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Messaggi del 27/11/2020
Post n°3321 pubblicato il 27 Novembre 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet Neanderthal cannibali: la sconvolgente scoperta in Belgio 7 Luglio 2016 Le ossa ritrovate in una grotta a Goyet, in Belgio, lasciano pochi dubbi: iNeanderthal erano cannibali. Sono i segni ritrovati sui frammento di ossa a provare come i nostri antenati si cibavano della carne dei propri simili. Tagli, incisioni e spaccature rappresentano evidenti prove che gli individui cercassero il midollo interno delle ossa umane, proprio come accadeva per la cacciagione. Una scoperta che getta una nuova luce sui Neanderthal che, fino ad ora, non erano considerati in grado di cibarsi dei propri simili. Una distanza che ora ci pare abissale con i nostri antenati, nonché parenti stretti, che oltre quarantamila anni fa popolavano il nostro pianeta. Eppure iNeandhertal, secondo alcuni ricercatori, erano in grado di edificare anche strutture di tipo religioso. Le ossa ritrovate in Belgio risalgono ad un periodo collocabile tra i 40.500 ed i 45.500 anni fa e confermano come delle ricerche già effettuate su alcune ossa, sempre di Neanderthal, in alcune grotte in Spagna. |
Post n°3320 pubblicato il 27 Novembre 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet Polonia: i fossili di enorme mostro marino in un campo di grano 4 Novembre 2019 I resti di un pliosauro sono stati portata alla luce in un campo a Krzyzanowice, in Polonia. Un team di paleontologi ha scoperto alcune ossa di pliosauro, un enorme predatore marino dal collo corto vissuto durante il Giurassico superiore circa 150 milioni di anni fa. Un predatore enorme, i cui resti sono stati rivelati in un campo di grano vicino alla città polacca di Krzyzanowice, a nord della catena montuosa Swietokrzyskie, in Polonia. "Erano lunghi oltre 10 metri e pesavano fino a diverse decine di tonnellate - ha spiegato uno degli scopritori, Daniel Tyborowski, del Museo Terra dell'Accademia polacca delle Scienze - avevano teschi grandi e potenti e mascelle enormi con denti grandi e affilati". Polonia: i fossili di enorme mostro marino in un campo di grano "Erano lunghi oltre 10 metri e potevano pesare fino a diverse decine di tonnellate. Avevano teschi grandi epotenti e mascelle enormi con denti grandi e affilati. I loro arti avevano la forma di pinne", ha spiegato uno degli scopritori, Daniel Tyborowski, del Museo. dalla terra dell'Accademia polacca delle scienze. "In Europa, sono stati scoperti solo in alcuni paesi, mai prima in Polonia", ha aggiunto lo scienziato. Oltre ai fossili di pliosauro, i paleontologi hanno anche trovato diverse altre specie di animali della stessa epoca . Questi includono plesiosauri (che a differenza dei pliosauri avevano un collo lungo), tartarughe e antenati di moderni coccodrilli che misurano circa sei metri. Durante l'età dei dinosauri, l'area della catena montuosa Swietokrzyskie era un arcipelago di isole tropicali con lagune calde e paludi poco profonde in cui vivevano diverse specie preistoriche. "I potenti pliosauri erano animali ferici, che cacciavano tutti gli animali i cui fossili abbiamo scoperto in questo sito; speriamo che le prossime indagini portino alla scoperta di nuovi fossili." |
Post n°3319 pubblicato il 27 Novembre 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet La scoperta di una sepoltura di 9mila anni fa potrebbe riscrivere il ruolo della donna nella Preistoria ATTUALITÀ Angelo Petrone 12:33 6 Novembre 2020 La tomba di una "donna cacciatrice" scoperta in America ha sorpreso gli esperti. Per molto tempo, la convinzione degli esperti che nelle società preistoricheesistesse una divisione del lavoro basata sul sesso con gli uomini che cacciavano, mentre le donne si riunivano è rimasta ben radicata. Oggi, però, la scoperta di una tomba di 9.000 anni nelle /Ande, potrebbe porre qualche dubbio proponendo un'interpretazione diversa.Negli scavi realizzati nel 2018, presso il sito