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i numeri dell'atletica

Post n°336 pubblicato il 18 Febbraio 2013 da feliperun
 

Questo report del 2008 racconta dell’atletica degli ultimi anni. Sono numeri freddi che indiscutibilmente descrivono il declino dei praticanti dell’atletica leggera in età giovanile (ed attualmente si attestano intorno alle 10.000) unità) ed un contemporaneo incremento degli amatori attirati per lo più dalle discipline lunghe (maratona).

Nel nostro paese di poco meno di di 57 milioni di abitanti ci sono 30.000 persone che completano una maratona. Arrivano all’atletica dopo avere praticato tutti gli sport possibili, oppure non averne praticato nessuno. Cominciano per l’invito di un amico, per perdere peso e così prendono il “vizio”. Ottimo “vizio” se è in grado di tenera a bada i molti problemi legati alla sedentarietà. Chi è ancora scettico rispetto alla “moda” della maratona dovrebbe riflettere sul quanto sarebbe preferibile convertire tutti quelli appassionati al video poker a dedicare il loro tempo alla corsa!

 
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Maurizio Crispi il 22/02/13 alle 12:58 via WEB
Ottimo pezzo. Si corre per molte ragioni. E' vero che molti si accostano alla corsa con una motivazione che è, all'inizio almeno, semplicemente dietetica ed igienistica. Però, c'è anch da dire che, cominciando a correre, si scopre un mondo intero. E' come se, entrando nel mondo della pratica della corsa, si facesse nella propria esistenza un vero e proprio cambio di paradigma. Perchè questo accade e perchè accade tanti più facilmente che rispetto ad altri sport? Secondo me le ragioni sono molte. La più pratica è che per correre non occorrono molte cose. Se uno vuole può anche inizare a correre senza nessun indumento tecnico. Chi non si ricorda della corsa fatta con le scarpette 2superga" d'antan. Bastano poi una semplice T-shirt o una canottiera ed un paio di pantaloncini. E, se si è d'estate, si può correre in modo libero, semplicemente in costume e a piedi scalzi. Minimo investimento, dunque: cosa che riporta all'idea che correre sia una cosa "naturale"... Non abbiamo bisogno di nulla se non di ciò di cui il nostro corpo è naturalmente dotato. Ma questo ci riporta ad un'altra radice del correre che è un'attività ancestralee dell'Uomo. Sembra che correre sia stato il modo naturale dell'uomo agli inizi della sua stazione eretta: era più facile correre che semplicemente deambulare. Quindi, correndo, ritorniamo alle nostre origini di uomini cacciatori-raccoglitori che, per le necessità della sussistenza del proprio gruppo tribale dovevano percorrere ogni giorni molti chilometri alla ricerca di qualcosa. Oppure che dovevano correre per mettersi in salvo da predatori più forti. Infine, la corsa più di qualsiasi altra disciplina, offre dei miti fortemente sedimente sedimentati nell'immaginario collettivo, dalla figura-simbolo di Filippide (emerodromo e primo maratoneta ed ultramaratoneta della storia) a quelli successivi di Dorando Pietri e di Abebe Bikila (per citare due caposaldi della mitologia della corsa). Correndo ciascuno di noi, ogni giorno, entra nella preistoria dell'Umanità e condivide il mito della corsa. E nessun'altro sport potrà mai eguagliare questi aspetti insiti nella corsa e nel correre.
(Rispondi)
 
 
feliperun
feliperun il 22/02/13 alle 18:43 via WEB
Maurizio, il tuo intervento è corposo e graditissimo!
(Rispondi)
 
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