"Ecco, sto alla porta e busso... "
(Apo. 3,20)
PREGHIERA
Gloria al Padre, al Figlio e
Allo Spirito santo
Com’era in principio
E ora e sempre,
e nei secoli dei secoli.
Amen.
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Ti ringrazio Padre Ti ringrazio Padre, Per tutti gli amici Che mi hai messo accanto. Ti ringrazio Padre, Per ogni loro sorriso Che mi riscalda il cuore. Ti ringrazio Padre, Per ogni loro parola Perché mi da conforto. Ti ringrazio Padre, Per ogni loro gesto Perché mi fanno sentire utile. Ti ringrazio Padre, Per ogni loro pensiero Perché non mi fanno sentire sola. Ti ringrazio Padre, Per ogni loro: “Ti voglio bene” Perché mi fanno capire il tuo amore. Ti ringrazio Padre, Per ogni loro messaggio Perché c’è sempre un poco di te. Ti ringrazio Padre, Perché mi hai fatto scoprire, Attraverso loro Il dono immenso dell’amicizia. Grazie oh Padre. Antonella |
Post n°12 pubblicato il 29 Dicembre 2008 da brischy1
Chiesi a Dio di essere forte per eseguire progetti grandiosi: per realizzare grandi imprese: perché gli uomini avessero bisogno di me:
Kirk Kilgour |
LETTERA AL PADRE Padre sempre presente Non mi lasci mai sola Ti vedo sempre in ogni cosa In ogni tua creatura Tutto il creato mi parla di Te Anche se andassi In strade sconosciute Tu mi sei sempre vicino Basta che io alzi gli occhi Per vedere la vastità Del tuo amore Basta che io ascolti il mio cuore Per ascoltare la tua voce Quanto sono soavi le tue parole Quanto dolce è il tuo pensiero per me Quando mi perdo lungo il cammino Tu mi sei sempre vicino La tua mano non lascia mai la mia E se anche smarrissi il cammino Tu ti fermi e mi aspetti Pronto a perdonarmi Perché Tu sei un Padre misericordioso Il tuo cuore è pieno D’amore per me E per ciascuno dei tuoi figli Padre aiutami a ritrovare Il mio cammino La strada che porta a te Troppe volte l’ho smarrita E adesso quella giusta dov’è? Mi hai messo accanto Un amico fedele Non è colpa sua Se ho smarrito il cammino Amico soavissimo Custode prezioso Invisibile ma sempre presente Illumina il mio cammino Come tu gli hai detto Mi protegge con le sue ali E mi sta sempre accanto Dono Tuo Padre dolcissimo E non saprò mai ringraziarti abbastanza Per questo tuo dono Padre buono Padre misericordioso Aiutami a ritrovare il mio cammino Insieme all’angioletto Che mi hai messo accanto E che io non perda più Una volta ritrovata La strada che porta a te Mio Dio e mio Padre. La tua figlia monella. Antonella |
Post n°10 pubblicato il 26 Dicembre 2008 da brischy1
Caro Dio Caro Dio non ho perso la fede io credo ancora in te quanto l'amore grande che hai per me scusa se non ti prego più come prima ma è molto triste l'anima mia anche se ti ringrazio per l'amico che mi hai messo accanto però fammene conoscere uno che è amico anche tuo che ti conosce meglio di me e che mi possa avvicinare a te che mi insegni ad amare e la vita a cantare perchè la vita è un tuo dono d'amore che tutti dovremmo rispettare e non giudicare chi può vivere e chi no solo tu puoi decidere. Caro Dio, tu sei il padre di tutti e sai amare tutti sia i buoni che i cattivi che poi di cattivi non ce sono sono solo persone che hanno smesso di amare di capire che tu sei un Padre un Padre che sa perdonare un Padre che sa amare un Padre che tutti sa accettare. Caro Dio, vedi che figlia sono io ho perso la speranza ho perso la fiducia ho perso la felicità ma la fede nessuno me la ruberà è scritta a grandi lettere nel mio cuore insieme al tuo grande amore tu che mi stai sempre vicino caro Dio... Antonella |
Una penna disobbediente C’era una volta un grande e bravissimo poeta che nessuno conosceva perché nessuno aveva mai letto le sue poesie. Il poeta, fin da piccolo, si era affezionato ad una sola ed unica penna e non en aveva mai utilizzate altre. Questa penna, però, si era sempre rifiutata di scrivere per paura di finire il suo inchiostro; perciò nessuno conosceva le bellissime poesie di quel poeta. Un giorno il poeta si recò presso una biblioteca e portò con sé anche la sua penna. Fu lì che la penna conobbe tante altre penne come lei e vide che tutte scrivevano, senza farsi troppi problemi. C’era lì anche una penna appoggiata su una scrivania che sembrava molto