Un blog creato da alex_cinema il 30/03/2006

Il Cinema e il resto

Il cinema, il viaggio, le persone, le passioni, l'amore...

 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
 
 
 
 
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Jack Folla...

Post n°453 pubblicato il 22 Dicembre 2008 da alex_cinema
 

Dopo aver faticosamente terminato il libro di Saramago "In morte di Riccardo Reis", fatto di frasi lunghe mezza pagina, ora sto leggendo un libro che raccoglie le esternazioni radiofoniche di Diego Cugia, in arte Jack Folla, andate in onda su Radio Rai in un bellissimo programma di qualche anno fa intitolato Alcatraz.
Jack Folla é un uomo condannato a morte, che conta i giorni che gli mancano per essere ammazzato, ed ogni giorno scrive un pensiero. Jack Folla é fondamentalmente un anarchico, contro tutto e tutti, soprattutto contro la stupidità, l'ignoranza e il luogo comune. Vorrebbe dire a tutti di ragionare con la propria testa e lo fa nei modi più diretti.
Oggi ho letto ciò che scrive a 208 giorni dall'esecuzione e voglio riportarlo qui...

...Che fai se sei in macchina di notte e non vedi da qui a lì? Tieni gli abbaglianti accesi, giusto? Sottoterra è nera, non sai quanto, ma io tengo gli abbaglianti accesi al centro della fronte: un faro. Quando mi serve, lo sparo nel buio. Illumina quello che non vedo, le cose che non capisco, i pro e i contro. Il faro l'hai anche tu ma il generatore te l'hanno scaricato ad arte. Vi vogliono spenti perché non gli conviene che illuminiate quest'interminabile notte del mondo. Siete scomodi con tutti i vostri "perché" del cazzo. Vi tengono buoni facendovi consumare di tutto, così il faro diventa sempre più fioco, finché la luce si spegne. Non hai più un Io, sei un numero, sei massa, pollo da batteria. Se te n'accorgi e diventi troppo aggressivo ti danno un Serenase, il litio, un migliaio di volt, qualunque porcheria purchè non rompi. Ti sto invitando a sfasciare le vetrine? A bucarti? A fare una strage? Sei fuori strada, ragazzo. Sto invitandoti a chiederti sempre che cosa stai facendo e perché cavolo lo stai facendo e se è giusto o sbagliato. Questa è la ragione che vale la vita. Sei fuori dal branco, sei un rompicoglioni, ma sei tu. Unico, irripetibile. Tu, un grande albatro che vola sulla folla. Te la faranno pagare cara, puoi giurarci....

 
 
 

BUON NATALE

Post n°452 pubblicato il 20 Dicembre 2008 da alex_cinema
 

 
 
 

Il Bambino con il Pigiama a Righe

Post n°451 pubblicato il 18 Dicembre 2008 da alex_cinema
 
Tag: Cinema

Ieri sono andato all'anteprima de "Il Cosmo sul Comò" con Aldo, Giovanni e Giacomo, ma settimana scorsa ho visto un capolavoro e non ne ho ancora parlato.
Mi riferisco a Il Bambino con il Pigiama a Righe, prodotto dalla Walt Disney. Prima di recarmi all'anteprima non mi ero informato sul genere di film né sulla trama. Avevo però fatto 1 + 1, Walt Disney, Bambino in pigiama... ho capito! E' un cartone animato su un bambino sognatore... e mi sono detto... va bene, oggi mi rilasso e mi vedo un film semplice semplice, leggero, giusto per entrare in clima natalizio...

Non mi sono mai sbagliato così tanto in vita mia, assolutamente mai.
Già alla consegna della brochure ci rimango abbastanza di sale. Vedo del filo spinato, una svastica e un bambino con un vestito da campo di concentramento... le cose si complicano...
Il film racconta la vicenda di due bambini, uno figlio di un gerarca nazista, l'altro ebreo.
Il padre del primo é appena stato promosso e da Berlino, dove vive con tutta la famiglia, si deve trasferire in una sperduta villa di campagna, a pochi passi dal campo di sterminio di cui deve gestire l'attività. Bruno, il bambino, rimane senza amici, ma non senza la sua curiosità di esplorare e la sua innocenza. Scopre, così, l'esistenza di quella che lui chiama "fattoria" all'interno della quale vede tanti bambini con cui potrebbe giocare. Contravvenendo agli ordini dei genitori, si avvicina al campo e arrivato al filo spinato vede un bambino seduto dall'altra parte, con il vestito a righe, sporco in faccia. Si siede a parlare con lui e col tempo i due diventano amici. Il film si evolve, l'orrore di ciò che sta accadendo all'interno del campo é sempre più chiaro, non solo a noi, che già lo conosciamo, ma anche alla moglie del gerarca nazista, che ne rimane disgustata.
Non posso dire niente sul finale, posso solo dire che se all'ingresso ero rimasto di sale alla fine tremavo dalla rabbia e dall'orrore, uno dei finali più definitivi e spietati che abbia mai visto in vita mia, un finale che fa letteralmente a pugni con l'idea che mi ero fatto di un film prodotto dalla Walt Disney. Sono rimasto tremendamente sorpreso dal coraggio di aver prodotto un film così radicale, davvero complimenti!!!
Il voto prende atto di tutto questo, si concentra sul contenuto e meno sulla forma, che non presenta nessun difetto, ma neppure giustifica un voto così...
VOTO: 9,5

