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CESENA 2019

Post n°56 pubblicato il 26 Novembre 2019 da corosursumcorda
Foto di corosursumcorda

Ogni anno, come si ricordano i famigliari defunti, noi riabbracciamo i nostri amici conosciuti durante il cammino e nella memoria di ciò che abbiamo vissuto facciamo insieme un pezzetto di presente per ravvivare l’amicizia sincera che ci unisce.
Quest’anno i due periodi sono combaciati, almeno per gli amici di Cesena, che quest’anno siamo andati a visitare per il lungo ponte dei santi.
Come sempre, in tutte le storie durevoli, ci siamo riuniti raccontandoci i fatti brutti e quelli belli accaduti in questo periodo nella nostra vita ed emozionati per quelli che stavano per accadere sotto i nostri occhi.
Una nuova nascita in arrivo non poteva che coinvolgerci tutti, dai cesenati ai bustocchi, al nostro don Marco che è sempre il fulcro che ci spinge e muoverci.
Il legame con gli amici che intorno a don Marco si ritrovano a Cesena si è andato via via
stringendo. Alba, Gilberto, Matteo, Marike e Linda con Francesca e gli amici della famiglia, ci hanno fatto sentire a casa.
Non si può più dire che andiamo a trovare solo don Marco. Andiamo a incontraci con la famiglia in Cristo che si è costituita intorno al nostro Cantare.
Quest’anno sono accaduti dei fatti molto “strani” per chi non crede a Colui che ci guida ogni istante.
Oltre ai due viaggi, sia di andata che di ritorno, da Apocalisse e le difficoltà organizzative per la salute di alcuni famigliari e la dislocazione territoriale di alcuni coristi, tutto il resto è stato come un grande disegno scritto solo per noi.
Giovedi sera l’arrivo in tarda serata e l’incontro sempre molto affettuoso e materno con Alba che ci ha radunati intorno al tavolo non solo per mangiare, ma per mettere le carte in tavola sulla situazione della sua comunità e per mettersi in ascolto contemplativo delle nostre vite, raccontate con molta semplicità e voglia di condividere, le belle cose come le brutte, perché agli amici non si riesce a nasconedre nulla!
Venerdi lodi e colazione e....incontro col nostro don Marco, sempre ugualmente felice di vederci e accoglierci, sempre sereno e attento, con cuore sempre palpitante. Con Raffaele, Cristina, Alba e Stefania abbiamo animato la liturgia della comunità del Villaggio Azzurro. Il Paradiso per noi si è concretizzato a Cesena. Sabato abbiamo animato la liturgia al Santuario della Madonna della Visitazione in ricordo del Beato Pio Campidelli, passionista.
Avendo scoperto questo santuario per caso il giorno prima, non abbiamo saputo dir di no alla possibilità di animare la messa del transito il 2 novembre, nella chiesa passionista.
Abbiamo visitato il museo del Beato Pio accompagnati da p.Fernando e grazie all’accoglienza di p.Bruno che ci hanno introdotti alla vita di questa figura passionista.
Increduli e straniti ci siamo lasciati fare dalla nuova compagnia e dal Signore che ci porta ogni volta in posti a noi sconosciuti e ci fa incontrare persone molto particolari e paterne come questi Padri o persone piene di stupore come le cinque persone Mantovane conosciute alla mattina alla Pieve di Polenta dove ci siamo messi a cantare e pregare prima in cripta poi intorno all’altare per dare un saluto e un ringraziamento a Colui che ci ha fatto incontrare permettendoci di unire le nostre voci per creare qualcosa di impensabile e inaspettato.
Matteo, figlio di Alba, si è esibito nella sua grigliata speciale proprio quel mezzogiorno dopo averci tentato l’anno scorso!
Poi la domenica! Marika che sentiva arrivare Lorenzo, nato poi nella notte, messa finale con don Marco che come al solito ci ha fatto salire le lacrime agli occhi. Un amico davvero affidabile.
L’ultimo pranzo in compagnia e poi il saluto e un arrivederci per un battesimo o magari un matrimonio....Vite che si intrecciano nella fede.
Persone e incontri che ci parlano di Lui, di Colui che non smetterà mai di stupirci!
Grazie Signore per averci permesso di incontrarci anche quest’anno, per averci permesso di ridere, di piangere , di sperare, di gioire, di leggere quelle parole che don Marco ci ha scritto il giorno dopo...segno visibile del tuo Amore che sempre ci accompagna e ci fa crescere nella fiducia in ciò che ci accade su questa terra!
Sandra 4.11.2019

 
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PERCHE’ MARIA CI VISITA??

