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Impressioni ed appunti attraverso scarpe diverse

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Quante volte figliuolo?

Post n°892 pubblicato il 19 Marzo 2024 da feliperun

Se con tre allenamenti a settimana sto bene se ne faccio 6 starò bene il doppio, e se ne faccio 18 addirittura il triplo!
Questo semplice ragionamento è alla base della decisione di molti dilettanti di intraprendere la strada del professionismo sportivo faidate. Gli esiti sono il più delle volte disastrosi, non essendoci equilibrio tra allenamento e riposo, gli infortuni sono in agguato. Ma il "vizio" di allenarsi tutti i giorni è così appagante che si escogitano interessanti soluzioni ovvero praticare discipline diverse. Correre, nuotare e andare in bici perfettamente integrate nella specialità del triathlon hanno la virtù di mettere in esercizio articolazioni e muscoli in modo differenziato. Si allegeriscono alcuni ambiti, ma altri sono comunque sollecitati quotidianamente. Nell'entusiasmo anche c'è chi si organizza per un paio di allenamenti al giorno con le classiche combinazioni bici nuoto o nuoto corsa. Ovviamente integrare la palestra con vario assortimento di pesi, pilates, yoga (nelle molteplici alternative) potrebbe essere una opzione interessante.
E se si cambiasse prospettiva? Se stare bene non fosse misurato in minuti in un 10.000 m, o in un 800 sl (stile libero) ma in benessere, in assenza di infortuni, in buon umore?
Nooo troppo complicato, meglio il bigiornaliero da pro!
Va bene figliolo, al mattino 60' a 4 minuti/km e pomeriggio 5*1000 a 3' recupero 1' in surplace...

 
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Abitudini consolidate

Post n°891 pubblicato il 19 Marzo 2024 da feliperun

Quanto sono belle le abidutini consolidate, le routine sempre uguali. Ci danno sicurezza, sono confortevoli, come correre sempre alla stessa ora, con le stesse persone e magari facendo sempre lo stesso giro, lo stesso percorso, giorno dopo giorno anno dopo anno.
Preparare sempre le stesse gare, di cui conosciamo ogni dettaglio, gli incovenienti si riducono al minimo e così abbiamo una piacevolissima sensazione di controllo.
se accade una volta è un caso, se accade due volte è una coincidenza, se accade tre volte è una abitudine, recita un antico proverbio.
Ma ogni tanto bisogna cambiare qualcosina altrimenti si rischia di annoiarsi e poi l'organismo necessita di qualche stimolo nuovo per avere un impulso ad adattarsi nuovamente.
Nel podismo si possono provare distanze diverse, o superfici diverse e spaziare dall'asfalto alla pista o al terreno naturale (corse campestri o addirittura il trail).
E perché correre solo in avanti se è possibile anche correre l'indietro o oppure correre con un vassoio?

 
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cahiers de doléances

Post n°890 pubblicato il 19 Marzo 2024 da feliperun

Erano i quaderni delle doglianze, ovvero registri delle lamentele rappresentate dalla popolazione agli stati generali.
Probabilmente molti podisti hanno nostalgia di questo strumento, infatti l'elenco delle doglianze del podista è di lunghezza e varietà straordinaria.
La massima concentrazione delle lamentele si verifica di norma prima dell'inizio di ogni manifestazione agonistica.
Il podista dogliante lamenta disavventure, dolori, malesseri, imprevisti, funambolici eventi (gli autori di mission impossible e fast and furious si sono ispirati a piene mani per scrivere le sceneggiature dei loro campioni di incassi) che hanno una unica e determinante finalità fare arrivare il podista nella forma peggiore possibile. I maligni pensano che si tratti di un modo per mettere le mani avanti, una pretattica per disorientare gli avversari di categoria, un modo per gestire l'ansia pregara.
Un altro picco di doglianze si verifica immancabilmente alla fine della gare, dove la analisi puntuale di ogni elemento che sia stato in grado di dare fastidio viene analizzato in profondità: il caldo, il freddo, il vento, le buche, i troppo o i troppo pochi partecipanti, oltre al rinnovo delle doglianze del pregara che adesso hanno la loro definitiva consacrazione per motivare sia la prestazione scadente, che per esaltare una prestazione riuscita malgrado le congiunture astrali avverse.
Ma la verità è solo una: se sei lì a gareggiare significa che magari non sei in forma olimpica, ma hai la possibilità di praticate uno sport che ti fa divertire un sacco! (altro che doglianze!)

 
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il senso della corsa

Post n°889 pubblicato il 19 Marzo 2024 da feliperun

Camminare e correre rispondono alla primaria esigenza dei sapiens di spostarsi, di muoversi da un luogo ad un altro.
I nostri progenitori si "dovevano" spostare per cercare il cibo, per sottrarsi a predatori e minacce, è quindi comprensibilissimo che nel corso dell'evoluzione abbiamo sviluppato meccanismi efficienti per spostarci a velocità di diverse ma pur sempre a piedi.
Le abitudini quotidiane ci spingono all'opposto estremo, ovvero stare immobili in postazioni di lavoro in luoghi chiusi e spesso a fissare uno schermo.
La esigenza di spostamento è assolta dai più svariati mezzi di trasporto, in modo tale da escludere ogni sforzo.
Il cammino ed ancora più la corsa sono relegate ad un ambito specifico, le espressioni "vado a camminare", "vado a fare una passeggia", "vado a correre" dimostrano che la corsa ed il cammino sono diventate un fine e non più un mezzo (di trasporto). L'immagine di camminatori e runner su tapis roulant davanti ad un schermo ci racconta quanto abbiamo distorto una attitudine viscerale.
Ci accorgiamo a quale semplicità stiamo rinunciando tutte le volte che utilizziamo il cammino o la corsa per andare da un luogo ad un altro, come quando l'auto o la moto rimangono parcheggiate e sbrighiamo una serie di faccende spostandoci a piedi (l'impiego del monopattino determina un ulteriore abbattimento dei tratti di cammino!). Quando usciamo per "andare a correre" direttamente da casa e raggiungiamo luoghi distanti per poi tornare indietro, infatti tutte le volte che lo raccontate vi guardano con aria stupita).
In occasione delle escursioni, o di una corsa in natura il fatto stesso di muoversi, respirare all'aria aperta, lasciare lo sguardo spingersi all'orizzonte, osservare particolari, scoprire novità, si risveglia qualcosa in noi qualcosa di ancestrale!
Basta chiacchiere si esce!

 
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Vento asciuga acqua bagna

Post n°888 pubblicato il 21 Febbraio 2024 da feliperun


L'atmosfera della gara é sempre emozionante anche se si sono corse mille gare, anche se si sono sostenuti mille esami ed anche se si é preso parte a mille selezioni.
Entra in gioco la voglia di dare il meglio. Ovviamente non si tratta, il più delle volte, del meglio assoluto ma del meglio relativo alla condizione del momento, del grado di allenamento, degli imprevisti degli ultimi giorni. Lo sport amatoriale deve fare i conti con tutto il resto della vita, gli impegni familiari, quelli di lavoro ed anche con gli anni che passano. Ma in gara l'emozione é sempre la stessa, la preparazione di ciò che occorre, le alternative in caso di freddo, di pioggia, la scelta delle scarpe, dei calzini, già testimoniano che non si tratta della solita corsetta con gli amici. E non credete a quelli che fanno i superiori, gli schiaffoni alle cosce e ancora di più le file ai bagni dimostrano che tutti hanno un loro modo di gestire la tensione dell'agone. L'acqua bagna ed il vento asciuga ma si sentono sia l'una che l'altra.

 

 
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