 
 
 

Come Dio Comanda (Seconda Recensione)

Post n°450 pubblicato il 16 Dicembre 2008 da alex_cinema
 
Tag: Cinema

Cari amici bloggers state assistendo a un esperimento di cinema in pillole.

Stiamo creando un MovimentoCinemaVeloce per offrire a voi frequentatori della piattaforma di libero più idee brevi sullo stesso film facilitandovi così la scelta.

Troverete questo film recensito in cinque righe anche in altri blog che vedete linkati qui sotto. . .

 Stiamo in fase di sperimentazione.

Sono graditi i vostri pareri sull'iniziativa!


Trama:
Il rapporto d'amore di un padre violento e di un figlio bisognoso di sognare.

Recensione:
Un Friuli violentato dall'uomo incornicia la vita di una famiglia spezzata dove l'amore si esprime con la violenza. Un film sporco di fango e cupo nei toni. La macchina da presa indaga e scopre sentimenti.

Voto: 8

http://blog.libero.it/solocinema/

http://blog.libero.it/tononoconsiglia

http://blog.libero.it/CineMiAmo/

 
 
 

Mi Devo SFOGARE!!!!

Post n°449 pubblicato il 15 Dicembre 2008 da alex_cinema
 

Oggi sto vivendo il classico lunedì nero.

Questa mattina mi sveglio, faccio colazione, faccio le pulizie di casa e mi preparo per andare a fare la spesa... tanto sono in turno serale ed inizio alle 14.30.
A Milano piove e tira vento, anzi, piove di bestia ed il vento tende a far girare l'ombrello. Così già mezzo lavato e un pò infastidito dalla situazione arrivo alla mia auto... prima di arrivarci ho dovuto scavalcare una jeep del cazzo che aveva parcheggiato sulle strisce e che bloccava il passaggio da una parte, mentre dall'altro c'era un lago d'acqua invalicabile. Dato un pugno alla carrozzeria di quella cazzo di auto sono arrivato alla mia, premo sul solito tasto per aprirla e non accade nulla. Da notare che giovedi scorso ho cambiato la batteria e ho speso circa 90 euro...

Però sono cose che capitano, così inserisco la chiave nella fessura, giro e apro la portiera. Mi siedo e cerco di avviare il motore, che non ci pensa nemmeno di striscio. E' come se fosse ancora attivo l'immobilizer... e qui comincio ad incazzarmi... e intanto fuori piove sempre più forte...

Provo un pò di volte ma mi arrendo, esco e cerco di chiudere l'auto con la chiave, ma non ci riesco. Un pò di tempo fa qualche figlio di put...na aveva cercato di forzare la serratura la quale ora é difettosa. Si può aprire ma non si riesce a chiudere. Risultato: la macchina é aperta, non parte e non posso chiuderla.
Vado dal mio meccanico e gli chiedo qualche consiglio. Mi dice che quasi sicuramente é colpa dei campi magnetici che creano problemi ai sistemi elettrici delle auto e visto che la pioggia ne amplifica gli effetti, eccomi appiedato. Mi da qualche consiglio che cerco di mettere in pratica, col grande risultato di far ulteriormente scaricare la nuova batteria, montata soltanto 4 giorni fa...

Alle 2.30 vado in ufficio, dove sono ora, e devo sperare che nessuno vada a dormire dentro la mia macchina e che al ritorno dal lavoro parta... se non accade voleranno i santi di tutto il paradiso... siete avvisati.... ma cha giornata di merda....