anziana, perché aveva quasi terminato tutto il suo inchiostro. Dopo averle rivolto il saluto, la penna del poeta le parlò delle le sue resistenze a scrivere. Ma l’anziana penna, che aveva scritto tanto, le disse: “Guarda intorno quanti libri. Tanta gente può venire qui a leggere ed imparare cose nuove proprio perché delle penne come noi sono state utili ai loro padroni. Non serve a nulla e a nessuno tenere per sé ciò che loro ci dicono. Noi abbiamo il grande compito di manifestare agli altri il loro pensiero, e le loro idee, cioè di scrivere ciò che di più profondo c’è in loro utilizzando ciò che di più profondo c’è in noi, il nostro inchiostro. Questo ci rende utili e fa crescere la gente”. La penna del poeta ringraziò di cuore l’anziana penna e da quel giorno iniziò a scrivere tutte le poesie che il poeta recitava. Il poeta fu apprezzato e conosciuto da molti perché da quel giorno tanta gente poté leggere le sue splendide poesie. Anche noi siamo come quella penna, non siamo utili a nessuno e non serve a nessuno se incontriamo Gesù Cristo e non raccontiamo agli altri questa nostra splendida avventura. Come per la penna costa inchiostro scrivere, anche per noi costa coraggio testimoniare. Se lo faremo, però, saremo strumenti contenti ed efficaci nelle mani del Signore, perché lo aiuteremo a non restare anonimo e sconosciuto, ma lo manifesteremo anche a chi ancora fa fatica a riconoscerlo. |
Uno Strano Locandiere C’era una volta una locanda famosa per il fatto che non aveva mai ospitato nessuno. Il locandiere, infatti, era un uomo molto burbero e diceva sempre di non avere posto per nessuno. Un giorno andò a fare un viaggio molto lontano ed era molto tardi, quasi notte fonda, quando giunse in un albergo per poter trascorrervi la notte. Ma in nessun posto trovò la possibilità di alloggiare. Il locandiere trascorse tutta la notte fuori, al freddo, avvolto in una coperta. Durante quella interminabile notte pensò a tutte quelle volte che anche lui aveva rifiutato qualcuno, gli scorsero nella mente i volti dispiaciuti di tutta quella gente che non aveva accolto nella sua locanda. Ora sapeva anche lui cosa significava non essere accolti. Sicchè, dal mattino seguente non solo decise di iniziare ad accogliere gente nella sua locanda, ma, forte di una grossa eredità che gli aveva lasciato un suo vecchio zio, fece costruire una serie di alberghi disseminati in diverse città con l’impegno di ospitare gratuitamente la gente più povera. Inoltre, comprò un camper, in modo da avere sempre la possibilità di ospitare qualcuno, ovunque fosse andato. Anche noi siamo spesso come quell’albergo, creati apposta per ospitare ed accogliere gli altri, ma incapaci di farlo. Tutte quelle volte che lasceremo spadroneggiare l’egoismo nella nostra vita, non avremo mai posto per nessuno |
La Fontana Delle Lavandaie Tanto tempo fa, quando ancora non c’erano i tubi che portavano l’acqua al rubinetto di casa nostra, ma c’erano soltanto fontane pubbliche, c’era un paesino, ai piedi di un’alta montagna, al centro del quale vi era una grande fontana. L’acqua giungeva alla fontana da alcune sorgenti presenti sulla montagna. Tale fontana, essendo la più grande del paese, era utilizzata soprattutto dalle lavandaie per il bucato, perciò si chiamava “fontana delle lavandaie”. Un mattino di un gelido inverno, però, accadde una cosa che non era mai accaduta prima: le lavandaie si recarono alla fontana per fare il bucato, come ogni giorno, ma non trovarono acqua, non veniva giù neanche una goccia. Quel giorno e nei giorni successivi, le lavandaie non poterono più lavare i vestiti. Sicché, accadde che la gente, vergognandosi di uscire di casa con gli indumenti sporchi, iniziò ad uscire sempre meno, fino al giorno in cui nessuno più uscì di casa. Per via della mancanza d’acqua (ne avevano solo un po’ per bere), nel piccolo paesino, si erano prosciugati anche i rapporti di amicizia tra la gente. Nessuno si incontrava con gli altri e tutti vivevano soli. Un giorno passò da quelle parti un pellegrino bisognoso di ospitalità ma, per la vergogna, nessuno fu disposto ad ospitarlo. Il pellegrino però, dopo aver capito il disagio di quella gente, decise di rendersi utile: prese