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Creato da: lully_rossa il 14/11/2005
Comunista, atea, femminista e zapatista. Ho tutto!

 

 
« Messaggio #271"Il nostro pensiero sarà... »

Post N° 272

Post n°272 pubblicato il 20 Luglio 2006 da lully_rossa
 


Caro Carlo,
oggi ricorre l'anniversario del tuo assassinio. Il 20 luglio 2001, per mano di un tuo coetaneo spaventato e sprovveduto, sei morto. Ma la mano che ti ha ammazzato non è la sua. E' la mano del regime che in quell'anno inaugurava cinque anni di dittatura. Carlo, eri un ragazzo come noi, con tanti sogni, con un'idea nella testa e nel cuore. Sognavi un mondo diverso, come noi lo sognamo. Per questo hai partecipato ad una manifestazione pacifica, per dire qualcosa, per gridare la tua rabbia.
In ogni momento e in ogni luogo nel quale si commettono ingiustizie, noi ricorderemo i compagni che come te hanno pagato con la vita la loro voglia di un mondo migliore.
Genova, 20 luglio 2001, un'Italia fascista si rende colpevole dell'assassinio di un ragazzo di 23 anni. A Genova, il 20 luglio 2001 ci hanno ricordato che la strada da fare è ancora lunga e che la dittatura, sotto forme più subdole è ancora viva. I compagni come Carlo saranno per noi la memoria del sacrificio che dobbiamo essere pronti a fare se vogliamo davvero sperare in un futuro degno.
Come ogni anno, da quel 20 luglio 2001, farò qualcosa per tenere viva la memoria della tua vita e della tua morte. Quest'anno ho avuto l'occasione di farlo in questo luogo.
Ti prometto che non dimenticheremo. Mai.
Lully



 
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Commenti al Post:
lenin1986
lenin1986 il 20/07/06 alle 12:34 via WEB
"E' la mano del regime che in quell'anno inaugurava cinque anni di dittatura"...era il 17 marzo 2001 a Napoli, la polizia fece molti più orrori di genova, che sono stati accantonati nel dimenticatoio perchè FORTUNATAMENTE noi morti non ne abbiamo avuti...ricordi chi c'era al governo???
(Rispondi)
 
 
lully_rossa
lully_rossa il 20/07/06 alle 12:37 via WEB
ricordo, purtroppo. ma questo nn toglie che quella che abbiamo appena passato sia stata una dittatura...è sufficiente vedere che cosa è accaduto delle Tv per rendersi conto dell'enorme differenza. e questo cmq nn toglie le responsabilità a nessuno, in primis D'Alema. Anzi...
(Rispondi)
 
 
 
lenin1986
lenin1986 il 20/07/06 alle 12:56 via WEB
che fosse una dittatura non ne avevo dubbi...anzi...sono con te quando lo dici e lo sostiene...e sono con te quando dici che anche d'alema ha delle responsabilità e delle colpe per cui non ha ancora pagato...
(Rispondi)
 
fabio.1971
fabio.1971 il 20/07/06 alle 13:30 via WEB
Paragonare D'Alema ai fascisti che occupavano la Questura di Genova e diedero l'ordine di massacrare i partecipanti e fabbricare prove false non contribuisce al ricordo di Carlo Giuliani. Questo dialogo è il sintomo delle divisioni a sinistra. Purtroppo...
(Rispondi)
 
 
lenin1986
lenin1986 il 20/07/06 alle 13:40 via WEB
mi dispiace fare di tutta l'erba un fascio...io sono fiero di distinguermi da quella sinistra...
(Rispondi)
 
 
lenin1986
lenin1986 il 20/07/06 alle 13:40 via WEB
a napoli la polizia addirittura violento delle ragazze nelle caserme in cui erano state portate senza alcun motivo...
(Rispondi)
 
 
 
lully_rossa
lully_rossa il 20/07/06 alle 13:52 via WEB
lenin hai mai scritto un post sui fatti di Napoli?
(Rispondi)
 
 
 
 
lenin1986
lenin1986 il 20/07/06 alle 15:06 via WEB
No…
(Rispondi) (Vedi gli altri 2 commenti )
 