Post n°55 pubblicato il 14 Novembre 2018 da corosursumcorda

PERCHE’ MARIA CI VISITA??

E’ ripartita!! Dopo una settimana trascorsa nel Santuario della Madonna del Sasso a Caravate, la statua della Madonna di Gallivaggio è ripartita!
La Madonna stessa ha chiesto di essere portata a Caravate…Perché? Cosa cercava? Per incontrare chi? Per dirci che cosa? Perché proprio qui, ora? Perché dai nostri padri Passionisti? Perché in queste comunità, in questo territorio, da noi?
Queste domande mi hanno accompagnata tutta la settimana.
Ho scelto di stare per una settimana intera dai padri Passionisti, nella casa di accoglienza e di esercizi che gestiscono e abitano.
Visto il programma così serrato e variegato, ho pensato, dietro anche invito dei Padri a rimanere, che avrei potuto dare una mano e mi sono messa a servizio.
Armata della mia chitarra sono salita al Monte e mi sono fermata là a godermi quell’esperienza e quel silenzio anche se attivo.
Grazie agli amici che in questi anni ho conosciuto e che con me stanno crescendo attraverso i percorsi creati dai padri passionisti, siamo riusciti a non lasciare mai scoperti nessuno degli appuntamenti comunitari, a farci incontrare da chi veniva a far visita alla Madonna e al Santuario.
Abbiamo scoperto con Massimo e Pina la supplica alla Misericordia; abbiamo seguito la lectio quasi quotidiana guidata con sapienza da p.Marcello.
Abbiamo ascoltato le testimonianze delle coppie che sono seguite da p.Marco e di altre realtà che ci hanno aperto la mente a 360 gradi sulla situazione della Famiglia oggi.
Dall’entusiasmo, la speranza, il divertimento, attraverso il dolore e il distacco, alla rinascita, sempre e costantemente alla ricerca dell’amore.
Sotto lo sguardo attento di fratel Emilio e guidata dai suoi consigli, ho cercato di mettermi a disposizione anche degli altri gruppi che si sono succeduti in questi giorni. Dopo le prime titubanze ha anche cercato di chiedere la collaborazione degli amici conosciuti o sconosciuti, per animare i vari momenti.
Mai però mi sarei aspettata di ritrovarmi coinvolta addirittura a suonare con il gruppo dei ragazzi venuti fin da Maccio per animare la messa e l’ora di adorazione del sabato sera. Pensavo “finalmente” di mettermi in un angoletto ed assistere come spettatrice....Invece l'entusiasmo di questi visitatori mi ha travolto e fatto tornare ai miei anni di educatrice di oratorio...
Non sono mancate le ore di silenzio e di preghiera individuale in santuario, davanti alla statua e davanti al tabernacolo o davanti al crocifisso.
Le cose da contemplare non mancano di certo in quel tempio, e neppure fuori, visto il Parco che avvolge l’ambiente!
Ma, la presenza della Madonna si è sentita?
E’ solo stata un’occasione di incontri o i segni si sono visti?
I miracoli si sono verificati o no? Per quanto mi riguarda, mai come in questa settimana ho avuto l’occasione di approfondire i miei rapporti con persone nuove ma soprattutto con gli amici conosciuti qui a Caravate; seduti, davanti a quella statua, i nostri cuori si aprivano, si liquefacevano (per usare un termine caro a san Paolo della Croce, fondatore dei passionisti), fino a fondersi.
