C'era una volta...
le fiabe sono solo dei ricordi d'infanzia o non sono piuttosto un codice da interpretare? Andiamo alla ricerca dei valori, dei miti, della storia profonda dell'umanità e dell'io che trasmettono.
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L'amore come negazione di séPerché anche la mitologia è fiaba. Ovvero, e forse meglio, entrambe attingono alle radici della nostra storia, umana e personale, al materiale del magico e dell'inconscio, che rendono la nostra cultura, e noi stessi, quello che siamo. Persefone(o Kore, o Proserpina, a seconda della lingua e del patrimonio di leggende nell'ambito del quale la si inquadra), rappresenta la contraddizione tra il rigoglio e l'abbondanza della natura sua madre (Demetra o Cerere) e il regno di freddo, buio e disperazione del suo amante, Ade (o Plutone), dio degli Inferi. Ma nel mito di Persefone si può leggere anche la negazione di sé che sta in questo aspetto duplice: una donna che, divisa tra due amori, cerca di rappresentarli entrambi e ad essi soccombe. Il mito di una negazione di sé. Tramandataci con in mano la melagrana, simbolo di pianto ma anche di fertilità. Perché della donna questa è l'immagine che si passa di generazione in generazione: dolore, parto, annullamento nell'altro. |
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Il dossier di questo numero è dedicato a "Fiabe di ieri e di oggi".
C'è anche un articolo di Regina Crimilde sulla figura della madre: UNA MADRE DA FAVOLA
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