 
 
 

Ultimatum alla Terra

Post n°448 pubblicato il 14 Dicembre 2008 da alex_cinema
 
Tag: Cinema

Scusate, chiedo umilmente scusa.... settimana scorsa sono andato a due anteprime nel mio ruolo di recensore cinematografico per il sito cinefile.biz, e non ho scritto nulla qua...
Ora cerco di recuperare, almeno per questo film, per il quale, alla fine, non ho dovuto scrivere la recensione, si era già prenotato qualcun'altro... ma all'anteprima ci sono andato lo stesso.
Ultimatum alla Terra é il remake del classico fantascientifico del '51 di Robert Wise, un film che é entrato nella storia. La caratteristica unica e distintiva di quel film rispetto a quelli simili che in quell'epoca uscirono é fondamentale: mentre gli altri identificavano il pericolo con i marziani, cioè con i comunisti, questo film identificava il pericolo nella Guerra Fredda, senza distinguere tra amici e nemici. Tutti sbagliano e a causa di tutti la Terra rischia di subire danni irreparabili. Fu un film pacifista, progressista, un grande film di fantascienza dal contenuto quasi filosofico.
Il nuovo Ultimatum alla Terra non ha nulla di tutto questo. Sposta il discorso sul tema del riscaldamento globale, del rischio che il pianeta Terra sta correndo a causa dell'insipienza dell'uomo e del non rispetto della Natura e della sua naturale riproducibilità. In sè il tema é meraviglioso ed importante, é inutile che vi dica quanto ci tenga anche io a questo argomento.
Ma il film sviluppa questo argomento in modo penoso, retorico, inutile, per niente convincente. L'alieno cambia idea rispetto alla sua decisione di sterminare la razza umana perché coglie in noi la presenza di sentimenti, ma questa scoperta é presentata in modo banale.
La musica, che nell'originale era stata pura innovazione e sperimentazione ai più alti livelli, qui riveste un ruolo del tutto secondario, marginale.
Invece esplodono gli effetti speciali, uno soltanto dei quali mi é davvero piaciuto, quello che ricostruisce il robot che difende l'alieno, Gort. Tolto lui rimangono le solite immagini spettacolari alle quali il cinema americano ci vuole abituare e contro le quali chi ama davvero il cinema si deve porre sempre con spirito critico. Se avessero senso all'interno della vicenda andrebbero bene, ma se sono buttate lì per fare un pò di scena, beh, allora non mi va bene.
Il film é mediocre, soprattutto perchè non regge il confronto col suo predecessore, non ci sono nuove idee, tutto é già visto, non si rimane spiazzati, ci si diverte discretamente e si esce dalla sala con un sorriso amaro che presto si spegne.
VOTO: 5

 
 
 

Neve

Post n°447 pubblicato il 10 Dicembre 2008 da alex_cinema
 

...aspettando il 1985...

Situazione sul Campo dei Fiori, Varese, all'Osservatorio Astronomico...

 
 
 

Energie rinnovabili e risparmio energetico

Post n°446 pubblicato il 05 Dicembre 2008 da alex_cinema
 

In questi giorni di grande impegno cinematografico non mi sono dimenticato di vivere e di essere parte del mondo. Indi per cui sono stato colto da sconforto quando ho saputo che il nostro fantastico governo ha deciso di ridimensionare gli incentivi a favore della ristrutturazione di case ed appartamenti secondo criteri di risparmio energetico.
Qualche tempo fa era stato introdotto un incentivo che prevedeva la possibilità di scaricare il 55% dei costi di ristrutturazione, un incentivo che era automatico e che ha favorito la crescita di uno dei settori lavorativi più emergenti e nei quali si sta sviluppando una forte crescita dell'occupazione.
Ora il governo ha deciso di rendere più complesso l'ottenimento di questo incentivo, subordinandolo all'invio di una specifica domanda al ministero e ponendo un tetto massimo annuale di finanziamento erogabile. In principio aveva addirittura posto la retroattività della norma ma fortunatamente ha dovuto fare retromarcia.
Il mio sconforto si spiega proprio perché un tale intervento é miope rispetto alla condizione di crisi in cui ci troviamo, dove uno dei settori più promettenti é proprio quello delle energie rinnovabili. E' un intervento che sega le gambe ad una imprenditoria che stava nascendo e che si troverà in serie difficoltà.


Detto questo bisogna anche ricordare, per essere obiettivi e non imitare il giornalismo allarmista che ormai la fa da padrone, che comunque rimane in vigore la possibilità di detrarre il 36% dei costi di ritrutturazione, pari ad un 19% in meno; pur essendo evidentemente di meno, é comunque una possibilità allettante e spero che i privati cittadini si rendano conto di questa possibilità e la sfruttino il più possibile, nonostante la miopia e l'ignoranza di chi ci governa...
Naturalmente continuo a sperare che la modifica proposta non sia approvata, ma temo che la mia sia solo una speranza...
Da parte nostra, di società civile, non possiamo fare altro che parlarne, protestare, fare opinione... e allora facciamolo!!!

