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Tornado al Parco S. Giuliano spazza via l’Heineken Jamming Festival

Post n°47 pubblicato il 16 Giugno 2007 da fbellbra

Venezia, 15.6.07
Il racconto di Ale e Cico:

<Ha iniziato a piovere alle 17, era previsto che piovesse, infatti noi ci eravamo portati dietro i Kw e un telo di plastica (la nostra salvezza). Eravamo in 6 sotto questo telo, seduti per terra sopra la canaletta di plastica dove passavano i cavi della corrente tra le due torri centrali: le uniche due a rimanere in piedi. Avevamo i piedi in mezzo all’acqua, ma per fortuna eravamo seduti sulla plastica e il telo ci riparava dal vento, fortissimo. Abbiamo pensato se era meglio cercare un riparo o restare, ma ripari non ce n’erano, l’uscita era distante e poi sotto l’acqua e il vento sarebbe stato impossibile muoversi. Così siamo rimasti lì dove eravamo. Non abbiamo visto niente, tutti impegnati a tenere fermo il telo di nylon dal vento. Ma abbiamo sentito dei colpi fortissimi, come di qualcosa che cadeva e poi gente che urlava. Ma restavamo comunque sotto il telo perché ha subito cominciato a grandinare, fortissimo. Ci siamo riparati la testa con gli zaini perché la grandine che cadeva sul telo era grossa come chicchi d’uva. Dei ragazzi stranieri si sono fiondati sulle nostre schiene cercando di riparare la testa dalla grandine. Erano completamente immersi nel fango, non avevano di che ripararsi. Poi la pioggia si è calmata, e poco dopo ha smesso. Abbiamo sollevato il telo e allora abbiamo capito cos’era successo. Abbiamo visto le torri vicino a noi ancora in piedi, ma le altre 8 con tanto di casse e megaschermi erano precipitate addosso ai ragazzi che cercavano riparo dal vento fortissimo proprio dietro di esse. Il palco era distrutto, tutti i teli stracciati, molti stand erano volati via. Sono arrivati subito i soccorsi per i ragazzi rimasti sotto le strutture delle torri, poi un via vai di ambulanze. Lentamente ci hanno spinto tutti verso l’uscita, fradici e mogi. L’Heineken Jammin Festival di Venezia finiva così>.

 

Avevo poco prima salutato Ale e Cico, Virginia e Sabrina all’Heineken Jammin’ Festival. Ero entrata nel parco insieme a loro alle 13.30 per dare un’occhiata alla situazione durante il pomeriggio. Ero accreditata come stampa per l’intera manifestazione e avrei dovuto seguire i concerti per poi la settimana prossima lavorare a un servizio insieme a una collega per GV.

Erano circa le 15 mentre mi incamminavo verso l’uscita del parco per tornare in redazione e incrociavo sulla stradina assolata gruppetti di ragazzi che andavano a prendersi il loro posto in prima fila per il concerto dei Pearl Jam che si sarebbe tenuto quella sera. Cercavo di essere un po’ critica e distaccata rispetto all’evento, ma quello che avevo visto fino a quel momento non faceva che convincermi che si trattava di una cosa organizzata molto bene. Personale e sicurezza ovunque, pulizia, ordine. Tanti giovani, gente tranquilla per lo più, come potevano essere i miei amici, gente che veniva un po’ dappertutto, anche dall’estero, con la sola voglia di passarsi una giornata di divertimento ascoltando buona musica ( e –perché no?- bevendo buona birra…). Il clima era un po’ a metà tra Gardaland e spiaggione, distribuiti in tutto il parco S. Giuliano (ricordo: il parco cittadino più grande d’Europa) c’erano ragazzi che prendevano il sole, che facevano pic nic sull’erba, qualcuno cercava riparo all’ombra degli ancora piccoli alberelli in crescita. Profumo di hot dog e e cipolla soffritta. Numerosi stand vendevano, oltre (ovviamente) alla birra Heineken, copiosa, panini e snak, dolciumi, frutta, gelati e gadgets.

La collina di fronte all’enorme palco, che dava le spalle a un insolito panorama di Venezia, era colorata di puntini verde-Heneken: le tende parasole che in tanti avevano comprato un po’ per salvarsi dal caldo e un po’ per ricordo.
Quella sera sarei dovuta tornare li per raggiungere gli amici al concerto dei Pearl Jam. <Ci mettiamo qui –mi dissero prima che tornassi al lavoro- tra le due torri centrali. Stasera quando arrivi ci trovi più o meno in questa zona>. Davanti al palco era già pieno di gente. I fan sfegatati avevano preso posto già dal mattino, quando alle 10 avevano aperto i cancelli.

“Dovrò scrivere un pezzo positivo –mi dicevo tornando verso l’uscita, mentre vedevo avvicinarsi i nuvolosi in lontananza- finalmente un grande evento musicale a Venezia, pensato per i giovani. Finalmente un grande  evento rock, finalmente non un evento d’elite, ma un appuntamento per i giovani residenti in città, che arrivavano al parco a piedi o in bicicletta, un evento capace di richiamare gente da tutta Italia e non solo… Venezia capitale della musica…”

E già mi immaginavo di dover abbandonare ogni riserva critica per arrendermi all’evidenza dei fatti: il Parco era perfettamente intatto, l’organizzazione impeccabile, i ragazzi non erano quei barbari che tanto ci si aspettava e persino il traffico era scorrevole nelle vicinanze di S. Giuliano, quasi più scorrevole del solito.

Intorno alle 17 ero in redazione che lavoravo alla mia prima pagina da impaginare (!!) quando ha iniziato a piovere. “Pfui, sono senza ombrello” ho pensato. E poi “Mi sa che Ale, Cico e gli altri si prendono una bella lavata!”. Niente di che. La pioggia è passata presto. Ma eravamo senza rete internet.

Mi chiama una mezz’oretta dopo Ale: <Franci, c’è un problema: qui c’è stata una tromba d’aria>. Pensavo mi stesse facendo uno scherzo, purtroppo invece diceva sul serio. GvRadio stava facendo la diretta e ho passato subito il collegamento con Ale a Cristina Pagnin che era al microfono.

Poco dopo la conferma: salta tutta la programmazione, anche Vasco che doveva esibirsi domenica per più di 100mila persone.

ps. la prima foto l'ha scattata Ale con il cellulare poco dopo il disastro. Le altre le avevo scattate io un paio d'ore prima.

 

 
 
 
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