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« Milano Marathon - Molte ...inseguimenti »

Milano Maratona 2010

Post n°611 pubblicato il 04 Febbraio 2015 da feliperun
 

Appena recuperato dal blog collassato quanto scritto allora, era il 2010...

Scetticismo, quello che circonda la maratona di milano è lo scettismo. Ai milanesi la maratona non va giù, si dice. Non amano le strade chiuse al traffico. Non partecipano alla manifestazione. Non gli interessa. E me ne avevano raccontate di scenette "simpatiche" di gente inferocita contro questa invasione dei podisti. E poi l'inquinamento, la mancanza di fascino del percorso, ancora ed ancora.

Certo arrivare al ritiro del pacco gara e sentirsi dire che le uniche maglie uomo rimaste sono XL e XXL non predispone nel migliore di modi. E' un mistero glorioso è infatti risaputo che i podisti di taglia forte siano relativamente rari, mentre abbondino quelli di taglie meno robuste non foss'altro che per via di tutta quella corsa fatta per preparsi di grasso ne rimane sempre meno, eppure l'organizzazione non ha le maglie della taglia giusta... Gli stand sono sontuosi, traboccanti di vip, offerte e curiosi dei vip. La mattina della partenza ci fanno pagare il biglietto (non si era detto che era gratis per i maratoneti, forse che sono fuori della cinta urbana, forse che il preposto dell'atm non si interessa della maratona e quindi pago, poco male). Alla partenza alla fiera qualcuno si lamenta che non ci sia uno stand dedicato ma solo dei gazebo, che fanno quello che possono contro le folate gelide. Raccolta indumenti efficientissima, non ho voglia di sentire altra gente che si lamenta di questo e dell'altro anno, di quanto era bello lì invece che qui, saluto alcuni amici, ne incontro altri che non vedevo da un pezzo, conosco dei nuovi amici di Enna, raggiungo un socio che siamo già all'interno della griglia di partenza.

Gli elicotteri volteggiano nell'aria, lo speaker incita e cerca di esaltare gli animi, mentre i corpi vorrebbero qualche raggio di sole in più. Il sole ci aiuta insinuandosi tra le nubi ed il colpo di pistola invita tutti e 7000 o giù di lì alla partenza. Qualche saluto agli amici che vado recuperando, schivo un paio di buste di plastica (usate per restare caldi e lasciate in mezzo ai piedi) e prendo un passo tranquillo (forse poteva essere

meno tranquillo ma a me pareva giusto), il vento arrivara a raffiche, cercavo di stare coperto, di bere ai rifornimenti quel che serviva. La periferia ovest non è male, viali alberati, un pezzo di Parco Sud con i campi inframmisti di case e qualche capannone, le strade tranquille. Poi si entra in città, nella zona di San Siro, dell'Ippodromo, poi ancora più dentro con i chilometri che scorrono, in pochi parlano o rispondono alle mie sollecitazioni: sono concentrati. Viali con alberi con le gemme gonfie di primavera o colorati di verde di foglie tenerissime, quasi lo stesso verde delle magliette degli addetti efficientissimi ai ristori.

Più gente lungo le strade che incitano ed applaudono. All'asfalto ogni tanto infide rotaie di tram, basole e sampietrini preludono all'avvicinarsi della mezza che si conclude davanti al castello sforzesco. I maratoneti vanno a sinistra e comincia un giro suggestivo per le porte della città, fino al duomo, ai navigli, ancora più gente che incita, band che suonano blues ai bordi della strada, c'è chi suona campanacci, chi urla i nomi che riesce a leggere sui pettorali e sulle magliette. Ino che mi conosce, mi chiama quasi nel modo giusto e mi suggerisce non forzare. Corro come in un letargo, al 22° ho rallentato un pochino, qualche indolenzimento muscolare di poco conto, non sono stanco, cerco un motivo, mi guardo intorno e vedo gente che controlla febbrilmente il cronometro. Decido di vedere il cartello del 25° poi del 27° poi ancora quello del 29°.

Bevo ai ristori ed al 32° sento che chiaccherano dietro di me, sono i pace maker delle 3ore e 15, mi attacco al gruppo senza sforzo pur incrementanto l'andatura. Si parla di far offrire le birre a chi si stacca, ci si complimenta con chi allunga con un bel passo, si girano a controllare che il gruppo sia ancora folto. Mi accorgo di divertirmi a correre in compagnia, a commentare. Il penultimo mille, dicono, sia faticoso, mentre l'ultimo è come in discesa. Le gambe vanno da sole. Saluto gli amici che mi hanno risvegliato e allungo un po'. Incoraggio a mia volta un amico in preda ai crampi e sollevo le braccia al cielo attraversando il traguardo con a destra il castello sforzesco, grande ma fatto di tanti piccoli mattoni rossi (proprio come una maratona che sembra grande ma è fatta di piccoli passi)...

 
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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Filippo il 05/02/15 alle 11:24 via WEB
...In fondo non era poi così male la corsa! Adoro il popolo milanese, sarà che un pò l'ho capito negli anni, è composto da gente operosa, altra che nemmeno ti considera ed altri affettuosissimi. Una comunità in pieno fermento... podistico, ragion per cui conviene correre una Maratona di Milano dagli alti livelli, che ti motiva tanto. Come dici tu, purtroppo ci si perde in "troppa" pubblicità senza badare al sodo ed ai servizi essenziali... Penso alla City Trail dello scorso anno che, se corsa in una giornata piovosa avrebbe raccontato un'altra gara con un'accoglienza da "brividi". Criticare troppo non aiuta nessuno e non ti fa arrivare prima sul traguardo ;-)
(Rispondi)
 
 
feliperun
feliperun il 05/02/15 alle 21:32 via WEB
Ed infatti si è trattato, di solito, di eccesso di critiche spesso fine a se stesse. Il grande punto di forza è comunque un percorso scorrevole e servizi adeguati.
(Rispondi)
 
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