 
 
 
lenin1986
lenin1986 il 20/07/06 alle 15:30 via WEB
ho scritto il post...il tempo di migliorarlo un po e lo pubblicherò...non oggi, per rispetto dell'anniversario...
(Rispondi)
 
 
 
 
lully_rossa
lully_rossa il 20/07/06 alle 17:09 via WEB
attendo ansiosa di leggerlo
(Rispondi)
 
 
lully_rossa
lully_rossa il 20/07/06 alle 13:52 via WEB
nessuno qui sta facendo paragoni, perchè abbiamo specificato che questi ultimi cinque anni sono stati una dittatura (basta vedere cosa è accaduto nelle Tv). Tuttavia D'Alema ha delle responsabilità per alcuni avvenimenti che hanno caratterizzato il suo premierato: i disordini di Napoli ma anche la guerra....ops...missione di pace nei Balcani. Se vogliamo essere migliori, e lo siamo, non dobbiamo seppellire sotto silenzio i troppi errori commessi perchè altrimenti praticheremo anche noi la censura. Troppi sbagli, più o meno voluti, hanno caratterizzato i nostri 5 anni di governo. Non possiamo e non dobbiamo dimenticarcene. Si, poi ci sono grosse divisioni a sinistra. Ci siamo noi comunisti e ci sono anche i democristiani della margherita...due pianeti incomunicabili tra loro!
(Rispondi)
 
 
 
fabio.1971
fabio.1971 il 20/07/06 alle 14:32 via WEB
Sbagli si, troppi e pesanti. Sicuramente dovuti all'inesperienza nello stare al governo, nessuno vuole far passare sotto coperta certi fatti, ma da Genova come ricordi iniziò la notte, lunga e dura. Il messaggio di Gorbang è senz'altro il più logico, mantenere alta la guardia, anche se sono i nostri a governare.
(Rispondi)
 
 
 
 
lully_rossa
lully_rossa il 20/07/06 alle 17:09 via WEB
mi associo...
(Rispondi)
 
gorbang
gorbang il 20/07/06 alle 14:02 via WEB
Un saluto e un omaggio alla memoria di Carlo Giuliani, il nostro cammino dovrà ricordare sempre la sua morte, e evitare gli errori commessi negli anni passati. Teniamo alta la guardia!
(Rispondi)
 
