Cris' personal blog
la seconda parte del diario di bordo...perchè io mantengo le promesse! ^__^
IL PERCHE' DEL BLOG
“Un’immagine vale più di mille parole” non è solamente un modo di dire: dietro un’immagine ci sono realmente parole e sensazioni che una dopo l’altra prendono forma a delineare ciò che nella nostra mente quella determinata immagine suscita. Un’immagine è il “catturare” visivamente, e quindi in maniera concreta, l’attimo; un attimo che fa scaturire dentro noi delle emozioni, dei ricordi, delle associazioni, siano esse positive o negative. E’ un fissare nel tempo un momento, un particolare, un’espressione, è memoria storica. affettiva. personale. o semplicemente emotiva.
Questo blog volutamente dà grande importanza più alle immagine che alle parole, che restano indiscutibilmente di fondamentale importanza in quanto vanno a completare ed esplicitare quello che io “sento” davanti alle immagini che scelgo di inserire. Altrettanto volutamente in questo blog mostro indirettamente una parte di me, di quello che sono e del mio modo di pormi rispetto alle cose. Tra le righe, insomma, traspare un po’ quella che potrei definire come la mia “filosofia di vita”: le mie passioni, i miei interessi, la mia sensibilità, gli ideali in cui credo.
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Post n°133 pubblicato il 13 Novembre 2007 da c.rendina
poco da dire in questo periodo. un po’ per il poco tempo per riordinare pensieri, un po’ per pigrizia, un po’ perché .. tutto procede. più o meno bene, a volte velocemente, altre al r a l l e n t a t o r e. almeno così pare. giorni di calendario da strappare, uno dietro l’altro, senza sosta, vertiginosamente lanciati verso dicembre. in giornate uggiose come queste, col freddo pungente ed il vento freddo che ti sferzano il viso. col sole che gioca a nascondino capriccioso, facendosi desiderare per giorni interi. con la natura che cambia colori di giorno in giorno, tra decine di gradazioni di toni caldi, dall’oro all’arancione, dal rosso al marrone scuro. una gioia per gli occhi. l’autunno porta con sé inconsapevole la malinconia. senza un perché, ma è piacevole cullarcisi dentro, ogni tanto. come un rifugio dove nessuno può guardare, uno schermo invisibile agli altri. un territorio dal confine impossibile da varcare. una malinconia mista a gioia, paradossalmente. a energia vitale. col freddo che acuìsce i sensi, che ti scrolla di dosso il torpore di prima mattina.
autunno sinonimo di periodo di transizione, di mezza stagione. di emozioni e giornate vissuti a metà, a tratti, a volte assente, altre quasi stordita dalla placidità dello scorrere di questi miei giorni. dopo un periodo vissuto a mille, senza afferrare bene il tutto e tantomeno i particolari. solo ora comincio a guardare. ad osservare tante piccole pecche, tante antipatie, tante malelingue. troppa affettata accondiscendenza, pur di farsi notare. essì che stiamo parlando di lavoro. mi sembra quasi di essere tornata a scuola. che sensazione sgradevole .. resto lì, tra me e me, riservata, non badando a chi dice cosa di chi, ben poco mi importa. cerco di concentrarmi solo sul lavoro, parlando comunque un po’ con tutti i colleghi, non essendoci mai per davvero con nessuno, eccetto con i clienti, in realtà. eppure tutto questo comporta comunque dispendio di molta energia. fisica e mentale. forse risento ora dello stress accumulato per mesi. alzarsi la mattina ed ingranare è tutti i giorni un’impresa, pur dormendo più del solito.
la sera ci sono giorni in cui arrivo a casa stremata, senza la forza di muovere un dito. persino nei momenti di intimità ne risento, quasi rassegnata all’intorpidimento fisico ed emozionale, soggiogata dal peso di tante richieste giornaliere, da ore di lavoro in piedi, da conversazioni e pettegolezzi tra colleghe invidiose pressochè snervanti. tutto ciò non è mia consuetudine. rifuggo da tutto questo appena posso quasi come un animale selvatico, a rifugiarmi negli intrecci quotidiani della mia vita privata, con D. e con le amiche. glisso su eventuali richieste di cene di lavoro e uscite serali. è tutto così artificioso, soprattutto quando sai bene che è tutta apparenza, e amicizia di facciata. quando quasi devi stare attento a ciò che dici, perchè non sai come verrà interpretato. tutto ciò a me non interessa. non mischio lavoro e vita privata. e non sacrifico me stessa, le mie energie e i miei affetti per rapporti necessari ma inconsistenti come bolle di sapone.
ancora fastidio. |
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Tutte le immagini da me utilizzate sono reperibili in rete richiedendo autorizzazione, ciò non è così per gran parte delle descrizioni e delle poesie inserite in questo blog: a meno che non rappresentino una citazione, infatti, sono tutte di mia personale creazione. Se foste quindi interessati ad utilizzarle nei vostri siti, vi prego gentilmente di chiedermi il permesso. Grazie! ;)
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Sono in una clinica. Seduto su una sedia scomoda in una sala d'aspetto che guarda sul cortiletto interno. Tutto è tranquillo. Silenzioso e pulito.
Francesca è a pochi metri da me in un'altra stanza. Sta per partorire nostra figlia. Alice. Sono emozionato. Sono preoccupato. Penso a loro e penso a me. Francesca è la donna che amo. È un arcipelago. Un insieme di meravigliose isole che io, navigando nelle loro acque, visito in tutte le loro delicate forme. Di lei conosco ogni piccola sfumatura, ogni minuscolo dettaglio. Conosco i suoi silenzi, la sua gioia. I suoi mille profumi, l'ombra dei suoi baci, la carezza del suo sguardo. Amo la rotondità della sua calligrafia. La luminosità delle sue spalle nude e il suo collo a cui ho sussurrato i miei più intimi segreti. Sono incantato dalla capacità che hanno le sue mani di creare attimi di eternità dentro di me. Adoro i territori dove mi conduce quando mi abbraccia. Territori che conosco pur non essendoci mai stato. E nonostante tutta questa conoscenza riesco ancora a emozionarmi e a regalarmi istanti di stupore. Lo so: sono sdolcinato, stucchevole e patetico, ma non posso farci niente. Credo sia la conseguenza naturale di quando si incontra finalmente il piede che calza alla perfezione la scarpetta che tengo in mano da anni.
- Un posto nel mondo -
Fabio Volo