archeologico di Wilamaya Patjxa (Perù), un team di ricercatori americani ha trovato una tomba con i resti appartenuti a una giovane donna, tra i 17 e i 19 anni, insieme a un set di strumenti da caccia, comprese le punte di pietra per abbattere animali di grandi dimensioni e strumenti da macello, come un coltello e scaglie di roccia. A renderlo noto è l'Università della California. E' risaputo che gli oggetti che accompagnavano i defunti nelle loro tombe venivano usati da queste persone durante la loro vita, perciò "la scoperta ribalta l'antica ipotesi dell'uomo cacciatore" - ha dichiarato Randy Haas, professore associato di antropologia e autore principale dello studio, pubblicato sulla rivista Fonye: Matthew Verdolivo / UC Davis IET Academic Technology Services "Ora è chiaro che la divisione di genere del lavoro era fondamentalmente diversa - probabilmente più equa - in passato dalla nostra specie di cacciatori- raccoglitori", ha aggiunto. La scoperta della Tomba della Cacciatrice ha spinto gli scienziati a chiedersi se facesse parte di un modello più ampio di cacciatrici o rappresentasse semplicemente un'eccezione. Dopo aver studiato i documenti di sepoltura del tardo Pleistocene e del primo Olocene nel Nord e Sud America, i ricercatori hanno identificato 429 individui in 107 siti archeologici. Di queste, 27 persone erano accompagnate con strumenti da caccia per animali di grossa taglia: 11 erano donne e 15 uomini. Gli scienziati hanno affermato che il campione era sufficiente per "giustificare la conclusione che la partecipazione femminile alle prime cacce di animali di grossa taglia probabilmente non era insignificante". |
Post n°3318 pubblicato il 27 Novembre 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet Clamorosa scoperta in Cina: viene alla luce un mastodontico sito di reperti neolitici 17 Novembre 2020 Un gruppo di archeologi ha riportato alla luce nella provincia dell'Anhui un sito di reperti neolitici. Risalirebbe ad almeno 5000 anni fa Scoperta a dir poco sensazionale quella che arriva dalla Cina ed in particolare dalla provincia dell'Anhui dove un team di archeologi da tempo al lavoro in una zona nella città di Fuyang, hanno individuato e riportato alla luce un enorme sito di reperti neolitici che, stando alla datazione, risalirebbero a circa 5.000 anni fa. Lo scavo, che ha interessato un'area di 500 metri quadrati, è stato condotto tra i mesi di giugno e novembre ed i risultati sono eccezionali: sono venuti alla luce oltre cinquanta siti tra i quali fossati, pozzi e tombe. Oltre a moltissime ceramiche ed oggetti in osso ed in porcellana. Effettuando un'analisi dei reperti di Yuejiahu è emerso che le parti principali risalgono alla fine dell'era neolitica ma nella stessa area sono stati individuati anche reperti delle dinastie Song (960-1276), Ming (1368-1644) e Qing (1644-1911). A Fuyang, come confermato da Zhang Xiaolei, dell'istituto provinciale dell'Anhui di reperti culturali e archeologia, nessun sito neolitico era mai stato trovato prima. Si tratta dunque della prima prova scientifica del fatto che in questa città esistesse, in passato, una cultura preistorica. |
Post n°3317 pubblicato il 27 Novembre 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet. Marte: scoperto gigantesco cunicolo sotterraneo. 'É il più grande mai visto La scoperta della telecamera HiRISE a bordo del Mars Reconnaissance Orbiter. Una delle caratteristiche che accomuna la Terra e Marte (ma anche la Luna) è la presenza dei cosiddetti "tubi di lava", ovvero dei cunicoli scavati dal magma milioni di anni fa. Ad immortalare un gigantesco tubo di lava sul pianeta rosso è stata la telecamera HiRISE (High-Resolution Imaging Science Experiment) sul Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) della NASA. Si tratta di una formazione gigantesca, in parte collassata e molto più grande di qualsiasi tubo di lava presente sulla Terra. Quando HiRISE ha scattato l'immagine, le ombre gli hanno i mpedito di vedere all'interno della sezione crollata. In ogni caso il buco avvistato su Marte ha una larghezza di 50 metri mentre quelli terrestri sono larghi al massimo 15 metri. Marte: scoperto gigantesco cunicolo sotterraneo. 