rimescolareilvolga
rimescolareilvolga il 23/07/06 alle 01:49 via WEB
G8 FATE SCHIFO G8 INCAZZATO Ho partecipato a molte manifestazioni, occupazioni a scuola, proteste, marce; qualcuna l’ho organizzata, ai tempi della militanza con il Movimento del Salvador, a Padova con i Compagni di Via Marsilio. Al G8 di Genova ho partecipato defilato, impressionato dalla quantità di persone che da tutto il mondo sono arrivate a Genova. Volutamente non ho partecipato con i Cobas a “sfondare” la zona rossa. Non me la sentivo, avevo paura, ho avuto paura, paura e rabbia e poi solo rabbia. Nei giorni precedenti al g8 ero rimasto impressionato dallo spiegamento di polizia, dagli sbarramenti in cemento armato e acciaio, dal saldare i tombini, dallo spiegamento di autoblindo, dalle macchine della polizia che passavano a sirene spiegate. Nella ditta dove lavoravo avevo ricevuto una richiesta telefonica per un preventivo per celle frigorifere “ mortuarie”; l’interlocutore aveva lasciato solo un n° di fax; non so chi sia. Nei giorni successivi ho capito. (non posso documentarlo) Vicino a casa passava uno sbarramento con reti metalliche; sembrava essere prigionieri in casa; e noi stavamo fuori ed eravamo fortunati; quelli che stavano dentro erano già in pieno attacco di claustrofobia e controllati all’ingresso e all’uscita. Un campo di concentramento. Tre zone: rossa, gialla, verde…se non ricordo male; per quella verde si passava; per quella gialla si è passato fino alla chiusura, quella rossa, impenetrabile. Al Venerdì ero scappato dal lavoro per andare alla manifestazione, ed ero stato impres-sionato dallo spiegamento di polizia, container, armi; armi per uccidere. Avevo visto altre manifestazioni, e cariche ma mezzi da guerra schierati solo al 4 novembre quando da bambini ci portavano a vedere i carri-armati. Qui eravamo grandi. Mi sono unito alla manifestazione, alla mia compagna, ai compagni, con un nodo in gola e un senso di paura e gioia; eravamo tanti, e dava forza, ci siamo contati e c’era calma. Una calma pacifica e gioiosa. Poi a Casa a commentare, a guardare le televisioni a parlare con gli amici ed i compagni, a telefonare ai genitori e rassicurarli. A scegliere e confermare la piazza per il giorno dopo. Una telefonata a mezzanotte, servono posti letto dei compagni telefonano, hanno gente distesa ovunque in casa, ma non avevano più posto; noi con una gatta abitiamo in 29 mq. Si sono, presentati in cinque, chi da Roma chi dalla Calabria, stanchi morti, distrutti; ci siamo “accampati”; abbiamo messo in tavola le provviste e diviso quello che c’era; fuori era brutto tempo il domani sarebbe stato duro. Qualcuno andava con i Cobas, noi con i pacifisti, a Manin altri giravano con le macchine fotografiche. Sveglia all’alba, colazione per tutti, a turno; avevo della frutta, del vino, e della focaccia: diviso tutto in parti uguali, preparate le macchine fotografiche; pantaloncini corti o gins maglietta e via fuori, a prendere gli ultimi autobus. Noi completamente disarmati, la polizia ed i fascisti no. In piazza Manin, le fotografie danno un’immagine della festa fino ad una certa ora. Poi non ho avuto più il tempo di fotografare; avevo gia visto verso mezzogiorno alcuni fascisti con catene al posto della cintura, li riconosco ormai a naso, li vedi dal passo e dal ghigno, avevo avvisato dei compagni di stare all’occhio, ma non c’era servizio d’ordine, e quindi si cercava di stare attenti. Ad un certo punto ci siamo trovati davanti una decina di ragazzi vestiti di nero, dicevano di essere con noi, si stavano per lanciare per via Assarotti; qualche testa di cazzo l’abbiamo bloccato e ricacciato su; noi non eravamo tanti, una ventina; poi loro si sono ricompattati e ci hanno caricato; la nostra prima carica l’abbiamo subito dai Blak Blok. Respinti sono andati verso Circonvallazione a Monte; pochi minuti dopo è intervenuta la polizia che invece di caricare loro ha caricato noi; polizia che aveva visto tutto perché schierata sotto gli archi di Piazza Manin. Erano d’accordo? Potevano tranquillamente intrappolarli, si erano infilati in una stradina laterale con un’entrata ed uscita; li hanno fatti scappare. La polizia ha sparato i lacrimogeni in piazza e caricato a manganellate chi c’era. Ho preso la mia compagna, ed altri e ci siamo lanciati verso le vie adiacenti “verso l’alto”; io ricordo un elicottero che non riuscivamo a distanziare; ad un certo punto eravamo in tanti con bambini, ragazzi, ragazze, l’ordine era correre, correre e non respirare, chiudere gli occhi e non respirare. Correre perché se ti fermavi ti avrebbero riempito di botte. Correre per mettere in salvo i