 
 
 

Io Non Ci Casco

Post n°445 pubblicato il 04 Dicembre 2008 da alex_cinema
 
Tag: Cinema

Ieri, giusto per chiudere la settimana in bellezza, sono andato all'anteprima del film "Io non ci casco" di Pasquale Falcone. E' la storia un ragazzo che a causa di un incidente in motorino cade in coma. I suoi compagni di classe e i genitori in accordo col dottore che l'ha in cura prendono la decisione di fare i turni per essere presenti nella camera d'ospedale dove Marco é ricoverato; sperano in questo modo di stimolarlo, di provocare una reazione in grado di ricondurlo alla vita. Mentre sono seduti al suo fianco ciascuno si confessa, racconta di se stesso, racconta i suoi segreti ed in questo modo li esorcizza. Gli attori che interpretano i ragazzi sono tutti non professionisti, residenti a Cava De' Tirreni, provincia di Salerno. Sono stati selezionati dal regista stesso e per 2 anni hanno studiato recitazione e provato le scene.
In ruoli secondari appaiono anche Ornella Muti e Maria Grazia Cucinotta, quest'ultima anche produttrice del film.
L'idea poteva anche essere interessante ma la realizzazione é disastrosa. I dialoghi sono banali, degni dei peggiori sceneggiati televisivi a puntate. La macchina da presa si muove bene, come si deve muovere e non come potrebbe; si muove nel solito modo, senza errori ma senza nessuna idea. A peggiorare la situazione si respira un'aria di furore ideologico a dir poco preoccupante; si parla di aborto ed eutanasia in modo del tutto superficiale, bollando entrambi come delle malvagità da evitare ad ogni costo. I genitori di Marco, separati al momento dell'incidente, tornano insieme avvicinati dal dolore, così si ricomporre la famiglia naturale, bene supremo... Nel suo ruolo di insegnante Ornella Muti, ispirata dalla vicenda dell'incidente e dalle condizioni di Marco, assegna un tema ai suoi studenti che più o meno dice così: "Eutanasia: fine della sofferenza o omicidio premeditato?". Non manca, tra gli studenti, chi si dichiara a favore e naturalmente avrà un ruolo negativo all'interno della vicenda, salva la "conversione" finale.
Il film corteggia le indicazioni che giungono dal Vaticano per quanto riguarda la morale cristiana e lo fa in modo scoperto e pedagogico. Queste indicazioni, inserite in modo violento all'interno della trama, uccidono qualsiasi possibilità di godere delle battute adolescenziali e fresche che i ragazzi si scambiamo. Se infatti c'è qualcosa di positivo é proprio la freschezza di quei giovani, con i loro tic, la loro musica, i loro scherzi. Ma tutto questo resta impantanato nella morale strisciante che in ogni momento viene propagandata, una morale che risulta irritante e che distrae l'attenzione.
Il film non mostra nulla di nuovo e sembra appartenede ad un filone cinematografico che corteggia le idee di cui tanto si discute e sulle quali prende la posizione più conservatrice. Potrà piacere a coloro che si riconoscono nella idee "Neo Con" ma credo deluderà il pubblico giovane, sempre che quest'ultimo sia in grado di riconoscere l'ideologia di cui il film é impregnato.
VOTO: 4

 
 
 

The Millionaire

Post n°444 pubblicato il 03 Dicembre 2008 da alex_cinema
 
Tag: Cinema

Ieri sera sono andato all'anteprima di The Millionaire, il nuovo film di Danny Boyle. Sono rimasto a dir poco fulminato dal ritmo, l'intensità delle immagini, la vivacità dei colori, la esplosiva sonorità dei rumori e della musica.
La storia é quella di una ragazzo povero che in India partecipa al programma televisivo Chi Vuol Essere Milionario ed indovina tutte le risposte., arrivando ad un passo dalla conquista dell'intero montepremi. Proprio per questo viene arrestato dalla polizia e interrogato in modo anche violento perché si sospetta una truffa ai danni del programma. E lui spiega i motivi per i quali conosceva le risposte e così facendo ricostruisce la sua drammatica vita, fatta di sofferenza, fughe, accattonaggio, povertà... la storia di un ragazzo che nonostante tutto si é mantenuto sui binari giusti e lo ha fatto per amore. Non dico altro della trama, ma il racconto scorre in modo intenso, grazie ad un montaggio serrato che non lascia un attimo di respiro.
Viene descritta un'India certamente colorata, ma con tutti i suoi difetti, quali il traffico caotico, la moltitudine di persone che camminano per le strade, l'accattonaggio, la sporcizia. Tra i film che ho visto in vita mia che raccontano dell'India ho trovato questo come il più vicino a quella che dev'essere la realtà, così come mi é stata presentata da chi ci si é recato.
Tutto il film ha un rispetto completo della cultura indiana, della musica che la caratterizza, dei colori che la animano. Il finale, che ovviamente non vi racconto, é addirittura superlativo. Una dedica alla Bollywood che invita a ballare...
Non sono riuscito a trovare dei difetti nel film; posso dire che il montaggio serrato presenta in qualche caso piccole incoerenze di situazione, dei passaggi forse troppo rapidi, ma sono difetti che di fronte a tutto il resto impallidiscono completamente.
The Millionaire é un film che non potrete non amare...
VOTO: 8/9

