoli teorici al computer,

che l'applicazione di intensi campi elettrici

induce nell'acqua effetti strutturali analoghi

ad una diminuzione della temperatura.

Questo risultato aiuta a comprendere

meglio l'elettrofreezing, un fenomeno

di notevole importanza nel campo della

food chemistry.

Lo studio è pubblicato su Physical

Chemistry Chemical Physics e ha

ottenuto la copertina della rivista

La maggior parte delle straordinarie

ed uniche peculiarità dell'acqua è

dovuta alla sua struttura molecolare

che forma una rete tridimensionale

dilegami idrogeno.

In questo contesto, le tecniche spet-

troscopiche svolgono un ruolo fonda-

mentale nel chiarire le proprietà chimico-

fisiche del liquido più importante per la

vita sulla Terra.Negli ultimi anni, le

simulazioni numericheal calcolatore

hanno rappresentato unpunto di

iferimento unico ed imprescindibile

per interpretare i risultati degli

esperimenti,soprattutto quando le

condizioni sperimentalisono difficilmente

riproducibili in laboratorio.

I risultati di questo studio sono stati

pubblicatisulla rivista Phys. Chem. Chem.

Phys. dellaRoyal Society of Chemistry,

che gli ha dedicatoil front cover dell'issue 38,

2019.

"La ricerca dimostra che applicare intensi campi

elettrici all'acqua ne irrigidisce la struttura

molecolare.

Il risultato, di per se rilevante dal punto di

vista della fisica di base, ha un'importanza

notevole nel campo della conservazione dei

prodotti alimentari che si basa sul noto

fenomeno dell'elettrofreezing", afferma Franz

Saija, ricercatore del Cnr-Ipcf di Messina che

ha coordinato lo studio.

Infatti, è noto che la presenza di un campo

elettrico favorisce il processo di nucleazione

(cioè la formazione dei nuclei di ghiaccio) a

temperature più elevate, prevenendo la distru-

zione delle membrane cellulari, riducendo

la denaturazione delle proteine e preservando

la consistenza del cibo fresco dopo lo

scongelamento.

"Utilizzando avanzate tecniche numeriche,

abbiamo simulato con precisione quantistica

le proprietà spettroscopiche dell'acqua,

dimostrando come l'azione di un campo

elettrico produca nel network del liquido un

effetto simile a quello dovuto alla diminuzione

della temperatura.

L'approccio computazionale si conferma così 

fondamentale nel supportare il dato sperimentale

e in alcuni casi nell'indicare la direzione da percor-

rere", continua Saija.

"L'applicazione dei campi elettrici produce una

serie di effetti interagendo con le molecole

che costituiscono la materia, modificandone le

proprietà sia fisiche che chimiche e occupando,

quindi, un posto cruciale in alcuni rami della

ricerca scientifica come la catalisi, l'elettrochimica

e persino nelle neuroscienze (si pensi, ad

esempio, alla generazione dell'impulso nervoso)"

prosegue Giuseppe Cassone dell'Institute of

Biophysics, Czech Academy of Sciences e primo

autore dell'articolo scientifico.

"La maggior parte di questi fenomeni si verifica

in acqua.

Tuttavia, gli effetti del campo elettrico sulle

proprietà spettroscopiche delle molecole

d'acqua, di straordinaria rilevanza in tutti i

campi di ricerca, sono stati finora poco

investigati, anche a causa delle difficoltà

sperimentali nell'applicare campi elettrici di

alta intensità", conclude Saija.

 
 
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Dicembre 2019 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30 31          
 
 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

ULTIME VISITE AL BLOG

vurlaprefazione09m12ps12vittorio.59dony686miriade159tirchio2000blogtecaolivelliellistar2012Draiostre.sa47bibanna545annamatrigianoLoneWolf1822
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Dicembre 2019 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30 31          
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

TAG CLOUD

 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Dicembre 2019 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30 31          
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963