bambini. Poi ci siamo persi, abbiamo trovato dei compagni di Voltri, ci siamo infilati in un sottopasso e fatto di corsa sperando non ci fosse polizia al di là, se c’era eravamo finiti. Passati. Era libero tutto. Non c’era neanche fumo di lacrimogeni; ci siamo inginocchiati a piangere e a tossire. Trovato un fruttivendolo ho comprato due kg di limoni e ho invitato tutti a metterseli negli occhi e a berne il succo. I Blak Blok erano più attrezzati di noi avevano bottigliette con un liquido contro i fumi orticanti, e fazzoletti imbevuti, e non era limone. Quella testa di cazzo che avevamo bloccato ne aveva alcune bottiglie, che usava e teneva gli occhi aperti con i lacrimogeni. Erano d’accordo? Ero incazzato, stanco, sporco, preoccupato, i cellulari non funzionavano, non sapevamo niente. Ed ero sicuro che qualcuno le aveva prese dalla polizia per darci la possibilità di farci scappare; era stato sicuramente pestato al posto nostro; perché noi ci potessimo nettere in salvo… scusate io adesso piango. . ….Sono le 3 e 43 e sto guardando rai tre sul G8 a Genova. I commenti dei manifestanti, caricati dalla polizia, sono “ fate schifo Porco Dio “ “ fate schifo Porco Dio “, e per fortuna c’è la stampa e le televisioni. ….Gia nella giornata ci erano giunte voci che la polizia caricava nelle altre piazze, e che negli ospedali arrestavano i feriti, avevamo trovato una ragazza spagnola in piena crisi isterica ora dovevamo trovare un medico…che non la facesse ricoverare e le desse qualcosa…Ci siamo riusciti…Lentamente ci siamo incamminati verso casa; in una “società di mutuo soccorso” circolo ARCI ci hanno soccorso e rifocillati, non ricordo più qual è, e qui abbiamo saputo di piazza Alimonda… Non ricordo più quelle cinque ore che ci ab- biamo messo per arrivare a casa, ricordo quando abbiamo salutato i due compagni di Voltri, dobbiamo ancora scambiarci gli indirizzi, ci siamo abbracciati e abbiamo pianto. …A casa un po’ alla volta sono arrivati i nostri ospiti, avevamo tutti la tristezza in faccia, abbiamo mangiato e poi telefonato per sapere se tutti erano tornati…a tarda sera…c’era gente che doveva ancora rientrare. Uno di Torino si è seduto su una sedia è ha iniziato a piangere, aveva la maglia sporca di sangue e anche le macchine fotografiche,…non era il suo. Ho chiamato i Genitori a Padova e ho raccontato, poi i compagni e gli amici di Padova chiedendo che ci venissero a salvare, ero sconvolto. Prima di finire Don Albino mi stava dicendo che sarebbero arrivati in varie corriere da Padova e che stavano partendo; l’avevano gia deciso in giornata. Gli ho raccontato quello che era successo; ma i mezzi di comunicazione avevano gia cominciato a trasmettere i fatti. Al mattino sarei andato a prenderli a Nervi, e poi a piedi…Polizia e blocchi permettendo…Al mattino ho salutato tutti, di cinque ospiti ne erano rientrati quattro, il quinto l’hanno trovato in tarda mattinata, aveva dormito in un androne di una farmacia. Ci siamo dati un appuntamento telefonico per la sera. Quando ho trovato gli amici ed i compagni di Padova mi si è aperto il cuore, mi sono sentito a casa e protetto; e c’era anche un servizio d’ordine. Eravamo in tanti, tanti, faceva tanto caldo; abbiamo trovato dei blac blok sono stati circondati e bloccati, e resi inoffensivi, cioè solo i vestiti, a volto scoperto. Arrivati in Corso Italia i vari servizi d’ordine si sono schierati per impedire infiltrazioni dei blak blok, questi all’altezza di Corso Torino hanno distrutto una banca e degli uffici, la polizia a 50 metri li ha lasciati fare, poi la polizia ha caricato selvaggiamente spaccando in due il corteo. A noi è andata bene siamo ritornati indietro protetti dai servizi d’ordine; anche se gli elicotteri volavano bassissimo e dal mare le motovedette “controllavano” ma eravamo tanti. Ma per la parte del corteo rimasto in Corso Torino è stata una mattanza. “ I commenti dei manifestanti, caricati dalla polizia, sono “ fate schifo…” Sono le 4 e 40, e a ripensare al vissuto e al non scritto mi vengono le lacrime agli occhi A distanza di cinque anni penso che ci hanno violentato. Fate Schifo. Mauro
(Rispondi)
 
perdiamocidiv
perdiamocidiv il 24/07/06 alle 19:28 via WEB
Vediamo quanto dura adesso "quest'altra"dittatura....molto disorganizzata....:-
(Rispondi)
 
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Il mio "eroe"


Penso a lui quando mi sembra che la mia lotta perda di senso. La sua vita e le sue idee sono per me una luce nelle tenebre e una via da percorrere.
 
"Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo".
Mahatma Gandhi
 

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