 
 
 

Come Dio Comanda

Post n°443 pubblicato il 02 Dicembre 2008 da alex_cinema
 
Tag: Cinema

Oggi sono stato all'Anteprima Stampa di Come Dio Comanda, il nuovo film di Gabriele Salvatores, un film sanguigno, forte, oscuro, che scava negli istinti ancestrali dell'uomo. Un film che descrive il rapporto d'amore tra un padre ed un figlio, un rapporto sbagliato, basato sulla violenza, sulla competizione. Per dirla con De André "...l'innocente lo seguì, senza le armi lo seguì sulla sua cattiva strada". Il figlio ama il padre ed il padre ama il figlio ma il padre lo (dis)educa secondo la sua visione del mondo, fatta di odio per i negri, gli ebrei, gli zingari, tutti i diversi, fatta di ammirazione per Hilter, l'uomo più importante della storia insieme a Napoleone. E c'è un terzo personaggio, interpretato magistralmente da Elio Germano, un ragazzo che si é ammalato lavorando, ha perso il contatto con la realtà e vive in un mondo tutto suo, come in un mondo tutto loro vivono gli schizzofrenici. Incapace di realzionarsi normalmente col mondo trova negli altri due le uniche persone che lo capiscono, o più semplicemente che lo accolgono e lo difendono.
La storia raccontata dal film, che é la stessa dell'omonimo romanzo di Ammaniti, segue il suo percorso e arriva il momento della tragedia che si compie sotto un diluvio d'acqua, nel fango, nel buio, nella notte. Come nelle tragedie shakespeariane scoppia la tempesta e tutto accade. Tutto si complica e alla fine tutto si risolve, dove la soluzione non é banale, non é l'happy end, é la conferma di un rapporto d'amore al quale ci si é donati e che ritorna ma é anche il compimento di un destino diverso per qualcun'altro.
Ho trovato il film molto profondo, molto coinvolgente, a parte qualche passaggio meno interessante, molto consapevole di ciò che doveva raccontare. Un film sporco, imbrattato di fango e per questo forte e deciso, abbagliante nella sua lucida freddezza e nello stesso tempo caldo delle esplosioni di irrazionale passione che ciascuno vive.
VOTO: 8

 
 
 

Fuga Dal Call Center

Post n°442 pubblicato il 01 Dicembre 2008 da alex_cinema
 
Tag: Cinema

Non so se vi ricordate, un pò di tempo fa avevo partecipato come comparsa ad un film sul precariato, un film di Federico Rizzo. Ieri sera, al termine di Filmakers, la rassegna cinematografica che si svolge ogni anno all'Oberdan, é stata proiettata l'anteprima del film.
Subito una precisazione. Non mi si vede manco per niente! Io mi sono riconosciuto in una scena da lontano, ma ci é voluta una ottima dose di buona volontà e forse un pò di presunzione... ma questo é davvero l'aspetto meno importante del film.