un carretto e lo trainò fin sulla montagna. Dopo mezz’ora la gente, che era sulla finestra a guardare incuriosita, vide quell’uomo ritornare con un grosso tronco d’albero sul carretto. Intanto dalla fontana iniziò a scorrere un’acqua limpidissima e, con un gesto della mano, l’uomo invitò tutti ad accostarsi. Pian piano, uno dopo l’altro, andarono presso la fontana e, dopo aver ringraziato il pellegrino, ripresero a lavare i panni. L’uomo raccontò a tutti che la mancanza d’acqua era dovuta a quel tronco, che cadendo in un piccolo ruscello, aveva deviato il corso dell’acqua che portava alla fontana. Dopo aver accolto il pellegrino, fecero una grande festa per essersi di nuovo incontrati tutti in piazza. Da quel giorno in poi, i cittadini del paese si recarono spesso sulla montagna per ripulire il ruscello da tutto ciò che poteva ostruire il passaggio dell’acqua. Spesso, per la nostra noncuranza e superficialità, per il nostro accostarci poco a Dio, ci lasciamo ostruire da tutto ciò che non è la sua grazia e restiamo nella solitudine, con lo sporco dei nostri peccati. Allora è necessario risalire la montagna dell’incontro con lui, accostandoci alla sorgente del Sacramento della Riconciliazione, per pulire il canale della grazia, che è la nostra vita, e per ritrovare la gioia del far festa insieme con gli altri.
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IL MEDICO CHE CURO' SENZA MEDICINE C'era una volta un medico che ebbe in eredità una fattoria ed un pezzo di terrno in cui vi er un fitto bosco. Il medico era molto contento per la fattoria, ma un pò meno per il fitto bosco perchè non poteva coltivarlo. Tuttavia, dopo essere andato i pensione e dopo ave sistemato tutte le sue cose in città, andò ad abitare nella fattoria. Durante l’estate andò tutto bene, quel luogo si presentava incantevole, un angolo di paradiso. I problemi, però giunsero durante l’intervento. Quel luogo divenne impervio e pericoloso per i lupi, ma soprattutto per il grande freddo. Un giorno, facendo un giro per le fattorie della zona, si rese conto che la gente si era ammalata per il gran freddo. Essendo un medico, cercò di curare tutti con delle medicine ma, a distanza di una settimana, le cose sembravano peggiorare. Sicché, non sapendo più cosa fare, decise di tagliare un po’ di legna dal suo fitto bosco e di distribuirla per le fattorie perché potessero almeno riscaldarsi. Il giorno successivo, nel suo consueto giro, il medico notò dei miglioramenti e capì che quella gente, più delle medicine, aveva bisogno di calore. Fu così che tornò nel bosco che sembrava così inutile, ma che d’inverno era l’unico rimedio per sopravvivere, tutta la gente del luogo guarì. Da quel giorno ognuno si preoccupò che il vicino di casa avesse sempre un po’ di legna per riscaldarsi. Come il bosco per il dottore, anche noi abbiamo spesso dei doni che riteniamo inutili. Ogni dono, invece, è prezioso: metterlo a disposizione riscalda il nostro cuore e dona calore agli altri. Pertanto, ognuno di noi dovrebbe sempre preoccuparsi di non far mancare mai a chi gli è accanto una buona scorta di calore. |
Un paesino di nome Casa C’era una volta un piccolo paesino che si chiamava “Casa” perché tutti gli abitanti erano cordiali, rispettosi, accoglienti e molto familiari con chiunque passasse da quelle parti. Sicché, chiunque giungeva in quel paesino poteva realmente dire: “mi sento a casa”. A Casa vi era un fornaio che possedeva l’unico forno della zona e che perciò forniva il pane a tutti gli abitanti del paese e dei dintorni. Quel pane era uno dei segreti dell’accoglienza dei cittadini di Casa. Infatti, era il pane più delizioso e più buono che si potesse mai assaggiare, tanto soffice da essere facilmente condivisibile con tutti. Era consuetudine per i cittadini, infatti, quella di spezzare un pezzo di pane con le persone estranee che passavano di là, come segno di condivisione e familiarità. Anche la gente era diventata come quel pane: soffice, morbida e sempre disposta a spezzarsi per gli altri. Un giorno, però il fornaio si ammalò e non poté più impastare e distribuire quel pane delizioso. In seguito anche la gente di Casa iniziò ad ammalarsi. Infatti, essendo il pane