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Messaggi del 15/01/2019
Post n°1820 pubblicato il 15 Gennaio 2019 da blogtecaolivelli
Il materiale riportato in questo blog è costituito da articoli e citazioni riportati pressochè integralmente, in quanto il presente blog non è una testata giornalistica ma una compilation amatoriale delle notizie scientifiche più importanti del giorno, utilizzata per comodità da chi non ha tempo di navigare e quindi a questo indirizzo web può trovare quanto c'è di meglio in giro, filtratissimo, di alta qualità di contenuti e di scrittura, fornendo tra l'altro un servizio agli studenti che possono in tal modo essere informati delle ultime scoperte scientifiche. |
Post n°1819 pubblicato il 15 Gennaio 2019 da blogtecaolivelli
essa struttura genetica e sociale dei Longobardi Il confronto fra i reperti archeologici rinvenuti rinvenuti in due cimiteri longobardi, uno in Ungheria e uno in Piemonte, e i dati dell'analisi genetica sui resti di 63 individui che vi erano sepolti mostra che nella popolazione che invase l'Italia nel VI secolo d.C. erano compresenti almeno due gruppi geneticamente diversi e che seguivano pratiche funerarie distinte. archeologiageneticaL'analisi genetica dei resti rinvenuti in due cimiteri longobardi del VI-VII secolo situati a grande distanza tra loro, uno a Szólád, nell'attuale Ungheria, e l'altro nei dintorni della cittadina piemontese di Collegno, ha permesso di chiarire alcuni aspetti dell'organizzazione sociale e degli spostamenti del popolo che governò parte dell'Italia nei due secoli successivi al suo arrivo dalla Pannonia (corrispondente all'attuale Ungheria occidentale e alla bassa Austria) nel 568 d.C. di ricercatori dell'Università di Firenze, di altre università italiane e della Stony Brook University - è pubblicato su "Nature Communications". sia relativamente abbondante, le informazioni sulla migrazione dei Longobardi, e ancor più sulla loro struttura sociale, sono molto scarse, e si basano solo su fonti indirette, come i resoconti di origine bizantina, o molto più tarde rispetto all'epoca dell'invasione. Monile longobardo del VII secolo, in cui è incastonato un cameo di fattura romana. (© age fotostock / AGF)Grazie all'analisi genetica degli individui che vi erano sepolti - 39 a Szólád e 24 a Collegno - i ricercatori hanno ora scoperto che in entrambi i cimiteri le tombe erano raggruppate in base alla consanguineità dei defunti (clan), e che ogni raggruppamento circondava il sepolcro di un membro eminente o di un capostipite del clan, collocato in una posizione di preminenza. maggiormente rappresentata aveva un'impronta genetica che riporta soprattutto alle antiche popolazioni dell'Europa centrale e settentrionale (impronta che attualmente non è molto presente né nelle popolazioni dell'Ungheria, né in quelle dell'Italia settentrionale). L'altrolignaggio era invece geneticamente più legato alle antiche popolazioni dell'Europa meridionale. inoltre una diversa tradizione funeraria. La struttura delle tombe dei membri di ascendenza centro-settentrionale aveva delle parti in legno e le tombe contenevano vari oggetti, fra cui monili e, nel caso dei maschi, invariabilmente anche armi. L'assenza di beni funerari - osservano i ricercatori - non implica necessariamente che questi individui avessero uno stato sociale inferiore, ma indica che appartenevano a un gruppo sociale diverso, caratterizzato anche da una dieta meno ricca di proteine di origine animale. La scoperta, concludono i ricercatori, pone nuove domande sulla struttura sia della popolazione longobarda sia, più in generale, di tutte le popolazioni protagoniste delle cosiddette invasioni barbariche, le cui orde forse erano formate da gruppi di persone geneticamente non omogenei. |
Post n°1818 pubblicato il 15 Gennaio 2019 da blogtecaolivelli
17 luglio 2018 Il pane prima dell'agricoltura (Cortesia Alexis Pantos)In un sito mediorientale abitato in passato da cacciatori-raccoglitori sono stati scoperti antichi resti di pane che risalgono a circa 14.000 anni fa, molto prima quindi della diffusione dell'agricoltura, la cui nascita è stata probabilmente stimolata proprio dalle qualità di questo alimento(red) archeologiaagricolturastoriaResti carbonizzati di un'antica focaccia sono stati scoperti nel sito archeologico di Shubayqa 1, in Giordania. La scoperta retrodata di almeno 4000 anni l'uso di cereali lavorati a fini alimentari e, indirettamente, anche gli albori dell'agricoltura. A identificare questi resti è stato un gruppo di ricercatori dell'Università di Copenaghen, in Danimarca, e dello University College London e dell'Università di Cambridge, in Regno Unito, che firmano un articolo sui "Proceedings of tha National Academy of Sciences". nei caminetti di Shubayqa 1 è un reperto eccezionale, che ci ha dato la possibilità di caratterizzare pratiche alimentari risalenti a 14.000 anni fa. I 24 resti analizzati in questo studio mostrano che gli antenati selvatici di cereali domesticati come orzo, farro e avena erano stati macinati, setacciati e impastati prima della cottura", ha detto Amaia Arranz Otaegui, archeobotanica dell'Università di firmano e coautrice dello studio. Il forno di cottura nel sito di Shubayqa 1, nel cosiddetto deserto nero della Giordania. (Cortesia Alexis Pantos). Shubayqa 1- situato nella regione del cosiddetto dese rto nero della Giordania, nel nord-est del paese, è un sito che da tempo aveva attirato l'attenzione degli archeologi perché era abitato da un gruppo di cacciatori-raccoglitori nel periodo di transizione da questo tipo di economia di sussistenza all'agricoltura, appartenenti alla cosiddetta cultura natufiana.
venuti alla luce nei siti natufiani avevano indotto il sospetto che queste popolazioni avessero iniziato a sfruttare le piante in modo diverso e forse più efficace. Ma mancava la "pistola fumante". prima prova dellaproduzione di pane finora scoperta, e dimostra che la cottura è stata inventata prima che avessimo la coltivazione delle piante", ha detto Tobias Richter, dell'Università di Copenaghen, che ha diretto la ricerca. "E' possibile che la produzione precoce di pane a base di cereali selvatici sia stata una delle forze trainanti della successiva rivoluzione agricola, quando i cereali selvatici furono coltivati per fornire fonti di cibo più convenienti" un'attività complessa, che richiede la decorticazione e la macinazione dei cereali, l'impastamento e la cottura al forno, probabilmente con la cooperazione di molte persone. Il fatto che sia stato prodotto prima che fossero sviluppati i metodi di coltivazione suggerisce che fosse considerato un alimento speciale, e il desiderio di produrre di più questo alimento speciale probabilmente contribuì alla decisione di iniziare a coltivare cereali. usato la microscopia elettronica a scansione che ha permesso di riconoscere le microstrutture di tutte le particelle di cibo carbonizzato di tutti i campioni esaminati. |
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