Fuga dal Call Center é la storia di un ragazzo appena laureato in Vulcanologia che non riesce a trovare lavoro. Fidanzato con una ragazza anche lei alle prese con le fatiche della ricerca di una occupazione, si trova ad essere assunto, ovviamente con contratto precario, all'interno di un call center. Qui scopre un mondo fatto di mancanza di certezze, paghe da fame, soprusi, ingiustizie. Qui scoprirà cosa vuol dire farsi rubare la dignità.
Uno dei passaggi più forti del film, quello che mi ha davvero impressionato e profondamente emozionato, forse a causa della mia vicenda personale, é quello in cui un collega del protagonista rivendica il suo diritto di non lamentarsi troppo del lavoro che fa; lo fa perchè non ha scelta, perchè non é un figlio di papà, perché si deve pagare un affitto e nessuno lo aiuta. Chiude il suo discorso con un'unica pretesa, il rispetto per ciò che fa. Non chiede altro, solo rispetto. Il fatto é che anche questo ti viene portato via, non sei nessuno all'interno di un call center, solo un numero, o forse neanche quello, un oggetto da usare finché va bene, poi non vali niente e vieni buttato via.
Altri momenti molto interessanti del film, forse i più interessanti, sono le interviste a veri lavoratori precari di call center. Queste interviste si inseriscono armonicamente all'interno del film e costituiscono l'ossatura portante della denuncia che la pellicola vuole portare avanti. Una denuncia che viene portata avanti non senza ironia, in modo intelligente, a partire dal primo intervistato, quello che apre il film, il cui discorso é un pezzo di Cinema meraviglioso, un discorso che mi ha ricordato lo stile del miglior Troisi.
Il film non manca di pecche. Una sua caratteristica é quella di descrivere situazioni in modo paradossare, quasi onirico, e in almeno due momenti questa caratteristica, di per sè molto interessante, tende a sfuggire di mano e a diventare un pò ridondante.
Il film é completamente indipendente nella produzione, ha ricevuto il sostegno della CGIL che lo proietterà alla Camera del Lavoro di Milano il 20 Gennaio; sarà indipendente anche la distribuzione, probabilmente lo vedremo al Mexico, e la sua promozione si baserà soltanto sul passaparola. Ecco perché scrivo di questo film, perché merita e perché é un prodotto da premiare. Ieri in sala c'era il pienone, gente seduta per terra, mi auguro che ciò si ripeta ovunque.

 
 
 

Si, lo so, nevica... però...

Post n°441 pubblicato il 28 Novembre 2008 da alex_cinema
 
Tag: Cinema

Sono io il primo che mi aspettavo da me stesso un post sulla bella nevicata di oggi, ma devo parlare di un'altra cosa, del grande evento che mi riguarda. Fare promozione a se stessi é davvero poco elegante e per questo mi scuso, ma il fatto é che é stata pubblicata la mia prima critica cinematografica in un sito di cinema. Sono davvero orgoglioso di me stesso e non riesco e tenermelo per me.
La mia collaborazione con questo sito (www.cinefile.biz) non termina qua. Andrò avanti a recensire film, sempre che riesca a farlo in modo decente...
Se volete leggere la critica a Solo Un Padre, che ho recensito anche qui sul blog, cliccate qua.
Un saluto a tutti!

 
 
 

Solo un padre

Post n°440 pubblicato il 26 Novembre 2008 da alex_cinema
 
Tag: Cinema

Oggi sono stato alla mia prima anteprima stampa di un film che deve uscire al cinema... scusate il bisticcio di parole tra prima ed anteprima...
Ho visto il nuovo film di Luca Lucini, quello di
Tre Metri Sopra Il Cielo, certamente non il mio regista preferito, ma la professione di critico cinematografico impone di aprire la mente e guardare un pò di tutto. Cosa ho scritto? La professione di critico cinematografico? A chi la voglio dare a bere? Diciamo che sto cercando di collaborare con un sito di cinema e grazie a questo ho l'opportunità di partecipare a delle anteprime stampa. Ma passiamo al film.

La premessa necessaria é che non é il genere di film che apprezzo di più. Detto questo devo anche riconoscere nel regista una certa dose di bravura nell'utilizzo delle tecniche cinematografiche. La storia é quella di un padre che resta con una figlia neonata, senza moglie, morta al momento del parto. L'uomo, interpretato da Luca Argentero, ex Grande Fratello (sigh...), si rinchiude in se stesso e sceglie di elaborare il dolore per la perdita della moglie non elaborandolo, ma dandosi la colpa per la sua morte. Poi incontra una donna, anzi, una ragazza che con il suo fare solare e disordinato gli fa riscoprire il bello di aprirsi agli altri. Questa la trama in breve. Il film é pieno di ammiccamenti al pubblico medio del cinema, ma non scade nella ineleganza e neppure nella volgarità. Certo le banalità e i personaggi stereotipati non mancano, ma il lavoro del regista lo considero buono, per quello che é. Meno simpatica la presenza di spot pubblicitari a favore di diversi marchi, promozioni talmente palesi da non passare per nulla inosservate. Impressionante la dimensione della scritta "Alice - Telecom" quando il protagonista apre la sua casella di posta...
Il film é da una parte furbo e dall'altra onesto nelle sue pretese. Non piglia in giro il pubblico ne scade nel volgare. La cosa più positiva é l'utilizzo diverso della macchian da presa, lontana quando descrive la chiusura del protagonista e vicina ai volti quando si ammorbidisce. Questo é l'aspetto più positivo del film, che resta un prodotto medio e un pò furbetto per un pubblico medio e poco propenso a concentrarsi troppo...
VOTO: 5/6

 
 
 