l’alimento principale di Casa e non potendone mangiare, molti si indebolirono. Anche la gente che passava dal paesino, non trovando più nessuno che condividesse il proprio pane, restava delusa perché non si sentiva più come a casa propria. Era verso sera quando un giovane, molto affezionato all’anziano fornaio, decise di andarlo a trovare e di raccontargli tutto ciò che stava accadendo. Dopo averlo ascoltato, il fornaio di Casa gli disse: “Voi avete la farina, avete l’acqua, il lievito, il sale, avete il forno… avete tutto il necessario per fare il pane”. Poi aggiunse: “Il segreto di un buon pane è metterci tanta buona volontà e tanto amore!”. Così, il giovane andò via con quelle parole nella testa e con la speranza nel cuore. Il mattino seguente, allo spuntare di un limpido sole, la gente di Casa si svegliò con uno squisito profumo di pane caldo. Tutti, usciti dalle proprie case, si riversarono nel forno per vedere cosa stesse accadendo e lì trovarono quel giovane che riferì le parole dell’anziano fornaio. Da quel giorno a Casa non mancò mai più il pane perché tutti gli abitanti impararono a farlo con amore e tanta buona volontà, facendo dei turni nel forno con amore e tanta buona volontà, facendo dei turni nel forno del paese. Come una volta, da quel giorno, chiunque passò da Casa si sentiva in famiglia perché incontrò sempre qualcuno pronto a condividere del buon pane con lui. La farina, il lievito, l’acqua, il sale… sono le tante qualità che Dio ha dato a ciascuno di noi, se le impasteremo insieme agli altri con amore e buona volontà, diventeremo persone di comunione e chiunque ci incontrerà o starà con noi si sentirà in famiglia, come a casa sua. |
Un’asta di ferro C’era una volta, nel deposito di un vecchio magazzino, un’asta di ferro abbandonata in un angolino insieme ad altri pezzi di scarto, in balia del freddo e soprattutto dell’umidità. Il ferro, abbandonato lì da tanti anni, si sentiva sempre più arrugginito ed inutile. Spesso ricordava i grandi sogni che lo avevano accompagnato durante la sua giovinezza: diventare parte di una costruzione importante, o un’opera d’arte famosa di qualche bravo artista, o… ma niente di tutto questo. L’asta di ferro ricordava con grande tristezza anche il giorno in cui fu buttata via perché considerata uno scarto. Ormai era avvolta da uno strato di ruggine che la scoraggiava e le spegneva ogni barlume di speranza. Un giorno, però, passò da quelle parti un abile fabbro a cui serviva un’asta di ferro proprio di quella misura. Dopo averla prelevata la portò subito nella sua bottega. All’asta di ferro non sembrava vero tutto questo. Il fabbro la osservò attentamente e le disse che le avrebbe dato una forma, ma che ciò sarebbe costato fatica e sacrificio. Sicché, subito il fabbro cominciò a lavorarci su infilandola prima nel fuoco ardente, poi dandole molti colpi di martello, in seguito immergendola nell’acqua e così via di nuovo, fino a quando, dopo tanto lavoro, il fabbro disse: “Ecco, ora hai una forma.” L’asta di ferro divenne utile a tanta gente; molti si appoggiarono a quel passamano per salire e scendere le scale. Spesso anche noi ci sentiamo arrugginiti ed inutili, ma basta lasciarci formare e trasformare dall’incontro con Cristo per sentirci di nuovo utili e di sostegno per gli altri. |
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PREGHIERA
O Signore,
tu fai scaturire le sorgenti
ed ecco ruscelli scorrere
nelle valli, tra i monti.
Tutti gli animali selvatici
Si dissetano alle loro sponde.
Gli uccelli del cielo cantano
nascosti tra le fronde degli alberi.
Fai crescere l’erba per gli animali.
Dai all’uomo vino ed olio
per renderlo allegro.
Gli doni il pane per sostenere
il suo vigore.
Tutti i viventi aspettano da Te
il proprio cibo nel tempo opportuno.
Tu lo provvedi ed essi lo raccolgono.
Tu apri la mano generosamente
e tutti si saziano dei tuoi beni.
dal Salmo 104
Inviato da: fatamorgana2020
il 10/12/2014 alle 10:14
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il 12/05/2014 alle 02:13
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il 18/05/2012 alle 18:28
Inviato da: stagionatabruttina
il 01/04/2012 alle 14:36
Inviato da: Luca
il 14/09/2011 alle 21:45