'É il più grande mai visto La scoperta dei tubi di lava ha destato da subito la curiosità degli scienziati, molti dei quali affermano che l'esplorazione di queste formazioni dovrebbe avere una certa priorità, visto che potrebbero ospitare forme di vita semplice. Quando il pianeta ha perso la sua atmosfera e si è raffreddato, infatti, i tubi avrebbero potuto fornire riparo dalle condizioni della superficie sempre più ostili. Se la vita fosse migrata in questi luoghi, potrebbe essere ancora presente. Ma se questi ''paradisi sotterranei" garantiscono buone possibilità di sopravvivenza per la vita microbica marziana, potrebbero essere altrettanto ospitali per gli esseri umani. Alcuni ricercatori affermano, infatti, che gli habitat o le basi potrebbero essere posizionati o costruiti all'interno di questi cunicoli. Ma prima di usarli a tale scopo, è necessario esplorarli. E sebbene ci sia una forte probabilità che siano simili ai tubi sulla Terra, nessuno ha ancora visto davvero cosa ci sia all'interno di una di queste formazioni su Marte. Solo i rover potranno fornirci queste informazioni. Ma come si formano i tubi di lava? I cunicoli nascono quando la lava scorre sotto la superficie, siraffredda la parte esterna e, solidificandosi, crea il soffitto e le pareti del cunicolo mentre l'interno rimane fuso e continua a scorrere. Al termine del processo, la lava scorre fuori dal tubo lasciandone l'interno vuoto. |
Post n°3316 pubblicato il 27 Novembre 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet Salute: ecco come l'aglio combatte il cancro 20:02 18 Dicembre 2017 L'aglio combinato con il fluoro può contrastare la formazione di coaguli nel sangue e persino il cancro. A rivelarlo un team di ricercatori dell'Università di Albany a New York, che hanno condotto esperimenti sulle uova di gallina. Il composto combatte il processo che permette la formazione di vasi sanguigni nella massa tumorale. E' dimostrato, inoltre, come possieda anche un'azione antitrombotica, riducendo la formazione di coaguli nel sangue. Già ma perché si è deciso di combinare proprioaglio e fluoro? L'aglio è conosciuto da secoli per le sue proprietà terapeutiche, mentre il fluoro è l'ingrediente base di svariati farmaci di ultima generazione, merito dell'elevata reattività. I ricercatori hanno modificato vari composti estratti dall'aglio, in modo da unire i due elementi, sostituendo gli atomi di idrogeno con quelli di fluoro. Una volta somministrati sugli embrioni di pollo, sono subito emersi i risultati benefici appena descritti. Un avvenimento importante se si pensa che questo risultato sarà determinante per sviluppare nuovi farmaci mirati alla cura del cancro, della trombosi e di altre malattie. |
Post n°3315 pubblicato il 27 Novembre 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet Asteroide 2020 VT4 batte record di avvicinamento alla Terra e ce ne siamo accorti solo il giorno dopo Un asteroide con un diametro compreso tra 5 e 10 metri, le dimensioni di una piccola casa, ha letteralmente sfiorato la Terra venerdì scorso avvicinandosi alla superficie del nostro pianeta ad una distanza di circa 400 km sopra il Pacifico meridionale. orbita la stazione spaziale internazionale. Questa roccia spaziale, denominata 2020 VT4 e conosciuta anche come A10sHcN, è stata scoperta grazie all'Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System (ATLAS) del Mauna Loa Observatory alle Hawaii. Asteroide 2020 VT4 scoperto solo 15 ore dopo avvicinamento La scoperta, secondo quanto rileva Universe Today, è avvenuta nella mattinata del 14 novembre, circa 15 ore dopo l'avvicinamento massimo. Non si tratta di un evento raro: molto spesso asteroidi così veloci vengono individuati solo dopo il punto di avvicinamento massimo, cosa che tra l'altro fa comprendere quanto il pericolo che uno