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Andate a leggere!

Post n°44 pubblicato il 01 Novembre 2014 da mcalise
 

Un tempo poteva capitare d’ascoltare l’esortazione “Andate a zappare!”, una sollecitazione non sempre scherzosa.

Oggi credo si debba dire “Andate a leggere!”. Non è una novità che gli italiani abbiano poca dimestichezza con la lettura; qui vorrei dimostrare il nesso fra lettura e sviluppo economico. In altre parole: pochi lettori, poco sviluppo.

Vediamo le statistiche. Dal “Rapporto sulla promozione della lettura in Italia” del 2012 ricavo i seguenti dati: solo il 46% degli italiani dichiara di leggere almeno un libro all’anno, dato da raffrontare con il 70% dei francesi e l’82% dei tedeschi. Il nostro Pil pro capite è di 25.200 euro; ci superano i francesi con 27.500 e i tedeschi con 31.300.

Più è alta la percentuale di lettori maggiore è il Pil pro capite. Un raffronto fra le regioni italiane (dati ISTAT 2012) conferma l’ipotesi.

La regione italiana con il Pil pro capite più alto (30.843 euro) è la Valle d'Aosta dove il 55,2% degli abitanti legge almeno un libro all’anno.

La Calabria, ultima nella classifica del Pil (14.383), ha una percentuale di lettori del 29,3%.

La Campania si posiziona al penultimo posto sia per il Pil (14.422) sia per la percentuale di lettori 28,9%.

Sono dati molto negativi vista, anche, la soglia molto bassa di un libro all’anno.

Prima di concludere voglio segnalare un “buon esempio”. Il Comune di Brembate di Sopra, con un numero di abitanti poco superiore a quello di Sapri, ha una biblioteca di 38.000 volumi e, cosa più significativa, fa 35.000 prestiti all’anno.

Tuttavia non credo che la scarsa propensione alla lettura sia imputabile, solamente, alla mancanza di strutture, come, ad esempio, le biblioteche.

Quanto esposto dovrebbe dimostrare che la crescita culturale, lettura compresa, dovrebbe essere un obiettivo di tutti: educatori, politici, studenti, imprenditori, professionisti, … . Anche da essa dipende la riduzione del divario crescente, come ci dice il Rapporto Svimez 2014, fra Nord e Sud. È un altro aspetto dell’irrisolta questione meridionale; infatti la carenza lamentata accomuna tutte le regioni del sud.

Una politica che guarda al futuro non dovrebbe assolutamente trascurare il problema; ma ci sono politici e amministratori che lo hanno fra le priorità della loro agenda? Occorre uno sguardo “lungo” che, purtroppo, sembra manchi.

 
 
 
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