Con più di una persona ho fatto questa esperienza. E anche con le persone con cui non ho parlato direttamente, ma anche solo attraverso il cellulare c'è stata una intesa diversa…un vero e proprio Tempo di Grazia.
Anche con le due sorelle responsabili dei giovani di Maccio l’intesa è stata immediata e profonda; parlavamo la stessa lingua, la lingua dell’amore, del cuore, del servizio e quando questo succede la comunicazione avviene su un altro livello.
I veri miracoli li ho toccati con mano attraverso la trasformazione di alcuni rapporti che da mesi erano ad un punto morto, con persone comunque a me care, rapporti caratterizzati da una chiusura inspiegabile, senza una vera motivazione. Dopo due giorni dalla visita di Maria, le relazioni difficili sono ridiventate aperte e facili, come se qualcuno fosse intervenuto per aggiustare le cose che mi stavano a cuore.
Questi sono stati i miei miracoli!
E ancora: il mio coro intervenuto con tante voci nonostante la distanza e l’avversione a Caravate emersa l’anno scorso. La corista ritornata a cantare con noi dopo un anno di silenzio....Le parole di un’amica che ha avuto un anno martoriato e che mi testimonia proprio lì l’importanza degli amici-coristi nella sua nuova condizione. Insomma, non è stata solo una settimana di servizio, ma di incontri, di rapporti nuovi, di affetti o di relazioni che sono andati in profondità, di occasioni per dimostrare l’affetto e la stima ai nostri frati passionisti, ai sacerdoti che si sono succeduti (don Peppino addirittura venuto da Busto arsizio), a Massimo e Pina sempre presenti, a chi lavora nel ritiro dietro le quinte e si fa fatica a conoscere davvero;
è stata una settimana di preghiera, di riscoperta del valore della collaborazione, della fiducia, delle amicizie vere.
Questa settimana ho visto la voglia di darsi da fare, da parte del popolo di Dio, che arrivava in visita già sorridente, con la voglia di essere coinvolto e di dare una mano. Nessuno si è tirato indietro quando abbiamo chiesto collaborazione all’assemblea.
Tutti a disposizione, i fedeli! Come i nostri cuori disponibili all’ascolto della Parola! Per i sacerdoti questo sia di incoraggiamento! Non siete soli nel vostro agire! Ma non pensate di dover fare tutto da soli....La Madonna insegna: la prima discepola e annunciatrice....L'Amore vero spinge....Impossibile fermarsi!
Spero che anche i giovani che non hanno risposto alla proposta come si sperava, imparino da tutti la disponibilità piena a lasciarsi plasmare attraverso la presenza e l’ascolto.
E adesso fatevi voi la domanda che avrei voluto fare al Vescovo di Como: perché a Caravate?
perché per noi? Quale messaggio sta cercando di darci e lasciarci Maria? Certo è che il Suo pellegrinaggio non è passato inosservato!
Grazie a tutti quelli che si sono lasciati chiamare, come figli veri, da Maria e dalla Misericordia che nonostante la partenza della statua, ora è con noi perché abita in ciascuno di noi!