di essi possa superare la nostra atmosfera e colpire la superficie della Terra senza alcun avvertimento sia reale. Si tratta, secondo quanto riferisce il sito, di un record per quanto riguarda l'avvicinamento di asteroidi non meteoritici alla superficie terrestre. Il record tra l'altro era già stato battuto una volta quest'anno quando l'asteroide 2020 QG si era avvicinato a circa 3000 km di distanza il 16 agosto. Poche centinaia di km sopra l'acqua dello oceano Pacifico meridionale Secondo quanto riferisce l'astronomo dilettante Tony Dunn su Twitter, questo asteroide appena scoperto si è avvicinato a poche centinaia di km sopra l'acqua dello oceano Pacifico meridionale, avvicinamento che ha accorciato la sua orbita. Questo vuol dire che questo asteroide effettuerà altri avvicinamenti, ancora più frequenti, in futuro. 2020 VT4: da un'orbita di 549 giorni intorno al Sole inclinata di 13° rispetto alla critica, l'asteroide è passato ad un'orbita di 315 giorni inclinata di 10,2 gradi rispetto all'eclittica. Asteroide Aten Ciò, tra l'altro, cambia anche la classificazione dell'asteroide: da un asteroide Apollo NEO (near-Earth object) è ora classificabile come un asteroide Aten. Un asteroide Aten molto conosciuto è Apofi, un grosso pezzo di roccia che salì alle cronache nel 2004 in quanto inizialmente fu ritenuto pericoloso per la Terra. Eventuali testimoni avrebbero potuto vederlo Si è trattato di un avvicinamento, quello di 2020 VT4, che probabilmente avrebbe potuto permettere ad un eventuale osservatore, posto proprio in quell'area in mezzo all'oceano, un'osservazione diretta nel momento dell'avvicinamento massimo, che si è verificato alle ore 17:20 (UT) di venerdì 13 novembre, molto al largo delle isole Pitcairn. Ma, molto evidentemente, non c'erano testimoni. Se ci fossero stati, avrebbero visto un piccolo puntino luminoso, molto veloce, spostarsi verso sud nel cielo. |
Post n°3314 pubblicato il 27 Novembre 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet Galassie iperluminose sono più luminose e numerose di quanto attuali teorie pos sano spiegare Esempio di una galassia iperluminosa. In basso le immagini della stessa galassia a diverse lunghezze d'onda. All'infrarosso emettono una quantità di luminosità che non può essere spiegata dalle attuali teorie (credito: Istituto olandese per la ricerca spaziale, SRON) Alcuni risultati interessanti raccolti da un team di astronomi dell'istituto olandese SRON mostrano che alcune galassie iperluminose sembrano più luminose all'infrarosso di quanto il numero delle stelle in esse contenute possa spiegare. Nello studio, pubblicato su Astronomy & Astrophysics, vengono analizzate soprattutto le galassie emerse fino a 3 miliardi dopo il big bang, avvenuto all'incirca 13, 8 miliardi di anni fa. Si tratta di galassie si formavano abbastanza rapidamente e, grazie alla ricchezza di gas allora presenti, producevano tantissime stelle e quindi erano massicce e "iperluminose", con livelli di luminosità di 10 trilioni dei nostri soli. Queste galassie iperluminose poi, con il passare del tempo, anche perché le riserve di gas e si sono esaurite, sono diventate sempre più rare. Quelle che noi osserviamo oggi sono quelle che sono esistite miliardi di anni fa. Gli astronomi le hanno precedentemente osservate con il telescopio spaziale ad infrarossi Herschel ma il team dello SRON ha ora utilizzato il telescopio LOFAR. Grazie alla risoluzione spaziale più elevata di quest'ultimo, s ono riusciti a distinguere le galassie individualmente confermando la stranezza delle osservazioni: ci sono molte più galassie iperluminose rispetto a quanto possono spiegare le attuali teorie della formazione delle galassie. Questo vuole dire che bisogna cercare una diversa teoria per spiegare la loro presenza durante quella che può essere considerata come la prima età dell'universo. "Sono alimentati dalla formazione stellare o dall'accrescimento di buchi neri supermassicci? Se alimentati dalla formazione stellare, le galassie