Changeling

Post n°439 pubblicato il 23 Novembre 2008 da alex_cinema
 
Tag: Cinema

Con un pò di ritardo voglio parlare del film che ho visto giovedì, quello nuovo di Clint Eastwood. Ammetto di esserci andato dopo aver letto recensioni entusiastiche e dunque con aspettative molto alte, ma ciò a cui ho assistito é stato davvero superlativo, ancora più emozionante di quanto mi sarei aspettato.
Uscendo dal film mi é venuto da pensare a quanto questo regista sia capace di raccontare una storia. Sembrerà banale, in fondo tutti i film raccontano una storia, ma spesso queste storie sono forzate, sopra le righe, esasperate. La forza di Clint Eastwood in generale, ed in particolare in questo film, é quella di aver raccontato una storia vera al 100%, accaduta nel periodo della Grande Depressione americana a Los Angeles, in un modo così pulito, curato, attento ai personaggi, attento alle sfumature, classico e nello stesso tempo modernissimo, lineare nel racconto e contemporaneamente complesso nella scelta delle inquadrature, degli ambienti, dei personaggi. Il film affronta più di un argomento, la prevaricazione sulle donne, la corruzione della polizia, la sofferenza di un genitore che si vede sparire il proprio figlio nel nulla, ci sono momenti thriller, momenti molto cruenti, comunque crudi, ci sono più registri che si incrociano, si accavallano ma non si confondono l'uno nell'altro. E' questa la genialità del racconto, la firma di Clint Eastwood, l'essere riuscito a gestire questi registri narrativi in modo così naturale, senza intoppi, senza saltelli, con grandissima fluidità.
La trama é quella di una donna a cui viene rapito il figlio, una donna che non ha marito, una donna alla quale la polizia restituisce un bambino che non é quello giusto. La polizia é quella di Los Angeles degli anni '30, una delle più corrotte della storia degli Stati Uniti, una delle più violente, che per recuperare la fiducia del pubblico vuole a tutti i costi fare bella figura e non ascolta la donna quando dice che quello che le hanno trovato non é suo figlio. La donna non si arrende, combatte con tutta la forza possibile, va incontro a tutte le conseguenze negative di questa scelta. Angelina Jolie é semplicemente meravigliosa, é una donna disperata e forte, femminile e determinata; interpretazione tra le migliori che si ricordino, un piacere per gli occhi.
VOTO: 8/9

 
 
 

Galantuomini

Post n°438 pubblicato il 18 Novembre 2008 da alex_cinema
 
Tag: Cinema

Ieri sono stato all'anteprima milanese del nuovo film di Edoardo Winspeare, con Fabrizio Gifuni, Donatella Finocchiaro e Beppe Fiorello. Un film solido, forte ed allo stesso tempo di grande equilibrio. Una serie di brevi flash back introduce la vicenda, le tessere del mosaico vanno rapidamente al loro posto. Siamo nel Salento, negli anni '90, siamo nel periodo in cui anche il Salento é stato "stuprato" dalla malavita organizzata, dalla Sacra Conona Unita. E' la storia di una donna che diventa uno dei boss più importanti della zona e nello stesso tempo é la storia di una donna madre e di una donna amante, di una donna spietata e di una donna dolce. La Finocchiaro ha vinto al Festival di Roma il premio per la migliore interpretazione femminile, un premio che ne riconosce le mille espressioni del volto, gli occhi che da donna bella ma non banale si cerchiano di scure occhiaia quando il lato malavitoso prende il sopravvento. Una donna complessa che, ho avuto l'impressione, rimane vittima del suo destino e che, quando lo deve affrontare, lo fa a testa alta, con l'orgoglio di una donna d'onore. Una scelta, quella di Winspeare, quanto mai indovinata e che lui stesso ha rivendicato come l'unica possibile. Ha descritto, al termine del film, la Finocchiaro come l'unica attrice italiana indicata per quel ruolo, così bella ma in modo del tutto originale, così "orientale" nel fisico e nelle espressioni, assolutamente perfetta.
Naturalmente non si può dimenticare la recitazione di Fabrizio Gifuni, un attore che avevo visto qualche tempo fa nel surreale film "Becket" e che qui, tramite una recitazione più tradizionale, descrive un uomo, anzi, un galantuomo, che, nonostante i saldi principi che lo hanno condotto finora e che lo hanno portato alla sua carriera di magistrato, rimane invischiato nei sentimenti che prova per la donna sbagliata. E poi c'è Beppe Fiorello, nella parte del cattivo, del "tamarro" malavitoso del Sud, anche lui perfettamente nel ruolo.
Un film solido e significativo, da vedere.
VOTO: 8

 
 
 

Il 13 porta bene...