Sandra

 
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Estate 2018

Post n°54 pubblicato il 24 Ottobre 2018 da corosursumcorda
Foto di corosursumcorda

 

Un’estate ricca e piena di sudore per il coro Sursum corda. Un’altra estate dove i coristi si sono lasciati coinvolgere dal loro responsabile e si sono messi come sempre a disposizione di sacerdoti e amici pronti a portare le loro voci e ciò che li muove in ogni dove.

Quest’anno, oltre a matrimonio a Dairago ed Assago, anche due occasioni uniche:

la giornata a Lecco dal nostro amico don Eusebio per far visita a lui e alla sua comunità che ci aprono porte e cuore ogni volta che andiamo ad incontrarli..

Una occasione di convivenza per noi che andiamo a far servizio e spesso facciamo fatica a trovare spazio per noi stessi….Una vera giornata per noi….Una lunga e bella passeggiata sul lungo lago lecchese, un pranzo alla pizzeria che ormai abbiamo adottato e poi un pomeriggio che termina con una messa in pieno centro a Lecco, al santuario della Nostra Signora della Vittoria, dove don Eusebio ci accoglie sempre con un entusiasmo di chi conosce bene la forza che ci anima, e a cui non possiamo e non vogliamo dire di smettere di spingerci.

Stavolta anche Nadia ha trovato il coraggio di cantare con noi. Questo è il modo migliore per rendersi conto di che cosa succede quando le nostre voci e i nostri cuori si uniscono e cantano insieme….una cosa inspiegabile che solo chi sperimenta riesce a raccontare con molta emozione.

Tutto questo è accaduto domenica 29 luglio.

Come sempre l’accoglienza di don Eusebio è stata devastante ed encomiabile. Senza risparmio ci conduce alla conoscenza di noi stessi e del nostro valore, del valore di ciò che facciamo e che lascia chi ci ascolta, con tanta commozione e sorpresa.


Altra occasione di convivenza e di momento di incontro è stata domenica 5 agosto al santuario di Re. Sembrava una gita domenicale tipica delle domeniche estive. Una messa in montagna e poi un pranzo insieme all’aria aperta….Invece….

Siamo arrivati in questo santuario che mi ha ricordato la Basilica di Lourdes…Immensa…

Il sacerdote ci ha chiesto di cantare canti in latino. L’evento: casualmente si festeggiava il 60imo di dedicazione del santuario….Non avevano nessuno a cantare alla messa delle 11.00…e magicamente, una di noi, Ilaria, chiede se hanno piacere che noi animiamo quella messa…

Senza provare prima, con una acustica che non aiuta l’ascolto soprattutto delle nostre tre chitarre, ci improvvisiamo un po’…..E invece la nostra musica arriva come una lama nel cuore di tutti.

Ci è venuta pure a salutare la famiglia di Lorenzo, un amico organista, in villeggiatura in quei posti…che sorpresona!!!

Dopo la messa chiediamo a chi ha presieduto la celebrazione di raccontarci quel posto….

E poi….tutti al rifugio per la classica polenta tutti insieme…e per farci riconoscere a seguire una bella dose di musica e canti insieme.


In ogni occasione il coro si cementa non solo con le voci, ma anche con intenzione e voglia di crescere nella fede. Ognuno a suo modo, ognuno con la sua timbrica.

Ma la bellezza di un coro è proprio questo. Insieme e diversi. Senza paura.

Grazie a tutti quelli che non hanno paura di mettersi costantemente in gioco.

Sandra

 

 
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i sursum corda a Lecco

Post n°53 pubblicato il 07 Agosto 2017 da corosursumcorda
Foto di corosursumcorda

LA FANTASIA DI DIO



Per quanto la nostra fantasia galoppi, non possiamo mai sapere cosa il Signore abbia in serbo per noi. Bisogna essere sempre ricettivi, vigili, perché in un attimo, in un incontro, la storia, almeno la nostra personale, può cambiare.

E’ successo appena dopo Pasqua….

Inaspettatamente, a cena dai miei frati passionisti, ho conosciuto don Eusebio, parroco di Lecco, a Caravate per due giorni di riposo-studio …Lì, entrambi per caso, ma ambedue vogliosi di conoscere le persone che il Signore mette sul proprio cammino. In soli 30 minuti eravamo entrati l’uno nel mondo dell’altro, grazie alla musica e a un amico comune: don Machetta. Ci siamo conquistati a vicenda. E quando l’incontro è quello vero, non ci si può lasciare senza la promessa di un nuovo approfondimento della conoscenza. E’ nata così un’amicizia che diventa, nel mio mondo, sempre collaborazione.

Dopo questa parentesi, coinvolti gli amici del coro in questa nuova conoscenza, eccoci domenica 30 luglio in viaggio per Lecco, con l’impegno di animare la messa della domenica sera nel Santuario dove opera don Eusebio.

