Bonjour » |
2 o 3 cucchiaini di zucchero era la norma. In realtà più che di caffè si trattava di una melassa scura e dolcissima dal lontano gusto aromatico al caffè che serviva a svegliarmi e a farmi scorrere un brivido di piacere giù per il palato.
Poi un giorno ho provato. La tazzina calda tra le mie mani, la bustina di zucchero ancora sigillata sul piattino. Con il cucchiaino ho raccolto lo strato superiore leggermente cremoso. Amaro, amarissimo, eppure così soffice. Poi ho appoggiato le labbra al bordo spesso della tazzina. Quanto adoro il bordo spesso: sembra di baciare il caffè. E giù il primo sorso.
Amaro, amarissimo. E poi un altro sorso. Il caffè espresso che fanno al bar è super ristretto e si esaurisce in breve tempo. Ma sulle labbra e il palato una sensazione nuova: il caffè amaro. Da sorseggiare ad occhi chiusi, in silenzio. Anche da soli. Forse meglio da soli.
Quando riapri gli occhi tutto ciò che ti circonda sembra diventare più dolce.
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