Post n°437 pubblicato il 14 Novembre 2008 da alex_cinema
 

Ieri é stata una giornata strana. Ho avuto delle risposte che non mi aspettavo, ho saputo che una cosa che sto facendo sta procedendo bene, mi hanno offerto cose molto interessanti e mi sono lanciato in altre attività interessanti. E' stata una giornata piena di entusiasmo e positività, magari rimarrà isolata, ma il fatto di aver seminato tanto sta dando i suoi risultati.
Voglio dire, prima o poi dovrò pur cominciare a raccogliere qualcosa, no?
In più mi rendo conto che più si raccoglie più viene voglia di seminare, ed infatti anche oggi ho fatto i miei passi, ho mandato un paio di mail importanti e la positività continua a regnare sovrana.
Lo so, sto scrivendo in modo alquanto criptico, non ho spiegato praticamente nulla, anzi, non ho proprio spiegato niente, ma per ora preferisco non farlo. Il fatto é che stanno succedendo belle cose, una dietro l'altra, e non ci ero più molto abituato.
Prendendo a prestito il titolo di un bellissimo film, concluderei col dire che il vento fa il suo giro, e sembra che il giro che ha deciso di fare non male... vedremo...

 
 
 

Week end nel Piacentino

Post n°436 pubblicato il 10 Novembre 2008 da alex_cinema
 

Ieri sono andato a mangiare nel Piacentino, insieme ai colleghi. Per chi non lo sapesse quella é una delle zone dove si mangia meglio e più a buon mercato d'Italia, o quasi. Forse é un pò esagerato come giudizio, fatto é che abbiamo mangiato benissimo, tantissimo ed abbiamo speso poco. Naturalmente il piatto forte é stato Pisarei e Fasò, il piatto tipico della zona. Trattasi di una pasta fatta con farina, acqua e pan grattato, condita con fagioli. Uno dei piatti più poveri della cucina italiana, ed uno dei più buoni. A me non piacciono i fagioli, soprattutto quelli grandi, ma in questo piatto li adoro, ci sono quelli piccoli ed il condimento é eccezionale. Ne ho mangiato una marea, e non mi sono fermato lì. Ho mangiato anche gli affettati misti, i gnocchi fritti, ho assaggiato i primi degli altri, ho mangiato un pò di cervo al sugo, ho bevuto il vino, il sorbetto al limone con vodka... alla fine non riuscivo ad alzarmi dalla sedia, abbiamo dovuto camminare un pò, per smaltire... un pranzo davvero luculliano...

 
 
 

Tutti al mare

Post n°435 pubblicato il 06 Novembre 2008 da alex_cinema
 

Chiedo scusa se parlo tanto di politica, ma questa é davvero pazzesca ed è indicativa di come è messa la nostra povera patria, per citare Battiato.

Avrete sentito anche a voi le acute osservazioni del nano pelato.
Parlando di Obama ha detto che è bello, alto e anche abbronzato" Come tutti sanno, tranne il nano pelato, dire ad un nero che é abbronzato é un classico modo per prenderlo per il culo, per ridicolizzare la sua origine etnica, per fare ironia sul colore della sua pelle. E' una battuta da bar che fatta al bar lascia il tempo che trova, al limite suscita l'ilarità di qualcuno e la silenziosa disapprovazione di qualcun'altro (ad esempio di me...).
Ma detta dal Premier di uno Stato sovrano durante una conferenza stampa é qualcosa di gravissimo, di vergognoso, di dannoso per l'immagine stessa dell'Italia e degli italiani. Ed infatti la notizia ha fatto il giro del mondo in un attimo. E il nano pelato cosa ha detto? Che è stata una carineria, una semplice battuta, simpatica e brillante. Ed invece la sinistra é stata accusata di essere tetra, triste e monotona.

Io non so cosa dire. Mi sto vergognando di essere italiano e ho una grande voglia di emigrare, di abbandonare questo paese senza speranza.

Vi starete domandando come mai ho definito il nostro Premier "nano pelato". Ma scusate? E' una carineria, no? una battuta brillante!! Sono o no simpatico?

 
 
 

Le Lacrime del Reverendo Jesse Jackson

Post n°434 pubblicato il 05 Novembre 2008 da alex_cinema
 


L'immagine del Reverendo Jackson che si emoziona dopo la vittoria di Obama é a mio modesto parere la più bella, quella che mi rimarrà per sempre nel cuore. Dietro quelle lacrime si legge la storia degli Stati Uniti, a partire dal discorso di Martin Luther King, "I have a dream". Un sogno che ora sembra si sia realizzato e che le lacrime di Jackson rappresentano nel modo più appropriato. Non resta che aspettare la realizzazione di quanto ci si aspetta da Obama, e questa é davvero tutta un'altra storia...

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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