Sogno e poesia

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Briciolina toglie le tende (provvisoriamente)

Post n°50 pubblicato il 11 Giugno 2007 da briciolina82

Domani ritornerò al mio paesino, arroccato su una montagna, abitato da 7500 anime circa, una rocca fantasma dell'interno della Sicilia. Più esattamente abiterò in campagna, mi isolerò come gli eremiti dal resto del mondo, al di fuori delle communty e del mondo globalizzato, anche se spero di non assumere il ruolo della parassita anche quest'estate. Il mio è un arrivederci ai lettori di questo blog, anche se siete in pochi , non vorrei sparire così nel nulla.Mi aspetta un'estate grama, piena di studio, di faticacce, di pulizie, di spostamenti di mobili nel nostro futuro (forse) agriturismo. Le vacanze sono rimandate come da 6 anni a questa parte a data da destinarsi.Magari mi consolerò con quelle 3-4 volte che andrò a mare e con 4 tuffi in piscina. Alcuni miei contatti mi hanno chiesto come mai non mi sia cercata un lavoretto, come mai non rimanga a Palermo dato che dove sto mi sento soffocare ma non dall'aria (mentre qui l'aria è davvero asfissiante) ma dall'ambiente, dal rapporto con la mia famiglia. Risponderò nel solito modo: avrò molto da studiare, e io come i muli, non riesco a fare più di una cosa per volta; qui a Palermo dovrei rimanere da sola in un attico in cui non si resiste per il caldo, e io senza i miei non so stare. Non ho amici a Gangi,  nemmeno a Palermo, però la mia unica amica  rimarrà a Palermo e non so quando potrò vederla. Devo trovarmi qualcosa da fare, per la mia saluta mentale ( quella che mi è rimasta), altrimenti finirò con l'essere una casalinga disperata soltanto, a lavare tonnellate di piatti prima durante gli inviti a casa mia, in futuro per l'agriturismo. Ma sempre piatti ehm gatte da pelare sono...Per non parlare dello stress che mi comporta dover pensare a chi chiedere la tesi della specialistica e su quale argomento  scriverla, dopo soltanto sei mesi dalla laurea. Almeno qua ci sono i colleghi, penso ancora al concerto, ci siamo proprio divertite. Ne parlavo con la mia collega oggi all'esame, quest'anno non abbiamo fatto molte rimpatriate, alcune del gruppo non le vedo da mesi. Beh alla fine le  persone si avvicendano nella nostra vita e molti amici si allontanano, vuoi per la distanza, vuoi per la mancanza di tempo, e non possiamo fare nulla per trattenerli. E così accade per i colleghi. Si ricomincia un'altro giro. Ma forse non accetto queste perdite... Spero vivamente che al mio rientro, a settembre o ad ottobre, troverò in questa community qualcuno che si ricordi di me, che si sia accorto del mio passaggio. Buone vacanze a tutti,  vi mando un grande abbraccio!

 
 
 
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VERSI

Io sono solo
Il fiume è grande e canta
Chi c'è di là?
Pesto gramigne bruciacchiate.

Tutte le ore sono uguali
Per chi cammina
Senza perché
Presso l'acqua che canta.

Non una barca
Solca i flutti grigi
Che come giganti placati
Passano davanti ai miei occhi
Cantando.

Nessuno.
(
Attilio Bertolucci)

A volte sulla sponda della vita
preso da un infinito scoramento
mi seggo; e dove vado mi domando,
perché cammino. E penso la mia morte
e mi vedo già steso nella bara
troppo stretta fantoccio inanimato...

Quant'albe nasceranno ancora al mondo
dopo di noi!
Di ciò che abbiam sofferto
di tutto ciò che in vita ebbimo a cuore
non rimarrà il più piccolo ricordo.

Le generazioni passan come
onde di fiume...

Una mortale pesantezza il cuore
m'opprime.
Inerte vorrei esser fatto
come qualche antichissima rovina
e guardare succedersi le ore,
e gli uomini mutare i passi, i cieli
all'alba colorirsi, scolorirsi
a sera.
(
Camillo Sbarbaro)

Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
ove trovino pace.
Io son come loro,
in perpetuo volo.
La vita la sfioro
com’essi l’acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch’essi amo la quiete,
la gran quiete marina,
ma il mio destino è vivere
balenando in burrasca.
(
Vincenzo Cardarelli)

 

MIE POESIE NEL BLOG

   Ti ho cercato nelle onde del pensiero,
   al tramonto nell'abbraccio
   tra la nube grigio-perla e il rosso rubino.
   ti ho cercato nelle grotte del bisogno
   come verdura assetata
   di liquido evanescente.
   Come il Bernini
   nell'aureola di Santa Teresa cattura
   un riverbero di luce divina.
   Tu, raggio di sole...
   Io, candore di luna...

Malia

Difficile in un antro di dolore,
tra porzioni d’ansia e un tamburellare,
saggiare l’extratemporale,
coglierne di sbieco l’espressione
mentre aspira chino nervosamente.

Discutibile, mastica parole sincopate,
tra una boccata e un’altra,
tra un passo e un altro.
Si abbina allo sguardo maliardo
quell’occhio stampato sul braccio.
È un quasar, mistero insolubile

O un buco nero che attira
il mio fluido vitale,
confonde l’orientamento

D’intralcio l’orario rompe l’incanto,
di scatto poi col ticchettio
copre il mio battito.

Non che il mio turno non ci divida;
ma è la distanza tra noi la deriva.

 

 
 

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