E l’accoglienza, più che l’afa, ci ha tolto subito il fiato! Siamo entrati nel Santuario io e Antonio e ci hanno accolto don Eusebio, Nadia e sei nostri coristi con un canto di lode, con il sacerdote chitarrista e cantore che con il suo entusiasmo è riuscito a farci sentire subito a casa!

Un’accoglienza piena di affetto ed energia, biglietto da visita di questo nostro amico sacerdote che travolge col suo entusiasmo.

Io che sono una trascinatrice, ho dovuto frenare il suo entusiasmo per non essere travolta in tutta la mia persona, altrimenti non sarei più tornata a casa!!!

Dopo il pranzo tra noi coristi, ovviamente alla pizzeria “Il pentagramma”, vista lago, e un passaggio in gelateria per cercare di smorzare il caldo della giornata, rieccoci al Santuario per le prove dei canti. Dopo le prove, visita del Santuario, cripta compresa, e Rosario insieme a don Eusebio, che ci ha portato alla celebrazione eucaristica.

In questo santuario con questa acustica meravigliosa non c’è stato bisogno di tecnologia per riuscire a far sentire strumenti e voci in tutta la chiesa.

Abituati alle nostre messe serali domenicali, con chiese semivuote, inaspettatamente ci siamo trovati con un santuario pieno di gente silenzionsa e attenta ma anche partecipativa.

Per noi del coro i canti sono stati quelli “normali”. Abbiamo pregato e cantato insieme.

Al termine, nonostante un canto finale e una riserva che è durato quasi 5 minuti, ci siamo girati e abbiamo visto la gente che era rimasta in chiesa per sentire il brano cantato fino al termine.

Questi sono segnali importanti per farci capire quanto stupore c’era nell’ascoltare i brani cantati. Con quanta attenzione eravamo stati accolti.

Al termine sono cominciati i complimenti di chi aveva partecipato alla celebrazione. Come al solito, nessun commento banale. Non era la nostra bravura al centro dello stupore dei presenti. Non mi stancherò mai di ascoltare la gente che viene a ringraziarci per quello che hanno provato mentre cantavamo, per le emozioni che riusciamo a trasmettere, per la profondità che riusciamo a far raggiungere a chi sa pregare davvero; per la commozione che pervade chi ci ascolta per la prima volte e non si riesce a spiegare perché si è commosso ascoltandoci. Ogni volta sono emozioni e commenti diversi, ma ci riempiono di stupore e incredulità. Col nostro canto riusciamo a rimettere in cammino i cuori….

Come sempre chi agisce non sempre si rende conto di cosa passi attraverso la sua persona, le suo doti.

Siamo strumento! E questi son i segni che ce lo ricordano. L’armonia delle nostre voci, nonostante prove (molto poche in verità), bravura, attenzione, non è “roba” che viene da noi. Noi ce la mettiamo tutta, ma ciò che passa è un’altra cosa!

Dopo la messa, un’oretta di convivenza con don Eusebio e alcuni suoi amici del Santuario. Una bella compagnia che si è lasciata accompagnare dai canti e dalle nostre voci a cui hanno voluto aggregarsi per sentirsi parte di questo mistero che ci accompagna da sempre e di cui si accorgono tutti coloro che sanno vedere e sentire al di là di noi.

Finchè potremo essere di sostegno ai nostri amici sacerdoti nell’annuncio, nulla ci potrà fermare dal fare questo servizio che troppi prendono alla leggera.

Di quello che si trasmette bisogna essere coscienti, riconoscenti ma anche sentirsene responsabili, collaborando con chi ci contatta. Prossimo appuntamento durante l’avvento domenica 17 dicembre con una meditazione e animazione della messa.

Grazie a don Eusebio e ai suoi amici per averci permesso ancora una volta di vivere questa esperienza che ci rende orgogliosi di essere portatori di messaggi più grandi di noi.

Grazie al Signore che ci ha fatti incontrare e grazie a noi che non riusciamo a dire di noi, mai!!

L’unico insegnamento che bisogna trarre da tutto questo è: non porre limiti alla nostra disponibilità!

