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« Ugo e le femmine Il giorno della Psic. »

Ugo e le femmine

Post n°202 pubblicato il 30 Settembre 2007 da clodclod
Foto di clodclod

Episodio II^, parteII^ ( Clessidra)

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Viste le difficoltà di Penny, Clessidra decise  all’istante di saltare qualche fase del suo metodo ‘prolungato’. Saltò le fasi ‘ Sguardi’, ‘Chi sei- Chi sono’,  e ‘Cosa fai stasera’. Saltò anche, per vari motivi, il ‘Toccami- Non toccarmi’.

Il suo istinto le diceva che lui era diffidente, verso le femmine e verso le altre razze.

Che quell’aria snob, e quella da intellettuale pensieroso, erano una maschera ( la prima) ed un’inclinazione ( la seconda).

Intuì che con lui bisognava fare come con i bambini. Allontanare la paura, e parlare con le loro parole, seguendo i loro pensieri.

Clessidra entrò in scena solo dopo che ebbe curato il proprio aspetto e il proprio atteggiamento, per renderli più accettabili e ‘familiari’. Al ‘bambino’. Le bastò intervenire esteticamente sulle ‘zampe pelose’, come le definiva lui, e non far uscire dalla bocca eventuali punture ironiche ‘al veleno’.

Per parlare il suo linguaggio di pensoso  intellettuale, poi, Clessidra aveva letto in Internet ‘Tutto sulla Poesia’. Per ripassare l’argomento e sperando che lui avesse un animo poetico. Lei stessa ne aveva scritta una, di poesie, sui Pensieri e sulla Tristezza, pescando tra le parole suggeritele dal cuore. Era adatta a lui, no? All’occorrenza, ne aveva anche altre, nel quaderno ‘speciale’ dei suoi piccoli capolavori...dove per gioco si firmava  Aracne…

Si fece avanti, dunque, un po’ timida, passando di lì per caso, vicino alla finestra. Ugo non poté rimanere cieco e non guardarla, un po’ perplesso per il cambiamento. E quando lei gli lesse la poesia e leggendola  si commosse e ne parlò e volle sapere il suo parere, Ugo quasi quasi cambiò idea sulle due nuove, o su di una, almeno. Disse parole importanti, apprezzò compìto, le chiese persino se ne avesse scritte altre. Gli era proprio sfuggita, questa domanda, ma sul momento non ci fece caso. Gli sfuggì anche un pallido  ‘sì’, quando Clessidra gli diede appuntamento per domani.

 

Quella sera, nel buio senza sonno e senza pace, Penny e Clessidra litigarono furiosamente, per invidia e gelosia l’una, per la difesa della propria conquista, l’altra. Fu il trionfo dell’aggressività . Poi piansero.

Nel suo letto solitario, intanto, Ugo si stava dando del cretino…Era talmente in agitazione, che lo Psicovenal sembrava non fare effetto…E pensava, pensava…, figurandosi  che Clessidra stesse cantando  vittoria…, temendo che la propria immagine – nel Reparto Tele- avesse perso qualcosa in dignità e potere…Pensava…pensava.. a come venirne fuori, a come scappare dall’imbroglio…

Della dolce ammirazione  per Clessidra e per la sua piccola poesia...non era rimasto niente. Se non un’intera notte tormentata.

Il giorno dopo , sia nel reparto e sia davanti alla finestra, per autodifesa lui  non salutò nessuno, con un muso lungo così.

Come se tutti fossero colpevoli di non so che, nei suoi confronti.

Come se tutti, senza bisogno di parole, avessero dovuto capire ( che lui era un vero macho?… che non aveva debolezze poetiche?… che non si faceva rimorchiare?…)

Per di più toccava a lui fare il capoturno di giornata: e punì tutte le nuove, per il presunto disordine dei loro telai.

Clessidra ci rimase male, malissimo, quasi avrebbe pianto:  era come se il tempo dentro di lei non scorresse più, lasciando morire tutte le sue speranze.

Penny invece divenne ancora più furiosa, pensando alla fetenzia di Ugo, alla propria sconfitta e a quella dell’amica.. Sputò veleno su tutti,  nella sala, poi si avvicinò ad Ugo, lo guardò dritto negli occhi e ,dandogli istintivamente del lei, gli gridò: Lei è uno stronzo e punisce le femmine  perché le fanno paura . E punisce le nuove perché non si ribelleranno.

Solo dopo aver scagliato con forza questa sua  bruciante intuizione , Penelope se ne andò.

Uscì naturalmente sbattendo la porta., così tutti capirono meglio anche l’eco delle sue parole

 

 

 

 

 
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