Per non dimenticare

TUTTI SIAMO COSTRETTI, PER RENDERE SOPPORTABILE LA REALTA’, A TENER VIVA IN NOI QUALCHE PICCOLA FOLLIA. (MARCEL PROUST)l'ideale sarebbe saggio ma folle..all'ora non è saggio..sì..! ma lo è stato..che follìa...ciao Mario

una follia sana è la valvola di sfogo dalla pesantezza quotidiana.

Il "ragazzo" è simpatico e i suoi film piacevoli. Ho qualche riserva sulla "Lectura Dantis".Durante la lettura assume atteggiamenti pomposi che (forse) sono in armonia con il poema dantesco, ma non mi pare calzino con il personaggio "Benigni". (ciao)

forse perché ci sembrano più adatti a Gasmann e meno al giullare Benigni? a me piace, è una dimostrazione che si può essere colti, di quella cultura semplice che avevano i vecchi delle nostre campagne. è anche la retorica, la pomposità, come la chiami tu, forse è più cercare di calarsi nel passato.

Secondo me è uno dei più grandi talenti degli ultimi anni;è in possesso di un vis comica come pochi,è geniale nei suoi monologhi;avrei qualcosina da ridire su qualche film che ha interpretato,roba di scarso spessore se si eccettua "La vita è bella".E' comunque un grande,non per niente scoperto e lanciato da Renzo Arbore,uno che capisce.

i film sono discontinui, è vero. non tutto allo stesso livello: ma hanno pezzi di assoluta genialità.

probrabilmente quando ha iscritto la riga "l'autore dell'Elogio della Pazzia e dell'Utopia" eri un po' stanca :-D
Confondi la pazzia con la follia e affibi a Erasmo l'opera di Tommaso Moro. Saluti

Pazzia e follia paion essere sinonimi...e per il resto, come dice Erasmo, "che cosa mai non concedono gli uomini alle donne?"

si tratta più che altro di cavillamenti che sono stati fatti negli anni su questi termini, discussione che io non riesco ad aprrezzare in pieno; infatti, addaitavo come colpevelo della scrittura della riga la stanchezza e la conseguente distrazione.

specie se vergini e martiri, vero?:))))) (grazie)

questo devi dirlo te ;-) (prego)

caro "il presidente77": hai ragione su tutta la linea. ragionissima! chiedo pietà. forse ero stanca, forse distratta dal gatto che passeggia in continuazione sulla tastiera. insomma, sbagliai, sbagliai, fortissimamemnte sbagliai! grazie della correzione. ho provveduto a correggere pure il testo. (ho sbagliato anche Pazzia con Follia: ma dove stavo con la testa?????)

A farmi conoscere l’Elogio della follia fu, ai tempi dell’Università, un amico molto caro. Avevamo avuto una discussione piuttosto accesa, in cui a più riprese mi ero sentito dare del visionario, non ricordo più per quale motivo. L’indomani mi vidi recapitare una copia del capolavoro di Erasmo in un’edizione Einaudi, con una singolare dedica: “Vedrai che ti ci ritrovi”. Cominciai perciò a leggere. Subito mi catturò l’ammirabile dedica a Tommaso Moro, che già conoscevo per l’Utopia: non riuscii a staccarmi dalla lettura se non dopo aver terminato l’ultima riga della splendida, autoironica conclusione. Al di là dello stile sempre scintillante, sorretto da una straordinaria intelligenza e da una sconfinata, sapida erudizione, al di là del riuscitissimo gioco degli specchi tra apparenza e realtà, ragione e assurdo, saggezza e follia, ad affascinarmi nell’opera di Erasmo fu in particolare la tesi centrale della pazzia come forza vitale creatrice: l’innovatore è tanto più originale quanto più la sua ispirazione scaturisce dalle profondità dell’irrazionale. L’intuizione rivoluzionaria viene sempre percepita al suo manifestarsi come priva di buon senso, addirittura assurda. È solo in un secondo tempo che si afferma, viene riconosciuta, poi accettata e persino propugnata da chi prima l’avversava. La vera genuina saggezza sta quindi non in un atteggiamento razionale, necessariamemnte conforme alle premesse e perciò sterile, ma nella lungimirante, visionaria “pazzia”. Tutti noi abbiamo certo riscontrato più volte la profonda verità di questa tesi. E nella mia vita di imprenditore sono stati proprio i progetti a cui più istintivamente mi sono appassionato contro l’opinione di tanti, anche amici cari, i progetti per i quali ho voluto dar retta al cuore più che alla fredda ragione, quelli che hanno poi avuto i maggiori e più decisivi successi. Ma l’Elogio della follia – uno dei pochi libri che da quella lontana prima volta tengo a portata di mano – offre tante altre chiavi di lettura, come ogni vero capolavoro. In questi ultimi tempi sono portato ad ammirare l’eccezionale ricchezza dell’arte della comunicazione che vi è dispiegata. Come l’uso istintivo, magistrale, della battuta arguta, del motto di spirito, dell’immagine incisiva, del tono apparentemente lieve e scherzoso per affermare verità anche amare e sostenere coraggiose posizioni morali. Un libro dunque che trascende ogni tempo, da rileggersi anche oggi – non solo per divertimento ma anche per apprendimento – dall’uomo di studio e soprattutto dall’uomo di azione. Silvio Berlusconi ;°)

'mazza! e dire che mi stava piacendo!!!!

Mi sono permesso di inserirti tra i miei blog amici, spero non ti dispiaccia se l'ho fatto senza il tuo consenso. Un saluto e tanta stima, Pablo

grazie, grazie: senza nessun bisogno di permesso. grazie!

Ciao a tutti,intanto faccio i complimenti all'autrice del post in quanto avere un così acuta osservazione nel trovare questa analogia, non è da tutti;) Mi piacerebbe poter scrivere nel mio blog dedicato a Roberto http://tuttobenigni.blogspot.com/ questo post se me lo acconsenti. Riguardo a Benigni, qualcuno ha scritto che alcuni suoi film o lavori sono stati troppo semplici e ad un livello poco apprezzabile. E sta proprio qui a mio avviso la particolarità e l'unicità di questo personaggio, saper mixare la sua grande cultura e la semplicità dell'umorismo nella banalità. E' solo cosi' che si riesce ad arrivare a tutti. ciao Lorenzo

ma davvero lo vuoi per il tuo bolg? sono onoratissima. fai quello che vuoi! grazie!!!!