Grazie al don per tutto l’entusiasmo e l’energia che ci ha trasmesso in questa giornata. Anche se era venuto da una settimana molto dura, noi abbiamo solo visto un sacerdote che ama quello che fa e le persone che lo accompagnano; un sacerdote che si lascia guidare anche da chi lo circonda e che sa riconoscere coloro che parlano “la sua lingua”, che si dona senza misura né timore.

Una giornata che ha lasciato il segno in tutti coloro che sono riusciti a venire. Grazie alla comunità di Lecco!

Grazie Signore per averci fatto incontrare!

Davvero fai cose che noi non avremmo mai potuto nemmeno immaginare!!

 

 

Sandra

 
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articolo sul Papa di maria rizzo

Post n°51 pubblicato il 09 Aprile 2017 da corosursumcorda

Ciao a tutte ,

 

 

Anch’ io ho partecipato alla visita pastorale del Santo Padre a Monza, anche se per qualche problema di salute stavo rischiando di non andare, ma poi mi sono detta: ma perché devo star male?; in cuor mio ero sicura che ce l’avrei fatta e quindi animata di antidolorifico , sgabello e telo sono andata.

Già durante il viaggio si respirava un’aria di gioia e di commozione, insomma si capiva che non era una gita , bensì un pellegrinare verso una meta comune quella di un popolo che ha sete di Dio.

Ho incontrato e parlato con tanta gente, che conoscevo e non, l’attesa è stata piacevolissima, passata velocemente tra chiacchiere , canti e condividendo anche i panini che avevamo  portato per il pranzo.

Alle 14.45 circa arriva il nostro Francesco, salutando e benedicendo dalla papamobile la folla festante dei fedeli che sventolava sciarpe gialle e bianche, e che urlava e applaudiva . C’era nell’aria e nei volti delle persone un senso di gioia e di appartenenza, si ci sentiva  un’unica cosa: la Chiesa di Dio.

All’inizio sentendo la voce affaticata  del Santo Padre eravamo preoccupate, ma poi  si è ripreso ,e come al suo solito ha fatto un ‘omelia toccante, ha usato parole forti ma ricche di  speranza .

Mi ha colpito molto l’ invito rivolto alla folla a prendere le strade del mondo e non a chiudersi nei recinti, facendoci capire che non esiste solo la chiesa milanese o ambrosiana , ma che facciamo parte del grande popolo di Dio, formato da volti , storie e provenienze , insomma un popolo multietnico.

Dobbiamo essere capaci di ospitare le differenze, a integrarle, rispettando le diversità, insomma è proprio la diversità che ci arricchisce.

Non dobbiamo avere paura di dare accoglienza a chi ne ha bisogno, perché è proprio li che c’è il Signore.

Ho meditato molto queste parole per analizzare  come  agisco davanti a queste situazioni, sono io portatrice di pace? Vivo la gioia del vangelo? al  lavoro e negli ambienti che frequento? sono capace di portare la speranza cristiana che il nostro Papa ha citato? Sono interrogativi molto duri e difficili da attuare, ma come dice il Papa nulla è impossibile a Dio, in quanto è Dio stesso che prende l’iniziativa e sceglie di inserirsi, , è necessario rispondere con il Sì come ha fatto Maria.

Condivido pienamente la tristezza di Lilly nel non aver potuto vivere  questa esperienza come gruppo ,sarebbe stato molto bello, anche perché sono momenti di forte intensità spirituale  che sarebbero stati utili per la nostra crescita e per sentirci  appartenenti ad un gruppo che vive il servizio come dono per se stesso e per gli altri.

 

Auguro a tutti un Serena Pasqua e che ognuno di noi possa viverla come giorno di gioia, per poter rinnovare e trasformare la propria vita secondo l’insegnamento del Cristo risuscitato, che ci fa diventare uomini nuovi inviati nel mondo per essere testimoni del Risorto.

 

Buona e Santa Pasqua a tutti

 

Un abbraccio Maria

 
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