a infrarossi iper-luminose formerebbero stelle a poche migliaia di masse solari all'anno", spiega Lingyu Wang, ricercatore dello SRON. Secondo il ricercatore, visto che i modelli teorici attuali non possono spiegare la presenza di queste galassie superluminose con così tante stelle, la causa è forse da ricercare dall'attività di accrescimento intorno al buco nero supermassiccio centrale. Si tratta di un approccio teorico, però, che necessita di molte altre osservazioni, osservazioni di certo non saranno facili visto che riguardano oggetti che non emettono luce e che si trovano miliardi di anni luce di distanza. Di certo, però, i ricercatori non si arrendono; anzi intendono eseguire nuovi studi utilizzando il telescopio ottico dell'osservatorio Keck. Grazie a quest'ultimo, infatti, potranno acquisire dati più accurati sul redshift di queste galassie. |
Post n°3313 pubblicato il 27 Novembre 2020 da blogtecaolivelli
Marte, scienziati scoprono come acqua evapora e si disperde nello spazio
Le quantità d'acqua presenti nell'atmosfera marziana variano a seconda della stagione. Durante l'estate e la primavera c'è più acqua a causa delle temperature più alte e delle tempeste di polvere (credito: University of Arizona/Shane Stone/NASA Goddard/Dan Gallagher) Una nuova scoperta che in parte spiega come l'acqua abbia quasi del tutto abbandonato la superficie del pianeta Marte è stata effettuata da un team di ricercatori che hanno usato i dati raccolti dalla sonda Mars Atmosphere and Volatile EvolutioN (MAVEN) della NASA. raggiunse l'orbita di Marte nel settembre del 2014. Da allora, durante la sua missione durata due anni, ha studiato l'alta atmosfera e la ionosfera del pianeta rosso nonché le modalità con le quali il vento solare allontana i composti volatili dalla stessa atmosfera marziana. Un processo che avviene nella zona alta dell'atmosfera I ricercatori hanno infatti scoperto che il vapore acqueo che si trova sulla superficie del pianeta viene indirizzato più in alto nell'atmosfera e qui poi viene distrutto, smembrato cioè nelle sue costituenti principali di idrogeno e ossigeno, dalle particelle di gas caricate elettricamente (ioni) e dunque definitivamente disperso nello spazio. A dare man forte a questo processo ci sono anche i forti venti provocati dalle tempeste di polvere e, d'estate, le temperature più calde. Un'evaporazione dell'acqua durata miliardi di anni Secondo i ricercatori, comunque, questo fenomeno è uno dei tanti che hanno portato alla scomparsa dell'acqua su Marte ma probabilmente uno dei più importanti in quanto ha contribuito a far perdere l'equivalente di un intero oceano dalla profondità di centinaia di metri. Si tratta, in ogni caso, di una evaporazione durata miliardi di anni e che, secondo lo studio pubblicato su Science, è in parte in corso ancora oggi. Fenomeno che continua ancora oggi Il vapore acqueo viene ancora oggi infatti trasportato ad altitudini molto elevate, un'altezza alla quale subisce il s uccitato effetto. Gli stessi ricercatori, come spiega Shane W. Stone Lunar and Planetary Laboratory dell'Università dell'Arizona a Tucson, sono rimasti sorpresi di trovare acqua ad un'altitudine così elevata nell'atmosfera marziana. Neutral Gas and Ion Mass Spectrometer (NGIMS) I ricercatori hanno usato i particolari dati raccolti da uno strumento denominato Neutral Gas and Ion Mass Spectrometer (NGIMS), presente sulla sonda MAVEN e sviluppato dalla Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt. Si tratta di uno spettrometro di massa che permette l'individua- zione degli ioni d'acqua nell'area marziana. Nello specifico hanno trovato quantità ancora relativamente abbondanti di vapore acqueo a circa 150 km di distanza dalla superficie del pianeta rosso. "Tutto ciò che raggiunge la parte superiore dell'atmosfera viene distrutto, su Marte o sulla Terra", spiega Stone, "perché questa è la parte dell'atmosfera che è esposta alla piena forza del Sole". |
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